IL GRANELLINO🌱
(Mc 12,28-34)
Cos'è l'amore? È lo sforzo per rendere l'altro felice, pronti nel rinunciare persino alle nostre comodità. C'è l'amore pagano e l'amore cristiano. L'amore pagano ti fa dire all'altro: Io ti amo fino a quando tu mi ami o fino a quando mi conviene. Su questo tipo di amore non si può costruire niente di duraturo e di solido. L'amore cristiano, invece, ti porta ad amare l'altro anche quando non se lo merita. L'amore cristiano è un'acquaviva che non viene da un pozzo di questo mondo, ma dall'alto, cioè dallo Spirito Santo. Ecco perché, quando ti diventa difficile amare fino alla fine come ha fatto Gesù Cristo, fermati, alza gli occhi verso il cielo e prega con fede: "Vieni, Santo Spirito e riempimi del tuo amore soprannaturale!". Chi dobbiamo amare anzitutto? Ascolta, mio lettore! Sforzati di amare soprattutto Dio Padre che ti ha creato per amore, Gesù Cristo che ti ha redento per amore e lo Spirito Santo che ti rende amore, cioè immagine e somiglianza di Dio Trinità. Cosa bisogna fare per amare il Padre, Figlio e lo Spirito Santo? Se lo vuoi sapere, appena hai venti minuti di tempo, mettiti a leggere il Discorso della Montagna che, purtroppo, la maggioranza dei cattolici ignora. Le parole di Gesù sono parole di vita eterna e ti diranno che devi amare Dio Trinità al di sopra di ogni creatura e cosa umana. Ti dirà di amare Dio più di tua moglie, tuo marito, tuo figlio, tuo padre, tua madre e il tuo lavoro. Amando Dio Trinità con tutto il cuore e con tutte le tue energie imparerai ad essere paziente con il prossimo, a non essere invidioso, a non essere avaro, a perdonare, a non essere classista, a non disprezzare nessuno, a non sentirti migliore degli altri e ad aiutare chi si trova nel bisogno. Chi ama in questa maniera è cristiano ed è figlio di Dio. Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
IL GRANELLINO🌱
(Mc 12,35-37)
Gesù insegnava nel tempio e il popolo pendeva dalle sue labbra. Gesù parlava del Padre celeste in maniera soprannaturale. Ecco perché il popolo non si stancava di ascoltarlo. Gesù parlava a braccio quando insegnava e parlava dell'amore e della misericordia del Padre celeste. Gesù non aveva bisogno di scrivere le omelie. Il suo cuore era fonte di sapienza purissima perché amava il Padre e il suo cibo era quello di compiere la volontà di suo Padre. Egli conosceva l'amore misericordioso del Padre non per sentito dire, ma perché era una sola cosa con Lui. Quante volte, nella sua predicazione, diceva: "Io e il Padre siamo una sola cosa! Chi vede me vede il Padre, chi ascolta me ascolta il Padre!". La parola che usciva dalla bocca di Gesù era piena di grazia, di dolcezza, di verità, ma era anche una parola ferma, forte e determinata. Gesù parlava e insegnava con autorità. Gesù era la Verità e, per insegnare, non aveva bisogno di ripetere le omelie dei rabbini e dei dottori della legge. La parola di Gesù aveva il fuoco dell'Amore e della Verità. Perciò Egli parlava al cuore del popolo. E il popolo non dormiva quando Gesù insegnava. Sono certo che, quando smetteva di parlare e d'insegnare, il popolo gli diceva: "Parlaci ancora del Padre; non andare via perché le tue parole sono più dolci del miele". Chi si rifiutava di ascoltare Gesù erano i Sacerdoti del tempio, i dottori della legge e molti Scribi e Farisei. Perché? Perché non stimavano Gesù per il fatto che non aveva una laurea in teologia, era figlio di un operaio, ma soprattutto perché la sua Parola smascherava la loro ipocrisia e il loro stile di vita che non era conforme a quello che insegnavano. Ora mi chiedo: perché il popolo di Dio si addormenta o manifesta segni di insofferenza quando molti del clero predicano e insegnano le realtà del cielo? Perché molti del clero leggono le omelie? Forse, anzi senza forse, perché su di noi non c'è lo Spirito del Signore. Amen. Alleluia.
P. Lorenzo Montecalvo
Preghiera per le cose di tutti i giorni
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Testimone straordinario dell'Eucarestia:
"Quando sono stato arrestato, ho dovuto andarmene subito, a mani vuote. L'indomani, mi è stato permesso di scrivere ai miei per chiedere le cose più necessarie: vestiti, dentifricio... Ho scritto: «Per favore, mandatemi un po' di vino, come medicina contro il mal di stomaco». I fedeli subito hanno capito. Mi hanno mandato una piccola bottiglia di vino per la Messa, con l'etichetta: 'medicina contro il mal di stomaco', e delle ostie nascoste in una fiaccola contro l'umidità. La polizia mi ha domandato: «Lei ha mal di stomaco?». «Sì». «Ecco, un po' di medicina per lei». Non potrò mai esprimere la mia grande gioia: ogni giorno, con tre gocce di vino e una goccia d'acqua sul palmo della mano, ho celebrato la Messa. Era questo il mio altare ed era questa la mia cattedrale! Era la vera medicina dell'anima e del corpo: «Medicina dell'immortalità, antidoto per non morire ma per avere sempre la vita in Gesù». Ogni volta avevo l'opportunità di stendere le mani e di inchiodarmi sulla croce con Gesù, di bere con lui il calice più amaro. Ogni giorno, recitando le parole della consacrazione, confermavo con tutto il cuore e con tutta l'anima un nuovo patto, un patto eterno fra me e Gesù, mediante il suo sangue mescolato al mio. Erano le più belle Messe della mia vita (card. F.X. NGUYEN VAN THUAN)
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