Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

mercoledì 3 gennaio 2018

Un Dio architetto: l’omelia di don Angelo Casati del 31 dicembre

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…”se Natale è un Dio architetto, un Dio del restauro, per noi ora
si aprono giorni in cui affiancarci, con tutta la nostra passione,
al Dio architetto, al Dio del restauro”
StandardUn Dio architetto: l’omelia di don Angelo Casati del 31 dicembre
Don Angelo è un amico di Romena: non è solo un poeta, ma un uomo che guarda la vita con occhi di bambino, che riesce sempre a penetrare con candore disarmante la realtà che ci circonda.
Suo è il libro, I giorni dello stupore,  che vi abbiamo proposto per accompagnarci durante il cammino dell’Avvento. Ci piace adesso offrirvi la sua omelia dell’ultimo giorno dell’anno:  perché ognuno di noi possa sentirsi addosso la tenerezza e la responsabilità di questi i giorni…
° ° ° ° °
“Il vangelo di Giovanni che abbiamo appena letto, ci porta a contemplare il Verbo – la Sapienza la chiamerebbe il libro dei Proverbi – in una sua uscita per creare, quasi fosse l’architetto di Dio. Ci sembra di leggere un’allusione là dove è scritto: ”Io ero con lui come artefice ed ero la sua delizia ogni giorno”. Un richiamo che abbiamo trovato anche nella lettera ai Colossesi, che di Gesù scrive che è “l’immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione perché in lui furono create tutte le cose, nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili”. Tutto, tutti! Pensate che meraviglia! Creati per mezzo di lui! Vedete, lo diciamo qui ogni domenica nel credo, ma può diventare una ripetizione monotona, senz’anima,  senz’anima e senza conseguenze nella vita. Diciamo che “per mezzo di lui tutte le cose sono state create”. La conseguenza è che c’è qualcosa di divino, c’è l’impronta di Dio, dell’architetto, della sua vita, in tutti, in ciascuno di noi, nel creato. Lo crediamo?
Voi mi capite, se io avessi fede, dovrei andare nella vita con uno sguardo diverso, lo sguardo di chi davanti ad ogni cosa, ad ogni persona, dice: “Per mezzo di lui è stato fatto”, per mezzo del Verbo di Dio. “Senza di lui” – è scritto –“nulla è stato fatto di ciò che esiste”. Nulla, capite. L’impronta è dovunque, al di là delle religioni, delle tradizioni, delle credenze o delle non credenze..
Se ci penso, se ci credo,  cambio il mio modo di guardare il mondo. C’è di mezzo un architetto, un grande architetto.
E allora porta a pienezza l’opera dell’architetto, del grande architetto, in te. Rispetta e porta a pienezza l’opera dell’architetto, del grande architetto, nell’altro, nella società, sulla terra. Perdonate se la chiamo così: “prima uscita del Verbo” nella creazione.
E passo all’altra stupefacente uscita: “E il Verbo si fece carne e mise la sua tenda in mezzo a noi”, lui immagine del Dio invisibile. Perché questa seconda uscita? Starei  per dire: per un restauro. Ho trovato il verbo del restauro in una messa feriale di questa settimana. Sentite, sono parole che contengono un incantamento e finiscono in preghiera: Eccole: “Stupenda, o Dio, è l’opera che vai compiendo nell’universo per restaurare l’uomo e salvarlo dalla sua decadenza; porta adesso a compimento in noi l’azione creatrice del tuo Verbo”.
Il Verbo – perdonatemi – da architetto diventa restauratore. Perché? Perché l’immagine dell’in principio in noi, nella società, nella chiesa, nella creazione, si è come scolorita: abbiamo ricoperto l’affresco di pesantezze. Occorre un restauro che lo liberi dai nostri appesantimenti, che ne hanno snaturato l’immagine. Ecco, il Verbo, Gesù, è venuto per questo. Per salvarci dalla decadenza. Spesso oggi sentiamo parlare di un paese decadente, di una società decadente, di una umanità decadente: là dove doveva risplendere la bellezza sembra a volte trionfare la volgarità. Abbiamo bisogno di restauro.
Parlavo di volgarità: sì, anche i nomi a noi più cari e preziosi a volte vengono usati dissacrandoli, ed è ferita, ferita al cuore. In questi giorni ci è toccato sentire un uomo politico declamare: “In nome di Gesù bambino vi faccio gli auguri di Natale”. Ma di che bambino parli? Ma hai letto come nasce? Ma hai seguito il racconto della sua vita nei vangeli? E mi dici: in nome di Gesù?  Guarda che lui si è fatto carne, e dunque non si può equivocare. Dio si è fatto visibile. Nella vita del suo Figlio che è quella dei vangeli. Attenzione alle nostre incrostazioni che offendono l’affresco. Come posso celebrare un Dio che mette la tenda in mezzo a noi dicendo poi ad altri: “Voi togliete le tende”?  Vedete come evapora il Natale, finendo in una parola, in una giornata e tutto è chiuso…
Vi dirò che, dopo decine di anni, non mi si stacca dalla mente una scena. Un’aula di liceo –insegnavo allora religione –. Mentre noi si discuteva di Natale , una ragazza – ora diventata scrittrice famosa – alle mie spalle scriveva dolentemente sulla lavagna: “Natale: le statuine e gli addobbi… S. Stefano: tutto ritorna come prima”.
Avviene così quando il Natale è ridotto a un nome. Ma se Natale è un Dio architetto, un Dio del restauro, per noi ora si aprono giorni in cui affiancarci, con tutta la nostra passione, al Dio architetto, al Dio del restauro.
(tratto dall’omelia del 31 dicembre 2017)💗🙏🏻 Romena
La pieve di Romena

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