Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

sabato 20 dicembre 2014

20 Dicembre – Novena di Natale – Quinto Giorno

NATALE 2014 – novena

La storia di Dio si fa strada nella storia degli uomini. Nel mistero della Incarnazione che ci accingiamo a vivere in questo tempo liturgico, Dio viene a dirci tutto di Sé, a rivelarci la sua vicinanza, viene a condividere in tutto la nostra condizione di uomini. E così si rinnova il senso e la forza della proposta cristiana, l’adesione a Dio che in Gesù si fa vicenda storica, si fa incontro di vita, si fa amore toccabile. Che questi giorni di Novena che precedono il Natale scandiscano il quotidiano frettoloso di ciascuno di noi con tempi brevi ma intensi di meditazione e preparazione del cuore. Ci aiuti anche l’indicazione giornaliera di un impegno concreto di conversione.

20 Dicembre – Novena di Natale –Quinto giorno 

05_Gesù_Profeta_del_Dio_Altissimo





















“Gesù profeta del Dio altissimo” (Luca 1,26-38)

«O Sapienza,
che esci dalla bocca dell’Altissimo,
ed arrivi ai confini della terra,
e tutto disponi con dolcezza:
vieni ad insegnarci la via della prudenza.
O Adonai,
e condottiero di Israele,
che sei apparso a Mosè tra le fiamme,
e sul Sinai gli donasti la legge:
redimici col tuo braccio potente.
O Radice di Jesse,
che sei un segno per i popoli,
innanzi a te i re della terra non parlano,
e le nazioni ti acclamano:
vieni e liberaci,
non fare tardi.
O Chiave di David,
e scettro della casa di Israele,
che apri e nessuno chiuse,
chiudi e nessuno apre:
vieni e libera lo schiavo
dal carcere,
che è nelle tenebre,
e nell’ombra della morte.
O (astro) Sorgente,
splendore di luce eterna,
e sole di giustizia:
vieni ed illumina
chi è nelle tenebre,
e nell’ombra della morte.
O Re delle Genti,
da loro bramato,
e pietra angolare,
che riunisci tutti in uno:
vieni, e salva l’uomo,
che hai plasmato dal fango.
O Emmanuel,
nostro re e legislatore,
speranza delle genti,
e loro Salvatore:
vieni e salvaci,
Signore, nostro Dio.»
(Antifona maggiore dell’Avvento Liturgia della ore)

“Lo scopo della nostra vita è amare ed essere sempre pronti ad imparare ad amare gli altri come solo Dio può insegnarti. L’amore ti consuma ma è bello morire consumati proprio come una candela che si spegne solo quando ha raggiunto il suo scopo. Qualsiasi cosa farai avrà senso solo se la vedrai in funzione della vita eterna. Se starai amando veramente te ne accorgerai dal fatto che nulla ti appartiene veramente perché tutto è un dono.” (Chiara Corbella Petrillo)

Per credere in Gesù profeta del Dio altissimo:
Dove i nostri pensieri, le nostre intenzioni e le nostre forze non riescono ad arrivare, lì fiorisce la grazia e la Provvidenza di un Dio che si prende cura di noi. Cresca in noi la fiducia in Lui e la volontà di credere nella sua immensa “possibilità”.
(Le riflessioni sono tratte da Aggancio http://www.aggancio.it/ rivista del movimento Pro Sanctitate)

PREGHIERA

“E’ nato Cristo, Dio per parte di Padre
Uomo per parte di Madre;
dal Padre senza Madre;
dalla madre senza Padre;
dal Padre senza tempo,
dalla Madre senza seme;
dal padre principio di vita,
dalla Madre fine di morte;
dal padre ordinatore di ogni giorno;
dalla Madre santificatore di questo giorno.”
(S Agostino d’Ippona, Sermo CXCIV)


                                    §§§§§§§§§§§§§§§§


NOVENA DI NATALE
Ogni giorno, dal 16 al 24 dicembre,
una storia per riflettere,
una breve meditazione
ed una preghiera
Quinto giorno – 20 dicembre
Il postino suonò due volte. Mancavano cinque giorni a Natale. Aveva fra le
braccia un grosso pacco avvolto in carta preziosamente disegnata e legato con
nastri dorati. "Avanti", disse una voce dall'interno. Il postino entrò. Era una casa
malandata: si trovò in una stanza piena d'ombre e di polvere. Seduto in una
poltrona c'era un vecchio. "Guardi che stupendo pacco di Natale!" disse
allegramente il postino. "Grazie. Lo metta pure per terra", disse il vecchio con la
voce più triste che mai. "Non c'è amore dentro" Il postino rimase imbambolato
con il grosso pacco in mano. Sentiva benissimo che il pacco era pieno di cose
buone e quel vecchio non aveva certo l'aria di passarsela male. Allora, perché era
così triste? "Ma, signore, non dovrebbe fare un po' di festa a questo magnifico
regalo?". "Non posso... Non posso proprio", disse il vecchio con le lacrime agli
occhi. E raccontò al postino la storia della figlia che si era sposata nella città
vicina ed era diventata ricca. Tutti gli anni gli mandava un pacco, per Natale, con
un bigliettino: "Da tua figlia Luisa e marito". Mai un augurio personale, una
visita, un invito: "Vieni a passare il Natale con noi". "Venga a vedere", aggiunse il
vecchio e si alzò stancamente. Il postino lo seguì fino ad uno sgabuzzino. il
vecchio aprì la porta.
"Ma ... " fece il postino. Lo sgabuzzino traboccava di regali natalizi. Erano tutti
quelli dei Natali precedenti; intatti, con la loro preziosa carta e i nastri luccicanti.
"Ma non li ha neanche aperti!" esclamò il postino allibito. "No", disse
mestamente il vecchio. "Non c'è amore dentro".
MEDITAZIONE
Della vita tribolata che comincio a far Gesù fin dalla nascita
Poteva Gesù Cristo salvare l'uomo senza patire e senza morire; ma no, per farci
conoscere quanto ci amava volle scegliersi una vita tutta tribolata. Perciò il
profeta Isaia lo chiamo uomo di dolori, perché la vita di Gesù Cristo doveva
essere una vita tutta piena di dolori. La sua Passione non cominciò nel tempo
della sua morte, ma fin dal principio della sua vita.
Eccolo che appena nato è collocato in una stalla, dove per Gesù tutto è tormento.
E' tormentata la vista col mirare non altro in quella grotta che mura rozze e nere.
E' tormentato l'odorato con la puzza del letame delle bestie che vi stanno. E'
tormentato il tatto colle punture delle paglie che gli servono di letto. Poco dopo
essere nato è costretto a fuggire in Egitto, ove visse più anni nella sua fanciullezza
povero e disprezzato. Poco dissimile fu poi la vita vissuta in Nazareth. Finalmente
termina la vita in Gerusalemme, morendo sopra una croce a forza di tormenti.
Sicché il vivere di Gesù fu un continuo patire, anzi un doppio patire, avendo
sempre avanti agli occhi tutte le pene che dovevano affliggerlo sino alla morte.
 

Pag. 11/20
Suor Maria Maddalena Orsini, lamentandosi un giorno col Crocifisso, gli disse:
"Ma Signore, voi per tre ore steste in croce, io sono più anni che patisco questa
pena". Ma Gesù gli rispose: "Ah ingrata, che dici? Io sin dall'utero di mia Madre
soffrii tutte le pene della mia vita e della mia morte". Non tanto pero afflissero
Gesù Cristo tutte quelle pene, perché quelle voll'egli volontariamente patirle;
quanto l'afflisse il vedere i nostri peccati e la nostra ingratitudine a tanto suo
amore. S. Margherita di Cortona non si saziava di piangere le offese fatte a Dio,
onde un giorno le disse il confessore: "Margherita, finiscila, non piangere più,
perché Dio già t'ha perdonata". Ma ella rispose: "Ah Padre, come ho da cessare di
piangere, sapendo che i miei peccati tennero afflitto Gesù Cristo mio in tutta la
sua vita?".
PREGHIERA
Dunque, dolce amor mio, io con i peccati miei ti ho tenuto afflitto in tutta la tua
vita? Ma, Gesù mio, dimmi quel che ho da fare, affinché tu possa perdonarmi, che
io tutto voglio farlo.Mi pento, o sommo bene, di quante offese ti ho fatte. Mi
pento e ti amo più di me stesso. Sento in me un gran desiderio d'amarti; questo
desiderio tu me lo doni: dammi dunque forza di amarti assai. E' giusto che ti ami
assai chi assai ti ha offeso. Deh ricordami sempre l'amore che mi hai portato,
acciocché l'anima mia arda sempre per te d'amore, a te sempre pensi, te solo
desideri ed a te solo cerchi di piacere. O Dio d'amore, io che un tempo sono stato
schiavo dell'inferno, ora tutto a te mi dono. Accettami per pietà e legami col tuo
amore. Gesù mio, d'oggi innanzi, sempre amandoti voglio vivere ed amandoti
voglio morire. O Maria, madre e speranza mia, aiutami ad amare il tuo e mio caro
Dio; quest'una grazia ti cerco e da te la spero.
www.verbumweb.net/ebooks/NovenaNatale.pdf 

Nessun commento:

Posta un commento