Santa Maria,

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mercoledì 11 marzo 2015

Salmo 121 (120) 1 Canto delle salite.

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 Salmo 121 (120)

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Salmo 121 (120)

1 Canto delle salite.
Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l’aiuto?
2 Il mio aiuto viene dal Signore:
egli ha fatto cielo e terra.
3 Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
4 Non si addormenterà, non prenderà sonno
il custode d’Israele.
5 Il Signore è il tuo custode,
il Signore è la tua ombra
e sta alla tua destra.
6 Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte.
7 Il Signore ti custodirà da ogni male:
egli custodirà la tua vita.
8 Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri,
da ora e per sempre.


Giovanni Nicolini / 11 marzo 2015
Il Salmista – o ognuno di noi; o Gesù stesso! – guarda la salita verso Gerusalemme e i monti che dovrà ascendere. Chi l’aiuterà? Egli non conosce e non adora divinità, né divinità “mirate”, ad esempio dèi dei monti, o dèi della forza fisica, ma conosce bene Dio , il suo Signore! E conosce il suo Signore come l’ ”aiuto”, senza il quale non si potrebbe vivere. Per la fede ebraica e cristiana Dio è fondamentalmente “il Salvatore”. Conosce Dio anche come Creatore, ma in certo modo questa è relativo e tutto finalizzato alla salvezza della creatura amata. Il Popolo della Prima Alleanza, e, con Gesù, l’intera umanità. Dunque, “il mio aiuto viene dal Signore: Egli ha fatto cielo e terra”(ver.2).
E ancora mi domando: chi è il soggetto protagonista del Salmo nei primi due versetti? Per me la meraviglia è stato vedere che questo “orante” oggi non viene per niente “descritto”: chi sia, quali i suoi sentimenti e pensieri, quale la sua fede o non-fede. Questo è bellissimo, perché in tal modo ognuno di noi è la persona che pone la domanda ai vers.1-2, e nei versetti successivi riceve, o già trova in sé, la risposta. Questa caratteristica è rara nella preghiera, perché sempre l’orante viene in qualche modo descritto e definito. Qui no! In tal modo la larghezza del Salmo è veramente sconfinata. Ed è buona con te che oggi ti senti in forze, e lo sarà domani nella tua debolezza. O posdomani nella tua non voglia di salire…
I vers.3-8 descrivono la fedeltà del Signore, sia nella dimensione dello spazio sia in quella del tempo: sempre e dappertutto. Il verbo più ripetuto è il verbo “custodire” che in italiano viene sostituito con altri termini, come per esempio “proteggerà” o “veglierà”. Conviene sottolineare anche l’ampiezza di significato di questo “custodire”, che non poche volte dice una custodia un po’ “carceraria”. E anche questo è molto importante, perché può capitare di aver voglia anche di scappare. Ma lui ti tiene. Certo è un “custodire” che vuole anche auto-limitarsi, ed è quindi più impegnato in principio e nei primi passi della vita, e poi si affida alla responsabilità di ognuno.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.

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