Santa Maria,

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sabato 30 maggio 2015

Solennità della Santissima Trinità. Anno B. “Immersi” nell’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

Icona della SS Trinità scritta per mano di Maria Grazia Facchin


Andrej RublëvIcona della Trinità,1410 circa. Mosca, Galleria statale di Tret'jakov
L’icona della SS.Trinità è il capolavoro dell’iconografo Andrej Rublëv (1360-!430), il quale visse santamente come monaco e figlio spirituale di San Sergio Radonez. 
L’icona della SS.Trinità è stata definita “l’icona delle icone” nel 1551 dal Concilio dei Cento Capitoli. E’ un capolavoro di rara profondità teologica, di bellezza incomparabile e di finissima ricchezza di simboli.Rublëv l’ha scritta nel 1422 per la canonizzazione di Sergio di Radonez, fondatore del monastero dedicato alla SS. Trinità, dove Rublëv viveva.L’amore eterno e perfetto emanante dalla SS.Trinità fu oggetto di contemplazione e precetto d’attuare in ogni vita, base della edificazione sia della Chiesa, sia della persona, dello Stato, e della società. San Sergio vide l’immagine di questo amore incarnata nella forma canonica dell’apparizione dei tre angeli a Mamre (Genesi 18). Egli cercò di trasmettere in chi a lui si rivolgeva l’idea di diversità e di unità che il mistero promanava. Egli ha riunito così tutta la Russia della sua epoca attorno alla sua chiesa, attorno al nome di Dio, affinché gli uomini mediante la contemplazione della Santa Trinità vincano l’odiosa divisione del mondo e imparino a vivere sulla terraIl destino dell’uomo s’ impara in questa contemplazione, proprio come aveva pregato Gesù:Padre, dove sono io, voglio che siano pure coloro che mi hai dato” (Giov.17,24).Aveva già chiesto: “Padre che siano tutti uno, come noi, affinché il mondo creda” (Giov 17-21).Rublëv seppe rappresentare la sintesi del più grande mistero della nostra fede, rivelandoci l’unità e al tempo stesso la distinzione delle persone divine. In questa icona il cerchio (eternità, perfezione) si impone come motivo dominante di tutta la composizione. Nel cerchio stanno perfettamente le tre figure angeliche che stanno ad indicare l’amore perfetto, senza inizio e senza fine.
 continua

“Immersi” nell’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo





Solennità della Santissima Trinità. Anno B. Commento audio  Don Antonello Iapicca 



DOMENICA DOPO PENTECOSTE  
SANTISSIMA TRINITÀ
Anno B - Solennità

Nella Solennità della Santissima Trinità, la liturgia ci propone il Vangelo in cui Gesù risorto appare su un monte ai suoi discepoli e dice: 
“Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato”.
 

Il Vangelo di oggi ci convoca sul monte, con gli undici discepoli, per ricevere dal Signore l’invio alla missione: “Andate e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,19-20). Ma prima di diventare testimoni per gli altri, è necessario che entriamo noi in contatto vivo, esistenziale con Dio, il Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo. Il Dio che Cristo ci ha rivelato non è un principio filosofico-teologico da credere, non è il Dio perfettissimo che dal suo freddo isolamento comanda precetti da osservare, non è neppure il “dio” di una religiosità messa a nostro servizio per uscire dai nostri fallimenti, dalle nostre incapacità o dalle nostre paure. Dio è un mistero di relazione, di comunione: un’infinita relazione d’amore, di amore vero, di amore che si dona totalmente. Noi siamo stati creati da questo amore e per amore, “siamo stati creati a immagine della comunione divina” (Evangelii Gaudium, 178), per godere di essa già sin d’ora, anticipata soprattutto nella gioia del banchetto fraterno, e poi per divenire commensali del banchetto eterno in cielo, rivestiti delle bianche vesti della grazia nuziale (cf Ap 7,14). Lasciamoci oggi immergere in questo mistero di comunione: lo Spirito Santo, vincolo d’amore tra Padre e Figlio”, unisca anche noi nello stesso vincolo d’amore.
(Pasotti) continua  ...


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