Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

giovedì 24 agosto 2017

🌻Con la Gioia nel cuore... 💗Essere felici è...


Il bellissimo discorso di Papa Francesco, che mi hanno appena mandato e assolutamente da leggere e condividere, grazie:

"Puoi aver difetti, essere ansioso e vivere qualche volta irritato, ma non dimenticate che la tua vita è la più grande azienda al mondo. Solo tu puoi impedirle che vada in declino.In molti ti apprezzano, ti ammirano e ti amano.Mi piacerebbe che ricordassi che essere felice, non è avere un cielo senza tempeste, una strada senza incidenti stradali, lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni.

Essere felici è trovare forza nel perdono, speranza nelle battaglie, sicurezza sul palcoscenico della paura, amore nei disaccordi.
Essere felici non è solo apprezzare il sorriso, ma anche riflettere sulla tristezza. Non è solo celebrare i successi, ma apprendere lezioni dai fallimenti. Non è solo sentirsi allegri con gli applausi, ma essere allegri nell'anonimato.

Essere felici è riconoscere che vale la pena vivere la vita, nonostante tutte le sfide,  incomprensioni e periodi di crisi.

Essere felici non è una fatalità del destino, ma una conquista per coloro che sono in grado viaggiare dentro il proprio essere.

Essere felici è smettere di sentirsi vittima dei problemi e diventare attore della propria storia.
È attraversare deserti  fuori di sé, ma essere in grado di trovare un'oasi nei recessi della nostra anima.
È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita. 

Essere felici non è avere paura dei propri sentimenti.
È saper parlare di sé.
È aver coraggio per ascoltare un "No".
È sentirsi sicuri nel ricevere una critica, anche se ingiusta.
È baciare i figli, coccolare i genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche se ci feriscono.

Essere felici è lasciar vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice.
È aver la maturità per poter dire: “Mi sono sbagliato”.
È avere il coraggio di dire: “Perdonami”.
È  avere la sensibilità per esprimere: “Ho bisogno di te”.
È avere la capacità di dire: “Ti amo”.

Che la tua vita diventi un giardino di opportunità per essere felice ...
Che nelle tue primavere sii amante della gioia.
Che nei tuoi inverni sii amico della saggezza.

E che quando sbagli strada, inizi tutto daccapo.
Poiché così  sarai più appassionato per la vita.
E scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta.Ma usare le lacrime per irrigare la tolleranza.

Utilizzare le perdite per affinare la pazienza.
Utilizzare gli errori per scolpire la serenità.
Utilizzare il dolore per lapidare il piacere.
Utilizzare gli ostacoli per aprire le finestre dell'intelligenza.
Non mollare mai ....
Non rinunciare mai alle persone che ami.
Non rinunciare mai alla felicità, poiché la vita è uno spettacolo incredibile!"
PAPA FRANCESCO🙏💫


lunedì 21 agosto 2017

Quanto rumore nel mondo!


Gesù fa il suo ferragosto e si prende qualche giorno di vacanza, al mare, all’estero, dalle parti di Tito e Sidone.
Ha capito di aver bisogno di un po’ di pace, che non puoi aver tutta quella gente sempre appresso, per recuperare le forze e mettere in ordine le idee.
Spero che ognuno di voi si sia potuto concedere un po’ di vacanza…perché ne abbiamo bisogno, non possiamo arrivare a tutto e tutti.
Se ti guardi attorno ci sarebbe sempre qualcosa da fare e per quanto fai non basta mai. Bisogna imparare anche a saper dire: non ce la faccio, ho bisogno di riposarmi altrimenti ‘scoppio’.
E Gesù è un po’ ‘scoppiato’: non si è mai visto trattare così male una donna, per di più sofferente nell’anima.
Ma quando una donna ha fede in quello che crede necessario, non molla. Piuttosto si fa briciola, quasi a scomparire, e questo colpisce al cuore Gesù.
Mauriac lo dice così: “Ciò che Dio ammira nelle creature è sempre la medesima meraviglia: non una stupefacente virtù, né una grande scienza teologica, ma un certo stato di resa, frutto di quella lucidità spirituale che è la suprema delle grazie”.
Forse la fede è come un grembo che partorisce il miracolo.
Fra Giorgio Bonati

💗Deludione❗️❤️Papa Francesco❤️ 🌻Sono entusiasti di lui i poveri, gli emarginati, gli invisibili, e anche tutti quelli, cardinali, vescovi epreti e laici, che da decenni sono stati emarginati a causa della lorofedeltà al vangelo, visti con sospetto e perseguitati per questa loromania della Sacra Scrittura a discapito della tradizione. Quel cheavevano soltanto sperato, immaginato o sognato, ora è divenuto realtàcon Francesco, il papa che ha fatto riscoprire al mondo il profumo delvangelo.

di Alberto Maggi

Papa Francesco, che “delusione”!

All’inizio era solo una discreta mormorazione, poi è diventata mugugno sempre più crescente, e ora, senza più remore, aperto dissenso nei confronti del Papa venuto dalla fine del mondo (e sono tanti che ce lo vorrebbero ricacciare). Papa Francesco in poco tempo è riuscito a deludere tutti. E la delusione si trasforma in  dissenso dapprima covato e ora platealmente manifesto.

Sono delusi molti dei cardinali, che pure lo hanno eletto. Era l’uomo ideale, senza scheletri negli armadi, dottrinalmente sicuro, tradizionalista ma con accettabili aperture verso il nuovo. Avrebbe potuto garantire un periodo di tranquillità alla Chiesa terremotata da scandali e divisioni. Mai avrebbero pensato che Bergoglio avrebbe avuto intenzione di riformare nientemeno che la Curia romana, eliminare privilegi e fustigare le vanità del clero. La sua sola presenza, sobria e spontanea, è un costante atto d’accusa ai pomposi prelati, anacronistici faraoni pieni di sé.

Sono delusi i vescovi in carriera, quelli per i quali una nomina in una città era solo il piedistallo per un incarico di maggiore prestigio. Erano pronti a clonarsi con il pontefice di turno, a imitarlo in tutto e per tutto, dall’abbigliamento alla dottrina, pur di entrare nel suo gradimento e ottenerne i favori. Ora questo papa invita gli ambiziosi e vanesi vescovi ad avere l’odore delle pecore… che orrore!

È deluso gran parte del clero. Si sente spiazzato. Cresciuto nel rispetto rigido della dottrina, indifferente al bene delle persone, ora non sa come comportarsi. Deve recuperare un’umanità che l’osservanza delle norme ecclesiali ha come atrofizzato. Credevano di essere, in quanto sacerdoti, al di sopra delle persone, e ora questo papa li invita a scendere e mettersi a servizio degli ultimi.

Delusi anche i laici impegnati nel rinnovamento della Chiesa e i super tradizionalisti attaccati tenacemente al passato. Per questi ultimi il papa è un traditore che sta portando la Chiesa alla rovina. Per i primi, papa Bergoglio non fa abbastanza, non cambia norme e legislazioni non più in sintonia con i tempi, non legifera, non usa la sua autorità di comandante in campo.

Sono entusiasti di lui i poveri, gli emarginati, gli invisibili, e anche tutti quelli, cardinali, vescovi e preti e laici, che da decenni sono stati emarginati a causa della loro fedeltà al vangelo, visti con sospetto e perseguitati per questa loro mania della Sacra Scrittura a discapito della tradizione. Quel che avevano soltanto sperato, immaginato o sognato, ora è divenuto realtà con Francesco, il papa che ha fatto riscoprire al mondo il profumo del vangelo.



L’AUTORE – Alberto Maggi, frate dell’Ordine dei Servi di Maria, ha studiato nelle Pontificie Facoltà Teologiche Marianum e Gregoriana di Roma e all’École Biblique et Archéologique française di Gerusalemme. Fondatore del Centro Studi Biblici «G. Vannucci» (www.studibiblici.it) a Montefano (Macerata), cura la divulgazione delle sacre scritture interpretandole sempre al servizio della giustizia, mai del potere. Ha pubblicato, tra gli altri: Roba da preti; Nostra Signora degli eretici; Come leggere il Vangelo (e non perdere la fede); Parabole come pietre; La follia di Dio e Versetti pericolosi. E’ in libreria con Garzanti Chi non muore si rivede – Il mio viaggio di fede e allegria tra il dolore e la vita.
(fonte: IL LIBRAIO)

domenica 20 agosto 2017

San Bernardo di Chiaravalle... Abate

Amo perché amo, amo per amare. San Bernardo di Chiaravalle, abate


 Amore (l’amore basta a se stesso)

dai «Discorsi sul Cantico dei Cantici»

di san Bernardo, abate (Disc. 83, 4-6; Opera omnia, ed. Cisterc. 2 [1958] 300-302)

L’amore è sufficiente per se stesso, piace per se stesso e in ragione di sé. E` se stesso merito e premio. L’amore non cerca ragioni, non cerca vantaggi all’infuori di Sé. Il suo vantaggio sta nell’esistere. Amo perché amo, amo per amare. Grande cosa è l’amore se si rifà al suo principio, se ricondotto alla sua origine, se riportato alla sua sorgente. Di là sempre prende alimento per continuare a scorrere. L’amore è il solo tra tutti i moti dell’anima, tra i sentimenti e gli affetti, con cui la creatura possa corrispondere al Creatore, anche se non alla pari; l’unico con il quale possa contraccambiare il prossimo e, in questo caso, certo alla pari. Quando Dio ama, altro non desidera che essere amato. Non per altro ama, se non per essere amato, sapendo che coloro che l’ameranno si beeranno di questo stesso amore. L’amore dello Sposo, anzi lo Sposo-amore cerca soltanto il ricambio dell’amore e la fedeltà. Sia perciò lecito all’amata di riamare. Perché la sposa, e la sposa dell’Amore non dovrebbe amare? Perché non dovrebbe essere amato l’Amore? Giustamente, rinunziando a tutti gli altri suoi affetti, attende tutta e solo all’Amore, ella che nel ricambiare l’amore mira a uguagliarlo. Si obietterà, però, che, anche se la sposa si sarà tutta trasformata nell’Amore, non potrà mai raggiungere il livello della fonte perenne dell’amore. E` certo che non potranno mai essere equiparati l’amante e l’Amore, l’anima e il Verbo, la sposa e lo Sposo, il Creatore e la creatura. La sorgente, infatti, dà sempre molto più di quanto basti all’assetato. Ma che importa tutto questo? Cesserà forse e svanirà del tutto il desiderio della sposa che attende il momento delle nozze, cesserà la brama di chi sospira, l’ardore di chi ama, la fiducia di chi pregusta, perché non è capace di correre alla pari con un gigante, gareggiare in dolcezza col miele, in mitezza con l’agnello, in candore con il giglio, in splendore con il sole, in carità con colui che è l’Amore? No certo. Sebbene infatti la creatura ami meno, perché è inferiore, se tuttavia ama con tutta se stessa, non le resta nulla da aggiungere. Nulla manca dove c’è tutto. Perciò per lei amare così è aver celebrato le nozze, poiché non può amare così ed essere poco amata. Il matrimonio completo e perfetto sta nel consenso dei due, a meno che uno dubiti che l’anima sia amata dal Verbo, e prima e di più.

L'amore basta a se stesso e piace di per sé; è a se stesso merito e ricompensa. L'amore non cerca altra causa o altro frutto se non esso resso: il suo frutto è amare. lo amo perché amo: amo per amare. È una grande cosa che l'amore, se risale al suo principio ritornando alla sua origine e ri tuffandosi nella sua sorgente, vi attinga senza sosta cio di cui necessita per fluire continuamente.l Di tutti i movimenti dell'anima, dei suoi sentimenti e affetti, l'amore e il solo che permette alla creatura di rispondere al suo creatore, se non da uguale augurale, per lo meno da simile a simile., Quando Dio ama, non vuole altro che essere amato, perché egli ama solo perché lo si ami, sapendo che coloro che l'ameranno saranno per questo stesso amore. felici... Vi sono dei gradin esso... L'amore puro è quello della Sposa: solo l'amore è la sua fortuna e la sua speranza. Di questo amore, la Sposa è ricca e lo Sposo ne è contento: egli non domanda niente altro ed ella non ha niente altro. ed è ciÒ che li fa Sposo e Sposa' ... L'amore dello Sposo, o piuttosto lo Sposo che è Amore, non domanda che amore reciproco e fedeltà. Che sia permesso, dunque, all'amata, in risposta, di amare, Come potrebbe non amare la Sposa che e Sposa dell'Amore? Come non amare l'Amore? ... L'amante l'amore, l'anima e il Verbo, la sposa elo Sposo, il Creatore e la creatura non hanno la stessa abbondanza nel loro flusso, essendo come la sorgente colui che vi si abbevera. E allora? Bisognerà perciò che perisca e scompaia l promessa della fidanzata , il desiderio dello spasimante, il fervore dell'amante, la confidenza del pretendente..., con il pretesto che la carità non può gareggiare con colui che è Carità ? No. Perché se la creatura ama meno, perché più piccola, tuttavia se ama con tutta sé stessa, nulla manca là dove c'è questo tutto. 
San Bernardo (1 090-1 1 53), Sermone 83 sul Cantico dei Cantici, 4-6 
L'AUTORE: Di nobile famiglia borgognona, Bernardo entra a Citeaux nel 11'12. Ben presto abate di Chiaravalle, con lui ha origine un prodigioso rinnovamento monastico in Occidente (quello dei Cistercensi), caratterizzato dall'attaccamento alla primitiva sobrietà della regola disan Benedetto. Arbitro di conflitti politici, intellettuali e religiosi del suo tempo, san Bernardo fu innanzitutto un grandissimo mistico Ia cui influenza, coniugata a quella di sant'Agostino, dominerà la letteratura cristiana successiva. 
TESTO: Uno fra i testi più famosi della spiritualità occidentale, infinitamente ripreso e commentato nel corso dei secolo


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L'opera non è uno scritto autobiografico, né un resoconto di grazie mistiche, ma vuole essere un insegnamento spirituale offerto anzitutto alle carmelitane, poi a chiunque, laico...



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Amo perché amo, amo per amare leggoerifletto -

San Bernardo di Chiaravalle, abate
*L'amore è sufficiente per se stesso,* *piace per se stesso e in ragione di sé.* *E' se stesso merito e premio. * *L'amore non cerca ragioni, non cerca vantaggi all'infuori di Sé.* *I**l suo vantaggio sta nell'esistere. * *Amo perché amo, amo per amare. * *Grande cosa è l'amore se si rifà al suo principio,* *se ricondotto alla **sua origine,* *se riportato alla sua sorgente. * *Di là sempre prende alimento per continuare a scorrere. * *L'amore è il solo tra tutti i moti dell'anima,* *tra i sentimenti e gli affetti, con cui la creatura possa corrispondere* *al Creatore, anche se non alla pari... 

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