Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

giovedì 16 febbraio 2017

Lectio - Siracide 1,1-21 sir. 2


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 Sir 1,1-21 

1 Ogni sapienza viene dal Signore e con lui rimane per sempre. 2 La sabbia del mare, le gocce della pioggia e i giorni dei secoli chi li potrà contare? 3 L’altezza del cielo, la distesa della terra e le profondità dell’abisso chi le potrà esplorare? 4 Prima d’ogni cosa fu creata la sapienza e l’intelligenza prudente è da sempre. 5 Fonte della sapienza è la parola di Dio nei cieli, le sue vie sono i comandamenti eterni. 6 La radice della sapienza a chi fu rivelata? E le sue sottigliezze chi le conosce? 7 Ciò che insegna la sapienza a chi fu manifestato? La sua grande esperienza chi la comprende? 8 Uno solo è il sapiente e incute timore, seduto sopra il suo trono. 9 Il Signore stesso ha creato la sapienza, l’ha vista e l’ha misurata, l’ha effusa su tutte le sue opere, 10 a ogni mortale l’ha donata con generosità, l’ha elargita a quelli che lo amano. L’amore del Signore è sapienza che dà gloria, a quanti egli appare, la dona perché lo contemplino. 11 Il timore del Signore è gloria e vanto, gioia e corona d’esultanza. 12 Il timore del Signore allieta il cuore, dà gioia, diletto e lunga vita. Il timore del Signore è dono del Signore, esso conduce sui sentieri dell’amore. 13 Chi teme il Signore avrà un esito felice, nel giorno della sua morte sarà benedetto. 14 Principio di sapienza è temere il Signore; essa fu creata con i fedeli nel seno materno. 15 Ha posto il suo nido tra gli uomini con fondamenta eterne, abiterà fedelmente con i loro discendenti. 16 Pienezza di sapienza è temere il Signore; essa inebria di frutti i propri fedeli. 17 Riempirà loro la casa di beni desiderabili e le dispense dei suoi prodotti. 18 Corona di sapienza è il timore del Signore; essa fa fiorire pace e buona salute. L’una e l’altra sono doni di Dio per la pace e si estende il vanto per coloro che lo amano. 19 Egli ha visto e misurato la sapienza, ha fatto piovere scienza e conoscenza intelligente, ha esaltato la gloria di quanti la possiedono. 20 Radice di sapienza è temere il Signore, i suoi rami sono abbondanza di giorni. 21 Il timore del Signore tiene lontani i peccati, chi vi persevera respinge ogni moto di collera. 

COMMENTO DI GIOVANNI

Con molta forza il ver.1 del nostro Libro dice che “ogni sapienza viene dal Signore e con lui rimane per sempre”! Non è un elemento interno alla natura umana, né la si può pensare come una umana conquista! Né si può pensare che l’uomo la possa avere come esclusivamente sua, perché la sapienza “con lui, cioè con Dio (!), rimane per sempre”.

Dunque, la sapienza non può che essere un dono! Dono di Dio. 

Le due domande dei vers.2-3 si presentano come assolutamente ardue. Tuttavia si potrebbe anche pensare che ad un certo modo l’uomo ne troverà la risposta e la spiegazione! 

Fosse pur così, “prima d’ogni cosa fu creata la sapienza” (ver.4): è dunque realtà che precede ogni altra creatura! 

I vers.5-7 sembrano voler dire che la sapienza non è umanamente conquistabile, e che “uno solo è il sapiente …”: Dio stesso! 

Lui stesso “ha creato la sapienza, l’ha vista e l’ha misurata, l’ha effusa su tutte le sue opere (ver.9), e “ad ogni mortale l’ha donata con generosità, l’ha elargita a quelli che lo amano” (ver.10). 

Dunque non è presente se non come dono di Dio! 

Da qui scaturisce la grande presentazione del “timore di Dio” (vers.11-21)! Diciamo subito che esso non lo si deve pensare come una “paura”! E’ di fatto molto di più, non riducibile ad una reazione o ad una condizione psicologica! 

E’ la consapevolezza, anch’essa legata al dono di Dio, della presenza-potenza del Signore nella nostra vita! E’ la vita vissuta alla sua presenza! 

I vers.11-13 sono la stupenda e gioiosa descrizione del “timore di Dio”! 

Al ver.14 ecco l’affermazione fondamentale: “Principio di sapienza è temere il Signore”!! Riflettiamo, così come siamo capaci (!), sull’enormità dell’affermazione! E traiamone subito una considerazione che mostra come questo sia lontano – e opposto! – al pensiero razionale della filosofia classica. La vera grandezza umana non è nella personalità individua e individuale, ma nella “relazione”! 

Da solo, sono niente. Solo la “relazione con l’Altro” è la mia grandezza! Perdonate la rozza povertà del mio linguaggio! 

Questo è il dono meraviglioso: la relazione con questo “Altro” da me, che è Dio stesso. Relazione che dunque non può essere mia conquista, ma solo dono ricevuto e accolto! 

Dunque, se al ver.14 si diceva che il timore del Signore è “principio di sapienza”, ora, al ver.16, si dice che “pienezza di sapienza è temere il Signore”! 

E aggiunge: “essa inebria di frutti i propri fedeli”! 

I vers.17-18 proseguono la lode del dono di Dio, e il ver.19 descrive l’azione divina che dona tale sapienza. 

I vers.20-21 ne descrivono la potenza buona nella nostra piccola vita!

Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni

 


Sir 2 

1 Figlio, se ti presenti per servire il Signore, prepàrati alla tentazione. 2 Abbi un cuore retto e sii costante, non ti smarrire nel tempo della prova. 3 Stai unito a lui senza separartene, perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni. 4 Accetta quanto ti capita e sii paziente nelle vicende dolorose, 5 perché l’oro si prova con il fuoco e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore. Nelle malattie e nella povertà confida in lui. 6 Affìdati a lui ed egli ti aiuterà, raddrizza le tue vie e spera in lui. 7 Voi che temete il Signore, aspettate la sua misericordia e non deviate, per non cadere. 8 Voi che temete il Signore, confidate in lui, e la vostra ricompensa non verrà meno. 9 Voi che temete il Signore, sperate nei suoi benefici, nella felicità eterna e nella misericordia, poiché la sua ricompensa è un dono eterno e gioioso. 10 Considerate le generazioni passate e riflettete: chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso? O chi ha perseverato nel suo timore e fu abbandonato? O chi lo ha invocato e da lui è stato trascurato? 11 Perché il Signore è clemente e misericordioso, perdona i peccati e salva al momento della tribolazione. 12 Guai ai cuori pavidi e alle mani indolenti e al peccatore che cammina su due strade! 13 Guai al cuore indolente che non ha fede, perché non avrà protezione. 14 Guai a voi che avete perduto la perseveranza: che cosa farete quando il Signore verrà a visitarvi? 15 Quelli che temono il Signore non disobbediscono alle sue parole, quelli che lo amano seguono le sue vie. 16 Quelli che temono il Signore cercano di piacergli, quelli che lo amano si saziano della legge. 17 Quelli che temono il Signore tengono pronti i loro cuori e si umiliano al suo cospetto. 18 «Gettiamoci nelle mani del Signore e non in quelle degli uomini; poiché come è la sua grandezza, così è anche la sua misericordia». COMMENTO DI GIOVANNI

Penso che il termine “prova” sia più adatto di “tentazione” che in lingua italiana suona sempre un modo negativo, mentre qui si tratta del ben più complesso panorama della vita di ogni credente! Il ver.2 vuole richiamarci ad un atteggiamento di grande determinazione e quindi pronto ad ogni prova! 

Per questo la via più profonda e forte è la comunione con il Signore: “Stai unito a Lui senza separartene”. Questa è un’indicazione molto interessante perché in presenza di un problema, tutto in noi è attratto verso il problema, e sembra non ci sia tempo e spazio per altro. Invece qui si suggerisce una tensione privilegiata verso il Signore, con la certezza che alla fine sarà Lui ad esaltarci! 

I vers.4-5 raccomandano quel farsi piccoli e poveri che rende capaci di sostenere la prova del dolore: sono le “vicende dolorose” del ver.4, e il “crogiuolo del dolore” del ver.5, resi con quel termine che ben conosciamo nel Magnificat di Luca 1 quando Maria dice che Dio ha guardato “alla miseria” della sua serva. 

I vers.7-9 si appellano al “timore di Dio”: “Voi che temete il Signore”! Ricordo, anche perchè qualcuno me lo ha chiesto, il significato del “temere il Signore” che ora incontriamo ai vers.7-9. Il timore di Dio non è paura! E’ consapevolezza di una vita, la nostra, ormai vissuta sempre e tutta davanti a Dio! Una vita che in certo senso è tutta quindi una grande liturgia! Perché il Signore vive con noi e noi con Lui! 

L’invito di questi tre versetti è “aspettate la sua misericordia e non deviate per non cadere”, “confidate in Lui” e “sperate nei suoi benefici, nella felicità eterna e nella misericordia”. Tutto questo è meraviglioso! 

Il ver.10 è un invito a considerare in un attimo tutta la storia della salvezza per contemplare la perfetta fedeltà di Dio nei confronti di tutti i suoi figli: chi ha confidato in lui non è rimasto deluso; chi ha perseverato nel timore di Lui  non è stato abbandonato; chi lo ha invocato non è stato trascurato. 

Infatti, il Signore è “clemente e misericordioso, perdona i peccati e salva al momento della tribolazione”. 

Il guaio sta in noi se e quando abbiamo una “vita doppia”, o non abbiamo fede, o perdiamo la perseveranza. 

Oggi l’invito grande è, mi sembra, ad essere veramente “poveri”! Perché quelli che sono e sanno di essere poveri, secondo i vers.15-17, lo temono (nel senso che dicevamo sopra!) e lo amano. 

Così, lo temono e quindi obbediscono alla sua Parola, lo amano, e quindi seguono le sue vie (ver.15). 

Per lo stesso motivo, cercano di piacergli e si saziano della sua Parola che è “legge” per loro (ver.16). 

E così tengono pronti i loro cuori e si custodiscono nella povertà e nella piccolezza. 

Questa magnifica Parola si conclude al ver.18 con l’invito singolare “gettiamoci nelle mani del Signore”. 

Questo verbo gettarsi-cadere in tutto il Libro del Siracide ha sempre un significato negativo, e tale è nei pochi luoghi dove compare negli scritti del Nuovo Testamento. Ma non qui! Qui vale proprio la pena di “gettarsi nelle mani del Signore”, perché “come è la sua grandezza, così è anche la sua misericordia”. 

Che bello! Veniamo a sapere che la grandezza di Dio, che talvolta può impressionarci fino quasi ad impaurirci, è la misura meravigliosa della sua misericordia!

Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.   

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 Sir 24,23-34 

23 Tutto questo è il libro dell’alleanza del Dio altissimo, la legge che Mosè ci ha prescritto, eredità per le assemblee di Giacobbe. 24 Non cessate di rafforzarvi nel Signore, aderite a lui perché vi dia vigore. Il Signore onnipotente è l’unico Dio e non c’è altro salvatore al di fuori di lui. 25 Essa trabocca di sapienza come il Pison e come il Tigri nella stagione delle primizie, 26 effonde intelligenza come l’Eufrate e come il Giordano nei giorni della mietitura, 27 come luce irradia la dottrina, come il Ghicon nei giorni della vendemmia. 28 Il primo uomo non ne ha esaurito la conoscenza e così l’ultimo non l’ha mai pienamente indagata. 29 Il suo pensiero infatti è più vasto del mare e il suo consiglio è più profondo del grande abisso. 30 Io, come un canale che esce da un fiume e come un acquedotto che entra in un giardino, 31 ho detto: «Innaffierò il mio giardino e irrigherò la mia aiuola». Ma ecco, il mio canale è diventato un fiume e il mio fiume è diventato un mare. 32 Farò ancora splendere la dottrina come l’aurora, la farò brillare molto lontano. 33 Riverserò ancora l’insegnamento come profezia, lo lascerò alle generazioni future. 34 Vedete che non ho faticato solo per me, ma per tutti quelli che la cercano. 

COMMENTO DI GIOVANNI 

Tutto il supremo dono della Sapienza di Dio è contenuto nel “libro dell’alleanza del Dio altissimo, la legge che Mosè ci ha prescritto” (ver.23)! Sono felice di questa precisazione così chiara e semplice. 

E sono grato anche per l’indicazione diretta del “libro dell’alleanza”! Mi piace anche oggi prendere tra le mani il Libro, la mia bibbia, e aprirlo, e leggerlo! 

Perché tutto questo è l’incontro con il Signore già a quest’ora, prima che tutto cominci, e leggere e rileggere il libro è in realtà ascoltare! 

Ascoltare Lui che mi parla. Che ci parla! 

E dunque è ascoltarlo insieme a te, che con la tua fede sostieni la mia poca fede e con la tua carità riscaldi e illumini il mio cuore sempre troppo freddo! 

Questo libro porta “la legge che Mosè ci ha è prescritto”, e quella Parola che è Gesù stesso, e che è la pienezza e la piena illuminazione, e l’adempimento della Parola che in tal modo è antica e sempre nuova. 

Quella Parola che si è fatta carne ed è Gesù stesso! 

“Eredità per le assemblee di Giacobbe” e ora annunciato e donato a tutta l’umanità. Anche a me e a noi.  

Questo è per noi il dono che ci consente sempre di “rafforzarci nel Signore e di aderire a Lui perché ci dia vigore” (ver.24), perché “è l’unico Dio e non c’è altro salvatore al di fuori di lui”! 

La Parola di Dio che ascoltiamo viene paragonata ai grandi fiumi della creazione (Genesi 2), ed è importantissimo che il paragone sia con l’acqua del fiume che incessantemente scorre! 

E così tutti i verbi che descrivono quest’acqua sono verbi di movimento! 

E’ acqua-sapienza che trabocca (ver.25), effonde intelligenza (ver.26). “Effonde intelligenza” (ver.26). 

E’ “come luce che irradia la dottrina” (ver.27). 

Continua a scorrere! Per questo la comunione con questa sapienza non ha mai fine. Mai posso pensare di aver “capito, compreso…”: “Il primo uomo non ne ha esaurito la conoscenza e così l’ultimo non l’ha mai pienamente indagata”!! (ver.28), perché “il suo pensiero è più vasto del mare e il suo consiglio è più profondo del grande abisso” (vers.29-30)! 

A questo punto … ci sono io!! E come ci sono? “Come un canale che esce da un fiume, per innaffiare, pensavo, “il mio giardino e la mia aiuola”: la mia piccola vita e la mia piccolissima persona di peccatore inaridito. 

Ma ecco l’incredibile: “il mio canale è diventato un fiume e il mio fiume è diventato un mare”. 

Vedi tutta la divina bellezza della tua piccola storia. Per fortuna lì dove sei, ci sei! 

Ed ecco allora la tua “missione” di semplice cristiano, di povero figlio di Dio salvato dal Figlio di Dio e vivente in Lui: “Farò ancora splendere la dottrina come l’aurora”, dove l’aurora porta in sé e dona un giorno nuovo! E “la farò brillare molto lontano” (ver.32). 

E ascoltiamo e contempliamo la divina bellezza dei due ultimi versetti del nostro brano, che ci chiede di lasciare alle generazioni future l’insegnamento e la profezia (ver.33). 

E conclude al ver.34, dicendo di te, ma anche un po’ di me, e di tanti altri semplici e umili discepoli di Gesù: “Vedete che non ho faticato solo per me” ma per tutti quelli che accanto a me e come me cercano la Sapienza di Dio.

Dio ti benedica. E tu benedicimi. 

Tuo. Giovanni.

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