Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

mercoledì 26 ottobre 2011

genesi-del-sito www.sullastradadiemmaus.it

La genesi di un'avventura

Dal mare di Tiberiade al mare di Internet
L'avventura di www.sullastradadiemmaus.it 
(ex sullastradadiemmaus.net)
Vecchio ammaestramento d'Eraclito
L'assennato Eraclito ingabbiò la sua saggezza in un'espressione: "Panta rei". Opportunità vorrebbe il suo ri-aggiornamento: "Panta rei veloce". Perché tutto corre veloce oggi. Anche la comunicazione oggi. Corre così veloce che la Chiesa, in occasione della giornata delle comunicazioni sociali, la vede "tra protagonismo e servizio" (Messaggio del Papa per la 42° Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, 4 maggio 2008). E' certezza profumata di Vangelo che Pietro e compagnia bella sognavano di rimanere a fissare il cielo, come bambini a seguire la traiettoria degli aquiloni (At 1,11). Ma l'ordine era chiaro: partire e annunziare. Cioè di rischiare in nome Suo. Andare: inizia l'avventura! Ardua, sempre più ardua. Un manipolo variopinto di umanità lanciata a conquistare il mondo con la Parola. Una stravaganza divenuta storia di salvezza, àncora di felicità, motivo di trepidazione. Andate! E' più che un compito: una missione, una lotta, un martirio! Dovranno scendere nelle profondità dell'antico pozzo della memoria: è qui che l'orizzontalità della terra si fa apertura verticale e il cielo si affaccia con lo stupore di un bambino per cercarne le radici indovinandone l'essenziale.
Andate e comunicate: l'invito a gridare dai tetti ciò che s'è incanalato nelle orecchie. Comunicare, ovvero l'arte delicata di far passare l'emozione di uno sguardo, di un sospiro, di un gesto. Di un frammento di Vangelo! "Non abbiate paura! Spalancate le porte a Cristo!": parole di un comunicatore innamorato venuto dall'est. Per troppo tempo come chiesa ci siamo chiesti come comunicare il Vangelo in un mondo che cambia. Ed elaborando la risposta - a volte servono due pontificati (meglio se decennali) - ci stiamo accorgendo che il mondo è già cambiato. Sotto i nostri occhi. Della strategia comunicativa di Cristo cos'abbiam capito? Scorrono gli anni, ma le prediche si fotocopiano. S'ingialliscono. Perdono la voce, il profumo, la potenza. Cristo si ri-aggiornava di notte pregando e collaudava di giorno ascoltando: parlava il linguaggio della gente. Partiva da loro: per arrivare in alto. Oggi partirebbe, forse, da un blog, magari scriverebbe un sms, un'email. Ci darebbe appuntamento nel suo sito internet, aprirebbe un forum, lascerebbe un podcast. Scriverebbe un murales, un graffito, una poesia. Certo: perché l'uomo era la sua passione. Conoscerlo il suo sogno. Amarlo l'investimento più azzardato.
Metterebbe in rete la sua umanità. Perché, dopo due millenni di tentativi, il sogno rimane lo stesso: pescare uomini. E attrezzare il loro cuore di gioia.
Magari nel mare di internet stavolta!
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Il mare di Internet e le reti tristi
Anche lì ci sono uomini con le reti tristi dopo notti infruttuose di pesca. Come in quel lontano mare di Galilea (Lc 5,1-11). Uomini e giovinezze sempre connesse. Tengono scarpe slacciate, mutandoni in evidenza, jeans a vita bassa. Sempre collegati, quasi a cancellare spazio e tempo. Un ciao sotto casa e poi appuntamento su Msn, distratti dalla vibrazione del cellulare in tasca e con l'Ipod a fare da cuffia impermeabile al mondo. Ragazzi con doppio passaporto. Abitano il mondo: la banda, il muretto, la squadra, la compagnia, il gruppo musicale, la piazzetta, le vasche del corso, la spiaggia, i concerti, il pub, la discoteca, la notte, l'automobile. Ma quando il mondo reale va a pezzi loro estraggono il passaporto di cittadinanza di quello virtuale: la musica, il fumetto e internet.
Il 23 dicembre 1997 Jorn Barger, un appassionato cacciatore americano, apre una pagina personale sul web (sarà il primo blog della storia) per condividere hobby e interessi con gli amici. C'erano una volta i diari imprigionati da lucchetti: segreti, confidenze, memorabilia. Sogni, aneliti, visioni. Oggi, sotto le onde di internet, si sono trasformati in blog. Parole che al nonno sembrano malattie tropicali oggi sono linguaggio criptato in cui la realtà giovanile si muove a meraviglia: MySpace, Live Spaces (siti che hanno dato vita al fenomeno blog), Second Life, social networks. Sono spazi pubblici di confessione, piazze ri-attualizzate degli antichi areopaghi, mercati di virtuali idee e moderne confidenze. Pure la Chiesa ne elogia le potenzialità: «l'interesse della Chiesa per Internet è un aspetto particolare dell'attenzione che essa riserva da sempre ai mezzi di comunicazione sociale. Considerandoli il risultato del processo storico scientifico per mezzo del quale l'umanità avanza "sempre più nella scoperta delle risorse e dei valori racchiusi in tutto quanto il creato"» (Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, La chiesa e internet). Dall'America all'Italia il passo è stato breve. Basta imbarcarsi su qualsiasi scialuppa e affrontare l'alto mare di Internet per scoprire la densità di popolazione, la voglia di tenerezza, il bisogno di rapporto che abita li dentro. Dietro un blog - accessibile a tutti o limitati ad una community scelta - c'è sempre una storia, un volto, una mano. L'Ermes Ronchi scrittore, nel suo libro Baci non dati (Paoline 2007) racconta che sull'atrio di sorella morte, Francesco ebbe fame. Di biscotti. Non di biscotti qualsiasi. Di quelli che partoriva donna Iacopa. Odorava di santità, ma aveva fame: di biscotti, di vicinanza, d'affetto. Non dei biscotti, ma della mano che li faceva. Non della mano: ma del cuore che muoveva la mano.
Il santo folle aveva fame di cuore di donna. Da uno spazio virtuale alla mano che muove il mouse. Dalla mano al cuore che fa muovere la mano che sposta il mouse. Il percorso è presto tracciato.
Percorso e relativi segnali di pericolo. Basti un esempio. Second Life è un mondo oggi abitato da 400.000 utenti di tutto il pianeta (secondo il sito donboscoland.it sono 9 milioni se si comprendono anche quelli inattivi). Iscriversi è semplice: a maggiore età avvenuta è gratis. All'interno si può costruire e vendere oggetti, comprare aree di terreno e condurre una "seconda vita" in cui cercare quella che la prima va negando. Gli incontri sono reali scambi tra esser umani. Un po' come succede quando è il crepuscolo a impadronirsi della giornata. C'è un mondo che sceglie orari strani per vivere. Di notte s'abbandona la formalità del giorno, la compostezza sociale, il vestito stirato, il comportamento ineccepibile. Si è liberi la notte: si fanno cose il giorno non concede. Certe città sono gemellate con la notte. Liberano da tutto, sciolgono responsabilità, convinzioni e propositi, gonfiano la trepidazione, azzannano l'immaginazione. Spingono tremendamente sull'acceleratore! Un commento a proposito della notte: "chiamatela come volete, per me può essere anche la parte perversa. Magari scambiarsi lo stesso ragazzo. Ma viene una cosa naturale perché sei talmente calata nell'ambiente, sei talmente coinvolta che andare in giro in mutande è una cosa normale. Certo è esibizionismo" (C. Fiore, Etica per giovani. Appunti e spunti per un'educazione morale, 138-141). D'altronde ogni affascinante possibilità nasconde un suadente rischio. Ma non c'è fedeltà senza rischio.
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www.sullastradadiemmaus.it: una scommessa
Da studente lessi nella Gaudium et spes - Costituzione pastorale sulla chiesa nel mondo contemporaneo elaborata dal Concilio Vaticano II: «benché si debba accuratamente distinguere il progresso terreno dallo sviluppo del regno di Cristo, tuttavia nella misura in cui può contribuire a meglio ordinare l'umana società, tale progresso è di grande importanza per il regno di Dio» (n. 39).
Nato e cresciuto preferendo la polvere della strada agli incensi delle navate e ai paramenti delle sacrestie, un giorno pregando (postazione scomoda ma unica per architettare genialità per conto Terzi) avvertii un'esigenza: "fame di Dio". Mi guardai attorno: fantasia, creatività, ingegno. Parola, monitor, breviario. Tante email la sera, messaggi lasciati nel blog, voglia di parlare. Di conoscere Cristo, la Chiesa, il cristianesimo. Unii tanti cocci e decisi ch'era l'ora di inventarsi una scialuppa con cui incontrare altre barche tentando il largo nel mare del virtuale. Un'occasione ghiotta per spezzare il pane della Parola. E, magari, domani dell'Eucaristia. Nulla di speciale, se non la voglia d'emozionare e di lasciarsi emozionare nella giovinezza. Preferendo navigazioni giovani perché più vicine alla mia anagrafe. Sono le giovinezze del mondo. Che le istituzioni sembrano non conoscere. Ma se sei prete onesto, t'accorgi, puntando il volto della tua Chiesa, che mancano troppi volti. I volti figli della notte perché "di notte le ragazze sembrano tutte belle" (Jovanotti). Occhi che sfidano al ritmo di musica, con l'abbigliamento, con la provocazione. Duellano e poi tremano. Sguardi che ti spingono nella strada per indagare i loro luoghi, per assistere alle loro liturgie, per abitare le loro "cattedrali" per farli sentire importanti. Ma profuma di stranezza osservare come - al di là di Hi-Tech, Myspace e YouTube, oltre sms, mail, emoticon e blog, dietro Msn, iPod e indagini Istat - la vita, che dovrebbe essere tutto un party, sia scortata dalla paura di non farcela! Sulle strade delle nostre città, dipinte di Ralph Laurent, Gucci e Prada, di Woolrich, Museum e All Star di Aperol, Campari e Tequila ci son ragazzi che lottano alla ricerca di un Volto nuovo. Osservano: ma se non trovano, se ne vanno. Senza una speranza, ma con una nostalgia di Cristo aggiunta - come sottolineava un tempo Mons. Mauro Parmeggiani -.
La nostalgia di Cristo! Cioè la voglia di voler imbattersi almeno una volta in vita con quest'Uomo che ha fatto dell'uomo il suo investimento più azzardato.
Il mio sogno era una parrocchia virtuale. Una "fontana del villaggio" - immagine contadina di Giovanni XXIII - alla quale dispensare acqua, freschezza e refrigerio a chi le s'accostava. Ma alla voce della strada m'hanno sempre raccomandato di rispondere con la forza di un gruppo.
Per non uscirne a brandelli.
Nasce così, unendo la forza di un gruppo di ventun persone conosciutesi sulla piattaforma di internet (in rappresentanza di 5 regioni italiane), la nostra piccola ma combattiva realtà di evangelizzazione. Una canonica con il suo parroco e le sue catechiste, il sacrestano-webmaster e l'addetta stampa, il Consiglio Pastorale e il piccolo coro di bambini. La newsletter settimanale e un Santo Patrono: Giovanni Paolo II. L'ufficio del parroco, la sala polivalente K. Unterkircher e il libro degli ospiti. Tutto con le finestre spalancate sul mondo. Giornate di studio e percorsi di formazione organizzati nelle scuole, sentieri di fede nelle parrocchie, settimane di fraternità e campeggi con appuntamento in parti diverse dell'Italia. E la collaborazione con quotidiani locali attraverso rubriche fisse, opinioni ospitate, promozione d'incontri. Gemellaggio con altre realtà di fantasia, di etica, di mondi colorati. Maglia per maglia si sta tessendo una rete nella quale far correre il brivido della Parola Eterna. Parola che - s'accetti l'ardire sfrontato d'appostarti nudo in fronte a Lei - ti fa sentire freddo. Ti prende per i capelli, ti stramazza a terra, t'accarezza e ti sfiora, t'ingigantisce e ti massacra. Ti stupisce, t'innervosisce, ti fa sentire le vertigini. T'impoverisce per ricordarti che sei miliardario nei talenti. Casa di vetro nel villaggio globale. Per parlare e testimoniare Dio nelle interferenze della modernità. Con un uso attento e studiato delle immagini a preferenza dei discorsi. Essere capaci di evocazione è porgere l'occasione di dare voce a qualcosa che, navigando, va' cercando un porto cui attraccare. Immagini e poesia per applicare quella celebre distinzione posta dal teologo tedesco K. Rahner tra parole che sono come «farfalle morte, infilzate nelle vetrine dei vocabolari» e parole viventi, che esistono da sempre e che, «quasi per miracolo, rinascono continuamente» (Rahner K., «Sacerdote e poeta» in La fede in mezzo al mondo, Paoline, Alba 1993). E poi la zona dei forum, un viaggio dentro il labirinto giovane attraverso 19 porte d'ingresso: 1) Sms generation: tre metri sopra il cell; 2) "Sei la mia toporagna": i linguaggi dell'amor cortese; 3) La solitudine: aiuto, ho paura; 4) Gesù di Nazareth: questione di feeling; 5) Il riscatto: gambe in spalla; 6) La parrocchia: mamma o matrigna?; 7) I sentimenti: tra dirsi e farsi; 8) L'inadeguatezza: specchio, ti distruggo; 9) Amici e dintorni: il Grande Tranello; 10) La volontà: tra impazienza ed attesa; 11) La bellezza: salvezza per il mondo; 12) Ho 18 anni: che bello essere giovani; 13) La tristezza: uffi, che noia!; 14) Il silenzio: riavvia il tuo pensiero; 15) La notte: "di notte le ragazze sono tutte belle"; 16) Il bullismo: tenerezza come antidoto; 17) La responsabilità: psicologicamente minorenni; 18) La preghiera: è solo della nonna?; 19) Graffiti e lucchetti: puoi tradurre, per favore?
Protagonisti sono i ragazzi di buona volontà. Discendenti diretti di quegli uomini di buona volontà di cui si fecero cantori gli angeli nella prima notte di Betlemme.
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Un'esigenza: educare il cuore
Partita da due mesi, la parrocchia conta oggi più di 300 parrocchiani virtuali (resi tali da un'iscrizione resa volutamente scoraggiante per stanarne la vera motivazione d'appartenenza): studenti e operai, avvocati e notabili, preti, sportivi e giornalisti. Mamme, papà e pure qualche nonna. Un seminarista. Non accettiamo che l'homo sapiens sia divenuto col tempo homo ludens per trasformarsi ultimamente in un homo sbandatus. Con grande fortuna degli psicologi: tutti a chiederci che risposte non abbiamo dato, che bisogni non abbiamo riempito, che tendenze ci sono sfuggite. Quando, forse, abbiamo volutamente dimenticato la cosa più semplice. E, quindi, più difficile: suscitare le domande nel loro cuore. Oggi a voler essere profeti, c'è un mantello da raccogliere: escogitare un piano per vincere questa sordità assordante verso l'esistenza. Oggi si muore sotto lo sguardo impietrito ma immobile: perché fa comodo una mandria di zombi, una generazione clonata, una massa ignara della responsabilità. Le telecamere di Studio Aperto filmano la contrattazione per l'ecstasy: l'illegalità sotto occhi distratti che diventa tacita legalità. Una mandria che ha tradito il potere dell'immaginazione a scapito della moda. Cercasi disperatamente fantasia, sentieri nuovi di vita, avventura di redenzione, giovinezze salutari. Voglia di vivere, passione per l'arte, la musica, la pittura, lo sport, la danza. La scrittura. Le agenzie educative c'inculcano l'educazione motoria. Sessuale. Fisica. Scolastica. Catechistica. Politica. Sportiva. Elementare. Patriottica. Civica. Storica. Tutto qua! E un'educazione del cuore? Dei sentimenti? Dell'anima? Della responsabilità alla vita? Non ci consola pensare che le tabelline e il teorema di Pitagora a scuola separano ancora i dotti dagli ignoranti, mentre un corso di "alfabeto emotivo" se ne sta tuttora al vaglio di qualche ministero della pseudo - istruzione. Eppure il sommario sarebbe di spontanea ideazione: creatività, emozioni, proiezioni, desideri, piaceri, dolori. Dopo 22 anni di studio una domanda non ha trovato risposta: serve più il teorema di Pitagora o declinare un corretto alfabeto emotivo?
Dal luglio di Sydney 2008 è rimbalzato un invito: "il Signore vi sta chiedendo di essere profeti di questa nuova era" (Benedetto XVI). Qui c'è da rimboccarsi le maniche.
Altro che applaudire festanti.
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Sedotti per sedurre
Dal mio "osservatorio" di sacerdote - che condivide con loro la faticosa bellezza d'essere giovane - m'accorgo sempre più che il problema prioritario oggi non è l'indifferenza verso Dio. Ma la non-curanza verso gli interrogativi ultimi della vita. Da giovani è facile - anche se non è scusante - scambiare lo star bene con l'autentico vivere: ma questo non può durare un'esistenza intera. L'interiorità e l'affettività, a lungo andare, s'impoveriscono, s'inaridiscono, perdono prestanza. E, senz'accorgerci, diamo il cervello "in comodato d'uso" alla noia. Ma la noia è il disinteresse totale, una morte a rate.
Stordisce alla vita. E la si ammazza!
Il mondo virtuale incanta i giovani, ma non li soddisfa, perché se è bello comunicare con i cellulari, fare raccolte di mp3, di suonerie, di trasmissioni radio, costruire podcast, avere a disposizione tutti i mezzi possibili per comunicare a distanza, solo il rapporto concreto, l'amicizia del contatto fisico, del guardarsi negli occhi, del sentirsi accolti concretamente permette di sviluppare scelte e dare alternative alla solitudine. La comunicazione rintracciata nel cyberspazio non sostituisce tutto ciò: ne siamo coscienti. Ma può contribuire a spingerla verso spazi di novità, sentieri inediti e speranzosi, occasioni d'incrocio con realtà apparentemente inavvicinabili.
Una sfida motivante perché - memori delle esortazioni del Magistero della Chiesa - ci rendiamo conto che «per testimoniare Cristo è necessario incontrarlo personalmente, e coltivare questa relazione con Lui attraverso la preghiera, l'Eucaristia e il Sacramento della Riconciliazione, la lettura e la meditazione della Parola di Dio, lo studio della Dottrina cristiana, il servizio agli altri» (Giovanni Paolo II, Messaggio in occasione della XXXIV Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 2000).
Per riavvicinarsi a quella vespertina emozione corsa lungo la strada che portava ad Emmaus. Un incontro, un avvicinamento, un tentativo di sorpasso subito bloccato (Lc 24). Lo riconobbero nello spezzare il pane. E nell'accendersi del cuore: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino?» (Lc 24,32).
E i due? Avevano iniziato il loro cammino verso Emmaus con il passo stanco e depresso, adesso partono senz'indugio, di corsa, verso Gerusalemme, ansiosi di dire a tutti i loro amici che Gesù è risorto, è vivo.
Loro l'hanno incontrato. E, stanchi di camminare, iniziano a correre!
Intrigante quest'immagine di Dio. Perché non postarla su internet?



Don Marco Pozza

don Marco Pozza





mercoledì 19 ottobre 2011

il 20 Ottobre > Santa Maria Bertilla Boscardin Vergine il 22/10 > Memoria Liturgica del Beato Giovanni Paolo II° Papa

Oggi 20 ottobre si fa memoria di una Santa vicentina;



 >>> Santa Maria Bertilla Boscardin Vergine <<<

Martedi' prossimo 22/10/2011 ricorre la  Memoria Liturgica
 del Beato Giovanni Paolo II° PAPA
Messale

22 Ottobre

Memoria facoltativa

Karol Jozef Wojtyła  nacque nel 1920 a Wadowice in Polonia. Ordinato sacerdote e compiuti gli studi di teologia a Roma, al ritorno in patria ricoprì vari incarichi pastorali e universitari. Nominato Vescovo ausiliare di Cracovia, di cui nel 1964 divenne Arcivescovo, prese parte al Concilio Ecumenico Vaticano II. Divenuto papa il 16 ottobre 1978 con il nome di Giovanni Paolo II, si contraddistinse per la straordinaria sollecitudine apostolica, in particolare per le famiglie, i giovani e i malati, che lo spinse a compiere innumerevoli visite pastorali in tutto il mondo; i frutti più significativi lasciati in eredità alla Chiesa, tra molti altri, sono il suo ricchissimo Magistero e la promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica e dei Codici di Diritto Canonico per la Chiesa latina e le Chiese Orientali. Morì piamente a Roma il 2 aprile 2005, alla vigilia della II domenica di Pasqua o della divina misericordia. E’ stato beatificato da papa Benedetto XVI il 1° Maggio 2011.

Dal Comune dei pastori: per un papa.

COLLETTA
O Dio, ricco di misericordia,
che hai chiamato il beato Giovanni Paolo II, papa,
a guidare l’intera tua Chiesa,
concedi a noi, forti del suo insegnamento,
di aprire con fiducia i nostri cuori
alla grazia salvifica di Cristo, unico Redentore dell’uomo.
Egli è Dio e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

COLLECTA
Deus, dives in misericórdia,
qui beátum Ioánnem Paulum, papam,
univérsae Ecclésiae tuae praeésse voluísti,
praesta, quaésumus, ut, eius institútis edócti,
corda nostra salutíferae grátiae Christi,
uníus redemptóris hóminis, fidénter aperiámus.
Qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti,
Deus per ómnia saécula saeculórum. Amen.


 
LITURGIA DELLE ORE

Ufficio delle letture

SECONDA LETTURA
Dall’Omelia per l’inizio del pontificato del beato Giovanni Paolo II, papa.
(22 ottobre 1978: A.A.S. 70 [1978], pp. 945-947)
Non abbiate paura! Aprite le porte a Cristo!
Pietro è venuto a Roma! Cosa lo ha guidato e condotto a questa Urbe, cuore dell’Impero Romano, se non l’obbedienza all’ispirazione ricevuta dal Signore? Forse questo pescatore di Galilea non avrebbe voluto venire fin qui. Forse avrebbe preferito restare là, sulle rive del lago di Genesareth, con la sua barca, con le sue reti. Ma, guidato dal Signore, obbediente alla sua ispirazione, è giunto qui!
Secondo un’antica tradizione, durante la persecuzione di Nerone, Pietro voleva abbandonare Roma. Ma il Signore è intervenuto: gli è andato incontro. Pietro si rivolse a lui chiedendo: «Quo vadis, Domine?» (Dove vai, Signore?). E il Signore gli rispose subito: «Vado a Roma per essere crocifisso per la seconda volta». Pietro tornò a Roma ed è rimasto qui fino alla sua crocifissione. 
Il nostro tempo ci invita, ci spinge, ci obbliga a guardare il Signore e ad immergerci in una umile e devota meditazione del mistero della suprema potestà dello stesso Cristo. 
Colui che è nato dalla Vergine Maria, il Figlio del falegname – come si riteneva –, il Figlio del Dio vivente, come ha confessato Pietro, è venuto per fare di tutti noi «un regno di sacerdoti». 
Il Concilio Vaticano II ci ha ricordato il mistero di questa potestà e il fatto che la missione di Cristo – Sacerdote, Profeta-Maestro, Re – continua nella Chiesa. Tutti, tutto il Popolo di Dio è partecipe di questa triplice missione. E forse in passato si deponeva sul capo del Papa il triregno, quella triplice corona, per esprimere, attraverso tale simbolo, che tutto l’ordine gerarchico della Chiesa di Cristo, tutta la sua «sacra potestà» in essa esercitata non è altro che il servizio, servizio che ha per scopo una sola cosa: che tutto il Popolo di Dio sia partecipe di questa triplice missione di Cristo e rimanga sempre sotto la potestà del Signore, la quale trae le sue origini non dalle potenze di questo mondo, ma dal Padre celeste e dal mistero della Croce e della Risurrezione. 
La potestà assoluta e pure dolce e soave del Signore risponde a tutto il profondo dell’uomo, alle sue più elevate aspirazioni di intelletto, di volontà, di cuore. Essa non parla con un linguaggio di forza, ma si esprime nella carità e nella verità. 
Il nuovo Successore di Pietro nella Sede di Roma eleva oggi una fervente, umile, fiduciosa preghiera: «O Cristo! Fa’ che io possa diventare ed essere servitore della tua unica potestà! Servitore della tua dolce potestà! Servitore della tua potestà che non conosce il tramonto! Fa’ che io possa essere un servo! Anzi, servo dei tuoi servi». 
Fratelli e Sorelle! Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà! 
Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e, con la potestà di Cristo, servire l’uomo e l’umanità intera! 
Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa «cosa è dentro l’uomo». Solo lui lo sa! 
Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna. 

RESPONSORIO
R/. Non abbiate paura: il Redentore dell’uomo ha rivelato il potere della croce e ha dato per noi la vita! * Aprite, spalancate le porte a Cristo.
V/. Siamo chiamati nella Chiesa a partecipare alla sua potestà.
R/. Aprite, spalancate le porte a Cristo.

ORAZIONE
O Dio, ricco di misericordia,
che hai chiamato il beato Giovanni Paolo II, papa,
a guidare l’intera tua Chiesa,
concedi a noi, forti del suo insegnamento,
di aprire con fiducia i nostri cuori
alla grazia salvifica di Cristo, unico Redentore dell’uomo.
Egli è Dio e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

DECRETO
circa il culto liturgico da tributare in onore del Beato Giovanni Paolo II, Papa
Un carattere di eccezionalità, riconosciuto dall'intera Chiesa cattolica sparsa su tutta la terra, riveste la beatificazione del Venerabile Giovanni Paolo II, di felice memoria, che avverrà il 1° maggio 2011 presso la Basilica di San Pietro a Roma, presieduta dal Santo Padre Benedetto XVI. Attesa tale straordinarietà, a seguito di numerose richieste circa il culto liturgico in onore del nuovo Beato, secondo i luoghi e i modi stabiliti dal diritto, questa Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti si dà premura di comunicare quanto disposto al riguardo.
Messa di ringraziamento
Si dispone che nell'arco dell'anno successivo alla beatificazione di Giovanni Paolo II, ossia fino al 1° maggio 2012, sia possibile celebrare una santa Messa di ringraziamento a Dio in luoghi e giorni significativi. La responsabilità di stabilire il giorno o i giorni, come anche il luogo o i luoghi del raduno del popolo di Dio, compete al Vescovo diocesano per la sua diocesi. Considerate le esigenze locali e le convenienze pastorali, si concede che si possa celebrare una santa Messa in onore del nuovo Beato in una domenica durante l'anno come, altresì, in un giorno compreso tra i nn. 10-13 della Tabella dei giorni liturgici.
Analogamente, per le famiglie religiose compete al Superiore Generale offrire indicazioni circa giorni e luoghi significativi per l'intera famiglia religiosa.
Per la santa Messa, con possibilità di cantare il Gloria, si prega la colletta propria in onore del Beato (vedi allegato); le altre orazioni, il prefazio, le antifone e le letture bibliche sono attinte dal Comune dei pastori, per un papa. Se ricorre una domenica durante l'anno, per le letture bibliche si potranno scegliere testi adatti dal Comune dei pastori per la prima lettura, con il relativo Salmo responsoriale, e per il Vangelo.
Iscrizione del nuovo Beato nei Calendari particolari
Si dispone che nel Calendario proprio della diocesi di Roma e delle diocesi della Polonia la celebrazione del Beato Giovanni Paolo II, Papa, sia iscritta il 22 ottobre e celebrata ogni anno come memoria.
Circa i testi liturgici si concedono come propri l'orazione colletta e la seconda lettura dell'Ufficio delle letture, col relativo responsorio (vedi allegato). Gli altri testi si attingono dal Comune dei pastori, per un papa.
Quanto agli altri Calendari propri, la richiesta di iscrizione della memoria facoltativa del Beato Giovanni Paolo II potrà essere presentata a questa Congregazione dalle Conferenze dei Vescovi per il loro territorio, dal Vescovo diocesano per la sua diocesi, dal Superiore Generale per la sua famiglia religiosa.
Dedicazione di una chiesa a Dio in onore del nuovo Beato
La scelta del Beato Giovanni Paolo II come titolare di una chiesa prevede l'indulto della Sede Apostolica (cfr. Ordo dedicationis ecclesiae, Praenotanda n. 4), eccetto quando la sua celebrazione sia già iscritta nel Calendario particolare: in questo caso non è richiesto l'indulto e al Beato, nella chiesa in cui è titolare, è riservato il grado di festa (cfr. Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum, Notificatio de cultu Beatorum, 21 maggio 1999, n. 9).
Nonostante qualsiasi cosa in contrario.
Dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, 2 aprile 2011.