Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.
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domenica 25 febbraio 2018

Per me è importante ogni tanto avvertirvi che non dovete fidarvi di me...



Promemoria

Il “Padre nostro” e la tentazione


di: Andrés Torres Queiruga
Papa Francesco ha chiesto ai vescovi tedeschi che modifichino il versetto della petizione Non indurci in tentazione per un maggiore adeguamento alla traduzione francese (come è già avvenuto nella liturgia di lingua spagnola).I vescovi tedeschi non lo hanno giudicato opportuno (cf. Settimananews, 29 gennaio 2018). Credo che si tratti di un gesto, dal punto di vista ecclesiologico, importante, perché questo fatto è dovuto al rispetto e alla comunione, mostrando una sana libertà e un legittimo pluralismo nel servizio pastorale.Con lo stesso rispetto e identico desiderio di comunione, a partire dal servizio teologico (certamente, senza arrogarmi il diritto di rappresentare la teologia), posso tentare di mostrare la mia convinzione, cioè che la ragione sta dalla parte del papa. Lo faccio, perché mi pare che, ben oltre il caso particolare, siano in gioco due delle questioni più urgenti per la teologia e la spiritualità di oggi: la lettura della Bibbia e l’orazione nella sua modalità di petizione.


Questo post è rimasto nelle bozze qualche anno ...



Il Vangelo secondo Matteo 

(scena del discorso della montagna) - Pier Paolo Pasolini





Giorni lenti, giorni faticosi per questo caldo che ci circonda e che ci abita. Giorni nei quali è difficile ‘fare’ qualcosa, più semplice rilassarsi e lasciare andare.
Osho ci suggerisce un modo di stare:
“Ogni tanto tenta di vivere e basta. Vivi semplicemente. Non lottare e non forzare la vita. Osserva in silenzio ciò che accade. Lascia accadere ciò che accade. Permetti a ciò che è, di esistere. Lascia cadere ogni tensione e lascia che la vita fluisca, che accada. E ciò che accade, te lo garantisco, libera.”
Ecco il tempo prezioso del riposo, tempo buono per guardare la vita e vederla vivere, tempo prezioso per provare a far combaciare qualche pezzo del puzzle della vita, tempo per quello sguardo empatico per sentir dentro se gli altri.
Che i giorni delle vacanze siano tempo favorevole per ammirare il creato, e quella meraviglia che sei tu!
Giorgio B.

 www.famigliedellavisitazione.it/wp/giovanni-nicolini

«E chi è mio prossimo?»
---------- Forwarded message ---------Da: Giovanni Nicolini <giovanni.visitazione@gmail.comOggetto: [lectio] Lc.10,29-37A: llectio <lectio@famigliedellavisitazione.it>

Lc. 10,29 -37 29 Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». 30 Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31 Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. 32 Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. 33 Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. 34 Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. 35 Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. 36 Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». 37 Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così». COMMENTO DI GIOVANNI 



Per me è importante ogni tanto avvertirvi che non dovete fidarvi di me. E anche per una Parola come quella di oggi, siate prudenti e severi con le mie proposte, perché, soprattutto quando per una Parola “si perde la testa” perché ce se n’innamora, la faccenda diventa delicata! Così, non sono d’accordo con la traduzione del ver.29 che dice che il dottore della legge vuole “giustificarsi”! In italiano si dice così quando uno cerca delle scuse per una “marachella”, ma qui mi sembra che siamo all’opposto! Lui non vuole “giustificarsi”, ma vuole compiere e attuare la giustizia! Vuol far lui bene, a tutti i costi! Allora il Signore gli racconta una “parabola” meravigliosa, ma, come vedremo anche “ingannevole”. Capace però di imporre al dottore qualche ipotesi di revisione del suo pensiero a addirittura della sua vita! Dunque la domanda alla quale Gesù risponde con la parabola è “Chi è il mio prossimo?” (ver.29). Ed ecco allora l’uomo che scende da Gerusalemme verso Gerico, che è una gran discesa, forse anche allusiva ad un cammino che dalla vita precipita verso la fine! Di fatto, i malandrini, o il Male, da cui il poveretto viene assalito, lo lasciano per strada “mezzomorto”, semi morto! Negli anni sono arrivato un po’ a “giustificare” il sacerdote e il levita che non si fermano a curarlo. Avendo dei compiti liturgici, se lo sventurato morisse durante il tentativo di curarlo, sarebbero complicazioni per ministri che toccano un morto. Un mio amico ebreo milanese, Stefano Levi della Torre, più severo di me, dice che dovevano fermarsi, e se mai avrebbero poi fatto i riti di purificazione. Qui entra in scena il Samaritano! Dati i pessimi rapporti tra giudei e samaritani, sarebbe il momento per prendersi una vendetta piuttosto giustificata! Ma, come insiste Ivan Ilich nella sua grande simpatia verso il Samaritano, avviene nel suo cuore una radicale conversione al Signore: “Vide e ne ebbe compassione”!Questi sono proprio i sentimenti del Signore! Gli si fa vicino, gli fascia le ferite, versandovi olio e vino, lo carica sulla sua cavalcatura, lo porta in un albergo e si prende cura di lui!!! (ver.34). E non basta! Il giorno seguente lo affida all’albergatore chiedendogli che a sua volta si prenda cura di questo poveretto, con la promessa di un compenso. A me piace molto questo particolare, perché mi ci ritrovo pienamente. Il mio “buon Samaritano”  non solo mi ha curato, ma mi ha anche “affidato” a qualcuno – non pochi e poche! - che mi tengono sempre in cura! E adesso torniamo al nostro stralunato dottore, e a Gesù che gli domanda chi sia stato “il prossimo” per quell’uomo “caduto nelle mani dei briganti” (ver.36). E allora ecco l’inevitabile meravigliosa risposta: “Chi ha avuto compassione di lui”!!(ver.37). Come “boyscout” sono impegnato quotidianamente a fare una buona azione al mio prossimo. Ma qui è il mio prossimo che la fa a me! Quando penso di essere io a fare la buona azione, è quello il momento e l’evento nel quale la ricevo! E’ la meraviglia del nostro cristiano volerci-bene!Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.

martedì 6 giugno 2017

Tentar non nuoce!

“Non aspettare che ci sia sereno 
 o cada una tiepida pioggia
 o l’orchestra dei fiori incominci a suonare
 o i già muti pesci tacciano ancor di più.
 Fa' che ti basti che cominci il giorno
 e che sia fatto chiaro come pagina bianca
 voltata dopo la nera.
 Allora tieni la faccia più alta che si può e tenta
 perché tentar non nuoce.”

Ho bisogno, alcune mattine, di parole buone, quasi da masticare, come queste di Pablo Neruda. Sono solo parole, ma hanno in se l’energia dello spirito, e hanno il potere di entrare dentro e toccare, e toccarmi, e incoraggiarmi.
A volte ho la presunzione che la vita sia in debito con me, che mi debba dare o fare qualcosa, mentre dovrei averne solo una di pretesa, quella di dire grazie ad ogni risveglio, quella di abbracciare il nuovo giorno e stringerlo al cuore e convincermi che anche oggi ‘tentar non nuoce’.
Ed allora si dia inizio alla vita, che la luce sia, che la bellezza abiti gli occhi e, cosa più importante, sappia riconoscere l’abbondanza dei doni e sussurrare il mio grazie col viso rivolto al cielo.
fra Giorgio

domenica 27 novembre 2016

avvento forse è un tempo per sognare qualcosa di nuovo, per decidere di vivere nella luce: insieme?



Se non ora quando’ potrebbe essere l’espressione di Isaia, di Paolo, di Gesù all’inizio di questo nuovo mettersi in cammino vicendevole tra noi e Dio.Ci vuole un vestito apposta, un vestito che sprigioni luce. Lasciamo da parte per un po’ lamenti, piagnistei sui questi tempi. Basta piangersi addosso. Poniamo gesti che gettino semi per il futuro. Semi di luce. Germoglieranno. Ogni giorno al risveglio decidiamo che abito indossare: fermati un istante e decidi anche che vestito metterai ai tuoi occhi: di luce o di buio, colorato o grigio. In alcune sacrestie c’è questa scritta: celebra la messa come fosse la prima, l’ultima e l’unica: sarebbe da mettere questa scritta sullo specchio del lavandino dove ti lavi ogni mattino: vivi questa giornata come se fosse la prima, l’ultima, l’unica! O adesso o mai più!Ogni guerriero della luce ha avuto paura di affrontare un combattimento.Ogni guerriero della luce ha tradito e mentito in passato.Ogni guerriero della luce ha imboccato un cammino che non era il suo.Ogni guerriero della luce ha pensato di non essere guerriero della luce.Ogni guerriero della luce ha mancato ai suoi doveri spirituali.Ogni guerriero della luce ha ferito qualcuno che amava.Perciò è un guerriero della luce: perché ha passato queste esperienze, e non ha perduto la speranza di essere migliore. (Paulo Coelho)L’avvento forse è un tempo per sognare qualcosa di nuovo, per decidere di vivere nella luce: insieme?
 



lunedì 19 settembre 2016

Ci vuole un nuovo modo di pensare per risolvere i problemi prodotti dal vecchio modo di pensare”

Fra Giorgio
Ho visto spuntare sorella luna. Nel buio un chiarore, e poi una palla piena di luce, senza una lingua di chiarore, per raccontare di un tempo che muta ogni cosa, ora lo accresce, ora lo diminuisce, in un gioco di pienezza e vuoto, con sorelle nuvole che non sono comprimarie, ma si divertono a creare quadri mozzafiato. Già, sembra proprio come la nostra vita, un alternarsi di…tutto!
E l’alba che somiglia alla notte proprio per le nuvole, che continuano a vivere, a muoversi, sospinte da fratello vento, che lo vedi solo nel movimento celeste, e nei miei alberi che ora mi fanno ‘ciao ciao’.
Ieri sera ho iniziato l’omelia con una frase di Albert Einstein: “Ci vuole un nuovo modo di pensare per risolvere i problemi prodotti dal vecchio modo di pensare”. E da lì ho preso avvio per raccontare di un amministratore disonesto che cambia le carte in tavola, che da strozzino diventa generoso, che sa trasformare un problema in un’occasione. E di un padrone che tra onestà e salvezza sceglie di ‘salvare’ il suo amministratore. 
Perché il disonesto, e lo sono anch'io che ho sprecato tanti doni di Dio, sarà accolto nel Regno? Perché lo sguardo di Dio non cerca in me il male che ho commesso, ma il bene che ho seminato nei solchi del mondo. 
Mi piace questo Signore al quale la felicità dei figli importa più ancora della loro fedeltà, che pone le persone prima dei suoi interessi, prima del suo grano e del suo olio, che accoglierà me, fedele solo nel poco e solo di tanto in tanto, proprio con le braccia degli amici, di coloro con cui avrò creato comunione.  
A me solo di inventarmi un nuovo modo di ‘riparare’ ai danni fatti.
Sono stato disonesto? Oggi proverò a coprire il male di bene. Ho causato lacrime? Oggi renderò felice qualcuno. Ho rubato? Oggi regalerò qualcosa di mio, magari una briciola di tempo a chi ne ha bisogno. Tutto qui!