Quadro di Jean Francois Millet dal titolo: Buckwheat Harvest, Summer, del 1870 circa
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:«Aprirò la mia bocca con parabole,proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!». (Matteo 13,, 24-43)
Piccole riflessioni
Con queste tre parabole Gesù cerca di dare un idea di cosa sia il regno di Dio, della prima parabola, sollecitato dagli apostoli, da Lui stesso la spiegazione; vediamo che ancora una volta Gesù si identifica col seminatore, infatti, “Il Figlio dell’Uomo” era una dicitura nelle sacre scritture del tempo, per indicare il Messia atteso, cioè Gesù. Nel campo si svolge la vita del mondo con le scelte individuali di ciascuno che fanno palesare alla fin fine chi è alla sequela del bene e chi a quella del male, anzi a volte proprio chi si sente nel giusto si chiede perché Dio permette il male e non sradichi immediatamente dal mondo i suoi operatori, nel racconto c’è una chiara risposta all’interrogativo, non lo fa perché potrebbe pregiudicare e danneggiare la vita dei giusti e perché è longanime e misericordioso e vuol dare a tutti tante possibilità di ravvedimento per vivere in eterno nel suo Regno, dove può albergare solo l’Amore ed il Bene. Quindi è come se invitasse tutti ad avere un rapporto di figliolanza ed appartenenza con Lui, attraverso la persona di Gesù, che regala la “Forza” necessaria per resistere alle lusinghe del mondo e del male. Con le altre due parabole svela altre due caratteristiche del Regno di Dio, che non nasce con azioni eclatanti e rivoluzionarie esterne ma nasce dalla piccolissima azione iniziale di dare fiducia a Gesù e la crescita smisurata del rapporto è paragonata alla crescita della pianta di senape che da un semino piccolissimo, somigliante a polvere, con la sua forza segreta e nascosta, è capace di diventare un grosso arbusto idoneo ad ospitare uccelli tra i suoi rami, cioè capace di beneficare anche altri. Con l’esempio del pizzico di lievito, capace di far fermentare una massa enorme di impasto, vuole evidenziare come il rapporto di Amore con Lui si espande in maniera, silenziosa, naturale e oserei dire, contagiosa, perché la gioia che scaturisce dal rapporto nuovo invade non solo il cuore di chi l’accoglie e gli da testimonianza, ma anche il cuore di tutti quelli che non l’hanno ancora conosciuto ma sono alla ricerca del “Bene e della Verità”.
BUONA DOMENICA A TUTTI !
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