Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

venerdì 17 marzo 2017

Una sorgente intera in cambio di un sorso d'acqua...


Al pozzo, quel mezzogiorno, Gesù chiede alla donna di chiamare suo marito: “Non ne ho. Hai detto bene: Io non ho marito. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero”. 
Nella voce della donna sento imbarazzo mescolato a sofferenza.
Mi piace Gesù che per prima cosa loda due volte la donna di aver detto la verità: sottolinea il buono che fai, il tentativo di fare il possibile, e solo dopo ti invita ad andare più in là: ne hai avuti cinque e quello di ora non lo è. Le parole di Gesù sono taglienti come una spada perché vogliono arrivare al nocciolo, ma anche dolci come il miele perché non giudicano: ecco un esempio di ‘verità nella carità’.
Gesù è come se dicesse alla samaritana: qual è stata la ferita della tua vita, il dolore più grande? E’ come dire che nella vita solo se arriviamo al nocciolo del problema possiamo cominciare a ricostruire.
La samaritana senz’altro aveva scommesso tutto sull’amore, ma da lì ne era uscita piena di ferite. Ed ora? Gesù indica la strada: solo capendo e sperimentando un amore vero potrà iniziare un cammino di guarigione.
E’ come se Gesù la prende per mano e la conduce con compassione nel vicolo cieco da cui non riusciva più a uscire da sola, per farle prendere consapevolezza di chi è e provare a sognare ancora.
Credo sempre più che ciò che conta sia più lo “stile” con cui si fan le cose che quello che si dice!
E’ quello che stiamo vivendo in questi giorni nel seminario “radici e rami”: un modo nuovo di incontrare Dio e di bere alla sua fonte nel miracolo dell’intimità.
fra Giorgio Bonati

InCammino

padre Ermes Ronchi

"Una sorgente intera in cambio di un sorso d'acqua"

Una sorgente intera in cambio di un sorso d'acqua
padre Ermes RonchiIII Domenica di Quaresima (Anno A) (19/03/2017)Vangelo: Gv 4,5-42 Vuoi riannodare i fili di un amore? Gesù, maestro del cuore, ci mostra il metodo di Dio, in uno dei racconti più ricchi e generativi del Vangelo.Gesù siede stanco al pozzo di Sicar; giunge una donna senza nome e dalla vita fragile. È l'umanità, la sposa che se n'è andata dietro ad altri amori, e che Dio, lo sposo, vuole riconquistare. Perché il suo amore non è stanco, e non gli importano gli errori ma quanta sete abbiamo nel cuore, quanto desiderio.Questo rapporto sponsale, la trama nuziale tra Dio e l'umanità è la chiave di volta della Bibbia, dal primo all'ultimo dei suoi 73 libri: dal momento che ti mette in vita, Dio ti invita alle nozze con lui. Ognuno a suo modo sposo.Dammi da bere. Lo sposo ha sete, ma non di acqua, ha sete di essere amato.Gesù inizia il suo corteggiamento (la fede è la risposta al corteggiamento di Dio) non rimproverando ma offrendo: se tu sapessi il dono...Il dono è il tornante di questa storia d'amore, la parola portante della storia sacra. Dio non chiede, dona; non pretende, offre: Ti darò un'acqua che diventa sorgente. Una sorgente intera in cambio di un sorso d'acqua. Un simbolo bellissimo: la fonte è molto più di ciò che serve alla tua sete; è senza misura, senza fine, senza calcolo. Esuberante ed eccessiva. Immagine di Dio: il dono di Dio è Dio stesso che si dona. Con una finalità precisa: che torniamo tutti ad amarlo da innamorati, non da servi; da innamorati, non da sottomessi.Vai a chiamare colui che ami. Gesù quando parla con le donne va diritto al centro, al pozzo del cuore; il suo è il loro stesso linguaggio, quello dei sentimenti, del desiderio, della ricerca di ragioni forti per vivere. Solo fra le donne Gesù non ha avuto nemici.Il suo sguardo creatore cerca il positivo di quella donna, lo trova e lo mette in luce per due volte: hai detto bene; e alla fine della frase: in questo hai detto il vero. Trova verità e bene, il buono e il vero anche in quella vita accidentata. Vede la sincerità di un cuore vivo ed è su questo frammento d'oro che si appoggia il resto del dialogo.Non ci sono rimproveri, non giudizi, non consigli, Gesù invece fa di quella donna un tempio. Mi domandi dove adorare Dio, su quale monte? Ma sei tu, in spirito e verità, il monte; tu il tempio in cui Dio viene.E la donna lasciata la sua anfora, corre in città: c'è uno che mi ha detto tutto di me... La sua debolezza diventa la sua forza, le ferite di ieri feritoie di futuro. Sopra di esse costruisce la sua testimonianza di Dio.Un racconto che vale per ciascuno di noi: non temere le tue debolezze, ma costruiscici sopra. Possono diventare la pietra d'angolo della tua casa, del tempio santo che è il tuo cuore.

Fonte:http://www.qumran2.net


Nessun commento:

Posta un commento