Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

venerdì 31 marzo 2017

La Via Crucis al Colosseo con le meditazioni di Anne...

le meditazioni  Sono state preparate dalla biblista francese 

Anne-Marie Pelletier, docente di Sacra Scrittura ed Ermeneutica biblica




Via Crucis al Colosseo con le meditazioni di Anne-Marie Pelletier
Fondazione Ratzinger

Sono state preparate dalla biblista francese Anne-Marie Pelletier, docente di Sacra Scrittura ed Ermeneutica biblica, le meditazioni che saranno lette il prossimo 14 aprile, Venerdì Santo, durante il rito della Via Crucis presieduto da Papa Francesco al Colosseo.
La professoressa Pelletier, personalità di rilievo nel cattolicesimo francese contemporaneo, nel 2014 ha ricevuto il Premio Ratzinger.
La Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI, che ne ha alta stima, è molto lieta che proprio a lei sia stato affidato questo incarico così importante.
- Anne-Marie Pelletier: «Témoigner d’une vie chrétienne au féminin»
Conférence des évêques de France
- Le pape, le mariage et les “oui“ ou “non“ de l'Évangile 
La Vie
- I riconoscimenti a due biblisti. Per la prima volta a una donna il premio Ratzinger 
L'Osservatore Romano

«Il sogno e le delusioni di Dio»

PIETRE VIVE: 

 - Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - (video e testo)



S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
30 marzo 2017
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m. 


Papa Francesco:
Il sogno e le delusioni di Dio”

«Il sogno e le delusioni di Dio»: è stato proprio Papa Francesco a suggerire il titolo per la meditazione proposta nella messa celebrata giovedì mattina, 30 marzo, a Santa Marta. «Il passo del libro dell’Esodo che abbiamo sentito, che abbiamo ascoltato — ha detto all’inizio dell’omelia facendo riferimento alla prima lettura (32, 7-14) — possiamo chiamarlo, per dargli un titolo, “il sogno e le delusioni di Dio”». Perché, ha spiegato, «Dio ha sognato e alla fine resta deluso».

«Dio — ha spiegato il Pontefice — ha sognato un popolo e lo ha sognato dall’inizio, ha scelto un uomo, Abramo, lo ha fatto camminare per anni, e un giorno gli ha fatto vedere le stelle: “Guarda le stelle del cielo: così sarà il popolo, la tua discendenza, il mio popolo”». Ecco «il sogno di Dio: sognava perché amava». E «l’amore era tanto — è tanto anche oggi — che non poteva averlo per se stesso, era per darlo».

«Con tanta bontà» Dio «ha promesso questo popolo ad Abramo, già anziano, sposato con una donna sterile: “Tu avrai un figlio e questo figlio sarà la tua discendenza, numerosa come le stelle”. E così è successo». Poi, ha proseguito Francesco, «con gli anni, con i tempi, questo popolo divenne schiavo in Egitto e il Signore va e libera il popolo». E «lo libera e gli fa attraversare il mare come se fosse terra, perché amava e aveva questo desiderio per questo popolo». Insomma, «un padre che amava i suoi figli».

«Ma questo popolo era un popolo difficile» ha affermato il Papa. «In cammino verso la terra definitiva che lui voleva dargli, fece salire sul monte Mosè per dargli la Legge». E «Dio incomincia a sentire la delusione: “Scendi, va, scendi — dice a Mosè — perché il tuo popolo, e il mio popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto — che io ho fatto uscire con il tuo aiuto — si è pervertito”». Infatti, ha spiegato Francesco, «il popolo non ha avuto la pazienza di aspettare Dio, di aspettare quaranta giorni soltanto». Così ha finito addirittura per dire: “E questo Dio, ma... facciamocene un altro”». Allora, ha ricordato il Papa, «hanno fatto un vitello, lì: “E questo è dio, è per divertirsi, almeno per non annoiarsi”». E «si sono dimenticati di Dio che li ha salvati».

«Il profeta Baruc — ha fatto notare il Pontefice — ha una frase che dipinge bene questo popolo: “Vi siete dimenticati di chi vi ha allevato”». E proprio «dimenticare Dio che ci ha creato, che ci ha fatto crescere, che ci ha accompagnato nella vita: questa è la delusione di Dio».

«Tante volte nel Vangelo — ha affermato il Papa — Gesù nelle parabole parla di quell’uomo che fa una vigna e poi fallisce, perché gli operai vogliono prenderla per loro». Ma «nel cuore dell’uomo, sempre c’è questa inquietudine: non è soddisfatto di Dio, dell’amore fedele». E così «il cuore dell’uomo è sempre inclinato verso l’infedeltà: questa è la tentazione». Per questo, ha spiegato Francesco, «Dio, per mezzo di un profeta, rimprovera questo popolo così, che non ha costanza, non sa aspettare, si è pervertito, non ha tardato ad allontanarsi dalla via che “io avevo loro indicato”, si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: “Ecco il tuo dio”». Invece «l’altro, l’hanno dimenticato».

Ecco che Dio, «tramite il profeta, dice al cuore di questo popolo: “Voi state sempre cercando un altro dio”». Perché «il Signore quando parla, parla forte, e ci dice delle cose forti».

Qui «c’è la delusione di Dio: l’infedeltà del popolo», ha detto il Papa. E «anche noi — ha proseguito — siamo popolo di Dio e conosciamo bene come è il nostro cuore; e ogni giorno dobbiamo riprendere il cammino per non scivolare lentamente verso gli idoli, verso le fantasie, verso la mondanità, verso l’infedeltà».

Proprio in questa prospettiva, Francesco ha suggerito «che oggi ci farà bene pensare al Signore deluso: “Dimmi Signore, tu sei deluso di me?”. In qualcosa sì, sicuro». Ma è opportuno «pensare e fare questa domanda». Con la certezza che «lui ha un cuore tenero, un cuore di padre; ricordiamo quando Gesù vide Gerusalemme e pianse su di lei: “Gerusalemme, Gerusalemme, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come la chioccia raduna i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto”». Ma queste parole, ha insistito il Papa, il Signore le «dice a me, a te, a te, a te, a te, a tutti noi». Bisogna chiedersi allora: «Dio piange per me? Dio è deluso di me? Mi sono allontanato dal Signore?” — “No! Io vado tutte le domeniche a messa, ma, tutti i giorni”». E ancora: «Quanti idoli ho che non sono capace di togliermi di dosso, che mi schiavizzano?». Così si può riconoscere «quell’idolatria che abbiamo dentro», a causa della quale «Dio piange per me».

Alla luce di questo esame di coscienza, ha detto ancora il Pontefice, «pensiamo oggi a questa delusione di Dio, che ci ha fatto per l’amore», mentre «noi andiamo a cercare amore, benessere, divertimento in altre parti e non l’amore di lui: ci allontaniamo da questo Dio che ci ha allevati». E «questo è un pensiero di Quaresima: ci farà bene». Ma, ha avvertito, è un esercizio da fare «tutti i giorni, un piccolo esame di coscienza: “Signore, tu che hai avuto tanti sogni su di me, io so che mi sono allontanato, ma dimmi dove, come, per tornare». E «la sorpresa — ha assicurato Francesco — sarà che lui sempre ci aspetta, come il padre del figliol prodigo che lo vide venire da lontano perché lo aspettava».

Il Papa ha concluso la sua meditazione proponendo una «preghiera» da recitare «oggi e domani, tutti i giorni: “Signore, che non mi allontani da te. Aiutami. Che io abbia paura degli idoli e così possa servirti ed essere felice”: perché Dio ci vuole a tutti noi felici».

(fonte: L'Osservatore Romano)



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lunedì 27 marzo 2017

Marcel Proust “l’unico vero viaggio, non è andare verso nuovi paesaggi, ma avere altri occhi.”

E’ primavera! 

Ieri una giornata ricolma di sole, e la sera un bel temporale. Ma il ciliegio, fiorito interamente, ha resistito e i suoi fiori sono ancora lì in bella mostra ad incantarmi.
Tra una faccenda e l’altra ieri ho sbirciato la visita del papa a Milano. Mi sorprendevo ogni tanto a emozionarmi. Ma più che per il papa provavo commozione per un commento, uno sguardo, un’inquadratura. 
L’impressione che Francesco mi ha dato è quella di un uomo libero, libero di saltare di gioia quando vuole, come di immergersi nel mistero poco dopo, di sentirsi a casa in duomo e in carcere, di dar la mano a tutti e di non tralasciare i dimenticati, di entrare in casa di musulmani e bere un sorso di latte con loro, di chiedere umilmente una preghiera per se. Prenderò esempio, come lo prendo da Gesù nel vangelo odierno.
Contrariamente a tutti i personaggi che girano attorno al cieco guarito, Gesù non si preoccupa di sé e di quello che dicono e per questo è libero di fare l’unica cosa necessaria: guarire un uomo.
Mi piace Gesù che ci vede bene ma non giudica, ed ha come unico desiderio mettersi vicino a te per aiutarti a vedere ciò che tu non vedi. A Gesù non interessa chi ha ragione, chi ha sbagliato, di chi è la colpa, ma vede un cieco e si ferma, e lo aiuta a vedere: fa del fango sputando per terra e stende un petalo di fango sulle palpebre chiuse.
Per ricordare ad ognuno di noi ‘venuto alla luce’ che siamo una mescolanza di fango e di spirito, di terra e cielo!
Forse, come scrive Marcel Proust “l’unico vero viaggio, non è andare verso nuovi paesaggi, ma avere altri occhi.”
fra Giirgio Bonati

venerdì 24 marzo 2017

Kairos: Kiko Arguello e Carmen Hernandez: Il carisma del C...



Kiko Arguello e Carmen Hernandez:

 Il carisma del Cammino Neocatecumenale 

(Barcellona, settembre 2003, ESP.)

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Kairos: Kiko Arguello e Carmen Hernandez

INAUGURACIÓN DEL CURSO DEL SEMINARIO CONCILIAR DE BARCELONA
Septiembre de 2003

“LA EXPERIENCIA NEOCATECUMENAL”
POR KIKO ARGÜELLO


Canto de Entrada: “Y como es que la madre del Señor viene a mi”


Cardenal Ricardo Maria Carles-
En el nombre del Padre, del Hijo y del Espíritu Santo. Amén. Sed bienvenidos. Comenzamos con una plegaria que han preparado los dirigentes del Instituto. 

Oración-
Que Dios Padre fuente de Sabiduría, su Hijo hecho hombre, Cristo el Señor, y el Espíritu que nos conduce a conocer toda la Verdad estén con todos vosotros.

Y con tu Espíritu.


Estimados hermanos, por la misericordia de Dios nos hemos reunido para iniciar un nuevo curso sobre la bondad divina. Pedimos al Señor que esta nueva etapa de la vida del Instituto que hoy iniciamos, sea para nosotros escuela de profundización individual y de progreso en el conocimiento de la doctrina Evangélica. Oremos:

Señor, mira a tus fieles, que por tu gracia se disponen a iniciar un nuevo curso y desean ser debidamente instruidos en el estudio de los caminos del espíritu. Haz que todos los que durante el curso, que hoy iniciamos, sea para enseñar o aprender, busquen siempre la Verdad, y reconozcan que tu eres la fuente inagotable. Por Cristo nuestro Señor. Amén.


Lectura del Libro del Eclesiástico- 

Invocación al Espíritu Santo

Cardenal Ricardo Maria Carles-
Oremos hermanos al Padre, fuente de todo conocimiento, a su Hijo, Sabiduría Eterna, al Espíritu Santo, Luz santísima, que ilumina la inteligencia y pidámosle que nos asista durante el curso que hoy inauguramos:

Padre Pedro Farnés-
…Para que Dios fortalezca y aumente en Barcelona el número de las comunidades neocatecumenales, acreciente su fidelidad a la Iglesia y el celo de sus miembros en el anuncio de la Nueva Evangelización, y en su gran misericordia se acuerde de los iniciadores de este carisma Kiko Argüello y Carmen Hernández, Rogemos al Señor,

Te rogamos, óyenos.

Cardenal Ricard Maria Carles-
Señor Dios que hoy nos concedes inaugurar este nuevo curso, escucha nuestra oración, y haz que los que durante este año vengan aquí para enseñar o aprender, busquen siempre la Verdad, sigan fielmente las enseñanzas de la vida cristiana y te reconozcan a ti como fuente suprema de todo conocimiento, por Jesucristo Nuestro Señor. Amén.

Ahora el doctor Farnés leerá la memoria del curso 2002-2003 del Instituto de Teología espiritual.

Padre Pedro Farnés-
…Eminentísimo y reverendísimo señor Cardenal, Arzobispo de Barcelona, presidente del Instituto, excelentísimo y reverendísimo monseñor Juan Carrera, Obispo auxiliar de Barcelona, excelentísimo y reverendísimo monseñor Romá Casanova, Obispo de Vic, señores vocales directivos del Instituto, señores profesores y alumnos, señor Kiko Argüello, consultor del Concilio Pro-laicis, miembros de las comunidades neocatecumenales, señoras y señores.

…El segundo hecho que me parece oportuno subrayar es la presencia activa y destacada en este acto de Carmen Hernández y de Kiko Argüello, los dos fundadores de una de las realidades más vivas y más visibles de la Iglesia en nuestros días: Las comunidades neocatecumenales, presencia acompañada y rodeada como veis de numerosos miembros de estas comunidades. A ellos quisiera saludarles con especial afecto y darles la bienvenida más cordial en nombre del consejo directivo, de los profesores, y de los alumnos del Instituto y en nombre mío propio. 

Que nuestra institución docente acoja en su seno diocesano barcelonés a los iniciadores de las comunidades, y escuche el discurso inaugural de Kiko Argüello me parece significativo, sobretodo por dos hechos que muchos de vosotros posiblemente ignoráis y del que quisiera haceros participes. Nuestra Iglesia diocesana de Barcelona tiene un cierto derecho de alumbramiento y paternidad con referencia a las comunidades. Me explico. En Barcelona se sembraron algunas de las raíces de lo que posteriormente ha sido el árbol fecundo que la Sede Apostólica acaba de reconocer como árbol bueno y fructífero para el bien de toda la Iglesia Universal. 

Carmen, en efecto, inició sus primeros pasos en los ideales de anunciar a Cristo a quienes lo desconocen en la casa de las misioneras de Cristo Jesús que es ubicada en la calle princesa de nuestra ciudad. Este llamamiento después creció y se desarrolló por otros caminos que no es aquí el momento ni el tiempo puede permitir que lo explique. Pero entre los primeros pasos misioneros de la jovencita Carmen Hernández en Barcelona, y de su entrega radical al Evangelio de Jesús a través de las comunidades y aquellos primeros pasos no hay ruptura sino crecimiento, desarrollo y camino cada vez a más concreto. Barcelona, a la que hoy visita Carmen, es pues, en cierta manera, la cuna de su espíritu evangelizador. 

Kiko no recibió ciertamente como Carmen su primera vocación misionera en Barcelona, pero una vez nacidas las comunidades algunas de sus experiencias más primerizas de evangelización de su juventud tuvieron lugar en nuestra ciudad. Las comunidades catalanas más antiguas de Barcelona lo tienen todavía hoy como catequista propio, detalle este que no se da en otras Iglesias diocesanas. Si Barcelona, como he anunciado, es hasta cierto punto la madre de la vocación misionera de Carmen, Kiko ha de reconocer que en Barcelona fructificaron algunos de sus primeros frutos de evangelizadores. Los dos fundadores de las comunidades, por tanto, están relacionados generacionalmente con la Iglesia diocesana de Barcelona. Este es un motivo para alegrarnos hoy de la presencia de Carmen Hernández y de Kiko Argüello y de los numerosos miembros de las comunidades que los acompañan. 

Deseamos que vuestra participación en este acto sea significativo, de una relación ya antigua, pero que esperamos que también a través de nuestro Instituto de Teología crezca entre la Iglesia de Barcelona y las comunidades relación fructífera entre vuestro carisma lleno de fuego y entusiasmo cristiano, como tantas veces repetía el añorado Padre Fontdevila, y nuestro trabajo humilde y todavía llenos de dificultades, en nuestros ambientes descristianizados. Esperamos vuestra ayuda y os ofrecemos nuestra Institución docente tanto para que nos enseñéis vuestro admirable celo evangelizador, como para ofrecernos nuestras posibilidades de profundización del mensaje evangélico en nuestras clases y cursos.

El Padre Fontdevila repetía a veces, y con insistencia, perdón, me había dicho que convenía, que era incluso necesario… invitar a los responsables de las comunidades a dar algún curso en el Instituto sobre el carisma de las comunidades. A Barcelona, me decía con frecuencia, hoy tan fría respecto a Cristo y a la Iglesia y su Evangelio, le conviene saber de primera mano que son las comunidades, y escuchar el mensaje lleno de fuego de los neocatecumenales. No dudo que el Padre Fontdevila si estuviera hoy aquí presente se sentiría contento de participar en este acto y de escuchar la lección de Kiko Argüello.


***

Carmen Hernández-
Yo estoy contentísima de estar en Barcelona porque me recuerda cosas que he vivido aquí y quiero muchísimo a Barcelona, más que a Madrid…os lo digo con toda… (aplausos). Y luego diré la última frase… Quiero ajustar algunas cosas que ha dicho Farnés, que yo lo quiero muchísimo, es un genio…pero algunas cosas las dice mal. A mi no me ha venido la vocación misionera en la calle princesa, aunque yo en la calle princesa tengo muchísimos recuerdos, y en la diagonal, y en las ramblas, y en la calle Layetana, y en la Catedral, y en el museo Marés… ¡que para mi Barcelona se me hace vivo todo! porque he vivido la época muy importante de mi vida aquí. Porque yo, donde me ha venido la vocación es en Navarra, en Tudela, en el colegio de San Francisco Javier.

San Francisco Javier es para mi la cuna de mi vocación, y San Francisco Javier, como sabéis, en Tudela de Navarra nunca entraron ni salesianos ni dominicos, porque era el feudo de los jesuitas, y yo allí, desde pequeñita, he visto pasar misioneros de la China, de la India, de todo, y desde allí ha venido la idea más grande, que para mi era Jesucristo y la Evangelización. Y mi ideal era la Evangelización ya casi desde que tenía uso de razón…y así, pues a pesar de muchas cosas y tal…luego hemos ido a vivir a Madrid, mi padre, para que fuéramos a la Universidad, y no se que no se cuantos… y yo siempre me quería ir a las misiones. Ya a los catorce o quince años hasta casi me escapé de casa para irme a la India. Mi ideal era irme de misionera a la India, y después de muchos follones que sería largo, largo, largo contar, mi padre me dijo que no, me hizo hacer químicas y justo a los 21 años escapé de casa. Me escapé de casa ya para irme a las misiones. Y después de muchas aventuras me fui a Javier, y en Javier allí me prepararon para ir a la…estuve un año entero lavando ropa, otro con cerdos, con no se cuanto, porque nos preparaban así, para ser misioneras de Cristo Jesús. 

En aquellos tiempos era una cosa muy moderna, que no llevábamos ya ni hábitos ni nada, y era para las misiones… y si eso os lo cuento, es muy gracioso, las misioneras de Cristo Jesús, que no eran ni religiosas, ni instituo secular, ni nada, dependían directamente de propaganda Fide para las misiones, que nació en Pamplona con un misionero Jesuita que no pudo volver en la segunda guerra mundial al Japón, e hizo una serie de exposiciones sobre las misiones…se llamaba el padre Domenzai. Bueno, pues después, a muchas les hacían estudiar medicina para ir a las misiones al Congo, al tal y cual, y yo como tenía ya químicas me hicieron estudiar teología, y me metieron tres años de teología con todo Santo Tomás y con profesores muy buenos, que era el Padre Sauras y compañía, que era lo mejor que ha tenido…así conocí a los dominicos, y tal y cual, y tengo que agradecer mucho a los salesianos por el arzobispo de Valencia, Don Marcelino Olaechea Olaizaga, que era un vasco, nació de familia obrera, arzobispo, que era verdaderamente fantástico y maravilloso… Don Marcelino Olaechea Olaizaga, que es el que fundó todo esto, lo realizó y lo preparó. 

Y ya por fin me destinaron a la India, y fui a Inglaterra, a Londres. Allí teníamos que ir, porque no se podía entrar con el common welth en la India, si no se estaba primero en Inglaterra, y además para aprender inglés… y allí estuve un tiempo yo en Inglaterra, cuando de repente… para hacerlo breve… cuando ya estaba a punto de llegar a la India, a Admelabad, que tenía yo la destinación, en lugar de ir a la India me trajo Dios a Barcelona. Año 62, que ya somos muy viejos aquí… a princesa número 11, me parece, o 51, no me acuerdo, en la calle princesa. Y allí estaba monseñor Farnés, que le digo yo, joven y guapo, ¡que venía de París con todo el Concilio ya en la mano! y allí daba el unas conferencias de liturgia y todo, pero con el Concilio en mano. 

Y yo allí, en Barcelona, he pasado la Kénosis más grande de mi vida, verdaderamente viví getsemaní, en que…yo me iba al museo Marés y veía los crucifijos… cómo en los crucifijos del museo Marés, que son fantásticos, que reinan sobre la cruz, y condenado en nombre de la ley, que él había establecido…sería muy largo contar todo este follón, pero allí ya a través de Farnés que ya tenía yo todas las teologías de Santo Tomás y toda la renovación del Concilio. Y es la primera vez que en la Eucaristía… que yo no dejaba una misa ni viva ni muerta, ni una comunión diaria… he estado con mi padre en casablanca, en rabat, que es difícil encontrar una misa, y yo siempre encontraba la misa para comulgar, que eso me ha librado a mi en la Universidad de tantos follones de muchachos y de follones…con la idea de ser misionera. Y por fin…pero siempre para mi era recibir a Jesucristo y lanzarte a lo que quieras, pero recibir a Jesucristo en mi corazón y tal…

Con Farnés descubrí yo todo el misterio de la Pascua, en que hay que entrar en la muerte con Cristo para resucitar con él, que es todo el Concilio Vaticano II y de lo que vivís todos los comunitarios que estáis aquí. Del pan y del vino. Osea, que el que come mi carne y bebe mi sangre tiene la vida eterna y yo lo resucitaré en el último día. Es el pan que se parte…y digo, mucha gente ha escuchado a Farnés y no han entendido, ¿y porque escuché yo? porque estaba en una Kénosis muy grande de muerte, en getsemaní, entonces descubrí la renovación del Concilio. La primera Pascua de verdad que yo he vivido como Pascua verdadera con toda la renovación litúrgica del Concilio ha sido aquí, en la catedral de Barcelona, con la candela y con todo…Y por eso yo quiero muchísimo a Farnés y yo digo: “El Camino Neocatecumenal ha nacido en Barcelona” y no en las barracas del Kiko Argüello (aplausos).

Como sería largo contar tantas aventuras… yo he trabajado, he vivido en las casas baratas de casa antúnez, antes de que Kiko iniciara sus barracas de Madrid, y tengo muchas experiencias…yo quería fundar una cosa con unas compañeras. Entre ellas una era una fraga, esa que ha atacado luego a su hermano, y otras, y quería hacer una cosa…He trabajado en canales y pérez, he vivido entre los pobres, y ya llevábamos una renovación completa a un espíritu nuevo… y Dios permitió una serie de cosas que yo…tuvimos una reunión en poblet para embarcarnos, no ya a la India, sino a América, y nos ayudaba mucho el Arzobispo, este Don Marcelino Olaechea, y era para ir a Oruro, y éramos cuatro, y una se fue a Oruro, yo dije que antes de embarcarme para allí, yo que tenía mucho amor a las Escrituras, quería ir a Palestina, a Israel, y así me fui a Israel. Y cuando volví las otras dos ya no se querían embarcar, se habían ido a Madrid, que era el último sitio donde yo quería ir, a Madrid, porque estaba mi familia que me perseguía otra vez por todos los lados, y la otra se había embarcado a América, que su madre casi me mata, y yo estuve en Madrid que no sabía donde ir…

Por eso acabé con el Kiko Argüello, que trabajaba con una hermana mía; Y le dijo: “esa es tan mesianista como tu”, y así fui a las barracas de Madrid porque no tenía donde ir…pero a cogerlo a él para llevarlo a América…y resulta que, lo que le digo yo, ¡estuve tres años enteros para convencerle de que Jesucristo había resucitado de entre los muertos! porque era un cursillista que estaba nada más en la pasión, y en el moralismo de eso, aunque él como artista nunca ha sido moralista, pero…y así ha nacido el Camino Neocatecumenal en Barcelona por el Concilio Vaticano II traído por Mosén Farnés.

(aplausos)

Cardenal Ricard Maria Carles-
Después de las aclaraciones y rectificaciones, Carmen, gracias, y a la doble mención cariñosa al que fue mi Arzobispo en Valencia toda mi vida sacerdotal, Don Marcelino Olaechea Olaizaga, pues ya va a dirigiros la palabra Kiko Argüello.


Kiko Argüello-
Bueno, pues yo también puedo puntualizar algo, ¿eh Carmen?...dice Carmen, puntualiza y nos pegamos…Carmen, estamos en un acto académico, por favor…Bueno, vamos a ver. Espero poder, no voy a ser largo, porque estáis aquí…espero…hace calor. Bueno, doy las gracias al Padre Farnés, que yo no le puedo negar nada, ¿eh?, aunque no tenía ningunas ganas de venir. Estoy cansadísimo, venimos ahora de una convivencia hecha en Murcia con todos los primeros catequistas y estamos sin parar. Llevamos todo el mes…hemos tenido las convivencias en Roma con todos los rectores de los Seminarios, de todos los nuevos aspirantes que entran en el Seminario…han nacido cuatro Seminarios nuevos, después hemos tenido…etc, estamos…pero bien, ¿Cómo le voy a negar yo al padre Farnés que nos ha invitado a este acto? y a su Eminencia, el señor Cardenal. ¿Porque? Pues yo también quiero puntualizar algo. 

Para entender un poco, aunque aquí hay mucha gente del Camino, muchos… y me alegra ver tantos jóvenes, también habrá algún hermano a lo mejor que ha venido por curiosidad, y quiere saber un poco que es esto y como funciona. Estos son los Estatutos del Camino Neocatecumenal, como sabéis, que han sido aprobados por la Santa Sede. Yo, en la introducción que hago, muy breve, nombro al Papa Juan XXIII, al beato ¿no?, ¿es ya beato? Juan XXIII, porque el Papa Juan XXIII en la constitución apostólica Humanae Salutis de 1961 con la que convocó el Concilio exhorta y dice: “La Iglesia hoy asiste a una gravísima crisis, que se está…en acto constante en nuestra sociedad; mientras que la humanidad se encuentra en el umbral de una nueva era, desafíos de una gravedad inmensa esperan a la Iglesia, tanto como en las épocas más trágicas de su historia. De hecho, se trata de poner en contacto con la energía vivificante y divina del Evangelio el mundo moderno” 

Estas palabras son enormemente proféticas, para lo que él esto lo dice porqué se ha hecho un Concilio en la Iglesia. Después el Espíritu Santo que anima y guía a la Iglesia, para responder a esta grave crisis que hoy está presente entorno a nosotros, ¿pues que ha hecho?…pues un Concilio, donde ha hecho: el establecimiento de la Palabra de Dios, que es la “Dei Verbum”, ha hecho la reforma de la Liturgia, ha reformado la liturgia, “Sacrosantum Concilium”, ha hecho una nueva eclesiología de la Iglesia, como cuerpo y sacramento de salvación, “Lumen Gentium”, y todo ello en función de su misión al mundo, “Gaudium et spes”. 

El problema es uno solo, porque los Concilios acaban, y al final acaban libros en una biblioteca, ¡cómo llevar el Concilio a la Iglesia! pues si Dios no suscita realidades eclesiales o gente, o santos, o lo que queráis, o carismas, es imposible llevar el Concilio. Eso se puede ver en Trento. Después de Trento, la cantidad…sino, sin los jesuitas no se hubiera… y tantas otras realidades…Santa Teresa, todas, la…etc. Pues ¿el Camino que es? pues es una…algo que Dios ha suscitado para que podamos llevar a las diócesis y a las parroquias el Concilio, la renovación del Concilio Vaticano II, para que la Iglesia pueda responder a una grave crisis como una de las épocas más graves de su historia. 

¡Europa está apostatando su fe! y Barcelona ¡también! porque está dentro de Europa; y Madrid también. Es sorprendente…fijaros, ¡en Francia el 50% de los franceses hoy está sin bautizar! Hace seis meses, comiendo con el Nuncio, que es amigo nuestro, de París, decía, ¡y no solamente eso! no solamente eso… ¡sino que la última estadística demuestra que solamente llevan a hacer catecismo el 30% de los niños! de cada 100 niños, 70, no tiene ninguna relación con nada de la Iglesia…ni primera comunión, ni nada…Dicho por el nuncio apostólico de París. El otro día, hablando con el Cardenal Rouco, me dice, pues aquí no está peor…voy a visitar una, voy a visitar una, el Cardenal Rouco dice: voy a visitar una parroquia, una guardería de una parroquia, y niños de siete y ocho años, pequeños, y me dice un niño, ¿y eso qué es? y me señala la cruz…y entonces cogió y les dijo a los niños, ¿sabéis que es esto? nadie lo sabía, ¡ningún niño! ¡Niños, de hijos de familias de la parroquia!…

Osea, no nos engañamos. Ha habido un Concilio, el Espíritu Santo que conocía que iba a cambiar la sociedad, iba a cambiar toda la sociedad, iba a aparecer una cosa que se llama hoy la globalización, iba a cambiar…yo no lo digo esto en sentido negativo, no es un sentido…estamos pasando de una sociedad a otra, pero a nuestro alrededor aparecen los paganos, estamos ya en medio de paganos, a los cuales tenemos que anunciar el Evangelio. Yo voy a decir una cosa sobre, ya que estamos en Barcelona, sobre esto que ha dicho Carmen, y por eso os decía que no le puedo negar nada a Farnés. Os digo unas notas. Yo hablo como un… soy un pintor, y hablo así. 

Sabéis que yo soy nacido en León, hablo rápidamente… nacido en León, mi padre es abogado, soy el hijo mayor de cuatro hermanos, después de dos años mis padres se vienen a Madrid, mi padre ganó unas oposiciones en el ministerio de Justicia, y me llevan a un colegio, me enseñan religión como a todos los niños, pero…como, cuando entro en la universidad, en Bellas artes, ya sabéis lo que es Bellas Artes… pues un ambiente ateo, todo de izquierdas, todo comunistas, todo un follón…entro en crisis con mi propia fe, ¡porque el vestido de primera comunión que me habían dado en el colegio y en la parroquia era pequeñito para toda la problemática que tenía planteada como joven y sobretodo en Bellas Artes! Así que rápidamente me lo quité, ese vestido de primera comunión, y lo tiré, y entré en crisis radical. A través de un grupo de teatro que teníamos en Bellas Artes empecé…conocí el teatro de Jean Paul Sartre, y conocí la filosofía de Sartre. 

Entonces yo me preguntaba ¿Qué es la vida, quien soy yo, quien me ha creado?, etc ¿no? Entré en unas crisis muy profunda y encontré en Sastre una respuesta: “el absurdo de mi existencia”, que yo tenía que aceptar con valentía que yo no había existido, que hoy existía, y que mañana tenía que…dejaría de existir, sin tener que inventarme ningún consuelo en ningún cielo, ni ninguna cosa de ese tipo. Intenté vivir con honestidad esto, pero sabéis que, sin embargo, el Señor me estaba esperando, porque me dieron un premio extraordinario nacional de pintura. Salí en la televisión, en el nodo, empecé a ganar dinero, y me quedé sorprendido al darme cuenta que no me dio…que esto, tener dinero, tener fama, en esos momentos ¡no me daba absolutamente nada! Osea, que el sentido de mi existencia se me estaba apagando.

Mis amigos comunistas me invitaban a ser comunista, y yo les decía: pues, mira, yo tengo un sentido de justicia dentro tan grande que no soporto vuestro paraíso comunista, si no dais una respuesta a la injusticia de la historia… es más, me gustaría que el día que lleguéis a triunfar en ese paraíso comunista pondría una bomba, porque os considero unos burgueses totales, sino respondéis a los negros que cogieron de África y murieron en unas bodegas allí, aplastados y hacinados. Osea, porque o justicia para todos o no hay justicia…etc, yo intentaba…Dios a cada uno nos llama de una forma. En aquel momento, ya lo he contado alguna vez, Dios tuvo misericordia de mi, porque llegué a una situación en la cual me daba cuenta que como nada absolutamente me satisfacía mi final iba a ser matarme, cuando ya no pudiera vivir más, puesto que el arte se me había hecho cenizas. 

Yo me quedaba sorprendido cuando la gente vivía…pero, la gente ¿cómo puede vivir tranquilamente, sin saber quien le ha creado, porque vivimos, quienes estamos, si estamos solos?…me di cuenta que la gente vivía, y basta…y a lo mejor yo soy un narcisista, uno que se pregunta demasiado las cosas…bien. En este, en este…pero, curiosamente, es cómo si el cielo se me hubiera cerrado totalmente de cemento, y me encontrara como en una cloaca. Curioso, vivía la vida de esa forma…y en esta situación, pues, algo me ayudó. Yo leía mucho, etc. Hay un filósofo que se llama Bergson, es hebreo, que dice que “la intuición es un medio de conocimiento a la verdad más importante que la razón”. Yo dije, ¿si fuera…si esto fuera cierto? La intuición es un medio para alcanzar la verdad, más penetrante, es un instrumento, más idóneo que la razón. Y me di cuenta, de pronto, que, efectivamente, algo en mi interior me decía que el absurdo total en el que yo quería encerrar racionalmente toda mi existencia, la existencia de todos los seres, no…algo de mi, de mi intuición, no estaba de acuerdo. La belleza de un árbol, o de…algo me decía que no, que tenía que haber una razón, porque etc. 

Esto comenzó, digamos…se abrió una brecha en mi ateismo, en mi existencialismo. De ahí…si existe Dios…pues pasé a convocar a Dios, a llamarlo etc. Y el Señor me ayudó. Tuve una experiencia de Jesucristo profunda, que me dejó sorprendidísimo, porque me acuerdo que estaba…que lloraba, me salían lágrimas, y yo decía ¿Por qué lloro? lloraba, lloraba, como a chorros, ¿Por qué? …pues lloraba por una razón muy sencilla: Porque…te digo, es como a un condenado a muerte que está aterrorizado que lo van a matar, y en el mismo momento que van a decir ¡fuego! le quitan la venda y le dicen “estas libre”. Porque para mi, el hecho de que existe Dios o no existe, ¡era una cuestión de vida o de muerte!, ¡¡de vida o de muerte!!...¡Si Dios no existe de verdad…! ¡¡de verdad Dios no existe!! ¡pensadlo un momento! ¿estamos solos, radicalmente, solos en el universo? ¿eso todo es una causalidad? ¡¡¿no hay nada?!!

Bien, pues yo me encontré con que alguien, dentro de mi…¡porque yo quería creer! y en un momento, que me di cuenta, que antes de matarme ¡¡quería creer!! En Bellas Artes tenía un sacerdote, con la sotana…en mi curso, que pintaba. Fui a hablar con el…¡me soltó unos rollos! que me parecían todo pamplinas, ¡pamplinas!…Me di cuenta que creer no era una cosa mía. ¿Por qué me parecían todo estupideces lo que decía el cura ese? me di cuenta…Osea, yo quería creer, porque no era solamente creer racionalmente, era algo más profundo. Pues en ese encuentro con Jesucristo, dentro de mi, se dio algo, ¿Qué se dio? dice San Pablo que el Espíritu de Cristo da testimonio a nuestro espíritu. Y recibí un testimonio, ¡Dios existía! ¡¡Existía!! pero no como que yo me lo creía, ¡no como una cosa racional!, ¡Una certitud más profunda que la razón! ¡Más real que la razón! ¡¡Era la Fe!! ¡Cómo un don que viene de Dios! El Espíritu de Cristo que da…y te da testimonio, no solamente de que Dios te ama, sino de que eres hijo de Dios, ¡Que Dios es Padre!. 

Esto para mi fue una sorpresa tan grande que me quedé sobrecogido, pero me quedé…lloraba de alegría, Dios…si Dios es…¡yo soy! ¡yo soy! He surgido a la vida. Y me fui al primer cura que encontré y le dije que quería ser cristiano…ah, una cosa importante. Me quedé sorprendido al descubrir que el Dios que yo sentía adentro no era el dios de Buda, sino que era Jesucristo, el Dios que me había enseñado mi madre, reconocía en él…y me fui a la Iglesia Católica, porque yo estaba dispuesto a hacerme budista, protestante, lo que os de la gana. Y fui a un cura y le dije que quería ser cristiano, y me dice sorprendido, ¿cómo? ¿usted no está bautizado?…digo, si, si, estoy bautizado. Entonces ¿que quiere usted, qué le confiese?…no, padre, yo quiero ser…Yo me daba cuenta de que dada la circunstancia social en que yo me envolvía, todos mis amigos artistas, todos ateos y tal…yo no tenía una formación cristiana auténtica, tenía unos rudimentos estúpidos en muchas cosas, ¡que no valían! Entonces me dijo que…no sabía que hacer conmigo. Hacer cristiano no basta hablar con una persona. Entonces me invitó a un Cursillo de cristiandad. Yo estaba dispuesto a obedecer a lo que me dijeran; yo quería hacerme cristiano, quería hacer una iniciación cristiana, quería que me iniciaran al cristianismo, y de alguna manera los Cursillos me ayudó; Primero porque me quitó muchos prejuicios contra la Iglesia…¡los tenía todos!, contra los curas, contra el Vaticano, contra las riquezas…todo lo que queráis, lo que tienen todos los jóvenes…Me los quitaron bastante, y me permitieron ya…me despejaron. 

Después me invitaron a la escuela de profesores de Cursillos, que había un cura muy inteligente que conocía mucho la Escritura y que me puso en manos de la Escritura. Y me mandaron a hacer Cursillos. He dado el primer cursillo de Ceuta, en Cáceres, en…para empezar en España como profesor de Cursillos. Después ya cambió mi pintura, y comencé a hacer pintura religiosa, y fundé un grupo de arte sacro, con arquitectos y escultores, para renovar el arte sacro, que se llamó “gremio 62”. El ministerio de relaciones culturales, les hicimos una muestra en Madrid importantísima…después nos invitaron a hacer exposiciones en París, en Francia, en Holanda…y comencé mi vida, mi camino como artista cristiano, digámoslo así, aunque había poquísimos…No, no cuento toda mi vida. ¿Os habéis aburrido ya? ¿eh? No, voy a ir…Estoy queriendo acercarme a Farnés, un momento…He cogido un poquito así porque sino digo una…eh. Ya me has interrumpido Carmen, ya no se por donde voy…Me interrumpe siempre, bueno… ¿eh? Bueno, después de esto…Bien, al mismo tiempo que esto, tengo un acto, tengo un acontecimiento, como Dios ha construido con Carmen, con el Padre Farnés, conmigo, con muchos de vosotros, y con todas las comunidades que han empezado, ha construido estos Estatutos, que hoy el Papa los presenta a toda la Iglesia. Aquí está vuestra vida, metida, y tantos encuentros como hemos tenido, tantos escrutinios, sufrimientos…(habla Carmen)… Si, bueno, dice que me hizo venir, haciendo autostop, a Barcelona. Al mismo tiempo que esto, Dios me iba a esperar en otro sitio; Y es que yendo unas Navidades a casa de mis padres… yo tenía un estudio con unos pintores, un escultor, un estudio cerca de la plaza España en Madrid; Y que voy una Navidad a comer a mi casa, a casa de mis padres, a celebrar la Nochebuena con ellos, y la mujer de…la mujer de servicio, la cocinera, yo que estaba tan contento de celebrar la noche… cenar la cena de la nochebuena… cuando entro en la cocina y me encuentro a esta señora, señora ya mayor, llorando. Y yo, ¿Qué le pasa, que le pasa? y tal, y me comienza a contar una…me abre un mundo…su marido era un alcohólico, a su hijo lo iban a meter en la cárcel etc. Todo un follón. Y me quedé sobrecogido de lo que me contó. Y me dijo si podía ayudar a su marido. 

Entonces yo me fui a su sitio, a donde él vivía, y me encuentro que vivía en un barrio de chabolas, infecto, horrible, con unos chamizos, nueve niños pequeñitos, el marido era un barrendero que después de volver venía borracho a casa, con un palo. Bueno, hacía unas barbaridades terribles. Entonces yo hablé con el marido y me lo llevé a Cursillos, a este, a este alcoholizado. Y me vio allí predicar y se quedó boquiabierto… pero le duró los Cursillos cinco días. Estuvo cinco días sin beber, al quinto…borrachera, y que quería matar al hijo, y total, que entonces, esta señora me llamaba a todas horas. Ay, ayyy, que va a matar a mi hijo, que no se qué…Total, que me pasaba la vida con sobresaltos, esta pobre señora. Al final comprendí ¿y si Dios me está diciendo que me venga a vivir con esta…? porque a la única persona que este señor hacía caso era a mi, y cuando yo llegaba se calmaba, de su violencia exacerbada, porque estaban a punto de matarse, que tenía ya un hijo mayor y con los cuchillos, y allí…la policía, bueno, un follón. 

Total, que pensé que quizás Dios quería que me fuera a vivir allí, y me fui a vivir allí. Dormía en una cocinita allí con tres gatos, con un catre mugriento, y allí me estaba esperando Dios…Esto antes de las barracas. Esto es histórico, eh, antes de las barracas. En aquel ambiente, que había en aquel sitio, me encontré, hice una, me encontré con una sorpresa, y es que había muchísima gente en torno, en aquel ambiente, que estaban marcados por el sufrimiento, por la cruz de Cristo. Yo, como cuando era existencialista, digamos así, había leído un escritor que se llama Camus… escribe un libro que se llama “la peste”, donde la tesis de la peste de Camus es “el sufrimiento de los inocentes”. Pues yo allí me encontré con gente inocente que estaba llevando la cruz más pesada con…una mujer que tenía la enfermedad de Parkinson y había sido abandonada por el marido, su hijo la pegaba, estaba…Iba, la ponían en una esquina y allí a pedir limosna. Yo la miraba y decía… ¿Pero qué ha hecho esta mujer?, ¿y yo? Esta, la Berta, esta mujer con la que yo vivía en la casa había sido violada, había sido…bueno, ¡¡un mundo!!, allí había, un mundo…¡atroz! ¡¡atroz!! que me quedé sobrecogido, ¡me encontré con Cristo crucificado hoy! ¡hoy! en tantísima gente. Porque frente a esto, o te haces un revolucionario, pegas una patada a todo, y coges una metralleta… o te pones de rodillas ante Cristo crucificado. Pues yo, el Señor, por su misericordia, por eso dice Carmen que yo encontré “El Siervo de Yavhé”… Osea, esto es una pieza importante en el Catecumenado actual: el “Siervo de Yavhé”. Pero yo lo vi encarnado. Después me llamaron a hacer el servicio militar y estuve en África…total. Yo ya, esta experiencia que tuve un año vivendo allí con aquella familia, con aquella gente, me había marcado de tal manera que pensé: No soy capaz de volver al mundo, las exposiciones, la pintura…Digo: ¿pero para que sirve hacer templos bonitos o modernos y tal si el pueblo está abandonado y tal, y la gente no está educada en la fe?

Después pensé: si mañana viene Jesucristo, en la segunda venida, ¿sabéis donde quiero que me encuentre? a los pies de Cristo crucificado en los últimos de la tierra. Eso así lo pensé. Porque hay una presencia de Cristo en las especies eucarísticas, ¿verdad? pues hay también una presencia de Cristo muy real en aquellas personas que han sido marcadas por la cruz, pues por una chica que la violaron, por uno que su padre un alcoholizado y no…hay gente que está marcada, que lleva una cruz sobre su vida, terrible, que lo está, que lo está…Decía Sastre “hay del hombre cuyo dedo de Dios lo aplaste contra la muralla”, “Hay del hombre cuyo dedo de Dios aplaste contra el muro”. 

Cuando volví de África… yo conocía a la hermana de Carmen, que había estado en un instituto religioso que se llama Villa Teresita, que se dedicaban a prostitutas… Yo pensaba entonces, antes de irme a las barracas, que había que descender a las catacumbas sociales, había que ayudar allí a tanta gente homosexual, gente que está hecha polvo, hay gente medio loca, un mundo…un sustrato social que había también que descender, que anunciarles a Cristo. Total, y por eso conocí a Carmen. Y me decía siempre Pilar, tienes que conocer…tengo una hermana que es como tu, peor que tu, me decía…Bueno. Total, que cuando yo volví de África ya decidí, Dios me estaba acosando, no me dejaba respirar el Señor, me tenía que ir a vivir a las barracas. No penséis que es fácil dejarlo todo y de pronto marcharte allí…Y al final encontré en palomeras, en Madrid, había una barraca que habían abandonado unos que venían del sur, que se habían hecho una chabola…era esta, el ambiente que había allí.

Y, rápidamente, la gente de aquel ambiente empezó a preguntarme…Yo llevaba la barba y se daban cuenta que hablaba distinto y no sabían quien es ese, no. Se preguntaban quien es ese… Uno decía que era uno que había hecho una promesa a Dios, porque iba siempre con la Biblia. Otros decían que yo era un protestante, porque llevaba siempre la Biblia…Total, que los vecinos comenzaron a acercarse; los gitanos sobretodo por la guitarra, y entraban a allí, chan, chan, y le pegaban al flamenco, y no se que no se cuantos…Total, que poco a poco se empezó a formar un grupo allí que me…y…espera, entonces yo allí me fui…Todos eran analfabetos, casi todos. Ni para enseñar a leer, ni para evangelizar, ni para enseñar a Jesucristo. Me fui como Charles de Foucauld… ¡ah! porque no he contado que en todo este encuentro, antes de irme a las barracas, tuve una beca de la fundación Marx, con un dominico y con unos arquitectos, un catalán, arquitecto muy importante y otro vasco, para estudiar los puntos de contacto entre el arte protestante y el arte católico, mirando al Concilio. Era el año 61, me parece, eh, y nos fuimos a estudiar… Empezamos, subimos por Francia estudiando a Le corbusier, a longchamp, a latourrel…Después fuimos a estudiar a albaralto, los grandes arquitectos y toda la reforma litúrgica. Vimos en Alemania toda la reforma litúrgica que estaba haciendo la Iglesia etc. Y antes de este viaje nos fuimos a preparar para este viaje a los monegros, donde estaban los pequeños, los hermanitos de Foucauld. Y allí conocí al padre Voillaume, fundador de los hermanitos de Foucauld, que tenía 70 profesos que iban a ordenar sacerdotes, estaban en el desierto de los Monearos que está en Zaragoza. Me fui tres días a una gruta, a la gruta de San Pancracio que le llamaban. Estuve tres días ayunando allí en la gruta, y me leí la vida de Foucauld y los escritos de Voillaume. Y me quedé profundamente impresionado, porque antes había querido ser monje, monje Jerónimo, hoy es San Jerónimo, que me estará ayudando, San Jerónimo. He querido ser monje jerónimo en el Parral, y no me he metido jerónimo porque mi director espiritual me dijo párate, ¡párate! y le obedecí. Y aquí estoy, sino estaría en el monasterio. 

Pues, entonces, cuento una cosa que nunca he contado, así que será por el ambiente de Barcelona, entonces…lo que iba a decir…no se que estaba diciendo…Entonces, Foucauld, que se puso en la vida oculta de la Familia de Nazaret, en la vida del silencio, me daba la fórmula, ¡me dio la fórmula!, me voy a vivir entre los pobres como Foucauld, etc, No me voy a ir a vivir, estoy hablando de lo que pasó antes en este viaje que hice por allí, y por eso me fui a vivir allí con los pobres en esta actitud, de considerarme que yo era indigno de estar frente a una persona pues que lleva una cruz grandísima, que está marcado por el sufrimiento, que, que la han violado, que la han pegado, que no se qué, que está hecho polvo…Pues yo me pongo ahí, a los pies de él, diciendo pues que yo reconozco en ti que tienes…que Dios te ha elegido para que lleves con su hijo la cruz que…etc, Osea, fui con esta actitud.

Yo pensaba así…luego Dios tenía otro plan, otro plan…Y es que rápidamente la gente…yo no quería predicar. Me pedían que les predicara a Jesucristo, los del barrio. Por ejemplo, un día se me acerca un gitano que me dice que qué dice Dios, uno que sabía leer y escribir, que qué decía Dios de eso del enemigo, de las peleas…y le leí el Sermón de la Montaña: “si alguno te abofetea la mejilla derecha preséntale la izquierda”, y se quedó boquiabierto, dijo que eso era…no lo había oído en su vida; Entonces le dejé las florecillas de San Francisco, se las leyó y ya nos hicimos amigos. Un día este me llama y me dice: ven a mi, abajo había una gruta y estaba todo lleno de gitanos, me hace entrar en la gruta, todo así, oscuro, no se veía nada porque eran todos oscuros, entiendes, y me dice: ¡Oye, háblales!, ésta es toda mi familia, aquí están…eran 15 hermanos, mis tíos, mis…todo, todo el clan. Y me dice: ¡háblales!, ¡háblales de Jesucristo! Y yo, ¿pero que les voy a hablar yo de Jesucristo, sino tengo ni idea? Osea, Dios nos lleva a un sitio donde son gitanos que tienen una…que no soportan la conceptualización. Un gitano que no sabe leer ni escribir no le puedes soltar una conferencia sobre el Adán y Eva y sobre la religión, ¡porque no te escuchan! Tienen, osea, que Dios…yo estaba muy preocupado cómo predicar…porque me pedían que les predicara a Jesucristo. Los rollos de Cursillos a los gitanos ¡no servían! los rollos esos…

Me lleva allí, para… por ejemplo, y empiezo a hablar. No se que les solté, que les contaba, porque yo no quería, y de pronto se levanta la madre de este gitano, con unas faldas así…una señora, la matrona, y me dice: “¿usted lo ha visto?” yo: “¿Cómo?” …ya me interrumpió “¿Usted lo ha visto? una mano en el cielo hay”, dice, “pero yo la única cosa que se es que mi padre se murió y no ha vuelto más a casa. ¡Cuando usted vea un muerto que viene del cementerio yo le escucho! ¡Así que como usted no ha visto ese muerto, vámonos!” y se levantaron todas las mujeres y se acabó la reunión…¡se acabó la reunión!…Pero yo ese mismo día, fijaros cómo el Señor nos ayuda, ese mismo día me había estado leyendo, porque yo decía: ¿cómo predicaban el Kerygma? o entonces no se llamaba ni Kerygma, esto de… ¿entendéis? ¿Cómo se predicaba? ¿Cómo predicaban los Apóstoles? ¡No soltarían conferencias! y me encontré un texto muy interesante: el gobernador Festo le dice al rey Agripa: “tengo un prisionero que me gustaría que escucharas, ¡habla de un muerto que dice que vive!” Osea, que de todas las charlas que ha tenido Pablo con Festo, la única cosa que se le ha quedado a este pagano es que lo que Pablo hablaba es de ¡un muerto que ha venido del cementerio!, ¡Exactamente lo mismo que me pedía esta gitana! 

Entonces ahí como Dios nos fue…Osea, que Dios nos, me llevó a un ambiente, nos llevó a un ambiente…Después, Carmen, cuando vio que yo allí tenía un grupito y que tal, y que era muy lanzado, y que hablaba de Jesucristo…dice: hombre este lo engancho yo para llevarle…Porque tenía un contrato con el Obispo de Oruro para irse a predicar entre los mineros, y quería…y como sus amigas ya no querían ir me quería a mi enganchar para irnos allá. Y yo le dije que ni hablar. Ella en tanto se hizo una barraca, a 1 kilómetro de donde estaba yo, se fue con dos amigas y allí se metió y allí empezó a fastidiarme, porque…¡no me dejaba vivir! Cada vez que hablaba algo me decía: tú eres un cursillista, eres un moralista, pero tu no has descubierto el…misterio pascual, y tal, y tenía razón, ¡tenía razón!…Me dio caña que no me dejaba, no me dejaba ni respirar, y me puso en contacto con el Padre Farnés, y, efectivamente…

Osea que yo me di cuenta que yo que llevaba el Siervo de Yavhé y vivir los pobres. Yo lo tenía todo a conceptos, porque en los cursillos todavía el Concilio nada. Entonces toda la conceptualización del misterio Pascual…Estuvimos en un pueblo con el Padre Farnés, ¿se acuerda de aquel pueblo, aquel? en que…¿eh? Huy madre mía, no bueno…no os cuento todas las anécdotas de Carmen…un día Carmen me dice: tienes que escuchar…Esto os lo cuento para que os riáis un poco, las cosas que a mí me han pasado…Tienes que escuchar a un profesor que ha venido de París, que estaba dando clases en el Instituto Pastoral ¿no? el Leon XIII…Y yo ¡que déjame en paz Carmen! No, tu eres un burro, tienes que venir, tienes que cultivarte, ¡ha habido un Concilio! Total, hombre, que desde palomeras hasta…había que tomar no se cuantos medios de locomoción…Total, que me cita a las once allí. Llego a las once, yo llevaba entonces…vestía con un anorak negro, dormía vestido en la barraca, lleno de ratas aquello…un anorak negro, toda la barba negra atada así, pelo casi largo, mi aspecto debía ser horrible, porque…os voy a decir lo que pasó. Entro en el Instituto de Pastoral, en el Leon XIII, paso el hall, subo la escalera y oigo detrás de mi, ¡oiga, oiga!…¡Oiga, oiga!, Y sale el vedel que sale corriendo…subo a la entrada primera y siento ¡¡al ladrón, al ladrón!! En ese momento suena el timbre, salen de las clases todas las monjas, todo el follón, ¿entiendes?, ¡¡al ladrón, al ladrón!! ¿Al ladrón? ¿Quién el ladrón?…¡Usted!, ¿Usted quien es? ¡Que hace aquí! no se qué no se cuantos…todo, todo lleno de curas…¡usted! Y le digo: vengo a buscar a una señora que se llama Carmen. ¡Aquí no hay ninguna Carmen, que hace usted! Total. ¡¡llamen al director!! era un tal monseñor Guix, que después es Obispo de Vic. Era el director. Y llaman al director; todo está así de gente. Viene corriendo y, cuando había tenido el premio extraordinario nacional me llamaron a un concurso…había un concurso de pintura, yo era famoso, y estuvimos juntos en un jurado de cuadros de pintura con monseñor Guix, estuvimos, nos hicimos amigos y tal. Yo no me daba cuenta que entonces no llevaba barba; total que…Yo estaba nervioso, que decían que era un ladrón, y le digo al director: ¿no se acuerda que hemos estado juntos en un juicio? en vez de decir “jurado” dije juicio. ¿Yo en un juicio? ¿Yo en un juicio con usted? Dice: ¡llamen a la policía! No, no…Me echaron, se dieron cuenta que se habían equivocado, así claro, no me reconoció, después ni le dije, no le dije nada…esto no se lo digáis a monseñor Guix, no se lo digáis, es un secretito. 

Entonces…pobrecillo, no me reconoció, no pasa, nada. Eh…lo, lo anecdótico viene ahora, viene ahora; es que la clase era a las doce, me parece, yo salgo traumatizado y Carmen, yuju, Kiko… ¡vamos deprisa tenemos que entrar que vamos de!…¿entrar yo allí? ¡yo allí no entro!...¡tienes que entrar! ¿Cómo…? Queréis creer que entré como un cordero al matadero…las que he pasado con Carmen…Cuando me vio el vedel entrar de nuevo ya se dio cuenta de que se había equivocado y me dejo pasar. Y escuché a Farnés, y empezamos ya a escuchar a Farnés y fue verdaderamente sensacional…una anécdota que os he contado un poco así…

Osea que realmente el Señor…entonces ¿Qué a hecho el Señor? Ha ido llevando por una parte Foucauld, por otra parte Farnés, por otra parte toda la teología de Carmen, por otra parte los gitanos que no puedes escapar, tienes que saber dar catequesis muy aterrizadas a la realidad de la gente…Osea, que la Palabra tiene que tocar al hombre, ahí, donde está, donde está escuchando, no puedes hacer teorías…Ellos nos han ayudado muchísimo, los pobres, casi todas las catequesis que vosotros habéis recibido, todos los que sois del Camino, ¡las han creado los pobres! ¡de las barracas! Osea, en su forma.

Una vez, os pongo un ejemplo, este gitano, este José Agudo me llama a mi y me dice: “Oye, te he reunido un montón de gitanos y tienes que…para que les hables”…Oye, que tiene una manía este que yo hablara de Jesucristo, porque le había tocado…Y me salgo de la barraca y sentados en el suelo, solo en mi barraca, estaba todo, castilla, se veía castilla y era precioso…sentados como indios todos los gitanos, todos oscuros, con unas patillas, con unas cachabas, todos los gitanos que se dedicaban pues a las mulas y esas cosas…y yo me siento allí, primero invoco al Espíritu Santo, tal, y este: “¡háblales, háblales!” Hay un gitano, un gitano así oscuro allí y le digo a este gitano: ¿tu crees en Dios? y me dice, si señor, o lo que sea… si, si. Y le digo, ah, ¿lo has visto? para creer en él…dice: no…Como es ¿azul? ¿es grande? y le dije yo: como es ¿gordo? y no respondía…Yo creo en Dios, dice, y yo quería que me dijera algo, y va y me dice: yo creo en Dios porque una vez que estaba en el carro que íbamos por extremadura y no se qué no se cuantos, y había un…y nos paramos en una encina, y nos pusimos ahí a comer y tenía el carro al lado; De pronto una nube se cierne, no se cuantos, huy Dios mío…Comienza a retumbar, y cae un rayo en el carro, y tenía a mi hijo, ¡¡mi hijo!! en el carro…me puse de rodillas y dije: “¡Dios bendito!” decía él, “¡si existes salva a mi hijo!” Estaba ardiendo el carro… “¡te prometo que voy de rodillas al monasterio de…!” a no se que sitio. Fueron corriendo, todo estaba quemado y el niño: “ja, ja” ¡¡Tuvo una experiencia de Dios tan fuerte que me dice allí: “mire usted, todos los curas pueden decir que Dios no existe, todo el mundo, pero ¡¡Dios existe!!” 

Osea, este gitano hizo una cosa importantísima, y es que contó un hecho en el cual Dios se le había manifestado, y eso es la Escritura, hechos en que Dios interviene. Hay una catequesis en el Camino que preguntamos: ¿Crees en Dios? ¿Que hecho en tu vida tiene que tu puedes decir, no el catecismo, sino que verdaderamente Dios existe porque ha actuado en ti? ¿Os acordáis? Osea, que de alguna manera…

Carmen-
Es verdad todo eso de hechos y hechos, como que Dios lo ha preparado a él, y está super preparado porque de jovencito ha trabajado en el teatro y entre cantor y teatro para poder hablar… pero el Camino de verdad ha nacido con la presencia del Arzobispo de Madrid Morcillo en las barracas. Es cuando yo he empezado a colaborar con él de verdad porque antes no me fiaba de él un pelo…Y la presencia del Arzobispo Morcillo en las barracas fue el milagro del siglo, y es él el que nos mandó a las parroquias, que sino…yo como jesuítica que era para las misiones no hubiera ido a una parroquia, y Kiko menos. 

Kiko-
Este es otro acontecimiento muy importante del Camino, y es que la policía quería…Don Camilo Donsobega, que entonces era ministro de gobernación, hace una ley en la que se prohiben, se prohiben los ambulantes, quinquis, gitanos…y hay otra ley que dicen que Franco había hecho las unidades vecinales de absorción, había tirado muchas barracas, y había hecho unos barrios ¿no? y ya no existían barracas. Entonces todo nuestro barrio de barracas de gitanos tenía que desaparecer. Nos viene una orden, nos viene una orden en que van…tenemos que desaparecer. Y entonces yo me fui a hablar con el ministro de gobernación, total, bueno, un follón. No os voy a contar toda esa historia. Cuando llega la policía, yo me alié con una serie de curas y nos metimos en las barracas. Si, allí estaban. Bueno, total, llamé…yo conocía a Don Casimiro (entonces Arzobispo de Madrid n.d.r) de Cursillos, y fue un milagro, porque se presentaron cuatro camiones, todo guardia civiles con las ametralladoras, aquello una cosa muy, muy fascista en aquel momento…terrible. Iban a tirarlo todo, y dejaban a la gente en la calle. Había niños enfermos…total, que entonces llamé a Morcillo y el secretario: “está reunido, no se qué”…no se podía pasar. No se que milagro, porque fíjate tu si de pronto empezamos a llamar al Obispo y se pone Morcillo, y le digo…y dice, “¡donde es!” y le explico donde es, “¡ahora mismo voy allá!” Deja todo, coge un seiscientos, y se presenta con el secretario…Cuando le dije al comandante de la guardia civil que venía el Arzobispo no se lo creía…¡y se lo creyó! pararon…tiraron la barraca de Carmen, nada más, pararon todo, pararon todo, se montaron en los jeeps, y se podía ver toda una caravana…porque venían todos los obreros para tirar las barracas ¿no? Cuatro camiones, los jeeps, los policías…todos ahí mirando en la loma. Cuando vieron llegar al Arzobispo se marcharon todos…El Arzobispo estuvo en la barraca. Tenemos unas fotografías maravillosas. Conoció a los gitanos, ya teníamos una comunidad, estuvimos cantando con él laudes, ¿y sabéis lo que hizo? se puso a llorar en mi barraca, Morcillo, y dijo, “yo no soy cristiano. Kiko, desde ahora mi palacio estará abierto para ti”. Oye, una cosa, y ha cumplido su palabra. Y el cura cercano, el párroco, que no nos podía ni ver, que era un francés, porque era muy político y tal, le dijo…porque nosotros celebrábamos la misa allí en las barracas y dice: “no quiero que la celebréis aquí porque eso no está permitido, le vas a dejar la parroquia, un barracón, para que celebren la Eucaristía”.

Nosotros la celebramos con las dos especies, con el Padre Farnés que nos había explicado todo el follón, con el pan en forma de pan ácimo, porque los gitanos es muy importante esto, y va y le dice Morcillo al párroco, “¡les dejas a puerta cerrada, porque si entra uno en la Eucaristía y ve aquello se escandaliza, y solamente los que estén catequizados…!” ¡Morcillo había entendido todo! De pronto…porque hizo la tesis, su tesis sobre las primeras comunidades de los Hechos de los Apóstoles y me dice, y nos dice: “¡ya quiero yo que hayan comunidades como esta en todas las calles de Madrid!” Y cuando las primeras acusaciones que tuvimos por la Pascua, bueno, ¡nos dejó todas las Iglesia libres de Madrid, y nos ha defendido siempre! Y cuando nos atacaron en Roma se presentó el párroco de Roma y le dijo qué…me dio una carta para el Cardenal dell’Aqua, otra carta para el Cardenal Florit, y hemos empezado el Camino en Florencia, porque han sido secretarios generales del Concilio Vaticano II, Florit y Don Casimiro. Hay una foto que están con el Papa Pablo VI en las asambleas y reuniones del Concilio, porque tenía una cabecita muy bien montada, Don Casimiro…

Total, que entonces…bueno, entonces de allí de las barracas el Señor ha ido construyendo…Osea, que yo digo una cosa. Hoy, si monseñor Carles se da cuenta de la importancia que hay para su diócesis de hacer una iniciación cristiana, llamará a un grupo de teólogos que le hagan un catecismo. Pues eso es lo que ha hecho con…lo que pasa es que con nosotros lo ha hecho distinto. Ha cogido un teólogo, como es el liturgista Farnés, un liturgista, ha cogido Carmen que es una teóloga misionera, ha cogido un artista, ha cogido los pobres, y ha fabricado una Iniciación Cristiana, y la ha ofrecido, que es lo que hace el Papa en estos Estatutos, hoy a todos los Obispos y a todas las diócesis. 

La gran novedad de estos Estatutos ¿cual es?…pues la gran novedad de estos Estatutos es que nosotros han aceptado que no seamos una orden religiosa, que no seamos una asociación, porque nosotros hemos dicho a la Santa Sede que el centro de la Iniciación cristiana, el centro, es el Obispo. Si nos hacéis una congregación con personalidad jurídica pública nos ponéis al lado del Obispo. Nosotros queremos ser un servicio a las parroquias, y al Obispo, y lo que Dios está haciendo en el Camino son unos milagros tan grandes que estamos sorprendidos. 
Hay 52 seminarios, ¡que no son seminarios del Camino! ¡Yo no tengo un cura! Son todos seminarios de la diócesis, ¡misioneros! Ya se han ordenado 1500 sacerdotes. Tenemos 52 seminarios. Hemos ayudado a abrir seminarios misioneros. Los Obispos están entusiastas. Preguntarle al Cardenal Rouco, preguntarle al Cardenal Mc. Carric de Washington, preguntarle…ahora ha nacido un seminario en Rutmond, en Holanda…y voy a terminar con esto de Holanda, que…Allí se ve realmente lo que está pasando…¿Por qué el Camino?

En Holanda, que ha sido una nación de Europa muy importante porque son cristianos…una cosa es Escandinavia, que no son ya cristianos, que no son católicos... Pero Holanda era católica. Holanda tiene una idiosincrasia, una forma de ser muy lanzados, porque tienen pues estructura, porque está bajo el mar, ha habido siempre muchos misioneros…es gente muy lanzada, los holandeses, muy emprendedores, son comerciantes, piratas, ha habido holandeses importantes, etc en Holanda. Pues Holanda ¿sabéis lo que pasó después del Concilio no? pues se polarizó. Un sector de la Iglesia se radicalizó y creían que había que abrirse al Concilio, el Concilio significaba democracia en la Iglesia, abajo Roma, abajo todo este follón, los laicos, las mujeres sacerdotes, viva la homosexualidad y viva tu tía. Hoy…y este es un extremo, de libertad…y otra parte de la Iglesia holandesa, viendo esta descomposición total de la Iglesia se cerraron contra el Concilio…Osea, unos aplicaron mal el Concilio…la revista Concilium, esquile, todos los follones aquellos del catecismo holandés, de la Iglesia…todo aquel follón…bien, ¿os acordáis? Entonces, otro sector de la Iglesia pensaron que esto era…y frente a esto se cerraron al Concilio, y siguieron con la balaustra, todos de rodillas con la Eucaristía, de espaldas al pueblo, los curas con la sotana…es un sector de la Iglesia del sur completamente, digamos un poco, integrista, cerrado. 

Nosotros hemos querido, Dios ha querido, en esta situación, que el Camino vaya a Holanda, gracias a las familias en misión. Cuando mandamos itinerantes a las parroquias nos echaron de todas partes. Los párrocos no tenían ganas de escuchar a nadie y menos…sin embargo mandamos familias en misión, ¡con fe!, Con 10 hijos, con 7, con 9, viviendo en Holanda, en Ámsterdam…¡Los párrocos han visto esas familias! les han invitado a comer, y se han quedado sobrecogidos de la fe, y entonces han empezado a aceptar…total, que poco a poco. Al final hoy tenemos un Seminario en Ámsterdam, eh, que tiene ya que están nombrados párrocos…Los párrocos y toda la zona de Ámsterdam, que se llama diócesis de Haarlem, es esa Iglesia completamente polarizada en un extremo. Entonces, estos curas pobrecillos, parroquias que han estado sin curas, porque no hay más vocaciones, llevado por mujeres, hacen la misa…pues la misa seca, hacen todo la palabra, la que preside, que es una mujer, se viste con la casulla, y todo el follón, y después abren el tabernáculo y dan la comunión, y hacen muchas cosas raras en las misas…bueno, todo el follón…¡y todo es democrático! Cuando el párroco, el Obispo…a todo esto el Obispo con muchas dificultades, porque han sido puestos para salvar Holanda, puestos por Roma, y el clero no ha aceptado estos Obispos que ha puesto Roma, con lo cual, el Obispo de Ámsterdam, que era un misionero de Etiopía, se ha encontrado…¡le han crucificado los curas! ¡los pocos! pero fíjate, ¡ha sido valiente! hemos estado unidos en esta batalla, ha pedido un Seminario, y hoy estamos viendo los frutos. Después el próximo que ha venido ya está teniendo un clero y a todas estas parroquias que estaban todas fuera de la comunión de la Iglesia, que no aceptaban el Papa, que no aceptaban Roma, que teológicamente se habían descompuesto porque han perdido el contenido esencial del cristianismo, manda un cura del Redemptoris Mater, del Seminario formado por nosotros, que tiene que batallar con todos estos seglares, con todos estos laicos, ¡una batalla real! y está siendo fantástico, porque hemos comenzado a predicar el kerygma, ¡hacía años que no se predicaba! ¡Hacía años que todo era democracia! ¡Hacía años, años, que parecía que la Iglesia era solamente un asistente social, del tercer mundo, todo, todo lo mismo! Para el voluntariado…¡no hace falta ser católico! hoy hay un voluntariado de izquierdas en Italia que son todos ateos. Para ayudar a un pobre no hace falta ser católico, ¡Cristo no ha venido para eso! o sea que hemos comenzado…y han comenzado a venir los jóvenes…o sea que estamos ahora mismo ayudando a todo este sector.

Ahora, cuando han visto esto, la Iglesia más conservadora, ha venido el Obispo de Rutmond, a hablar con nosotros, a pedirnos un Seminario. Yo le he dicho que es imposible abrir un Seminario sino se abre el Camino. Y me ha dicho, ¿Qué tengo que hacer para abrir el Camino? Y le hemos dicho: muy fácil, yo le mando un equipo, le mandamos un equipo, de un matrimonio que tiene diez hijos, que son itinerantes, que tienen un hijo también down, que son fantásticos, que han estudiado teología con Ratzinger, están muy bien formados… les mando con un sacerdote y un chico con este equipo, y usted reúne a los párrocos. Le explicaran el Camino y, si quiere el Seminario, tienen que abrir el Camino como mínimo en dos o tres parroquias. Así lo ha hecho, ha reunido cuarenta párrocos, diez párrocos se han levantado que quieren el Camino, ¡diez párrocos!…¿Sabéis?…Bueno, las familias en misión que hay 25 en holanda, todos los seminaristas en equipos con las familias, diez equipos bajaban del norte al sur a evangelizar en esta diócesis. Los párrocos han quedado sorprendidísimos. ¡Han nacido diez comunidades! ¡400 holandeses! 

Pero escuchadme bien, el vicario episcopal le ha dicho al equipo: “Sois la última chance, chance…oportunidad que tiene esta diócesis. Si fracasamos con vosotros tenemos que cerrar la Iglesia” ¡No viene nadie! escuchad esto, no viene nadie. ¿Cómo? Si tienen unas Iglesia preciosas, medio-neogóticas, las misas de nueve, las de domingo…¡no viene la gente!…No hay más vocaciones…¿Por qué no viene nadie? porque no se han dado cuenta que no basta, ¡no basta seguir con las misas de hace 50 años! y haciendo las misas, y los bautizos y esas cositas de antes…¡hay un cambio social enorme! ¡en holanda la eutanasia está admitida por el Estado a los dieciséis años! si tienes un hijo que tiene, un hijo tuyo que tiene un cáncer de huesos y tiene diecisiete años ¡lo pues matar!, ¡Te lo permite la ley! o sea la droga está libre, o sea la familia está totalmente, la sociedad…¡¡es tal la fuerza social!! que la gente va decreciendo, va decreciendo la gente en las misas…no viene nadie, y las misas…

O sea, quiero decir con esto, ¿Qué quiero decir? ¡La importancia del Concilio! Lo han aplicado mal los de la extrema izquierda. Lo han rechazado los de la derecha. ¡Llevar el Concilio es de vida o de muerte para la Iglesia! ¿Qué la diócesis de Barcelona no nos quiere aceptar? No, no digo esto que nos han aceptado, ¡nos han aceptado! Qué muchos párrocos: ¡ah!, ¡los kikos!…Pues muy bien, los kikos. Peor para ti. Ahora…vas a dar cuenta a Dios ¡tu tienes la llave! Mira, ni entran ellos ni dejan entrar. ¡¡Cuanta gente podríamos haber salvado!! ¡Porque la gente que entra en el Camino no se separa! ¡No se divorcia! no tenemos…¡nadie! ¡¡Llenos de jóvenes!!, ¡¡tenemos parroquias llenas, llenas de jóvenes!! hemos llevado 70.000 jóvenes a París, ¡70.000!, tenemos 300 jóvenes para entrar en el Seminario que hemos repartido entre los Seminarios. ¡Cientos de vocaciones!…Cincuenta en el pre-vocacional de Roma, cuarenta en el pre-vocacional de Madrid, familias…¡¡No!!, ¡¡No!! ¡¡no lo hago yo!! ¡¡Es el Concilio!! 

El Señor que conocía lo que iba a pasar en el mundo…de otras maneras, claro, nosotros estamos llevando en estos momentos…¡la parroquia se tiene que renovar! ¡Estamos haciendo Catecumeniums! Hemos hecho en diez parroquias de Madrid. Ha venido el Cardenal Rouco…bueno, ¡nos están apoyando! Necesitamos millones para hacer un edificio nuevo. Cada comunidad tiene su sala, con una nueva estética. La diócesis nos ha apoyado. Estamos haciendo nuevos templos, con una corona mistérica…Ahora vienen doscientos, doscientos párrocos de Estados Unidos, doscientos párrocos en noviembre, y viene monseñor Stafford con ellos, a visitar todos los Catecumeniums que estamos haciendo. ¡Un nuevo tipo de parroquia! ¡Nuevos tiempos! ¡Nueva sociedad! ¡¡La comunidad cristiana!! Vivir el camino en comunidades, ¡¡no los Kikos!!

¡Los cristianos han vencido al imperio romano! Hemos dicho al Papa: “Padre ¿Cómo es posible que frente al paganismo de Roma que es impresionante…?” ¡Las primeras comunidades no tenían templos! no había templos, no han tenido un culto público, no tenían sacerdotes como los sacerdotes paganos, celebraban en sus casas, ¡tenían comunidades cristianas! y en estas comunidades cristianas no había ninguno que no hubiera pasado un proceso de educación a la fe serio, no se podía dar el Bautismo sino se demostraba que Dios le había dado la fe, y tenían signos de Vida eterna, signos nuevos, de que Dios les había elegido, les había llamado para esta nueva misión…etc. 

¿Y que ha hecho Dios? pues muy sencillo. A cogido a estas comunidades y las ha puesto sobre el candelabro, y sobre ese candelabro ¿qué ha surgido? ¿Cuál ha sido el candelabro?: ¡¡la persecución!! ¡Y ha brillado la Vida Nueva! los cristianos tenemos, y acabo ya, “Vida Eterna”. Hermanos…es impresionante…a mi ¿Por qué me duele Barcelona? ¡Porque no es posible! ¡¡Quién se ha encontrado con Jesucristo tiene Vida Eterna!! Dice san Pablo: Que murió por todos para que los que viven no vivan más para sí mismos. Osea, que, según la antropología de San Pablo, los hombres están como condenados a ofrecerse a sí mismo todo. Cuando un hombre que ha hecho, que ha estado en la Iglesia, decide hacer el su voluntad, ¡su Bautismo se muere! digamos así, se queda como quieto, porque Dios tiene que respetar su libertad, y desde este momento que él ya no hace la voluntad de Dios, sino que hace su voluntad, vive la vida desde una cosmogonía donde su Yo es el centro de todo. Pero esto, haberse separado de Dios, y haber sustituido el a Dios, sabemos que provoca una cosa que dice Kierkegaard: “¡La muerte óntica!” ¡La muerte del ser persona! Esa muerte que lleva dentro. Por eso dice San Pablo: ¡vosotros que estabais muertos en vuestros pecados Dios os vivificó! ¡Estos muertos que nos rodean en Barcelona, que está lleno de muertos, como tienen la muerte dentro ¿qué pasa?…Se casan, y cuando aparece un acontecimiento de sufrimiento, ese sufrimiento que aparece en el matrimonio ¡es un sufrimiento que es sacramento de la muerte! Osea, ¡Cómo no tienen…como su ser persona está muerto…no tiene sentido el sufrimiento en la vida! ¡Se tienen que separar! No porque sean malos, se tienen que separar…¡si es que se sienten sofocados! Fijaros la diferencia que hay entre un cristiano…

¡Pero un cristiano tiene dentro Vida Eterna! ¿Qué te da la fe?…¡La Vida Eterna! Cristo nos da a participar de su nueva naturaleza, de su victoria sobre la muerte. ¡Ahora! Yo digo a la gente, nosotros decimos en el Camino: “¿tu tienes Vida Eterna?” ¡Demuéstralo! Quién tiene “Vida Eterna”, una vida que ha vencido la muerte, se demuestra en la vida en que puede amar más allá de la muerte, puede perdonar, ¡puede perdonar! como obra fruto de la gracia…eso no quiere decir que no tenga debilidades, no somos…tenemos debilidades, tenemos un tesoro en un vaso de barro, pobre, que lo sabéis vosotros en el Camino…Pero es que la noticia que tiene la Iglesia que anunciar ¡¡es inmensa!! Dios está preparando con nosotros un pueblo para la Nueva Evangelización, os lo aseguro. Está preparando un pueblo para evangelizar Barcelona, ¡Barcelona! porque él, Cristo, nos ha dado su propio corazón, ¡nos ha dado de su Espíritu! ¡Cristo ama a todos los jóvenes que hay aquí! ¿Cuántas familias destruidas en Barcelona? ¿Cuántas? Si yo digo que se pongan de pie todos los que tenéis un hermano o un primo separados ¡todos os ponéis de pie! ¡Esa es la verdad! ¡Esa es la verdad! Entonces, tenemos…¡hay que evangelizar!, ¿Y como vamos a evangelizarles? pues primero hay que dar signos, porque hablas de Cristo y no te escuchan, ¿y cuales son los signos?: “Amaos como yo os he amado. En este amor conocerán que sois mis discípulos” ¡Amaos en la dimensión de la cruz! ¿Cómo yo os he amado? ¡Yo os amé cuando erais mis enemigos! El amor al enemigo…la comunidad cristiana. 

En la comunidad no hay pobres, no metemos a nuestros ancianos en los asilos, tenemos los hijos que Dios quiere darnos, ¿Cómo nos vamos nosotros a cuestionar dar la vida a un ser humano que va a vivir eternamente en Dios? ¡¡Un hijo de Dios!! ¿Y que hacen los católicos de hoy? la parejita…¿y luego como vivían? con el coito interruptus, con la píldora, qué hacían…¿pero como? ¡Un ser humano! ¡Un ser humano! ¿Cómo es posible? ¡¡Un hijo de Dios!! Cómo puede…”paternidad responsable” es ser responsable de lo que significa colaborar con Dios a dar un hijo a Dios ¡para siempre! ¡Para siempre! o sea que hermanos, esto es…

Por eso ¡ánimo! Dios ha elegido Barcelona…Somos los iniciadores del Camino, y Dios ha querido que vengamos a Barcelona, y aquí en Barcelona quería que sufriéramos, ¿os acordáis? la unidad sacerdotal esa del Padre Patos, que vinieron a destruir, los guerrilleros de Cristo rey, nos apagaron la luz, nos quisieron pegar, nos quemaron, nos quemaron el coche, anunciaron al Obispado que si Kiko predicaba en Barcelona le iban a desfigurar la cara, nos llamaron del Obispado…porque ya en Madrid los guerrilleros de Blas-pinyard y de Fachanset-comisa no podíamos salir de las catequesis…tenía que venir la policía a acordonar, habían jurado matarme…porque eso de comunidad habían confundido…eso de comunidad creían que quería hablar de comunismo o algo así, en su ignorancia total…pero nos han perseguido y hemos sufrido, y pasas miedo. Yo he estado aquí en Barcelona escondido, me estaban buscando en Barcelona, para pegarme…porque primero te avisaban, segundo te quemaban el coche, tercero si te cogían: quince días de hospital…lo habían hecho con tres curas, eso, aquí en Barcelona, los guerrilleros…Y aquí vinieron, ¿os acordáis?, En la primera catequesis que hicimos…Estaba así de gente, como esto. Apagaron la luz y se oyeron unos palos, pom, pom, y gritos…y quitaron la luz de todo el barrio, y no podíamos predicar. Y luego yo predicaba y un grupo de curas al fondo: ¡¡mentira!! ¡¡Falso!! en voz alta…No me dejaban predicar, en Barcelona, en Sarriá…¿os acordáis? o sea que Sarriá tiene para nosotros una gran…pero habéis escuchado, con este follón venía más gente, o sea que lo que hicieron fue…Bien hermanos, pues nada, que recéis por nosotros y que Dios os lo pague por el calor que estáis pasando. 

(aplausos)

Cardenal Ricardo Maria Carles-
Yo quiero agradecer al Instituto la preparación de este acto que nos ha hecho posible esta…no ha sido lección inaugural sino más que lección inaugural testimonio profundo de parte de Kiko. El año pasado escuchamos a González de Cardenal, gran teólogo, y gran literato, que nos habló con gran profundidad. Ahora él ha hablado también de la profundidad de su Espíritu, te lo agradezco mucho Kiko, y antes hacíamos mención de Fontdevila. Fontdevila era aquel jesuita que habéis conocido muchos, que yo digo, hacía mímica con todo su cuerpo, como sentía las cosas con toda el alma, cuando hablaba se movía todo el cuerpo, ¿os acordáis? Yo le he querido mucho, y es de esas personas que te habrá pasado, a ti también Kiko, que te has quedado con la añoranza de no haber hablado con el todo lo que podíais haber hablado. De vez en cuando venía a verme, hablábamos, pero se han quedado tantas cosas…pero bueno, están en manos de Dios, y espero que él, desde allí, nos ayudará a todos, porque gesticulará allá igual que gesticulaba aquí, con toda la fuerza de aquella vida tan hermosa que fue la del Padre. Gracias a Kiko y a Carmen, y a todos vosotros, comunidades de Barcelona. Ya hace tiempo tuve la alegría de presidir en nuestra catedral la Misa de acción de gracias por la aprobación de los Estatutos, y que ha sido como el márchamo por el cual lo que todos intuíamos en el Santo Padre y en la Iglesia entera a dado por bueno, y por correcto, y por fundamental en nuestro momento, pues el Camino vuestro. Yo me alegro de que seáis muchos, como veis os he ido encomendando pues sacerdotes de las comunidades bastantes parroquias. Quisiera seguir que eso fuera creciendo también más, y no quiero alargarme pero si decir un par de cosas...

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https://es.zenit.org/.../kiko-arguello-vivir-el-concilio-es-de-vida-..




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¿Quien es el Padre Farnés?


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