Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

mercoledì 28 dicembre 2016

“Il male non avrà l’ultima parola”

PIETRE VIVE:

“Il male non avrà l’ultima parola” Papa Francesco ai giovani di Taizé

“Il male non avrà l’ultima parola” 
Papa Francesco  ai giovani di Taizé



In occasione del 39° incontro europeo di Taizé 

che si tiene a Riga, in Lettonia, 
dal 28 dicembre 2016 all’1 gennaio 2017,
sul tema 
"Insieme per aprire strade di speranza"






“Manifestare a parole e con azioni che il male non ha l’ultima parola della nostra storia”. È l’invito che papa Francesco rivolge in un messaggio ai giovani che si riuniranno dal 28 dicembre al 1° gennaio a Riga, in Lettonia, per il 39° Incontro europeo promosso dalla comunità ecumenica di Taizé. In migliaia – ortodossi, protestanti e cattolici – da tutta Europa sono attesi quest’anno nella capitale lettone per trascorrere la fine dell’anno in preghiera e meditazione e riflettere sul tema “Insieme per aprire cammini di speranza”. “Nei nostri giorni – scrive il Papa – molte persone sono sconvolte, scoraggiate dalla violenza, dalle ingiustizie, dalla sofferenza e dalle divisioni. Hanno l’impressione che il male è più forte di tutto”. Per questo, papa Francesco ripete ai giovani quanto ha scritto al termine del Giubileo nella “Misericordia et Misera”: “È il tempo della misericordia per tutti e per ognuno, perché nessuno possa pensare di essere estraneo alla vicinanza di Dio e alla potenza della sua tenerezza”. Il Papa si dice “particolarmente vicino” ai giovani che “hanno fatto la scelta di lasciare i divani per vivere questo pellegrinaggio della fiducia”. Ed aggiunge: “Giovani cristiani ortodossi, protestanti e cattolici, con queste giornate vissute all’insegna di una reale fraternità, voi esprimete il desiderio di essere protagonisti della storia, di non lasciare che siano gli altri a decidere del vostro futuro”. Da qui l’augurio di papa Francesco: “Queste giornate vi aiutino a non avere paura dei vostri limiti, ma a crescere nella fiducia in Gesù, Cristo e Signore, che crede e spera in voi. Che nella semplicità che frère Roger ha saputo testimoniare, voi possiate costruire ponti di fraternità e rendere visibile l’amore con cui Dio ci ama”
(Fonte:Sir)

La storia di Taizé e frère Roger

Tutto è incominciato nel 1940 quando, all’età di venticinque anni, frère Roger lasciò il paese dove era nato, la Svizzera, per andare a vivere in Francia, il paese di sua madre. Durante una lunga malattia, aveva maturato in sé il richiamo a creare una comunità. Quando cominciò la Seconda Guerra mondiale ci fu la certezza che, come aveva fatto sua nonna durante il primo conflitto mondiale, doveva senza indugio aiutare le persone che attraversavano la prova. Il piccolo villaggio di Taizé, dove si stabilì, era vicinissimo alla linea di demarcazione che divideva in due la Francia: era ben collocato per accogliere dei rifugiati che fuggivano la guerra. Alcuni amici di Lione furono riconoscenti di poter indicare l’indirizzo di Taizé a chi aveva bisogno di rifugio.
A Taizé, grazie a un modico prestito, frère Roger aveva comperato una casa abbandonata da anni con degli edifici adiacenti. Propose ad una sorella, Geneviève, di venire ad aiutarlo ad accogliere. Tra i rifugiati che alloggiarono ci furono degli ebrei. Le disponibilità economiche erano povere. Senza acqua corrente, andavano ad attingere acqua al pozzo del villaggio. Il cibo era modesto, specialmente minestre fatte con farina di granoturco comperata a poco prezzo al vicino mulino.
Per discrezione nei confronti di chi era accolto, frère Roger pregava da solo, andava a cantare da solo lontano dalla casa, nel bosco. Affinché dei rifugiati, ebrei o agnostici, non si trovassero a disagio, Geneviève spiegava ad ognuno che era meglio per chi lo desiderava pregare da solo nella propria stanza.
I genitori di frère Roger, sapendo il figlio con sua sorella in pericolo, domandarono a un amico di famiglia, ufficiale francese in pensione, di vegliare su loro. Nell’autunno 1942, li avvertì che erano stati scoperti e che tutti dovevano partire subito. Fino alla fine della guerra, a Ginevra, frère Roger visse e cominciò una vita comune con i primi fratelli. Poterono ritornare nel 1944.
Nel 1945, un giovane uomo della regione creò un’associazione che si faceva carico di ragazzi che la guerra aveva privato della famiglia. Propose ai fratelli di accoglierne un certo numero a Taizé. Una comunità di uomini non poteva occuparsi di ragazzi. Allora frère Roger chiese a sua sorella Geneviève di ritornare a Taizé per averne cura e fare loro da madre. La domenica, i fratelli accoglievano anche dei prigionieri di guerra tedeschi internati in un campo vicino a Taizé.
Poco alla volta qualche altro giovane venne ad unirsi ai primi fratelli e il giorno di Pasqua 1949 sette uomini si impegnarono insieme per tutta l’esistenza nel celibato, la vita comune e una gran semplicità di vita.
Nel silenzio di un lungo ritiro durante l’inverno 1952-1953, il fondatore della comunità scrisse la Regola di Taizé, esprimendo per i fratelli “l’essenziale permettendo la vita comune”.
Oggi la comunità di Taizé conta un centinaio di fratelli, cattolici e di diverse origini evangeliche, provenienti da quasi trenta nazioni. Con la sua stessa esistenza, la comunità è una “parabola di comunione”, un segno concreto di riconciliazione tra cristiani divisi e tra popoli separati.
I fratelli vivono unicamente del loro lavoro. Non accettano nessun regalo. Non accettano per se stessi nemmeno le proprie eredità personali, la comunità ne fa dono ai più poveri.
Alcuni fratelli vivono in luoghi svantaggiati del mondo per essere testimoni di pace, per stare accanto a coloro che soffrono. In queste piccole fraternità in Asia, Africa, America Latina, i fratelli cercano di condividere le condizioni d’esistenza di coloro che li circondano, sforzandosi d’essere una presenza d’amore accanto ai più poveri, ai bambini di strada, carcerati, moribondi, a chi è ferito nel più profondo per le lacerazioni affettive, gli abbandoni umani.
Lungo gli anni, cominciò ad arrivare a Taizé un sempre maggior numero di giovani. Le suore di Sant’Andrea, una comunità cattolica internazionale fondata più di sette secoli fa, alcune suore orsoline polacche e delle suore di San Vincenzo di Paolo assumono una parte dei compiti dell’accoglienza dei giovani.
Anche uomini di Chiesa si recano a Taizé e la comunità ha così accolto il Papa Giovanni Paolo II, quattro Arcivescovi di Canterbury, dei Metropoliti ortodossi, i quattordici Vescovi luterani di Svezia e numerosi pastori del mondo intero.
A partire dal 1962, dei fratelli e dei giovani, mandati da Taizé, non hanno mai smesso di andare e venire dai Paesi dell’Est Europa, per visitare con la massima discrezione chi era rinchiuso all’interno dei propri confini.
Frère Roger è morto il 16 agosto 2005, a 90 anni, ucciso durante la preghiera serale. 

Frère Alois, scelto da lui già da tanto tempo come suo successore,
 è ora il priore della comunità.


Vedi anche il nostro post già pubblicato:
- Ricordo di Frère Roger di Taizé

domenica 25 dicembre 2016

Parrocchietta - gruppo lodiamo il Signore - web.whatsapp.com

                                                                     Buon Natale
Hallelujah







>>> Romena, notte del santo Natale 2014 - omelia di don Luigi Verdi

https://web.whatsapp.com/


NELLE TUE MANI -

  PAROLE PER CANTARE L'AMORE DEL SIGNORE


 
AMAMI
Colmami del Tuo Amore, Signore! Sii per me l'amante prediletto, la carezza che cerco l'abbraccio preferito. Colmami del Tuo Spirito, Signore! Sii per me la forza che ho cercato nella vita. Donami la Luce che è sapienza, la tua giustizia che in me si fa misericordia. Amami, Signore, come una sposa, come una figlia, come una sorella. Amami, dolce mio amore, nel calore del Tuo incontro più sete non avrò.

 a pag.89 - Nelle tue mani 


          gruppo
 Lodiamo il Signore


Grazie Gesù, grazie Maria.
Grazie per questa giornata di sole.
Per gli amici che mi doni oggi. 
Per la casa che è un rifugio.
Per il lavoro che mi permette il sostentamento.
Per i sacerdoti che mi guidano a te.
Per la chiesa santa.
Per la fede.
Per la vita eterna.


O Alto e Glorioso Dio, illumina le tenebre del cuore mio. Dammi una  fede retta, speranza certa ,carità perfetta e umiltà profonda . Dammi Signore, senno e discernimento per compiere la Tua vera e Santa Volontà in questo nuovo giorno che Tu hai voluto donarmi!  Grazie Gesù. 🙏🙏❤❤

Grazie ,Lode e gloria a Te Signore Gesù. Ti ringrazio anche dei momenti no che abbiamo nella ns. Vita. Aiutami Signore ad essere umile, ad essere una "brava operaia" per la tu messe! Donami un cuore puro e occhi attsnt per vedere Te in ogni persona che mi metti accanto. Grazie Signore Gesù.🙏🙏🙏❤❤❤

Con gli occhi pieni di lacrime di gioia ti ringrazio,  Maria, per la tua materna presenza nella mia vita.
Attraverso il tuo cuore immacolato  sono passate tutte le grazie.
Inginocchiata dalla gratitudine, canto il tuo dolcissimo nome.
Madre mia! Madre d'amore tenero e fedele!
Donami un cuore mite alla volontà di tuo figlio.
Donami la capacità di pregare e silenziosamente, nella mitezza, dire il mio sì.

IL GRANELLINO 
(Mt 9, 32-38)
Non è facile vivere con chi è posseduto dallo spirito immondo del mutismo. Il primo mezzo umano di comunicazione che abbiamo è la parola. La parola manifesta quello che c'è dentro di noi. Chi si rifiuta di parlare non sa amare. Dio è amore perché si è rivelato a noi attraverso Gesù Cristo, Parola vivente del Padre che è nei cieli. Com'è triste e doloroso vivere con un coniuge che è chiuso in sè stesso e si esprime solo con un secco sì o no  Quando gli o le si chiede: "Come stai?", c'è il rischio di ricevere una risposta simile alla seguente: "Non sono fatti tuoi!". Ecco perché, quando preparo i fidanzati al sacramento del matrimonio, con forza dico loro: "Se il tuo fidanzato o la tua fidanzata è posseduto dallo spirito immondo del mutismo, lascialo-a subito, perché è meglio piangere un mese che tutta la vita. Il matrimonio è comunione di vita e dove non c'è dialogo non c'è vita. Le relazioni umane sono fondate sulla parola che dev'essere sincera. Ci sono poi molti battezzati cristiani che non aprono mai la bocca per pregare. Sono muti. Spesso li vedo davanti a me durante la messa domenicale. Non aprono la bocca neppure per rispondere Amen. La mancanza di preghiera è mancanza di amore. C'è un altro tipo di mutismo che praticano molti cattolici ed è quello di non parlare mai di Dio in pubblico. La vergogna è il demone che li attanaglia. Per amore di Dio non si può tacere quando si parla contro Dio e la Chiesa. Per amore di Dio non si può tacere quando lo Spirito ti spinge a parlare delle meraviglie di amore che, nella sua misericordia, ha compiuto nella propria vita. Mai come oggi la Chiesa ha bisogno di ferventi evangelizzatori che sappiano annunciare le grandi opere di Dio. Guai ai cristiani muti per vergogna o per paura di essere perseguitati. Amen. Alleluia. 
(P. Lorenzo Montecalvo dei vocazionisti)

Grazie Maria per il dono di tuo figlio.
Aiutami a metterlo sempre al primo posto nella mia vita.

Alcuni componenti del gruppo vivono oggi  piccole croci personali. Aiutiamoci tutti questa sera con un affidamento reciproco e una lode alla misericordia del nostro Signore Gesù.  Grazie 🙏🏻
Arrivo  con due proposte....

1  Alla sera impegnamoci tutti per una preghiera collettiva a favore dei bisogni e delle intenzioni di ogni componente del gruppo.  Così facendo ogni giorno ci sosterremo a vicenda.

2  A fronte di tante profanazioni dell'eucarestia, domani potremmo offrire le nostre preghiere a Gesù eucarestia.
Potremmo offrire anche i nostri dolori, le nostre croci, qualche rinuncia, il nostro digiuno....
E sempre la lode e il ringraziamento per il dono di Gesù fatto pane per noi.
Che ne dite, miei carissimi tutti?😘

Messaggio della Regina della Pace di Anguera del 02/07/2016 

"Cari figli, il Mio Gesù è la Verità Assoluta del Padre. DifendeteLo con coraggio e non permettete che i nemici vincano. Ecco il Tempo della Grande Battaglia tra il Bene e il Male. Gli Insegnamenti del Mio Gesù sono Leggi Divine. Non disprezzate il Tesoro del Vangelo e del Vero Magistero della Chiesa. Coloro che lo disprezzano non vedranno la Luce di Dio. Io sono la vostra Madre Addolorata e vengo dal Cielo per difendere quello che è di Dio. Non potete soffocare la verità a costo di una falsa carità. Non c'è vera carità senza obbedienza alla verità. L'umanità vivrà l'angoscia di un condannato perché gli uomini si stanno ponendo al posto del Creatore. Arriverà il giorno in cui la Fede sarà presente in pochi cuori. Il demonio avanzerà e causerà un grande danno spirituale nella vita di coloro che vivono nei dubbi e nelle incertezze. Ecco il tempo del vostro Sì a Dio. Non permettete che la fiamma della Fede si spenga dentro di voi. Coraggio. Succeda quel che succeda, non vi allontanate dal cammino che vi ho indicato. Non tiratevi indietro. Restate con Gesù e sarete vittoriosi.
Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto in nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Io vi benedico nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Restate in Pace."

E' bello stare insieme nella preghiera....tutti ne abbiamo tanto bisogno  .....grazie Maria e grazie Gesù  per questo gruppo 🙏🏻.

In verità vi dico ancora: se due di voi si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro 

Gesù vieni e lava le nostre ferite.
Grazie Gesù. 🙏🏻🙏🏻🙏🏻

Saperti in mezzo a noi Signore Gesù è una gioia enorme

O Padre, che esaudisci sempre la voce dei tuoi figli , ricevi il nostro umile ringraziamento, e fa che in una vita serena libera dalle insidie del male, lavoriamo con rinnovata fiducia all'edificazione del Tuo Regno! !!!!!🙏🙏🙏❤❤❤

Buongiorno! 
Signore perdona chi non Ti ama, chi non Ti riconosce come Padre.
Perdona chi Ti offende in varie forme. 
In riparazione di queste offese oggi Ti offriamo la nostra vita, le nostre rinunce, le gioie e le sofferenze di questo giorno. 
Soprattutto Ti offriamo il nostro immenso amore e con canti di gioia ti riconosciamo il nostro Re.

Signore, io mi metto in cammino sempre per raggiungerTi  e incontrarTi. Tutta la mia vita è un grande viaggio per scoprirTi , conoscerTi e amarTi. Diventare tuoi discepoli è lo scopo di tutto il nostro camminare nella vita! !Fa che impari a migliorare me stesso guidata dalla parola del Tuo vangelo . Solo così farò veramente quel pellegrinaggio che mi aiuta a diventare una vera cristiana . Tutto ciò che ho conosciuto e imparato, ora diventi patrimonio della mia esistenza , perché io lo possa trasmettere con la testimonianza di una vita di fede!!!!!🙏🙏❤❤

Gesù, fa che i Giovani vedano  veri modelli come Maria Goretti e tantissimi altri Giovani, che hanno dato la vita eroicamente convinti. Benedico e pregate per loro. P. Mariano

Noi ci diciamo :"Ti mangerei di baci!" e Tu Signore Ti sei fatto cibo per noi nell'eucarestia!
Ti adoriamo e santifichiamo il Tuo nome!

Gesù fatti così piccolo, come un pezzetto di pane, per poi esplodere in noi e riempirci del Tuo Santo Spirito. Donaci la consapevolezza piena di questo mistero straordinario.
Donaci la nostalgia di Te che ci chiami quotidianamente alla Tua mensa.
Mio Gesù adorato! Abbi pietà dei miei limiti, guarda sono al mio amore e fammi crescere in te.
Nulla sono senza Te. 
Nulla, mio Signore...
( da l' Evangelo di Maria Valtorta)                  Fra i miei 12 coloro che hanno più dato sono coloro che più si sono dimenticati. Dimenticati non solo per il loro passato ma anche della loro limitata personalità. Sono coloro che non si sono più ricordati di ciò che erano e si sono talmente fusi a Dio da non temere. Di nulla. 🙏🏻Mio Dio ...abbi misericordia di me

🌟💫✨⭐🌟⭐💫✨⭐🌟
Nel sonno ci lasciamo andare, chiedendo per ognuno di noi, per i nostri cari, per i sofferenti, per il mondo intero...la Tua paterna benedizione.
Resta con noi Signore, si fa sera 🌟
🌟⭐✨💫🌟⭐✨💫🌟⭐



giovedì 22 dicembre 2016

VERSO IL NATALE...“Eccomi.”

PIETRE VIVE:

GRANDI COSE HA FATTO IN ME L’ONNIPOTENTE

di Simonetta Giovannini
Quando si mette in viaggio, Maria ha appena vissuto un’esperienza incredibile. Nel silenzio della sua casa, un angelo del Signore l’ha visitata per annunciarle che resterà incinta e darà alla luce “il Figlio dell’Altissimo.” “Com’è possibile?” ha risposto Maria “Non conosco uomo.” L’angelo le ha predetto cosa accadrà, e ha comparato l’evento straordinario con un altro a sua volta prodigioso benché simile a prodigi già narrati nelle Scritture d’Israele: la gravidanza della sterile Elisabetta. E Maria ha pronunciato il suo “Eccomi.” 
“In quei giorni Maria si mise in viaggio…” Poco dopo, in quegli stessi giorni, eccola per strada, Maria. Ne immaginiamo il profilo intento, il passo che si affretta. Va a trovare la sua parente, Elisabetta, benedetta da una gravidanza inattesa e ritenuta ormai impossibile. Sarà stanca, appesantita. Avrà bisogno di una mano. Possiamo immaginare che, oltre al desiderio di servire, un altro più profondo richiamo conduca la giovanissima ancella del Signore lungo quella strada polverosae impervia che la sta portando in Giudea. Il bisogno di avvicinare quel mistero che le sta fiorendo nelle viscere a qualcuno che possa comprendere.
Eccola, è arrivata Maria. Al suo saluto, il bambino di Elisabetta le balza nel grembo. Com’è vero che il figlio si rivela già nel seme, nel ventre della madre! Giovanni non è ancora nato e già manifesta la sua futura vocazione profetica che diventa, per bocca di Elisabetta, parole dettate dallo Spirito Santo: “A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?” Il segreto di Maria, finora avvolto nel silenzio, custodito nel cuore e nell’arca del ventre, si rivela in questo incontro così intimo, così profondamente empatico, tra le due donne incinte. Elisabetta, per il sussulto del bimbo che ha nel grembo, riconosce nella parente più giovane, Maria, la madre del suo Signore, la beata che ha creduto nelle promesse, colei attraverso la quale la lunga attesa messianica sta trovando adempimento.
Ha guardato l’umiltà della sua servaE Maria rispose: “L’anima mia magnifica il Signore / e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore, / perché ha guardato l’umiltà della sua serva.”
L’anima di Maria esulta in Dio e la sua lingua prorompe nel più bel canto di lode; canta quel linguaggio delle Scritture che, meditato sin dall’infanzia, è diventato la sua stessa voce, il suo linguaggio, Parola di Dio in lei. Ed ora quella Parola in lei si è fatta carne. Il dono che Dio ha fatto di sé a Maria gli ritorna nel suo canto di esultanza, nella sua accettazione piena e creativa, come soltanto da lei poteva tornare a Lui. Gli ritornerà nel Figlio incarnato. Gli ritorna ora arricchito dalla gioia, dalla gratitudine di Maria, dalla sua carne e dal suo sangue di donna, sorpresa da una proposta inaudita e inaspettata alla quale ha saputo credere...

Leggi tutto: 
 VERSO IL NATALE. GRANDI COSE HA FATTO IN ME L’ONNIPOTENTE 
Don Gigi - Romenaomelia-natale-2015

lunedì 19 dicembre 2016

❤️Sognare come Giuseppe🌟


L’avvento è una strada da percorrere insieme, noi e Dio. L’appuntamento è in un posto fuori mano, una grotta sperduta in un piccolo paesino, in una notte buia, la più buia dell’anno, dove nessuno lo attende.
La ricetta di questo tempo è: sognare. Sognare come Isaia, il più grande profeta sognatore, come Giovanni, come Maria, come Giuseppe.
Oggi è alla sua scuola che ci mettiamo. Giuseppe è ricordato come il giusto, ma io preferisco ricordarlo come sognatore. In effetti il suo rapporto con Dio è stato solo tramite sogni: 3 e mezzo per l’esattezza, e mai banali. 
Forse i sogni devono avere un luogo dentro di noi, un loro posto speciale dove essere custoditi, perché come dice Ermes: “Noi domandiamo segni straordinari a un Dio illusorio e non ci accorgiamo dei segni quotidiani del Dio reale. La semplicità di Dio è tanto semplice che alle volte non si vede”.
Giuseppe è un esperto di sogni, ha familiarità col mondo delle ombre e dei sogni, della notte che è silenziosa, e se Giuseppe è l’uomo della notte, del silenzio e dei sogni, credo si possa dire che è un esperto di interiorità: lo sappiamo che le persone più silenziose spesso sono quelle più attente…
E mi piace pensare che Giuseppe ha dimestichezza con l’interiorità tanto quanta ce l’ha con il legno che lavora ogni giorno. E’ come se Giuseppe riuscisse a portare leggerezza in un lavoro pesante, come se il legno avesse il profumo delle cose semplici: è solo da quello che fai ogni giorno, e da come lo fai, che inizia il percorso verso una leggerezza interiore.
Il mio Bobin lo dice così: “Bisognerebbe compiere tutte le cose e anche le più ordinarie – aprire una porta, scrivere una lettera, tendere una mano – con la massima cura e l’attenzione più viva, come se il destino del mondo o il corso delle stelle dipendessero da questo, e d’altronde è vero che la sorte del mondo e il corso delle stelle ne dipendono.”
E’ questa quotidianità, come abitarla, che Giuseppe ci indica. 
E se è solo per oggi, posso provarci ad essere più attento.
Fra Giorgio Bonati

domenica 18 dicembre 2016

Racconti di Natale ...

giro( ͡ ͡° ͜ ʖ ͡ ͡° )giroblogg@ndo intorno al mondo ♡ ... 



Racconti di Natale ...



By leggoerifletto

Racconto di Natale - Paulo Coelho

Racconta una leggenda che, nel paese che oggi conosciamo come Austria, d’abitudine la famiglia Burkard (composta da un uomo, una donna e un bambino) ravvivava le feste natalizie recitando poesie, cantando ballate di vecchi trovatori, e facendo giochi di prestigio che divertivano tutti quanti. Logicamente, non avanzavano mai soldi per comprare regali, però l’uomo diceva sempre a suo figlio:
-Lo sai perché il sacco di Babbo Natale non rimane mai vuoto, con tutti i bambini che ci sono nel mondo? Perché, quantunque sia pieno di giocattoli, alle volte bisogna che consegni anche alcune cose più importanti che son chiamati “regali invisibili”. Ad una famiglia divisa porta armonia e pace nella notte più santa dell’anno cristiano. Dove manca amore, deposita un seme di fede nei cuori dei bambini. Dove il futuro sembra oscuro e incerto, porta la speranza. Nel nostro caso, quando Babbo Natale viene a recarci visita, il giorno seguente tutti ci sentiamo contenti per essere ancora in vita e per poter svolgere il nostro lavoro, che è quello di rendere felici le persone. 
E questa cosa non dimenticarla mai.
Il tempo passò, il bambino si trasformò in un ragazzo, ed un tal giorno la famiglia passò davanti all’imponente abbazia di Melk, che era appena stata costruita. Il giovane Buckard voleva restare lì.
I genitori compresero e rispettarono il suo desiderio. Bussarono alla porta del convento chiedendo che accettassero il loro figlio come novizio.
Arrivò la vigilia di Natale e, giustamente in questo giorno, ebbe luogo in Melk un miracolo molto speciale:
La Madonna, portando il Bambino Gesù tra le braccia, decise di scendere sulla Terra per visitare il monastero.
Senza poter mascherare il proprio orgoglio, tutti i religiosi composero una lunga fila ed ognuno di loro andava a prostrarsi davanti alla Vergine cercando di rendere omaggio alla mamma ed al bambino.
Al fondo della fila, il giovane Buckard attendeva ansioso. I suoi genitori erano persone semplici, e solo gli avevano insegnato a lanciare in alto palline per fare con esse alcuni giochi di prestigio.
Quando venne il suo turno, gli altri religiosi volevano mettere fine agli omaggi, dal momento che il prestigiatore non aveva nulla di importante da dire, ed avrebbe potuto danneggiare l’immagine del convento. Ciò nonostante, nel suo profondo, anche lui sentiva una forte necessità di offrire a Gesù ed alla Vergine qualcosa di sé stesso.
Provando vergogna, subendo lo sguardo recriminatorio dei suoi confratelli, estrasse alcune arance dalle sue tasche e cominciò a lanciarle verso l’alto per muoverle di continuo, creando un bel cerchio nell’aria.
Fu solo allora che  il Bambino Gesù incominciò ad applaudire di gioia nel grembo di Nostra Signora. E fu solo a questo ragazzo che la Vergine Maria gli stese le braccia e gli permise di tenere in braccio per un poco di tempo al Bambino, che non smetteva di sorridere.
La leggenda termina raccontando che, a causa di questo miracolo, ogni duecento anni, un nuovo Buckhard bussa alla porta di Melk, ed è ammesso ad entrare, e mentre sosta all’interno possiede il dono di rallegrare l’animo di tutti quelli che lo conoscono.

(Tratto da una storia medioevale)






C’è un’attesa che consuma, inaridisce, rende cupi e ricurvi. E c’è un’attesa che spalanca il cuore, più perdura più rende longanimi, saggi e innamorati. Tra le due c’è una differenza non da poco: la presenza nell’assenza. Mi spiego: quando scorgiamo che l’Amato è già presente nella nostra attesa di lui. O meglio, quando capiamo che è lui l’anelito più bello della nostra attesa, qualcosa cambia. Lui è qui, nella nostra stessa attesa di lui. L’attesa allora non ci esaurisce, ma ci ricarica; non ci spegne, ma ci fa ardere di continuo sapendo che «adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti» (Rm 13,11). Beato chi vive l’attesa così. Il suo Ad-Dio alla vita sarà, non sarà una morte, ma un entrare nella vita, sarà l’ingresso dell’Amata nella stanza nuziale. «Ora lascia, o Signore,…».

- Robert Cheaib - 

bergoglio-francesco-papa

...La sollecitudine per la bellezza della casa di Dio e la sollecitudine per i poveri di Dio sono inseparabili tra loro. L'uomo non ha bisogno soltanto di ciò che è utile, ma anche di ciò che è bello; non solo di una propria casa, ma anche della vicinanza di Dio e dei segni che l'attestano. Là dove Dio viene onorato, anche il nostro cuore è rischiarato...
La bellezza, della quale è stato circondato il bimbo di Betlemme, è destinata a tutti gli uomini ed è necessaria a noi tanto quanto il pane. Chi sottrae qualcosa di bello al Bambino, per convertirla in qualcosa di utile, costui non arreca vantaggio, ma provoca danno; spegne quella luce, via la quale anche qualsiasi calcolo o stima diventano futili e freddi. Certo, se vogliamo unirci al pellegrinaggio dei secoli che vuole offrire le cose più belle di questo mondo al Re appena nato, non dobbiamo però anche dimenticare che egli vive ancora in stalle, nelle prigioni e nelle favelas, e che noi non lo onoriamo davvero, se ci rifiutiamo di andarlo a cercare in quei luoghi. Ma questa consapevolezza non deve obbligarci a finire tra le braccia di una "dittatura dell'utile", che disprezzi la gioia e dogmatizzi una serietà opprimente...



JOSEPH RATZINGER - da "Gottes Angesichts suchen" -



Come popolo di Dio in cammino verso la piena rivelazione del Signore Gesù, ci rivolgiamo al Padre con fiducia, dicendo insieme: 

Dona la salvezza, Signore.
Alla Chiesa che ha la missione di illuminare le genti: 
Agli uomini che camminano nelle tenebre: 
Agli anziani che attendono la tua venuta: 
A chi è nel dubbio e invoca la luce dello Spirito: 
A chi ti offre la propria vita con generosità e gratuità: 
Al povero che mette la sua speranza in te: 
Alle persone che amano senza chiedere la ricompensa: 
Ai malati che collaborano con te alla redenzione del mondo: 
Ai bambini nati in quest'anno: 
A chi pretende di averti conosciuto a sufficienza: 
A chi non riconosce Gesù come tuo figlio: 
A chi è ormai stanco di aspettare un segno da te: 
A chi pensa di poter vivere anche senza di te:


Padre santo, che nel tuo Figlio ci hai dato la salvezza e la via per giungere a te, aiutaci a rivelare al mondo con la nostra vita, tutto l'amore che hai per l'umanità. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen.


Buona giornata a tutti. :-)



dal Blog di Paulo Coelho

Certe persone.... - Paulo Coelho

martedì 13 dicembre 2016

Evangelo di ieri e di oggi...



“Con quale autorità fai queste cose?”

Forse oggi la domanda sarebbe il caso che me la ponga anch’io: con quale autorità ogni giorno scelgo una parola, una frase e provo a scrivere un commento come mi garba?
Perché sono un frate? Perché sono più bravo? Ma di che, ma quando…
Amici cari, nella vita ne ho combinate tante, e qualcuno veramente avrebbe il diritto di dirmi: con quale autorità parli, non sei meglio di noi!
Replico anch’io come i sacerdoti che rispondono a Gesù: non lo so!
Forse oggi cerco di esser vero, per quanto mi riesce, di esser naturale, di lasciare che quello che arriva dalla vita…possa esser quello che c’è, semplicemente.
Penso che oggi mi permetto di esser così perché scopro quale meraviglia racchiuda il capire che ogni giorno si prova a maturare solo quando si accoglie se stessi, per quello che si è, nello stupore di incontrare l’origine delle tue ombre e delle tue luci nello stesso luogo, dentro di te…continuando a fidarsi di una cosa sola: io sono a immagine e somiglianza di Dio! 

“La novità della nascita di Gesù è quella della capacità dell'uomo di sentire dentro di sé il dna di Dio e di trovare il coraggio di esprimerlo. E' questa enorme novità che ancora ci sollecita e ci rende capaci di cambiare la nostra vita e di essere a nostra volta figli e testimoni del dna di Dio che è dentro di noi.”

A me basta questa autorità!
E la luce del Natale, che viene a fare se non ad illuminare la parte più vera di noi?

“I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio”

Le prostitute! E’ sempre lei che si presenta dinnanzi ai miei occhi ogni volta che leggo questo vangelo. Una ragazza brasiliana, incontrata negli anni trascorsi tra le corsie dell’ospedale di Bergamo. Oggi ti basti rivivere con me, attraverso le parole del mio diario, quell’incontro. Si, ti basti.

“…l’altra persona è una ragazza brasiliana di 25 anni che sa di mare e sole. Noto subito un certo imbarazzo che la assilla e allora le sorrido e cerco di metterla a suo agio, di tranquillizzarla e così inizia a raccontarmi confusamente di se: ad appena 18 anni è già madre due volte e per necessità si trasferisce in Italia con le sorelle tre anni fa.
Anche qui da noi le cose non si presentano facili e così si lascia convincere e trascinare in un brutto giro…una lacrima, piccola, tenerissima, sgorga spontanea e sembra quasi incastonarsi lì, appena nata.
“Piuttosto che avere una figlia puttana, preferisco che muoia” sono le testuali parole che sua madre le ha sempre ripetuto ed ora lei le ripete a me. “Le puttane vi passeranno avanti nel regno dei cieli” rispondo io. Guardare nei suoi occhi per crederlo! Lei ha assunto su di se lo “sporco” del mondo, come Gesù, ecco perché mi precede. Lei però ha perso la fiducia negli uomini perché ha toccato con mano, e non solo, il tradimento di ognuno. Lei può capire il perdono di Dio, ma le parole di sua madre sono un macigno che le stritola il cuore ogni volta che pensa, ed ora che è qui per un “buco nel cuore” da curare – ma chissà qual è il più grosso da curare veramente!
E’ ingenua e basta poco per vederla sorridere, vedo la sua purezza, la sua giovinezza, la sua voglia di vivere nonostante un’esperienza doppia degli anni che ha, e così le parlo di Dio, del suo amore, della sua misericordia e lei termina con un “tu sei buono” ed io mi sciolgo.
Mi è sembrato di avere un po’ gli occhi di Gesù, di lasciare che le sue parole combaciassero con le mie, senza accenno alcuno alla condanna –ci penso per la prima volta ora a questa parola, non mi è proprio mai venuta in mente fino a quest’istante! E poi chi sono io per giudicare, avrei fatto gli stessi sbagli, ho fatto gli stessi sbagli, e dopo tutto questo sporco l’unica cosa che avrei desiderato incrociare sono due occhi dolci, e parole dolci, e qualcuno che mi sappia donare fiducia, solo fiducia e bontà, tanta bontà.
Dopo l’assoluzione, il compimento: riceve il corpo di Gesù.
Ora Cristo si è mischiato alle tue viscere, si è fatto carne della tua carne, sangue del tuo sangue. Ora hai il vestito nuovo, l’anello al dito, il posto migliore a tavola e il cuore di Dio nel tuo. Ora a te di stringerlo forte al tuo petto, non allontanarlo mai più, non allontanarti mai più. E nessuno sia fratello maggiore che si crede migliore. Nessuno.”
Fra Giorgio Bonati

lunedì 12 dicembre 2016

Preghiere a Maria...Preghiera a Maria che scioglie i nodi



Preghiera a Maria che scioglie i nodi

Vergine Maria, Madre che non hai mai abbandonato un figliolo che grida aiuto,
Madre le cui mani lavorano senza sosta per i tuoi figli tanto amati,
perchè sono spinte dall'amore divino e dall'infinita misericordia che esce dal tuo cuore,
volgi verso di me il tuo sguardo pieno di compassione,
guarda il cumulo di 'nodi' che soffocano la mia vita.

Tu conosci la mia disperazione e il mio dolore.
Sai quanto mi paralizzano questi nodi e li ripongo tutti nelle tue mani.

Nessuno, neanche il demonio, può sottrarmi dal tuo aiuto misericordioso.

Nelle tue mani non c'è un nodo che non sia sciolto.

Vergine madre, con la grazia e il tuo potere d'intercessione presso tuo Figlio Gesù,
mio Salvatore, ricevi oggi questo 'nodo' (nominarlo se possibile).
Per la gloria di Dio ti chiedo di scioglierlo e di scioglierlo per sempre.
Spero in te.

Sei l'unica consolatrice che il Padre mi ha dato.
Sei la fortezza delle mie deboli forze, la ricchezza delle mie miserie,
la liberazione da tutto ciò che m'impedisce di essere con Cristo.

Accogli la mia richiesta.
Preservami, guidami, proteggimi.
Sii il mio rifugio.

Maria, che sciogli i nodi, prega per me.



(clicca per recitarla)
By leggoerifletto

preghiera alla Madonna di Guadalupe

Successe, si legge nel Nican Mopohua, che un indio, di nome Juan, un povero uomo del popolo, e nativo di Cuauhtidlan, un sabato si mise in cammino di buon’ora verso Città del Messico per andare a imparare la dottrina cristiana. Nell’attraversare il piccolo valico di Tepeyac, sul picco sentì un canto meraviglioso di moltissimi uccelli. Pieno di meraviglia, a quell’uomo sembrò di essere in Paradiso. E quando di colpo il canto cessò, e ci fu silenzio, si sentì chiamare da dietro il masso: “Juanito, Juanito Diego”. Pieno di gioia si diresse dove proveniva la voce e vide una bella Signora in piedi che gli diceva di avvicinarsi. Arrivatole davanti si accorse della sua soprannaturale statura: i suoi vestiti splendevano come il sole; e dalla roccia su cui Lei stava provenivano raggi luminosi.



Juan Diego si prostrò e la sentì parlare, gradevolmente, gentilmente come di persona che gli voleva bene e lo stimava molto. Ella gli disse: “Juanito, mio piccolo figlio, dove vai? Le rispose: “Signora e Ragazza mia, sto andando in città a casa tua, per imparare le cose di Dio che ci insegnano i nostri sacerdoti, rappresentanti del Signore”.

Io sono la Vergine Maria, Madre del Dio Vero che dà la vita
E la Santissima Vergine fece sapere a Juan qual’era la sua volontà: “Sappi e tieni presente che tu sei il più piccolo dei miei figli e Io sono la Vergine Maria, Madre del Dio Vero che dà la vita; del Creatore degli uomini ai quali sta sempre vicino, del Padrone del Cielo e Signore del mondo. Desidero vivamente che in questo luogo mi venga costruita una Chiesa, dove far vedere e dare tutto il mio amore, la mia pietà, il mio aiuto e la mia protezione; perchè io sono davvero la vostra Madre piena di compassione, tua e di tutti voi che vivete uniti in questa terra, e di tutti gli altri uomini che mi amano, m’invocano, mi cercano e confidano in me; qui raccoglierò le loro lacrime, consolerò la loro tristezza, avrò cura e porrò rimedio alle loro pene, miserie e ai loro dolori”.

Dopo di che, Nostra Signora gli ordinò di presentarsi al Vescovo Fra’ Juan de Zumárraga, per comunicargli il suo desiderio e concluse: “E sta sicuro che apprezzerò e ripagherò ciò che farai, perché ti renderò felice e meriti che io ricompensi il lavoro e la fatica che dovrai affrontare per far realizzare quello che ti ho chiesto. Hai udito bene il mio comando, figlio mio; va’ e mettici tutto il tuo impegno”.

Ma il buon indio non fu creduto quando rivelò al Prelato ciò che la Vergine gli aveva chiesto. E molto triste tornò alla valle di Tepeyac per riferire l’insuccesso della sua ambasciata e chiedere alla Vergine Santissima di inviare al posto suo qualcun altro che fosse all’altezza del compito: una persona importante e rispettata alla quale sicuramente avrebbero dato credito. Invece si sentì rispondere:

“Ascolta, figlio mio, tieni presente che sono molti i miei servitori e messaggeri ai quali avrei potuto affidare questo messaggio e che avrebbero obbedito, ma è stato deciso che proprio tu debba portare avanti questo compito e darti da fare per realizzare la mia volontà”.

Confortato e incoraggiato, Juan Diego offrì nuovamente la sua disponibilità a presentarsi al Vescovo e così fece il giorno dopo. Dopo essere stato interrogato, anche questa volta non fu creduto. Frate Juan gli chiese un segno sicuro per credere ch’era stato incaricato dalla Regina del Cielo. Juan Diego tornò di nuovo alla Vergine a Tepeyac per riferirLe com’era andato l’incontro con il Vescovo e la Signora gli promise che il giorno seguente gli avrebbe dato un segno inconfutabile.
Ma il giorno dopo, Juan Diego non si presentò dal Vescovo, perché tornando a casa quella sera trovò suo zio Bernardino morente. Cercò un medico, ma non c’era più niente da fare. Trascorse la giornata e alla sera suo zio chiese un sacerdote per confessarsi e morire in grazia. All’alba del martedì, Juan Diego si mise in cammino, e vicino al valico di Tepeyac, decise di girare al largo per non incontrare la Signora. Nella sua ingenuità pensava che se si fosse attardato con Lei non avrebbe fatto in tempo a cercare un sacerdote per suo zio.



Ma la Vergine, andandogli incontro, incominciò con lui un dialogo affascinante, trasmessoci con tutta la sua freschezza dal Nican Mopohua, dicendogli: “Che ti succede, figlio mio? Dove stai andando?


Juan Diego, confuso e pieno di timore, rispose al saluto, chiedendoLe: “Ragazza mia, piccola figlia mia, Signora mia, stai contenta. Come ti sei svegliata? Stai bene, o Signora mia e Ragazza mia?”.

E in tutta umiltà spiegò che aveva trascurato di eseguire l’incarico ricevuto. Dopo aver sentito il discorso di Juan Diego, la pietosissima Vergine rispose:

Non sono qui Io, tua Madre?
“Ascolta e ricordati, figlio mio, che quello che ti spaventa e ti affligge non conta; non si turbi il tuo cuore; non aver paura di questa malattia e di qualsiasi altra malattia o angustia. Non sono qui Io, tua Madre? Non sei forse sotto la mia ombra e protezione? Non sono io la tua salute? Non stai sul mio cuore e fra le mie braccia? Di che cos’altro hai bisogno?

Conosciamo lo svolgimento della storia: il miracolo delle rose fiorite in cima al valico che poste dalla Vergine nella cappa di Juan Diego furono portate a Fra’ Juan de Zumárraga, come prova delle apparizioni; e come, Juan Diego aprendo la sua rozza cappa, vi vide comparire la meravigliosa immagine, non dipinta da mano d’uomo, che ancora oggi si conserva e si venera.

Anche allo zio di Juan, che guarì miracolosamente, apparve la Vergine Santissima che gli chiese di andare anche lui a incontrare il Vescovo per rivelare quello che aveva visto e il modo miracoloso con cui era stato guarito; e che la sua benedetta immagine doveva essere chiamata la sempre Vergine Maria di Guadalupe.

Juan Diego visse fino a settanta quattro anni, dopo aver abitato quasi per tre lustri vicino alla prima cappella costruita per dare culto a Santa Maria di Guadalupe. Morì nel 1548, come il Vescovo Fra’ Juan de Zumárraga. Il 31 luglio del 2002 fu canonizzato.

In poco tempo la devozione alla Vergine di Guadalupe si estese prodigiosamente. Questa devozione così radicata nel popolo messicano costituisce un fenomeno senza paragoni; la sua immagine la si vede in tutti i luoghi e milioni sono i pellegrini che con grande fede depongono le loro intenzioni ai piedi dell’immagine miracolosa nella Villa di Città del Messico. In tutta l’America e in molti altri paesi del mondo si invoca con fervore Colei che per singolare privilegio, in nessun altro caso certificato, lasciò il suo ritratto come pegno del suo amore.




Madonna di Guadalupe, prega per noi

Vergine Immacolata di Guadalupe, 
Madre di Gesù e Madre nostra, 
vincitrice del peccato e nemica del Demonio,
Tu ti manifestasti sul colle Tepeyac in Messico 
all'umile e generoso contadino Giandiego. 
Sul suo mantello imprimesti la Tua dolce Immagine 
come segno della Tua presenza in mezzo al popolo 
e come garanzia che avresti ascoltato le sue preghiere 
e addolcito le sue sofferenze. 
Maria, Madre amabilissima, 
noi oggi ci offriamo a te e consacriamo 
per sempre al tuo Cuore Immacolato 
tutto quanto ci resta di questa vita, 
il nostro corpo con le sue miserie, 
la nostra anima con le sue debolezze, 
il nostro cuore con i suoi affanni e desidèri, 
le preghiere, le sofferenze, l'agonia. 
O Madre dolcissima, ricordati sempre dei tuoi figli. 
Se noi, vinti dallo sconforto e dalla tristezza, 
dal turbamento e dall'angoscia, 
dovessimo qualche volta dimenticarci di te, allora, 
Madre pietosa, per l'amore che porti a Gesù, 
ti chiediamo di proteggerci come figli tuoi 
e di non abbandonarci fino a quando non saremo giunti al porto sicuro, 
per gioire con Te, con tutti i Santi, 
nella visione beatifica del Padre. Amen. 
Salve Regina 



Madonna di Guadalupe, prega per noi





Santa Maria, 
che con il titolo di Nostra Signora di Guadalupe 
sei invocata come Madre dagli uomini e dalle donne 
del popolo del Messico e dell'America Latina, 
incoraggiati dall'amore che ci ispiri, 
riponiamo nuovamente nelle tue mani materne la nostra vita.

Tu che sei presente in questi giardini vaticani, 
regina nel cuore di tutte le madri del mondo 
e nel nostro cuore. 
Con grande speranza, a te ricorriamo e in te confidiamo.




Ave Maria, 
piena di grazia, 
il Signore è con te. 
Tu sei benedetta fra le donne 
e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù. 
Santa Maria, 
Madre di Dio, 
prega per noi peccatori, 
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.

Nostra Signora di Guadalupe 
prega per noi.

papa Benedetto XVI -11 Maggio 2005


Preghiere del Mattino


Atto di adorazione o Preghiera della mattina

Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questa notte.
Ti offro le azioni della giornata, fa' che siano tutte secondo la tua santa volontà e per la maggior Tua gloria. 

Preservami dal peccato e da ogni male.
La tua grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari. Così sia. 

 
Padre nostro

Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. 

Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen. 
 
Ave Maria

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. 

Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. 
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.

Gloria al Padre

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era in principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. 


Credo

Io credo in Dio Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spinto Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese all'inferno; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente, di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

Credo Apostolico

Credo in Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra. Ed in Gesù Cristo, Suo Figliolo Unigenito, Signor nostro, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocefisso, morì e fu sepolto. 

Discese agli inferi, il terzo giorno risuscitò dai morti, salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre Onnipotente. Di là ha da venire a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo, l’una, santa ed universale Chiesa cristiana, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione dei corpi, e la vita eterna. Amen.

Salve Regina

Salve, Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, noi esuli figli di Eva; a te ricorriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. 

Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi. 
E mostraci dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. 
O clemente, o pie, o dolce Vergine Maria. 

Angelo di Dio

Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen.

Atto di fede

Mio Dio, perché sei verità infallibile, credo fermamente tutto quello che Tu hai rivelato e la Santa Chiesa ci propone a credere. 

Ed espressamente credo in Te, unico vero Dio in tre persone uguali e distinte, Padre, Figlio e Spirito Santo. 
E credo in Gesù Cristo, figlio di Dio, incarnato e morto per noi, il quale darà a ciascuno, secondo i meriti, il premio o la pena eterna. 
Conforme a questa fede voglio sempre vivere. 
Signore accresci la mia fede.

Atto di speranza

Mio Dio, spero dalla tua bontà vostra, per le tue promesse e per i meriti di Gesù Cristo, nostro Salvatore, la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere, che io debbo e voglio fare. 

Signore, che io possa goderti in eterno.

Atto di carità

Mio Dio, ti amo con tutto il cuore sopra ogni cosa, perché sei Bene infinito e nostra eterna felicità; e per amor tuo amo il prossimo mio come me stesso, e perdono le offese ricevute. 

Signore, fa' ch'io vi ami sempre più.

Offerta della giornata a Maria Santissima

O Maria Madre del Verbo incarnato e Madre nostra dolcissima, siamo qui ai tuoi Piedi mentre sorge un nuovo giorno, un altro grande dono del Signore. Deponiamo nelle tue mani e nel tuo cuore tutto il nostro essere. 

Noi saremo tuoi nella volontà, nel pensiero, nel cuore, nel corpo. Tu forma in noi con materna bontà in questo giorno una vita nuova, la vita del tuo Gesù. Previeni e accompagna o Regina del Cielo, anche le nostre più piccole azioni con la tua ispirazione materna affinchè ogni cosa sia pura e accetta al momento del Sacrificio santo e immacolato. 
Rendici santi o Madre buona; santi come Gesù ci ha comandato, come il tuo cuore ci chiede e ardentemente desidera. Così sia.

Offerta della giornata al S. Cuore di Gesù

Cuore Divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio Eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno, in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria di Dio Padre. Amen.

Gesù, Giuseppe e Maria

Gesù Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l'anima mia. 

Gesù, Giuseppe e Maria, assistetemi nell'ultima agonia. 
Gesù, Giuseppe e Maria, spiri in pace con voi l'anima mia. Amen.

Ti benedico o Padre

Ti benedico o Padre, all'inizio di questo nuovo giorno. 

Accogli la mia lode e il mio grazie per il dono della vita e della fede. 
Con la forza del tuo Spirito guida i miei progetti e le mie azioni: fa che siano secondo la Tua volontà. 
Liberami dallo scoraggiamento davanti alle difficoltà e da ogni male. 
Rendimi attento alle esigenze degli altri. 
Proteggi con il tuo amore la mia famiglia. 
Così sia. 
















Buona giornata a tutti. :-)