Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.
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mercoledì 17 maggio 2017

"La comunità luogo del perdono e della festa"

leggoerifletto.blogspot.it

vedi... leggoerifletto

Comunità luogo di rivelazione dei nostri limiti
  La comunità è luogo di accoglienza e di fraternità, di condivisione e di crescita verso la stessa meta di speranza.
Ma la comunità è anche luogo terribile. È il luogo della rivelazione dei nostri limitie dei nostri egoismi. Quando comincio a vivere  con altre persone, scopro la mia povertà e le mie debolezze, la mia incapacità di intendermi con alcuni, i miei blocchi. Finchè ero solo potevo credere di amare tutti; adesso, stando con altri, mi rendo conto di quanto sono incapace di amare. E se sono incapace di amare che resta buono di me?
Non c’è nulla di più bello di una comunità in cui si cominci ad amarsi realmente e ad avere fiducia gli uni degli altri.
* Dalla «comunità per me» a «io per la comunità»
  Una comunità non è tale che quando la maggioranza dei membri sta facendo il passaggio da «la comunità per me» a «io per la comunità», cioè quando il cuore di ognuno si sta aprendo ad ogni membro, senza escludere nessuno. È il passaggio dall'egoismo all'amore, dalla morte alla resurrezione: è la pasqua, il passaggio del Signore, ma anche il passaggio da una terra di schiavitù a una terra promessa, quella della liberazione interiore.
La comunità è quel luogo in cui ciascuno, o piuttosto la maggioranza (bisogna essere realisti!), sta emergendo dalle tenebre dell'egocentrismo alla luce dell'amore vero. «Non concedete nulla allo spirito di partito, nulla alla vanagloria, ma ognuno per umiltà stimi gli altri superiori a sé; nessuno ricerchi i propri interessi, ma piuttosto ognuno pensi a quelli degli altri» ( Fil 2,3-4).
L'amore non è né sentimentale né un'emozione passeggera. È una attenzione all'altro che a poco a poco diviene impegno, riconoscimento di un legame, di un'appartenenza vicendevole. È ascoltare l'altro, mettersi al suo posto, capirlo, interessarsene. È rispondere alla sua chiamata e ai suoi bisogni più profondi. È compatirlo, soffrire con lui, piangere quando piange, rallegrarsi quando si rallegra. Amare vuol dire anche essere felici quando l'altro è lì, tristi quando è assente; è restare vicendevolmente uno nell'altro, prendendo rifugio uno nell'altro. «L'amore è una potenza unificatrice».
Se l'amore è essere teso uno verso l'altro, è anche e soprattutto tendere entrambi verso le stesse realtà, è sperare e volere le stesse cose; èpartecipare della stessa visione, dello stesso ideale. E, con questo, è volere che l'altro si realizzi pienamente secondo le vie di Dio e al servizio degli altri; è volere che sia fedele alla sua chiamata, libero di amare in tutte le dimensioni dell'essere suo.
Perché un cuore faccia questo passo dall'egoismo all’amore, dalla "comunità per me" a "io per la comunità", e la comunità per Dio e per quelli che sono nel bisogno, occorrono tempo e molteplici purificazioni, delle morti costanti e nuove resurrezioni. Per amare, bisogna incessantemente morire alle proprie idee, alle proprie suscettibilità, alle proprie comodità. La via dell'amore è tessuta di sacrifici. La comunità comincia a formarsi quando ognuno fa uno sforzo per accogliere e amare ciascuno degli altri così com’egli è. «Accoglietevi a vicenda come Cristo ha accolto voi». (Rm 15,7)

Jean Vanier

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martedì 18 aprile 2017

Comunità come luogo di rivelazione dei limiti personali - La Comunità luogo del perdono e della festa.

Comunità come luogo di rivelazione dei limiti
personali.


Quando chi ha conosciuto l’isolamento di una grande città, o un mondo di aggressione e di rifiuto, entra in comunità,
trova un calore e un amore molto vivificanti. Inizia a togliersi la maschera, a lasciar cadere le sue barriere e a diventare
più vulnerabile. Vive un tempo di comunione e di gioia profonda.
Ma togliendosi la maschera e diventando vulnerabile, scopre anche che la comunità è un luogo terribile perché è un
luogo di relazioni, perché rivela la nostra affettività ferita e rivela quanto può essere difficile vivere con altri, specialmente
con certe persone. È molto più facile vivere con libri, oggetti, con la televisione, la musica ... è tanto più facile vivere da
soli e stare con gli altri quando se ne ha voglia.
Quando si è in relazione sempre con le stesse persone, quando ormai ci si conosce, emergono tutte le gelosie, la paura
degli altri, il bisogno di dominare, di scappare o di nascondersi che abbiamo vissuto nella nostra infanzia. Tanta miserie
che abbiamo dentro di noi e di cui non sempre siamo coscienti sembrano risalire alla superficie della nostra coscienza. Si
è angosciati dalla vicinanza di certe persone che si aggrappano a noi, che ci chiedono troppo oppure la cui presenza ci
ricorda i nostri genitori.
La comunità è il luogo nel quale sono rivelati i limiti, le paure e l’egoismo di una persona. Si scopre la propria povertà e le
proprie debolezze, l’incapacità ad intendersi con alcuni, i propri blocchi, la propria affettività turbata, i desideri che
sembrano insaziabili, le frustrazioni e le gelosie, gli odi e la voglia di distruggere. Finché si era soli si poteva credere di
amare tutti e di andare d’accordo con tutti.
Quando i rapporti sono ravvicinati, quando si trascorrono alcuni giorni insieme a tempo pieno, quando i rapporti
diventano stabili, forse addirittura quotidiani, allora ci si rende conto di quanto si è incapaci di amare, di quanto si rifiutino
gli altri, di quanto si è chiusi su di sé. E se si è incapaci di amare, che resta di buono? Non c’è più che disperazione,
angoscia e bisogno di distruggere. Allora l’amore sembra un’illusione.
La vita comunitaria è la rivelazione penosa dei limiti, delle debolezze, delle tenebre di ogni essere; è la rivelazione,
spesso inattesa, dei mostri nascosti dentro di noi. È difficile accettare questa rivelazione. Si cerca di allontanare
rapidamente questi mostri, o di nasconderli di nuovo, di illudersi che non esistano; oppure si fuggono la vita comunitaria
e le relazioni con gli altri; o ancora si pretende che quei mostri siano negli altri e non in noi. I colpevoli sono sempre e
solo gli altri ...
Ma la ferita che tutti portiamo in noi e che cerchiamo di non vedere e di fuggire, può diventare il luogo dell’incontro con
Dio e con i nostri fratelli e sorelle; può diventare il luogo in cui impariamo ad amare, ad avere compassione degli altri. 
(Jean Vanier, La comunità: luogo del perdono e della festa, Jaca Book, Milano 2000, pp. 44-45.47).
 Monastero di Bose - Comunità come luogo di rivelazione dei limiti personali



 "Annunciare il Vangelo: una comunità in cui traspare la misericordia del Padre"



di Luciano Manicardi 


Una comunità in cui traspare la misericordia del Padre



La Comunità e l'Eucarestia - Jean Vanier

*Un altro nutrimento che crea il legame tra il nutrimento comunitario e quello personale, perché è l'uno e l'altro insieme, è l'Eucaristia.* *L'Eucaristia è la celebrazione, la festa comunitaria per eccellenza, perché ci fa rivivere il mistero di Gesù che dà la sua vita per noi. Ci fa rivivere, in modo sacramentale, il suo sacrificio della Croce che ha aperto agli uomini una nuova strada di vita, che ha liberato i cuori dalla paura perché possano amare ed essere di Dio e perché possano vivere la comunità. * *L'Eucaristia è il luogo dell'azione di grazia di tutta la: comunità. * ...
 altro » da    Pag.ne _221   a   225 - pdf



L'Eucarestia e la comunità (2) - Jean Vanier

*Tuttavia, i vangeli e gli scritti dei santi attraverso i tempi, mostrano chiaramente che ci sono due poli nella Chiesa: il Corpo di Cristo e i poveri. Gesù si è fatto povero ed ha annunciato che i poveri erano Lui stesso. Il corpo spezzato di Cristo nell'Eucaristia è vissuto veramente soltanto se è visto in relazione con il corpo e il cuore spezzato dei poveri; e il corpo e il cuore spezzato del povero trovano il loro senso nel Corpo spezzato di Cristo. I due sono così intimamente legati, che san Giovanni, nel suo vangelo, non nomina l'Eucaristia in occasione dell'ultima Cena, ma ... altro »
Approfondimento:
Jean Vanier  La comunità: luogo del perdono e della festa, Appunti sparsi