Santa Maria,

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mercoledì 4 gennaio 2017

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: SIAMO VENUTI DALL'ORIENTE PER ADORARE IL RE

p. José María CASTILLO"SIAMO VENUTI DALL'ORIENTE PER ADORARE IL RE"

EPIFANIA – 6 gennaio 2017 - Commento al Vangelo
SIAMO VENUTI DALL'ORIENTE PER ADORARE IL RE
di p. José María CASTILLO
Mt 2, 1-12
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, 
alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: 
«Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.Il racconto dei Magi, venuti da popoli lontani per adorare Gesù, non è un racconto storico. È una leggenda che esprime quello che la Chiesa celebra in questo giorno: l’Epifania del Signore a tutte le genti della terra. Gesù non è patrimonio del Cristianesimo o della Chiesa. Gesù è patrimonio dell’umanità. È anche di coloro che non lo conoscono. E di coloro che non credono in lui. Gesù è un bene universale, che supera le frontiere ed i credo di tutte le religioni. Perché il cristianesimo non è una religione. Il cristianesimo è un “progetto di vita”: il progetto dell’onestà, della rettitudine, del cuore buono, della solidarietà. Ossia, tutto quello che ci unisce tutti e ci rende uguali a tutti. Questo dà senso per questa vita. E dà speranza di un’altra vita senza fine.Senza dubbio, questo racconto dei Magi non ha valore storico. Ma ci interessa come parabola della vita. Qui infatti sono evidenti varie cose di enorme importanza: 1) La frequente crudeltà del potere politico quando è assoluto e si sente minacciato. 2) La collaborazione che tante volte presta il potere religioso al potere dominante, sicuramente perché entrambi hanno interessi che sono loro comuni. 3) L’utilizzazione dei libri religiosi fatta dai sacerdoti e dai loro teologi (in questo caso, la Bibbia) per servire gli interessi del potere politico ed economico. 4) L’accanimento dei potenti con i deboli, come Erode si è accanito senza pietà con Maria, Giuseppe ed il Bambino. 5) In generale, quelli che appaiono come i “deboli” hanno più capacità di pazienza e di resistenza dei “forti”, come Gesù ed i suoi genitori, per sopportare di più e meglio di Erode. 6) Il potere è cinico, bugiardo ed mente su tutto quello che gli interessa, come Erode ha mentito ai Magi. 7) Alcuni strani “stranieri” (i Magi) con Gesù sono stati più generosi dei poteri politici e religiosi del suo popolo.È importante saper percepire come tutto questo continui a capitare nell’attualità. Ed a partire da quanto detto, costruire il nostro “progetto di vita”.


PADRE TIZIANO SOFIA, "E IL VERBO SI FECE LUCE DOPO ESSERSI FATTO CARNE"

6 gennaio 2017 | Epifania di Gesù - A | Omelia
E IL VERBO SI FECE LUCE
DOPO ESSERSI FATTO CARNE
LUCE: se c'è un prodigio quotidiano che dovrebbe affascinarci è proprio la LUCE che si affaccia sul 
nostro pianeta ogni giorno. Noi non ci facciamo caso. Eppure è un grande dono del cielo. Quante volte al giorno alzi gli occhi al sole e ringrazi Dio?Se i Romani celebravano il 25 dicembre come il ritorno del sole, perchè le giornate iniziano ad allungarsi, i cristiani celebrano il ritorno della LUCE DIVINA sull'oscurità mentale e spirituale dell'umanità. Ma come sempre c'è qualcuno che preferisce vivere e agire nelle tenebre cadendo nell'impossibilità di CONOSCERE IL MESSIA DI DIO.ILLUMINATI, LUMINOSI, ILLUMINANTI, veri figli del Padre nel rispetto obbediente. Così festeggiamo l'Epifania.IL PROFETA GIA' ILLUMINATO DA DIO: ISAIA (60,1-6)Nebbia e oscurità. Nessuno viaggiava di notte prima della invenzione delle automobili. Oggi le cose sono cambiate. Ma l'uomo è cambiato dalla LUCE DI BETLEMME, o preferisce rimanere nelle tenebre? Preferisci vivere nelle tenebre?"VIENE LA TUA LUCE!La gloria del Signore brilla sopra di te.Guarda, apri gli occhi alla luce e sarai raggiante!PALPITERA' e si DILATERA' il tuo cuore!".A Natale è uno sfavillio di luci, ma già verso l'Epifania le luci stanno appagandosi, perchè non abbiamo festeggiato il Bambino-Luce, ma solo un vecchio babbo natale. Parodia.Se credi di capire già la tua vita e il suo destino ultimo non ti metterai mai in cammino a cercare la LUCE, a raggiungerla a tutti i costi, per poi tornare nella tua vita da illuminato-illuminante. Pastori e sapienti dell'Oriente hanno visto la luce, furono illuminati e tornarono illuminanti. Stai dalla parte di Erode o dei Magi? Meglio, dei pastori?Un brano illuminante di Paolo (Efesini 3)Una sintesi corposa del senso dell'Epifania: Dio vuole formare un CORPO MISTERIOSO, con membra da innestare in esso. Quali saranno queste fortunate membra? Solo gli Ebrei, grazie alla circoncisione? Non erano tutti circoncisi quelli che dominavano su Israele? Sì, ma non vollero essere trapiantati in Cristo! Un gruppuscolo accettò: erano 12, con l'ultimo aggiunto alla scarna lista, Paolo. Ha accettato di essere accecato a Damasco, e poi illuminato da Cristo che lo battezzò nello Spirito. Dopo uno scontro con Pietro, che a sua volta venne illuminato da Paolo, ecco la novità: Dio vuole illuminare e trapiantare tutti "i gentili", i pagani, i non ebrei incirconcisi, i peccatori come Paolo, gli infedeli, i lontani, i disprezzati, i siero-positivi nell'Unico CORPO di CRISTO: insomma, tutti benendetti ed eredi della vita divina in Cristo.Matteo è preciso nei particolari epifanici (2,1-12).- Si tratta di astrologi babilonesi, dell'alta società. Gente regale da una parte, ma molto disponibile dall'altra, nella costante ricerca di "segni" profetici.- E il segno ci fu: prima una stella, poi LA STELLA di Betlemme. Fecero un errore involontario, per rispetto delle autorità locali: andarono a visitare il re Erode, per felicitarsi con lui per la nascita dell'erede, che non c'era.- Ma è Dio che guida la storia fin nei minimi particolari. II re, turbato, è terribilmente ipocrita: "Andate a cercarlo a Betlemme. Ditemi come sta e poi andrò ad omaggiarlo anch'io!". E con lui TUTTA GERUSALEMME! (Sembra essere in Italia, ormai diventata atea, miscredente, indifferente, ostile a quel Bambino. E inventaramo il natale pagano!).- Sempliciotti o saggi quei Magi? Continuano a fare gli astrologi, dietro alla cometa. E poi la sorpresa: nessun palazzo regale, niente servitù e cortigiani. Neppure lo stretto necessario, ma c'era LUI, L'UNICO NECESSARIO ALL'UOMO: Gesù! E fu proprio LUI a illuminarli e farli credenti veri e sinceri, anche se incirconcisi!- Un gesto principesco: aprono scrigni pieni di preziosità: oro, incenso e mirra. Simboli, segni di rispetto e di adorazione per quel "piccolo bambino divino". Erode? Beffato!- Erode e Gerusalemme rimangono nella nebbiosa oscurità del cuore. I Magi ritornano "sapienti, illuminati" e nella loro terra iniziano ad illuminare. Primi missionari pagani tra i pagani! Correggo: pagani per Erode, illuminati dal Bambino per Dio.VENIAMO A NOI...Non aspettare la befana per l'Epifania! Essa vive nei palazzo di Erode, insieme a tutti i mercanti che profanano il Natale e l'Epifania con lucciole di tutti i tipi. Spegni TV dissacranti. Non frequentare i centri commerciali, le abbuffate, certe sale di divertimento, certi prodotti che ti uccidono, che ti spengono!Porta al Bambino la tua presenza: ed EGLI TI ABITERA' con la sua luce, la sua GRAZIA, la sua VITA; ti farà erede di se stesso, soprattutto nell'Eucaristia.Smettiamo di vivere da erodiani... SIAMO EPIFANICI, CRISTIANI!Padre Tiziano SOFIA sdb Fonte:  www.donbosco-torino.it   |
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PARROCCHIA S.MARIA DEGLI ANGELI, EPIFANIA ANNO A 2016

Omelia EPIFANIA ANNO A 2016
S.Messa vepsertina
“Ogni immagine porta scritto più in là”.
Così scriveva il poeta Eugenio Montale. Spesso ho letto questo pensiero e, ogni volta, per un attimo mi sono fermato ad immaginare i Magi che hanno vissuto il loro viaggio partendo da una casa lontana. Si saranno fermati in ogni paese o città per fare rifornimento e per ristorarsi. Avranno incontrato nuovi volti…ma si sono sempre rialzati e sono sempre andati avanti per raggiungere la meta che li spingeva a vivere il cammino.Mi viene in mente un’altra immagine del film su San Padre Pio, quando il Santo ripeteva:”Nonostante le difficoltà, avvertivo che Cristo mi afferrava e mi diceva vai avanti..”Anche San Paolo scrisse:”Sono stato afferrato da Cristo, perciò corro per afferrarlo”. (Fil 3,12)I Magi hanno vissuto questo cammino così come hanno fatto poi i primi cristiani.Negli atti degli Apostoli, venivano chiamati”Quelli della via”, cioè, quelli che non stanno mai fermi e che sanno dove andare. Dio è il nostro cammino.L’annuncio, cioè Dio stesso, spinge e si fa incontro con l’annunciatore.I Magi cercano Gesù, ma è Gesù che, invece, va loro incontro.Partire, vivere verso l’ignoto?L’anno scorso a Natale, riportavo il paragone tra Ulisse e Abramo. Il primo vive il partire come un ritorno a casa, il secondo, invece, come risposta ad una chiamata, a fare nuova la sua vita.Padre Ronchi diceva:”Ulisse vive un cerchio, un percorso logico. Il percorso di Abramo è simile ad una freccia”.Un pensiero, anche se ripetuto più volte, acquista ogni volta un gusto diverso.Papa Francesco affermava:”La Chiesa è nata in uscita” e in occasione della festa di Pentecoste ripeteva:”Immaginate se gli Apostoli fossero rimasti chiusi nel Cenacolo….”Allora, anche noi, come i Magi, viviamo il cammino.“La mia vita non è arrivare o raccogliere, ma partire ad ogni alba, seminare ad ogni stagione”. (Ernesto Olivero )
Fonte:http://www.guardavalle.net/

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ORDINE DEI CARMELITANI,Lectiodivina"Visita dei Re dell’Oriente"

Visita dei Re dell’Oriente
Matteo 2,1-12
1. In silenzio davanti a Dio
L’ascolto orante della Parola esige attenzione, 
esige che il tuo ascolto sia orientato a Dio solo con
tutta la disponibilità di cui il tuo cuore è capace. La qualità della preghiera dipende molto dall’attenzione che vi poniamo. É stato detto che l’attenzione è «l’essenza della preghiera». Se la tua ricerca di Dio è sincera, onesta, corretta, non potrai non incontrare Dio. Oggi, in questa domenica in cui Dio viene manifestato come luce degli uomini, vogliamo chiedere al Signore «la passione di ascoltarlo» con le parole della beata Elisabetta della Trinità: «O Verbo eterno, Parola del mio Dio, voglio passare la mia vita ad ascoltarvi, voglio farmi tutta docilità per imparare tutto da voi. Poi, attraverso tutte le notti, tutti i vuoti, tutte le impotenze, voglio fissare sempre voi e restare sotto la vostra grande luce» (Elevazione alla Santissima Trinità, 21 novembre 1904)
2. La Parola s’illumina
a) Il contesto del brano:
Se nel primo capitolo del vangelo di Matteo l’intento dell’evangelista è di mostrare l’identità di Gesù (chi è Gesù) nel secondo il mistero della figura di Gesù viene collegato con alcuni luoghi che segnano gli inizi della sua vita terrestre.
Il brano liturgico di questa domenica forma l’inizio del capitolo 2 di Matteo (2,1-29) al quale seguono altri tre quadri narrativi: la fuga in Egitto (2,13-15); la strage degli innocenti (2,16-18) e il ritorno dall’Egitto (2,19-23).
Per una migliore comprensione del messaggio in 2,1-13 risulta più proficuo suddividere il racconto dei Magi in due parti seguendo il criterio del cambiamento dei luoghi: Gerusalemme (2,1-6) e Betlemme (2,7-12). Da notare che nel cuore della storia dei Magi troviamo una citazione biblica che focalizza l’importanza di Betlemme in questo periodo dell’infanzia di Gesù:
«E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città di Giuda: da te, infatti, uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele.» (Mt 2,6)
Le due città costituiscono lo sfondo di questa vicenda dei Magi e accomunate da due fili tematici: la stella (vv. 2.7.9.10) e l’adorazione del bambino (vv.2.11).
b) Il testo:
1Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: 2«Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo». 3All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. 5Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:
6E Tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda.
da te uscirà infatti un capo
che pascerà il mio popolo, Israele».
7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme esortandoli: «Andate e informatevi accuratamente del  Matteo 2,1-12bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
9Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. 11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
3. In silenzio davanti a Dio
Mettiti con semplicità davanti a Dio, immerso in un profondo silenzio interiore; lascia da parte ogni curiosità di pensiero e immaginazione; apri il tuo cuore alla forza della Parola di Dio.
4. Per una lettura attenta
a) Il simbolismo della stella:
I Magi, astrologi orientali, dediti alla scienza astrologica e alla predizione del destino, spesso interrogavano gli astri. Ora giunti a Gerusalemme dicono che hanno «visto la sua stella nel sorgere». Il termine «sorgere», in greco anatolê, significa, senza articolo, l’Oriente (il punto cardinale dove sorge il sole); ma nel testo greco c’è l’articolo e questo significa il sorgere di un vero e proprio astro. Una conferma ci viene da un testo biblico: «sorgerà un astro da Giacobbe e si leverà un uomo da Israele» (Num 24,17). La stella diventa figura del nuovo re appena nato e li guida al luogo in cui egli è nato e si trova. Interessante è notare che questa stella, non è visibile a Gerusalemme ma torna ad apparire ai Magi mentre essi si allontanano dalla città. La stella è, davvero, l’elemento più significativo del racconto.
Innanzitutto i Magi nel loro lungo cammino non hanno seguito la stella ma piuttosto l’hanno vista sorgere e subito l’hanno collegata con la nascita del messia. Inoltre il viaggio non era verso l’ignoto ma aveva come meta, Gerusalemme, città verso cui convergono in pellegrinaggio tutti i popoli secondo il profeta Isaia.
La città a questa notizia dei magi venuti per adorare il Messia è scossa e si agita. Gli abitanti di Gerusalemme non sembrano entusiasti e non si preoccupano minimamente di rendere omaggio al «nato re dei Giudei». Addirittura Erode progetta di ucciderlo.
Eppure in Is 60,1-6 la città di Gerusalemme è chiamata ad «alzarsi ed accogliere la gloria del Signore» ora in Mt 2,2 si assiste ad una reazione di rifiuto da parte del re e di Gerusalemme nei confronti del Messia nato a Betlemme. Tale atteggiamento prefigura l’inizio delle ostilità che porteranno Gesù ad essere condannato proprio a Gerusalemme. Nonostante tale reazione che impedisce ai Magi di accedere alla salvezza proprio nella città eletta per essere strumento di comunione di tutti i popoli con Dio, gli eventi della nascita di Gesù si spostano a Betlemme. Dio che guida gli eventi della storia fa ripartire da Gerusalemme i Magi che si rimettono in cammino e trovano il Messia, nella città che fu la patria di Davide, Betlemme. In questa città Davide aveva ricevuto l’investitura regale con l’unzione da parte di Samuele, ora, invece, il nuovo re riceve un’investitura divina: non con olio ma in Spirito Santo (1,18.20). In questa città ora salgono i popoli, rappresentati dai magi, per contemplare l’Emmanuel, il Dio con noi, e per fare esperienza di pace e di fede..
b) Il simbolismo del cammino dei Magi:
i) Un cammino irto di difficoltà, ma alla fine giunge al successo
Il movente del loro itinerario è l’apparire di una stella, collegata alla nascita di un nuovo re: «abbiamo visto sorgere la sua stella». La stella è qui solo un segno, un indizio che comunica ai Magi l’iniziativa di mettersi in cammino. All’inizio saranno stati spinti da curiosità ma che, in seguito, si è trasformata in desiderio di ricerca e di scoperta. Sta di fatto che quell’indizio della stella ha smosso dei personaggi e li ha spinti a cercare per trovare una risposta: forse a un desiderio profondo? Chi lo sa! Il testo ci mostra che i Magi hanno nel cuore una domanda e che non temono di ripeterla, rendendosi inopportuni: «Dov’è il re dei Giudei?».
La domanda la pongono al re Erode e, indirettamente, alla città di Gerusalemme. La risposta viene data dagli esperti, sommi sacerdoti, scribi: è necessario cercare il nuovo re a Betlemme di Giudea, perché così ha profetizzato Isaia: «E tu Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo Israele» (Mt 2,6). Il testo profetico viene incontro alle difficoltà dei Magi: la Parola di Dio diventa luce al loro cammino.
In forza di quella informazione, attinta alla profezia isaiana, e confortati dal riapparire della stella i Magi riprendono il loro cammino avendo come meta, Betlemme. La stella che li guida si ferma sulla casa in cui si trova Gesù. É strano che coloro che abitano a Betlemme o nei dintorni della casa in cui si trova Gesù non vedono quel segno. Inoltre quelli che possiedono la scienza delle Scritture conoscono la notizia della nascita del nuovo re d’Israele, ma non si muovono per andarlo a cercare. Anzi, la richiesta dei Magi aveva, piuttosto, provocato nei
loro cuori paura e turbamento. In definitiva, coloro che sono vicino all’evento della nascita di Gesù non si accorgono dell’accaduto, mentre i lontani, dopo aver percorso un cammino accidentato, alla fine trovano ciò che cercavano. Ma, in realtà, cosa vedono gli occhi dei Magi: un bambino con sua madre all’interno di una povera casa. L’astro che li accompagnava era, in definitiva, quel semplice e povero bambino, nel quale riconoscono il re dei Giudei.
Si prostrano davanti a Lui e gli offrono dei doni simbolici: l’oro (perché si tratta di un re); l’incenso (perché dietro l’umanità di quel bambino è presente la divinità); mirra (quell’astro è un uomo autentico, destinato a morire).
ii) Il cammino dei Magi: un cammino di fede:
Non é errato pensare che quello dei Magi sia stato un autentico cammino di fede, anzi è stato l’itinerario di coloro che, pur non appartenendo al popolo eletto, hanno trovato Cristo. All’inizio di un cammino c’è sempre un segno che chiede di essere visto lì dove ogni uomo vive e s’impegna. I Magi hanno scrutato il cielo, per la Bibbia sede della divinità, e da lì hanno avuto un segno: una stella. Ma per iniziare un percorso di fede non basta scrutare i segni della presenza del divino. Un segno ha la funzione di suscitare il desiderio che richiede per realizzarsi un arco di tempo, un cammino di ricerca, un’attesa. É significativa l’espressione con cui Edith Stein descrive il suo cammino di fede: «Dio è la verità. Chi cerca la verità, cerca Dio, consapevolmente o no».
Un vero desiderio provoca domande. I Magi, intanto, trovano Gesù perché hanno nel cuore degli interrogativi forti. Tale esperienza d’incontro con Gesù è, davvero, una provocazione per la pastorale: si impone la necessità di non privilegiare una catechesi fatta di certezze o preoccupate di offrire delle risposte prefabbricate quanto di destare nell’uomo di oggi domande significative sulle questioni cruciali dell’umanità. É quanto suggerisce un vescovo del centro Italia in una lettera pastorale: «Presentare Cristo e il Vangelo in connessione coi problemi fondamentali dell’esistenza umana (vita- morte, peccato-male, giustizia-povertà, speranza-delusione, carità-odio, rapporti interpersonali familiari, sociali, internazionali...), onde evitare la sfasatura tra le domande dell’umanità e le nostre risposte» (Lucio Maria Renna).
La risposta, come ci insegna l’esperienza dei Magi, và trovata nella Bibbia. E non si tratta solo di una conoscenza intellettuale o di un sapere circa il contenuto delle Scritture, come nel caso degli scribi, ma un accostarsi ad essa guidato dal desiderio, dalla domanda. Per i Magi quell’indicazione attinta alle S.Scritture fu illuminante per compiere l’ultima tappa del loro cammino: Betlemme. Inoltre la parola di Dio permise loro di vedere nei segni umili di una casa, del bambino con Maria, sua madre, il re dei Giudei, l’atteso d’Israele.
I Magi lo adorano e scoprono in Gesù colui che avevano lungamente cercato. Il lettore. da un lato, è sorpreso dalla sproporzione esistente tra i gesti e i doni dei Magi e la realtà umile che si presenta ai loro occhi; ma, dall’altro, è sicuro che quel bambino che i Magi, adorano è proprio il Figlio di Dio, l’atteso Salvatore del mondo. E così l’itinerario diventa l’itinerario di ogni lettore che legge questa storia significativa dei Magi: chi cerca, anche se è lontano da Dio, può trovarlo. Coloro, invece, che presumono di sapere tutto Dio e credono di avere assicurata la salvezza, rischiano di privarsi dell’incontro con Lui. In una catechesi tenuta a Colonia in occasione della XX Giornata mondiale della Gioventù così si esprime l’arcivescovo Bruno Forte: «i Magi rappresentano tutti i cercatori della verità, pronti a vivere l’esistenza come esodo, in cammino verso l’incontro con la luce che viene dall’alto».
Inoltre l’esperienza dei Magi ci insegna che in ogni cultura, in ogni uomo ci sono attese profonde che chiedono di essere colmate. Da qui la responsabilità di leggere i segni di Dio presenti nella storia degli uomini.
5. Per meditare
- Dopo la lettura di questo brano del vangelo sono disponibile a rivivere il cammino dei magi?
- Quale difficoltà incontri nella conoscenza profonda di Cristo Gesù? Come puoi superarle?
- Nel tua ricerca della verità sai affidarti, metterti in cammino e in ascolto di Dio?
- Alla luce della Parola, che cosa puoi cambiare nella tua vita?
6. Salmo 71
É un salmo regale, composto per festeggiare il re nel giorno in cui sale al trono. La primitiva comunità cristiana non ha avuto alcun dubbio a vedere in queste immagini il ritratto del Messia.
Dio, dà al re il tuo giudizio,
al figlio del re la tua giustizia;
regga con giustizia il tuo popolo
e i tuoi poveri con rettitudine.
Le montagne portino pace al popolo
e le colline giustizia.
Ai miseri del suo popolo renderà giustizia,
salverà i figli dei poveri
e abbatterà l’oppressore.
Il suo regno durerà quanto il sole,
quanto la luna, per tutti i secoli.
Scenderà come pioggia sull’erba,
come acqua che irrora la terra.
Nei suoi giorni fiorirà la giustizia
e annonderà la pace,
finché non si spenga la luna.
E dominerà da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.
A lui si piegheranno gli abitanti del deserto,
lambiranno la polvere i suoi nemici.
I re di Tarsis e delle isole porteranno offerte,
i re degli Arabi e di Saba offriranno tributi.
A lui tutti i re si prostreranno,
lo serviranno tutte le nazioni.
Dossologia
Anche noi ti rendiamo la gloria,
Padre santo il cui nome è sublime;
con il Figlio e lo Spirito santo
sempre gloria nei secoli eterni.
7. Preghiera finale
Sì, Amen!
Te lo diciamo, o Padre,
con tutto il cuore
sintonizzati al cuore del tuo Figlio
e della Vergine Maria.
Te lo diciamo con tutta la Chiesa
e per tutto il genere umano.
Fà che, radunati nell’amore,
dopo il «sì» nell’ora della croce
possiamo con voce unanime,
in possente coro,
in silente splendore,
cantarlo eternamente
nel santuario del cielo.
Amen! Alleluia!
(Anna Maria Canopi)

Fonte:http://ocarm.org/

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