Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.
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lunedì 17 aprile 2017

Lunedì in albis



Lunedì in albis


PERSEGUITATA DAL MONDO LA GIOIA GRANDE DELLA CHIESA GRIDA A OGNI UOMO LA VITTORIA DI CRISTO 


Il Signore è risorto! C'è una notizia più grande? L'ascolto di questa notizia, e l'esperienza della sua veridicità nell'incontro con Gesù vivo, spinge prepotentemente le donne nella fretta di trasmetterla. La stessa fretta della Vergine Maria: anche Lei, con l'annuncio fecondo appena accolto nel grembo, si reca in fretta a sperimentarne l'autenticità, a vedere l'impossibile che si stava compiendo in sua cugina Elisabetta. Gesù risorto sul cammino delle mirofore, Elisabetta in cinta sulla soglia di casa ad accogliere la Piena di Grazia, incinta dello Spirito Santo. Così, tra l'aurora e il compimento della vicenda di Gesù Salvatore, come un arcobaleno tra la terra e il Cielo, si stende il miracolo dell'impossibile divenuto possibile. Il Vangelo è questa Buona Notizia: è vero che "nulla è impossibile a Dio". Non vi è nulla che possa qualcosa di fronte al potere di Dio: non la morte di un grembo sterile, non la verginità sigillata sulla fecondità biologica, non una pietra adagiata dinanzi ad un sepolcro: "Grida la pietra stessa, gridano i sigilli che avete messo, aggiungendo guardie per sorvegliare il sepolcro: Cristo è veramente risorto e vive nei secoli!" (S. Andrea di Creta). 



Grida la gioia! La "gioia grande" delle donne incontra la Gioia infinita, Colui che, vincendo la tristezza e il dolore, è divenuto Egli stesso gioia pura, sottratta alla contaminazione della fine, alla corruzione del sepolcro. Gesù viene incontro alle donne, ed è un cortocircuito esplosivo: "Rallegratevi!", lo stesso invito rivolto dall'Arcangelo Gabriele alla Vergine Maria investe ora loro, le prime testimoni della risurrezione, (secondo il verbo usato da Gesù nell'originale greco identico a quello dell'Annunciazione). E lo stesso stupore e timore dinanzi a quelle parole e a quell'evento inaspettato. Non conosceva uomo Maria, e ha generato l'Uomo. Nessuno a ribaltare la pietra del sepolcro, e una vittoria che rovescia ogni lapide e fa di ogni sepolcro la porta spalancata sulla vita che non muore. Di fronte a tutto questo non poteva essere che la gioia l'unica risposta delle donne, esattamente come è stata quella di Maria. Così anche per ciascuno di noi, immerso nell'incertezza di fronte alle tante pietre che sigillano i nostri sepolcri. La pietra che gravava sul nostro cuore è stata rovesciata da Cristo! La Chiesa ce lo ha annunciato nella notte delle notti, e, nutriti nel sacramento di quella carne e di quel sangue liberati dalla morte, siamo ritornati di corsa alla nostra vita, "con gioia e timore grandi", ad annunciare il miracolo avvenuto in noi. 



Gioia e timore costituiscono il fondo della missione della Chiesa. Lo stupore deve sedimentare, scendere, passare ad essere consapevolezza e certezza; per questo lo stupore necessita un cammino; anzi, proprio questo è il "timore", il balbettare dei passi alla ricerca delle orme che sigillino nel cuore quanto visto e udito; il cammino nella Chiesa, nella quale camminare per incontrare ogni giorno il Signore. Gesù, infatti, appare sulla via della missione a indicare la Galilea, il più in là dell'evangelizzazione. Non ci si può fermare, pena la putrefazione. La Galilea delle genti, i lontani, coloro che non conoscono lo stupore e la gioia, che non hanno visto Cristo vivo. La nostra personale Galilea di ogni giorno, alla quale siamo inviati ad andare per vedere il suo volto. Anche se in apparenza nulla è cambiato, nulla è più come prima! Possiamo "cingere i suoi piedi", come la peccatrice perdonata, e possiamo "adorarlo": ciò significa concretamente che, sui sentieri di ogni giorno, appare Cristo risorto, è già Regno dei Cieli, e noi vi siamo accolti come suoi cittadini. Oggi il Signore appare a casa e al lavoro, a scuola e nel condominio: per questo possiamo perdonare ciò che è stato sino ad oggi imperdonabile; possiamo servire e umiliarci davanti a coloro di cui ci siamo sentiti superiori; possiamo caricarci dei peccati di chi abbiamo sempre giudicato; possiamo aprirci alla vita, essere sinceri, obbedire; possiamo adorare Cristo in Spirito e Verità perché, finalmente, possiamo amare. 



Ma contemporaneamente inizia anche la persecuzione. Essa segna l'alba della risurrezione, e spinge la Chiesa ogni giorno di più tra le braccia del suo Signore risorto, ad attingere, istante dopo istante, la fede e la certezza dell'evento udito, visto e sperimentato. Essa deve essere provata nel crogiolo della tentazione e della persecuzione, perché non si corrompa, e la missione non divenga mestiere. Soprattutto, perché la gioia della risurrezione non evapori come rugiada del mattino. Ogni persecuzione e tentazione, infatti, prende avvio dalla goffa menzogna inventata dai sommi sacerdoti e dagli anziani. Le guardie "annunciano" ai sommi sacerdoti "quanto era accaduto": che cosa descrivono? Dopo che Gesù


Antonello Iapicca

sabato 5 novembre 2016

Preghiera del cuore e conversione di un peccatore...



Preghiera del cuore e conversione di un peccatore

Una storia da gustare e assaporare sino in fondo. Vi troverete il cammino verso la profonda conoscenza di se stesso, il primo grado dell'umiltà. E l'abbandono totale e senza condizioni all'amore e alla misericordia di Dio. Lo svelamento dei pensieri più profondi alla fine di un'esistenza vissuta con Cristo e con Lui nascosta in Dio. La vita semplice crocifissa con Cristo, la follia d'una sapienza che trapassa la carne e giunge sino all'essenza vera e autentica delle cose, dell'uomo e della storia. La santità che sgorga per pura Grazia in un uomo avvinto dall'amore e ad esso aggrappato come all'unica ancora di salvezza. La vita che diviene preghiera, quella preghiera incessante del cuore che si fa respiro dell'anima. Tutto ciò, e molto di più è questa storia, da guardare con tutta la famiglia, e riguardare da soli, pregando, come dinnanzi a un'icona. Sì, perché l'icona della Gloria di Dio è l'uomo vivente, e il protagonista di questa storia è un uomo vivo nel fuoco dello Spirito Santo, anche se agli occhi mondani e superficialmente religiosi appare morto. E' il senso più profondo dell'Incarnazione, la stoltezza che salva il mondo, i vagiti di un Bimbo che bagnano di misericordia le nostre povere esistenze sperdute. La grotta di Betlemme è la caldaia dove vive rintanato il Padre Anatoli, bambino apparentemente capriccioso per la sciapa mentalità moralista e legalista degli intelligenti che credono d'aver compreso tutto. Un bambino che conduce i suoi fratelli come in un cammino di conversione, un catecumenato al fondo della verità su stessi e su Dio, all'acqua del battesimo. A poco a poco, come attraversando una sorta di scrutini, i monaci suoi compagni saranno introdotti nello splendore dell'umiltà, la verità che si unisce prodigiosamente alla Verità che è Dio stesso. Impareranno a riconoscere le trappole del demonio, a guardare in faccia i peccati veri che avvelenano il cuore, la terribile mancanza d'amore e come l'amore non è sforzo ma una Grazia che procede dal sentirsi perdonati da Dio. Impareranno anche il combattimento quotidiano contro le insidie e le tentazioni del demonio, armati della sola invocazione del dolcissimo e onnipotente Nome di Gesù. Così come chiunque cerchi i miracoli di Padre Anatoli incontrerà piuttosto parabole urticanti che smascherano false pietà e alienazioni spirituali. Come nella Scrittura il miracolo solleva lo sguardo all'incontro e all'intimità con Cristo. Se così non fosse a nulla varrebbero i segni. La vita dello stareč Padre Anatoli è infatti segnata da un evento lancinante come un chiodo che lo crocifigge. Tutta la sua vita sarà legata a quell'evento, e lui stesso percorrerà un cammino di umiltà e semplicità che lo consegnerà alla lode del Dies Natalis, alla veste bianca del battesimo eterno. Con Anatoli possiamo guardare alla nostra vita, agli eventi passati o presenti che ci inchiodano alla Croce, spesso muta e lancinante presenza che intristisce e angoscia le nostre vite. Con lui possiamo scoprire come proprio nell'esatto momento in cui i chiodi han trafitto le nostre carni - quell'evento che oggi, potendo, cancelleremmo dalla nostra storia, credendo che eliminandolo, potremmo vivere meglio e sereni - quell'istante che ci ha crocifissi è lo scrigno misterioso che custodisce la Verità, il seme di Grazia che ci tiene avvinti a Dio e ci fa bramare la salvezza. Quell'istante che ci ha crocifisso, come ogni momento in cui qualcuno o qualcosa perfora le nostre vite, sono ben altro di quel che crediamo. E' lì, in quell'istante che ha inizio la vera vita. Che Dio ci conceda vedere la luce nelle nostre storie, la Verità del suo amore in ogni piega della nostra vita, prodigio dischiuso sull'eterno amore di Dio come il sepolcro di Gerusalemme.
Antonello Iapicca Pbro