Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

domenica 23 settembre 2012

Festa di S. Pio da Pietrelcina

Ricevuto da Caterina Muggianu.

Prega e spera
non agitarti.
L'agitazione non giova a nulla.
Dio è misericordioso
e ascolterà la tua preghiera.
( S. Pio da Pietrelcina)

La benedizione di Padre Pio
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Il segreto di Padre Pio da Kairos


Per la festa di san Pio, oggi 23 settembre, propongo  alcune pagine tratte dall’introduzione all'ultimo libro di Antonio Socci: “Il segreto di padre Pio” (Rizzoli)

                                                           Verrà un giorno in cui gli uomini non                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    
                                                                      potranno pronunciare il nome di              
                                                                           Gesù senza piangere
                                                                                                 (George Bernanos)

La pianta è l'umiltà; il frutto è il Cielo.


OGGI 23 SETTEMBRE CELEBRIAMO LA   

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIOAnno B 
Di seguito i testi della Liturgia con qualche commento. Buona domenica!
Pb. Vito Valente.


I cristiani deboli
Dal «Discorso sui pastori» di sant'Agostino, vescovo
(Disc. 46, 13; CCL 41, 539-540)

Dice il Signore: «Non avete reso la forza alle pecore deboli, non avete curato le inferme» (Ez 34, 4).
Parla ai cattivi pastori, ai falsi pastori, ai pastori che cercano i loro interessi, non quelli di Gesù Cristo, che sono molto solleciti dei proventi del loro ufficio, ma che non hanno affatto cura del gregge, e non rinfrancano chi è malato.
Poiché si parla di malati e di infermi, anche se sembra trattarsi della stessa cosa, una differenza si potrebbe ammettere. Infatti, a considerare bene le parole in se stesse, malato è propriamente chi è già tocco dal male, mentre infermo è colui che non è fermo e quindi solo debole.
Per chi è debole bisogna temere che la tentazione lo assalga e lo abbatta, Il malato invece è già affetto da qualche passione, e questa gli impedisce di entrare nella via di Dio, di sottomettersi al giogo di Cristo.
Alcuni uomini, che vogliono vivere bene e hanno fatto già il proposito di vivere virtuosamente, hanno minore capacità di sopportare il male, che disponibilità a fare il bene. Ora invece è proprio della virtù cristiana non solo operare il bene, ma anche saper sopportare i mali. Coloro dunque che sembrano fervorosi nel fare il bene, ma non vogliono o non sanno sopportare le sofferenze che incalzano, sono infermi ossia deboli. Ma chi ama il mondo per qualche insana voglia e si distoglie anche dalla stesse opere buone, è già vinto dal male ed è malato. La malattia lo rende come privo di forze e incapace di fare qualcosa di buono. Tale era nell'anima quel paralitico che non poté essere introdotto davanti al Signore. Allora coloro che lo trasportavano scoprirono il tetto e di lì lo calarono giù. Anche tu devi comportarti come se volessi fare la stessa cosa nel mondo interiore dell'uomo: scoperchiare il suo tetto e deporre davanti al Signore l'anima stessa paralitica, fiaccata in tutte le membra ed incapace di fare opere buone, oppressa dai suoi peccati e sofferente per la malattia della sua cupidigia.
Il medico c'è , è nascosto e sta dentro il cuore. Questo è il vero senso occhio della Scrittura da spiegare.
Se dunque ti trovi davanti a un malato rattrappito nelle membra e colpito da paralisi interiore, per farlo giungere al medico, apri il tetto e fa' calar giù il paralitico, cioè fallo entrare in se stesso e svelagli ciò che sta nascosto nelle pieghe del suo cuore. Mostragli il suo male e il medico che deve curarlo.
A chi trascura di fare ciò, avete udito quale rimprovero viene rivolto? Questo: «Non avete reso la forza alle pecore deboli, non avete curato le inferme, non avete fasciato quelle ferite» (Ez 34, 4). Il ferito di cui si parla qui è come abbiamo già detto, colui che si trova come terrorizzato dalle tentazioni. La medicina da offrire in tal caso è contenuta in queste consolanti parole: «Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione ci darà anche la vita d'uscita e la forza per sopportarla» (1 Cor 10, 13).
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Preghiera dell'Equinozio d'autunno


sabato 22 settembre 2012
Equinozio d'Autunno
"Signore, non sono necessarie
le penne degli angeli
e i languidi cori celesti:
ci bastano le penne del passero
e il canto stridulo del merlo
tra le foglie del platano.
Strade d'autunno fasciate di nebbia
e case che s'accendono
e fanno lume nella notte.
Signore, non c'è bisogno di grandi stelle comete:
bastano queste luci e queste case,
se vieni a cenare con noi
e, se vieni, ti prego, non entrare a porte chiuse:
è così dolce la chiave che canta nella toppa,
quando si attende l'amato!
Io non attendo altre strade,
io non ti chiedo altre case
o altre sere o altri mondi;
ma questo, questo dolcissimo mondo
abitato da te”.
ANONIMO

Preghiera
Signore nostro Dio,
in questo giorno in cui la nostra stella,
il Sole, è nel suo Equinozio
e ci fa entrare nella stagione dolce dell’Autunno,
che ricorda la fragilità e l’impermanenza della vita,
noi ti preghiamo che ogni uomo
abbia sentimenti di compassione
verso tutti gli esseri viventi,
tanto deboli e soggetti al declino e alla morte;
allora il nostro cuore rifletterà il tuo amore. 
Per Cristo, nostro Signore. - Amen.




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