Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

mercoledì 13 maggio 2015

LECTIO... "Matteo 3,1-10".

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Matteo 3,1-6

1 In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea 2 dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!».
3 Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse:
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
4 E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico.
5 Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6 e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.

Il verbo espresso con il termine “predicava” è quello che vuole esprimere l’avvenimento dell’annuncio della Parola del Signore. E’ l’ “avvenimento” della Parola che diventa “la Parola oggi a te e per te, a noi e per noi”. E’ dunque qualcosa “che succede”, “che accade”! E’ quello che accade a ciascuno di noi: la Parola del Signore ci viene rivolta!
Ed è questo “avvenimento” della Parola che chiede la nostra “conversione”, il volgersi della nostra persona. Per questo è fondamentale la ragione e la causa di tale conversione: “perché il regno dei cieli è vicino”, o meglio, alla lettera “si è avvicinato”! Allora, convertirsi è lasciare tutto quello che negherebbe tale vicinanza e addirittura ci portasse in direzione opposta. E qui viene annunciato quello che è assolutamente nuovo. Prima di Gesù, convertirsi voleva dire semplicemente “tornare” o “ritornare”. Adesso, con Gesù, la conversione non è un “tornare indietro”, ma è il volgersi in avanti, è disporsi alla novità di un evento. Convertirsi è allora volgersi verso la perenne novità di Gesù! Notiamo infatti come la profezia di Isaia interpreta e descrive l’avvenimento e le sue esigenze: “Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!” . Dobbiamo prepararci a questa venuta. Dobbiamo facilitare e accogliere questo evento! “Convertirsi” non vuole dunque dire “mettersi a posto”, ma volgersi verso Colui che ci può e ci vuole salvare. Non siamo noi che “ci salviamo”, ma è Lui che ci salva. Noi possiamo “volgerci” verso di Lui!
Tutto questo ha un protagonista: Giovanni Battista (ver.1), che è, per la nostra fede, l’ultimo profeta! Quello che più da vicino annuncia e prepara l’avvento del Signore. La storia e la fede dei nostri Padri Ebrei è tutta preparazione e profezia di questo avvenimento. Di questa Persona: Gesù! In Giovanni Battista, il suo abito e il severo rigore della sua vita ne sono conferma (ver.4).
Il ver.5 ci parla di un grande affollarsi intorno a Giovanni e alla sua predicazione profetica. Il “battesimo” è segno esterno della conversione interiore: confessione dei peccati e apertura della persona al dono di Dio
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.

Matteo 3,7-10

 7 Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? 8 Fate dunque un frutto degno della conversione, 9 e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. 10 Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco.

Farisei e sadducei, molto lontani tra loro nella loro interpretazione della vita di fede e delle sue conseguenze etiche, sono tuttavia entrambi lontani dalla profezia messianica di Giovanni Battista. E lo saranno in modo assoluto nei confronti del Vangelo di Gesù. Ma sono ugualmente lontani dalla più profonda e pura fede di Israele. Essi, infatti, sia pure con contenuti e criteri diversi, entrambi ritengono il rapporto con Dio un’impresa e una conquista umana e non il frutto prezioso del dono di Dio. E’ bene considerare con attenzione tale posizione, che anche noi cristiani siamo esposti ad assumere. La fede ebraico-cristiana tutto riceve e accoglie da Dio. La fede, appunto, è accoglienza del dono, e non conquista di un premio!
Il Battista coglie questo loro atteggiamento anche nei confronti della sua predicazione e del suo battesimo di conversione. Perché essi vi accedono? Per aggiungere devozione e osservanza alle loro devozioni e osservanze! Ma non è questo il “frutto degno della conversione” (ver.8) che Giovanni sta annunciando. Un frutto che non è un’ “aggiunta” alle pratiche già compiute, ma l’atteggiamento interiore di una conversione radicale per preparare e accogliere il dono messianico della salvezza! E’ la meravigliosa invocazione del Salmo 50(51),14: “Rendimi la gioia della tua salvezza”, che Girolamo, traducendo dall’ebraico, rende con “Rendimi la gioia del tuo Gesù”, perché il nome “Gesù” significa “Dio salva” o “salvezza di Dio”. Questa è “la conversione” che il Battista è stato mandato ad annunciare!
E non pensino dunque di poter vantare e rivendicare il loro legame con Abramo! La discendenza dalla fede del Patriarca non è un possesso o un diritto, ma è sempre puro dono di Dio che, proprio perché è dono, Dio lo può concedere anche alle pietre: “Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo” (ver.9). Tale è la potenza della misericordia divina! A tale misericordia , che avrà in Gesù il suo apice, bisogna “convertirsi”. Bisogna “convertirsi” a quello che noi certamente non possiamo fare e ottenere. Bisogna “convertirsi” al dono della salvezza. Tale è l’albero che dà buon frutto!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.

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