Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

giovedì 9 febbraio 2017

Lectio Siracide 20,1-20



1 C’è un rimprovero che è fuori tempo, c’è chi tace ed è prudente. 2 Quanto è meglio rimproverare che covare l’ira! 3 Chi si confessa colpevole evita l’umiliazione. 4 Come un eunuco che vuol deflorare una ragazza, così chi vuole fare giustizia con la violenza. 5 C’è chi tace ed è ritenuto saggio, e chi è riprovato per la troppa loquacità. 6 C’è chi tace, perché non sa che cosa rispondere, e c’è chi tace, perché conosce il momento opportuno. 7 L’uomo saggio sta zitto fino al momento opportuno, il millantatore e lo stolto non ne tengono conto. 8 Chi esagera nel parlare si renderà riprovevole, chi vuole imporsi a tutti i costi sarà detestato. Com’è bello quando chi è biasimato mostra pentimento, perché così tu sfuggirai a un peccato volontario. 9 Nelle disgrazie qualcuno può trovare un vantaggio, ma c’è un profitto che si può cambiare in perdita. 10 C’è una generosità che non ti arreca vantaggi e c’è una generosità che rende il doppio. 11 C’è un’umiliazione che viene dalla gloria e c’è chi dall’abbattimento alza la testa. 12 C’è chi compra molte cose con poco e chi le paga sette volte il loro valore. 13 Il saggio si rende amabile con le sue parole, ma le cortesie degli stolti sono sciupate. 14 Il dono di uno stolto non ti giova, e ugualmente quello dell’invidioso, perché è frutto di costrizione; i suoi occhi, infatti, sono molti invece di uno. 15 Egli dà poco, ma rinfaccia molto; apre la sua bocca come un banditore. Oggi fa un prestito e domani lo richiede; quanto è odioso un uomo del genere! 16 Lo stolto dice: «Non ho un amico, non c’è gratitudine al bene che faccio». Quelli che mangiano il suo pane sono lingue cattive. 17 Quanti si burleranno di lui, e quante volte! Poiché non accoglie l’avere con spirito retto, e il non avere gli è ugualmente indifferente. 18 Meglio inciampare sul pavimento che con la lingua; è così che la caduta dei cattivi giunge rapida. 19 Un discorso inopportuno è come un racconto inopportuno: è sempre sulla bocca dei maleducati. 20 Non si accetta un proverbio dalla bocca dello stolto, perché non lo dice mai a proposito. 21 C’è chi è trattenuto dal peccare a causa della miseria e quando riposa non avrà rimorsi. 22 C’è chi si rovina per rispetto umano e di fronte a uno stolto si dà perduto. 23 C’è chi per rispetto umano fa promesse a un amico, e in tal modo gratuitamente se lo rende nemico. 24 Brutta macchia nell’uomo la menzogna, è sempre sulla bocca dei maldicenti. 25 Meglio un ladro che un mentitore abituale, tutti e due avranno in sorte la rovina. 26 L’abitudine del bugiardo è un disonore, la vergogna che si merita è sempre con lui. 27 Chi è saggio nel parlare si apre una strada e l’uomo prudente piace ai grandi. 28 Chi lavora la terra accresce il suo raccolto, chi piace ai grandi si fa perdonare i suoi torti. 29 Regali e doni accecano gli occhi dei saggi, come bavaglio sulla bocca soffocano i rimproveri. 30 Sapienza nascosta e tesoro invisibile: a che servono l’una e l’altro? 31 Meglio l’uomo che nasconde la sua stoltezza di quello che nasconde la sua sapienza. 32 È meglio perseverare nella ricerca del Signore che essere un libero auriga della propria vita. COMMENTO DI GIOVANNI  Mando il mio messaggino dopo la Messa, dove ho cercato di raccogliere suggerimenti dagli interventi nell’Omelia partecipata, come ogni giorno. Mi sembra che si possa dire conclusivamente che la Parola di oggi ci ammonisce severamente circa il nostro rapporto con la realtà e con le dimensioni più delicate della vita e dello spirito umano.Noi pretenderemmo che tutto si possa sempre capire, analizzare e giudicare. Ma il nostro brano è volutamente complesso e ricco di contraddizioni e persino di paradossi. La vita non è un teorema o un paradigma, ma è sempre inevitabilmente complessa. La Sapienza vera non pretende di tutto “capire” – un verbo che allude al “prendere”! – ma accetta e vuole incessantemente camminare nella realtà cercando di coglierne gli strati più profondi e la risposta da dare ad avvenimenti che di volta in volta assumono note e messaggi ed esigenze diversi! Non c’è in questo una unica guida intellettuale e concettuale. Dunque, la sapienza ebraica e cristiana si presenta e si rivela come dono! Un dono incessantemente cercato, richiesto e ricevuto dalla bontà di Dio. E’ un cammino mai terminato e concluso, ma sempre aperto e disponibile a conversioni e cambiamenti! Nella nostra Liturgia di oggi in casa nostra sono presenti due testi molto significativi a questo proposito. Uno è Romani 8,26-30, dove al ver.28 si dice che “tutto concorre al bene per quelli che amano Dio”: dunque, una via semplice e di pace, convocata nel mistero e nel dono dell’amore. Tale la via della vera Sapienza! L’altro testo è Marco 7,24-30, dove Gesù viene convinto da una mamma straniera a liberare dal demonio la sua bambina, perché “anche i cagnolini, sotto la tavola,  mangiano le briciole dei figli”! E Gesù cambia il suo pensiero!! Capite, Gesù!! Dunque, fidiamoci e affidiamoci allo splendore di queste parole.Dio ti benedica-. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.


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1 C’è un rimprovero che è fuori tempo, c’è chi tace ed è prudente. 2 Quanto è meglio rimproverare che covare l’ira! 3 Chi si confessa colpevole evita l’umiliazione. 4 Come un eunuco che vuol deflorare una ragazza, così chi vuole fare giustizia con la violenza. 5 C’è chi tace ed è ritenuto saggio, e chi è riprovato per la troppa loquacità. 6 C’è chi tace, perché non sa che cosa rispondere, e c’è chi tace, perché conosce il momento opportuno. 7 L’uomo saggio sta zitto fino al momento opportuno, il millantatore e lo stolto non ne tengono conto. 8 Chi esagera nel parlare si renderà riprovevole, chi vuole imporsi a tutti i costi sarà detestato. Com’è bello quando chi è biasimato mostra pentimento, perché così tu sfuggirai a un peccato volontario. 9 Nelle disgrazie qualcuno può trovare un vantaggio, ma c’è un profitto che si può cambiare in perdita. 10 C’è una generosità che non ti arreca vantaggi e c’è una generosità che rende il doppio. 11 C’è un’umiliazione che viene dalla gloria e c’è chi dall’abbattimento alza la testa. 12 C’è chi compra molte cose con poco e chi le paga sette volte il loro valore. 13 Il saggio si rende amabile con le sue parole, ma le cortesie degli stolti sono sciupate. 14 Il dono di uno stolto non ti giova, e ugualmente quello dell’invidioso, perché è frutto di costrizione; i suoi occhi, infatti, sono molti invece di uno. 15 Egli dà poco, ma rinfaccia molto; apre la sua bocca come un banditore. Oggi fa un prestito e domani lo richiede; quanto è odioso un uomo del genere! 16 Lo stolto dice: «Non ho un amico, non c’è gratitudine al bene che faccio». Quelli che mangiano il suo pane sono lingue cattive. 17 Quanti si burleranno di lui, e quante volte! Poiché non accoglie l’avere con spirito retto, e il non avere gli è ugualmente indifferente. 18 Meglio inciampare sul pavimento che con la lingua; è così che la caduta dei cattivi giunge rapida. 19 Un discorso inopportuno è come un racconto inopportuno: è sempre sulla bocca dei maleducati. 20 Non si accetta un proverbio dalla bocca dello stolto, perché non lo dice mai a proposito. 21 C’è chi è trattenuto dal peccare a causa della miseria e quando riposa non avrà rimorsi. 22 C’è chi si rovina per rispetto umano e di fronte a uno stolto si dà perduto. 23 C’è chi per rispetto umano fa promesse a un amico, e in tal modo gratuitamente se lo rende nemico. 24 Brutta macchia nell’uomo la menzogna, è sempre sulla bocca dei maldicenti. 25 Meglio un ladro che un mentitore abituale, tutti e due avranno in sorte la rovina. 26 L’abitudine del bugiardo è un disonore, la vergogna che si merita è sempre con lui. 27 Chi è saggio nel parlare si apre una strada e l’uomo prudente piace ai grandi. 28 Chi lavora la terra accresce il suo raccolto, chi piace ai grandi si fa perdonare i suoi torti. 29 Regali e doni accecano gli occhi dei saggi, come bavaglio sulla bocca soffocano i rimproveri. 30 Sapienza nascosta e tesoro invisibile: a che servono l’una e l’altro? 31 Meglio l’uomo che nasconde la sua stoltezza di quello che nasconde la sua sapienza. 32 È meglio perseverare nella ricerca del Signore che essere un libero auriga della propria vita. COMMENTO DI GIOVANNI  Mando il mio messaggino dopo la Messa, dove ho cercato di raccogliere suggerimenti dagli interventi nell’Omelia partecipata, come ogni giorno. Mi sembra che si possa dire conclusivamente che la Parola di oggi ci ammonisce severamente circa il nostro rapporto con la realtà e con le dimensioni più delicate della vita e dello spirito umano.Noi pretenderemmo che tutto si possa sempre capire, analizzare e giudicare. Ma il nostro brano è volutamente complesso e ricco di contraddizioni e persino di paradossi. La vita non è un teorema o un paradigma, ma è sempre inevitabilmente complessa. La Sapienza vera non pretende di tutto “capire” – un verbo che allude al “prendere”! – ma accetta e vuole incessantemente camminare nella realtà cercando di coglierne gli strati più profondi e la risposta da dare ad avvenimenti che di volta in volta assumono note e messaggi ed esigenze diversi! Non c’è in questo una unica guida intellettuale e concettuale. Dunque, la sapienza ebraica e cristiana si presenta e si rivela come dono! Un dono incessantemente cercato, richiesto e ricevuto dalla bontà di Dio. E’ un cammino mai terminato e concluso, ma sempre aperto e disponibile a conversioni e cambiamenti! Nella nostra Liturgia di oggi in casa nostra sono presenti due testi molto significativi a questo proposito. Uno è Romani 8,26-30, dove al ver.28 si dice che “tutto concorre al bene per quelli che amano Dio”: dunque, una via semplice e di pace, convocata nel mistero e nel dono dell’amore. Tale la via della vera Sapienza! L’altro testo è Marco 7,24-30, dove Gesù viene convinto da una mamma straniera a liberare dal demonio la sua bambina, perché “anche i cagnolini, sotto la tavola,  mangiano le briciole dei figli”! E Gesù cambia il suo pensiero!! Capite, Gesù!! Dunque, fidiamoci e affidiamoci allo splendore di queste parole.Dio ti benedica-. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.

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