Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

venerdì 1 maggio 2015

PAPA FRANCESCO CONTRO MASCHILISMO E STIPENDIO INFERIORE PER LE DONNE.



Originally posted on La poesia e lo spirito:

questa disparità è un vero scandalo!



da qui 
ha colpito molto anche me, che non sono certo un fan dell’istituzione Chiesa Cattolica Apostolica Romana, questo grido di papa Francesco in favore delle donne. Alcune parole presenti in quest’ultimo discorso hanno fatto il giro di tutti i media nazionali, e forse anche mondiali, non so.Ma io sospetto, e in verità spero, che abbia fatto sobbalzare sui loro augusti scranni anche tutti i più rigorosi porporati della suddetta istituzione, perché credo che anche nelle loro teste, che son per lo più tutt’altro che sprovvedute, si sia insinuato l’orrendo sospetto: non sarà per caso questo un preliminare, un annuncio, un avviso ormai quasi esplicito dell’abolizione dell’assurda esclusione delle donne dal sacramento dell’ordine? Non sarà?Perché questa sì che sarebbe una rivoluzione, un segno chiaro e inequivocabile d un nuovo corso all’interno di un’istituzione che certo non è mai stata tanto pronta ad andar dietro alle nuove idee.Sacram ordinationem valide recipit solus vir baptizatus”, così recita il codice 
(qui il testo ufficiale) 
di diritto canonico, al n° 1024, che non credo ci sia bisogno di tradurre in italiano.Naturalmente su questa faccenda sono stati versati fiumi di inchiostro e dibattiti di grande erudizione nei quali neanche provo a entrare, ho solo intravisto che, mentre non pare ci siano ragioni valide per l’esclusione delle donne dal sacramento nei testi delle Scritture, molte ragioni sono fondate su vari passi di lettere di Paolo e di Timoteo, tra gli altri, documentate ad esempio qui 
A me invece interessa la speranza che questo inaspettato Argentino che va da tempo dicendo cose davvero poco ortodosse (non fate figli come conigli, ma quando mai la massima autorità della chiesa si è espressa così, basta guardare, una fra mille, la battaglia condotta dall’episcopato locale nelle Filippine, ecc.) voglia spazzare via la pesante eredità, non teologica ma storica, della pratica della chiesa dei primi tempi e si proponga invece di riconoscere una verità che ormai sta, anche se ancora con fatica terribile, emergendo dalle nostre parti (e dico così perché naturalmente in ambiti diversi, da certo Islam giù giù fino ai talebani, la situazione è molto peggiore), quella di una eguaglianza vera, come dire, di principio e quindi di fatto, tra i generi.E su questa parole “generi” vi propongo un’ultima considerazione, solitamente non molto discussa:

da quanto sembra di capire dalla scienza medica contemporanea, la distinzione di genere non è sempre così netta. Così come tra il bianco e il nero, che certo esistono e sono nettamente distinguibili, ci sono innumerevoli sfumature di grigio, a seconda della percentuale dei due colori presenti, così anche sull’asse maschio-femmina di Homo Sapienssi possono distinguere molteplici e numerose situazioni intermedie, a seconda della presenza di più “genere maschile” o di più “genere femminile”, locuzioni naturalmente traducibili in opportuni marcatori genetici. Tant’è che sono ormai numerosi i passaggi da una connotazione “prevalentemente maschile” a una “prevalentemente femminile” e viceversa. E ciò naturalmente porrebbe problemi imbarazzanti: se un sacerdote regolarmente ordinato in quanto vir diventasse mulier, perderebbe ipso facto il sacro ordine? E se viceversa una donna diventa uomo, allora può ricevere l’ordine canonicamente? Ma per piacere! Sarebbe ora di smetterla col versare i suddetti fiumi d’inchiostro e passare a una vera pratica di eguaglianza.

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