Nel cuore dell’estate la festa di una donna, Maria di Magdala, la prima depositaria della resurrezione. E’ sempre l’amore che arriva per primo agli appuntamenti con l’inedito, con l’essenziale.
E così entro nel suo cuore e rivivo quell’alba.
“Carica di oli profumati, all’alba del terzo giorno, costringo i miei piedi ad incamminarsi al luogo della tua sepoltura, Gesù.
E’ lì che ti ho lasciato, dopo averti accompagnato con gli occhi nella tua passione. Questi stessi occhi continuano a vivere di lacrime che sembrano non aver mai fine. Mi fermo, li asciugo, riparto, mille volte li asciugo per non inciampare continuamente sulle mie lacrime, sul mio dolore. Sarà per questo che in prossimità del sepolcro credo di vedere la pietra rotolata via e bianche vesti alate che sembrano attendermi: dopo che mi hai scacciato tutti quei demoni, tale è il benessere che continuo a sognare angeli!
Più mi avvicino alla tomba, più il cuore batte: l’amore per te mi ha sempre fatto questo effetto, mi ha sempre infuocato il cuore, cuore di donna.
Più mi avvicino, più vedo sfuocato, con questi occhi pieni di lacrime. Ma, eccoli, stavolta sono veri, angeli candidi come la lana degli agnelli. E parlano, a me, si proprio a me, l’indemoniata redenta.
Ma è quando mi sento chiamare per nome che una vampata sale da dentro e quasi mi sento svenire! E’ la tua voce mio Signore, questa la riconoscerei tra mille. E’ voce che accarezza, che guarisce anche le ferite più profonde.
E ciò che gli occhi vedono e orecchie odono e naso odora e lingua assapora e mani toccano, anche solo per un istante, è vita per me!
Lascio i tuoi piedi, so che dovranno percorrere strade infinite, tante quante le strade che ogni uomo percorrerà nella sua vita. Ma quel tocco, quel bacio sfiorato, quel profumo, quelle parole, quella visione ora sono mie, carne della mia carne, per sempre.
Tu, amato mio, risorgerai in me ogni volta che le mie parole sapranno chiamare per nome ogni donna, ogni uomo, e aiutarli a risorgere.”
fra Giorgio
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