“Non sono diventato padre perché c’è stata la paura di non essere all’altezza, di sentire di non essere in grado di fare, almeno in parte, quello che ho visto fare a mio padre e a mia madre”. Lo racconta l’attore e conduttore Flavio Insinna, ospite della sesta puntata del programma ‘Padre nostro’, condotto da don Marco Pozza, in onda su Tv2000 domani 29 novembre alle ore 21.05. Protagonista della trasmissione Papa Francesco che dialoga con il giovane cappellano del carcere di Padova, nell’introduzione di ogni puntata. Il programma, nato dalla collaborazione tra la Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede e Tv2000, è strutturato in nove puntate, ogni mercoledì, nel corso delle quali don Marco incontra anche noti personaggi laici del mondo della cultura e dello spettacolo.
“Per 32 anni – prosegue Insinna – ho fatto quello che amavo, perché mi è capitato nelle storie d’amore di sentirmi dire da una donna ‘non ci sei mai’, non è bello. Soprattutto perché è vero. E allora se devi far soffrire delle persone, fargli sentire la tua presenza ma che in realtà è assenza, secondo me è stato meglio così. E a chi continua a dirmi ‘sei ancora in tempo’ rispondo che fare il nonno, avere un ragazzino, andare a prenderlo davanti scuola e farmi venire un infarto dopo una corsa non è il caso. C’è un tempo per tutto”.
Maria raccomanda che la S. Bibbia sia posta in casa in un posto prominente e che sia letta ogni giorno. "Cari figli! In questo tempo in modo particolare vi invito: pregate col cuore. Figlioli, voi parlate tanto ma pregate poco. Leggete, meditate la Sacra Scrittura e le parole scritte in essa siano per voi vita. Io vi esorto e vi amo perché in Dio troviate la vostra pace e la gioia di vivere. Grazie per aver risposto alla mia chiamata. Messaggio da Medjugorje a Marija del 25/02/12.
mercoledì 29 novembre 2017
‘Padre nostro’ mercoledì 29 novembre alle ore 21.05 su Tv2000
martedì 28 novembre 2017
Volontà di Dio
FARE LA SUA VOLONTÀ!
Standard
“Sia fatta la tua volontà
come in cielo così in terra”
Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra:
affinché amiamo te con tutto il cuore,
di te solamente preoccupandoci;
con tutta l’anima te sempre desiderando,
con tutta la mente tutte le nostre intenzioni a te indirizzando,
il tuo onore in tutto cercando
e, con tutte le nostre forze, in obbedienza al tuo amore
tutte le nostre forze
e i sensi dell’anima e del corpo impiegando e non in altro;
e affinché amiamo i nostri prossimi come noi stessi,
tutti attirando al tuo amore secondo le nostre forze,
dei beni altrui godendo come fossero nostri
nei mali soffrendo insieme
e senza portare offesa alcuna a nessuno.
[FF: 270]
“Signore, cosa vuoi che io faccia?”
Discernere la volontà di Dio
Efesini 5, 15- 17
La nostra preghiera cambia la volontà di Dio?
Volontà di Dio
La volontà di Dio coincide, nel suo oggetto essenziale, con il suo disegno di salvezza.La citazione iniziale di San Paolo ricapitola gli oracoli profetici ed il messaggio di Gesù.http://it.cathopedia.org/wiki/Volontà di Dio
La volontà di Dio assume una forma particolare quando si manifesta nei confronti dell’uomo, perché questi vi si deve conformare internamente, compierla liberamente. Essa gli si presenta non come una fatalità, ma come una chiamata, un comando, un’esigenza.
La legge raggruppa l’insieme delle volontà divine chiaramente espresse; tuttavia la legge ha un aspetto statico, perché prende forma di istituzione. Occorre fare uno sforzo per ritrovare dietro di essa quella volontà personale che, ad ogni istante, rimane un evento, e suscita da parte dell’uomo una risposta, inizia un dialogo. Vista sotto questo aspetto, la volontà di Dio è vicinissima alla sua parola, che è sia atto che enunciato. La volontà di Dio è anzitutto un atto che rivela il suo beneplacito. Come tale, essa non si identifica semplicemente con il disegno di Dio, che la ricapitola in un piano complessivo, né con la sua legge, che la manifesta in modo pratico.
Le diverse manifestazioni della volontà divina possono essere indicate con i termini predestinazione, elezione, vocazione, liberazione, promessa, castigo, salvezza.
La volontà di Dio, che si compie in Cielo, deve compiersi anche in terra (Mt6,10); essa è volontà di salvezza, per sé efficace, e vuole incontrare la volontà dell’uomo, senza per questo soppiantarla, ma renderendola perfetta…
Già all’alba del Nuovo TestamentoMaria, serva del Signorepiena di grazia, accoglie la volontà divina con umile sottomissione (Lc1,28.38).
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9 versetti biblici per aiutarti a discernere la volontà di Dio per l’anno nuovo
Beati voi…
PADRE SIA FATTA LA TUA VOLONTA’
Questo è il centro del Padre Nostro, ed è il centro della vita cristiana. È stato anche il centro della vita di Gesù: «Non sia fatta la mia, ma la tua volontà», ripete più volte il Salvatore nell’Orto degli Ulivi (Mt 26,36.42.44); infatti, egli aveva già detto: «Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato» (Gv 6,38).Per questo gli Apostoli ebbero il compito di annunciare tutta la volontà di Dio (cf Mt 28,20 e At 20,27).Perché solo compiendo la volontà di Dio, operando quello che gli è gradito, possiamo raggiungere i doni promessi e la nostra perfezione umana e cristiana (cf Eb 13,21; 10,36).
Solo per il nostro bene
Ma in cosa consiste la volontà di Dio? In ultima analisi, egli vuole soltanto il nostro bene, la nostra pienezza, la nostra gioia: Dio «Vuole che tutti gli uomini siano salvati» (1 Tim 2,4).Da questo desiderio di fondo, s’irradiano i Dieci Comandamenti, nati soltanto dall’amore di Dio verso gli uomini e sintetizzati dall’unico comandamento dell’amore da parte nostra: essi non sono certo un capriccio di Dio, come se egli volesse in noi dei servi che strisciano ai suoi piedi; essi non sono nient’altro che un atto di tenerezza del Padre, che non vuole che i suoi figli si facciano del male.Con la sua infinita sapienza, egli sa che cosa ci potrebbe distruggere, indipendentemente dai suoi avvertimenti; e con il suo infinito amore ci mette in guardia da questi rischi… anche se sa che sovente noi consideriamo le sue attenzioni come dei fastidiosi impedimenti alla nostra libertà.Non capita lo stesso anche ai genitori che raccomandano ai loro figlioli di stare attenti alle macchine che possono sbucare all’improvviso, alle dubbie amicizie, a certe sostanze pericolose? Eppure sanno bene che i ragazzi non amano queste raccomandazioni, che tentano soltanto di salvarli!
Chiedere per ottenere
Dunque, compiere la volontà di Dio è l’unico modo di ottenere la nostra realizzazione in questa vita e nell’altra. Ma
sovente, di fronte alle continue tentazioni, ci sembra impossibile riuscire a farlo! E allora? A volte ci manca il coraggio, a volte ci manca persino il desiderio…
Gesù è venuto apposta in mezzo a noi, per darci la sua stessa forza, il suo stesso amore! Egli non ci dà soltanto delle indicazioni da seguire: se lo vogliamo, ci offre la carrozza, che cammina per noi.
Non ha forse fatto così anche con la pecorella smarrita? L’ha cercata, l’ha trovata e se l’è messa sulle spalle «tutto contento» (cf Lc 15,4-7). Per questo la Scrittura dirà: Dio «ha potere di fare molto più di quanto possiamo domandare o pensare» (Ef 3,20);
Dio «vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito» (Eb 13,21); «è Dio che suscita il volere e l’operare, secondo i suoi benevoli disegni» (Fil 2,13).
Quindi, se vogliamo poter compiere la volontà di Dio nonostante la nostra pigrizia, le nostre paure, la nostra incostanza, dobbiamo chiedere a lui stesso la sua luce e la sua forza; e non dobbiamo pensare che forse ce la darà: se gliele chiediamo, sentiamoci sicuri, ce le dà senza dubbio! Io ripenso spesso al passo della lettera di Giacomo (1,5), dove ci
viene ricordato che quando chiediamo a lui la sapienza, dobbiamo aver fede di essere esauditi!
E questa richiesta si esprime particolarmente nell’accostarci, preparati all’Eucaristia: Cristo vivo e presente, entra nel nostro cuore per trasformarlo!
E si esprime nelle Lodi, nei Vespri, nel Rosario e in quelle invocazioni più semplici e rinnovabili che possiamo fare in qualsiasi momento: «Gesù, guidami tu, pensaci tu!»;
«Dammi la forza di fare tutto quello che tu vuoi che io faccia»; «Ho bisogno di te, ti desidero, ti amo!»; «Rimani sempre nel mio cuore».
È Gesù stesso che ci chiede di pregarlo, perché possiamo compiere la sua volontà: «Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me» (Gv 15,4).
E questo invito all’unione con Dio riappare appunto nella preghiera del Padre Nostro: «Padre, sia fatta la tua volontà», o in altre parole: «Donaci la tua grazia di compiere quello che desideri». Così il frutto sarà nostro, ma prima ancora sarà di Dio: sarà un dono che gli chiediamo e che otteniamo da lui! Antonio Rudoni SdB
IMMAGINI:
1 Foto di Andreas Lothar / La creazione nel suo dispiegarsi storico, realizza anche lei, con le sue modalità a noi talvolta incomprensibili, la volontà divina.
2-3 La preghiera fortifica la nostra fede e rafforza la nostra volontà nel cercare nella nostra vita di piacere sempre a Dio.
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2005-7
giovedì 23 novembre 2017
Ho sperato, ho sperato nel Signore ed egli su di me si è chinato, ha dato ascolto al mio grido. Mi ha tratto dal fango della palude ...
Indicami, Signore, la via dei tuoi precetti
e la seguirò sino alla fine.
Dammi intelligenza, perché io osservi la tua legge
e la custodisca con tutto il cuore.
Dirigimi sul sentiero dei tuoi comandi,
perché in esso è la mia gioia.
Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti
e non verso la sete del guadagno.
Distogli i miei occhi dalle cose vane,
fammi vivere sulla tua via.
Con il tuo servo sii fedele alla parola
che hai data, perché ti si tema.
Allontana l'insulto che mi sgomenta,
poiché i tuoi giudizi sono buoni.
Ecco, desidero i tuoi comandamenti;
per la tua giustizia fammi vivere.
Gloria al Padre e al Figlio,
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.
Uno dei problemi più grandi di questo tempo, è la mancanza di #pazienza. Anche a noi credenti non siamo disposti ad attendere. La tecnologia ha preso il sopravvento ed il pensiero del tutto subito è ricorrente. Anche nella #preghiera pensiamo spesso che #Dio non ci ascolta ed è lontano da noi perché sempre aspettiamo risposte immediate. Siamo invece tutti immersi in questa palude e per risalire abbiamo bisogno di aiuto e di tempo. Sempre ci facciamo prendere dalla #paura, abbattere dallo sconforto, deprimere dalla stanchezza. Siamo impazienti, troppo ansiosi e un po' consumistici. Vogliamo instaurare con Dio un rapporto quasi di scambio, siamo in perenne ricerca di segni e facciamo anche lunghi pellegrinaggi per trovare ciò che abbiamo già dentro di noi :
lo #Spirito Santo che ci è stato donato con il #battesimo , attraverso il quale siamo diventati : re, sacerdoti e profeti. Ci aiuti il Signore a comprendere queste semplici verità.
"La Misericordia di Dio cerca la nostra povertà e la ama. E la nostra povertà, una volta amata, diventa misericordia. Coraggio #crediamoci
Buona giornata
Ho sperato, ho sperato nel Signore ed egli su di me si è chinato, ha dato ascolto al mio grido. Mi ha tratto dal fango della palude
#Salmo 40
sabato 18 novembre 2017
L’Isola
Un'Isola per imparare a vivere, pregare e amare
UN'ISOLA COME LA GROTTA DI BETLEMME, COME LA CROCE GLORIOSA DI GERUSALEMME
"L'ISOLA" UNO DEI PIU' BEI FILM MAI VISTI.
PER IMPARARE A VIVERE, PER PREGARE, PER AMARE CRISTO
Un film meraviglioso, senza alcuna enfasi. Da gustare e assaporare sino in fondo. La profonda conoscenza di se stesso, il primo grado dell'umiltà. E l'abbandono totale e senza condizioni all'amore e alla misericordia di Dio. Lo svelamento dei pensieri più profondi alla fine di un'esistenza vissuta con Cristo e con Lui nascosta in Dio. La vita semplice crocifissa con Cristo, la follia d'una sapienza che trapassa la carne e giunge sino all'essenza vera e autentica delle cose, dell'uomo e della storia. La santità che sgorga per pura Grazia in un uomo avvinto dall'amore e ad esso aggrappato come all'unica ancora di salvezza. La vita che diviene preghiera, quella preghiera incessante del cuore che si fa respiro dell'anima. Tutto ciò, e molto di più è questo film, da guardare con tutta la famiglia, e riguardare da soli, pregando, come dinnanzi ad un'icona. Sì, perchè l'icona della Gloria di Dio è l'uomo vivente, ed il protagonista di questo film è un uomo vivo nel fuoco dello Spirito Santo, anche se agli occhi mondani e superficialmente religiosi appare morto. E' il senso più profondo del Natale, la stoltezza che salva il mondo, i vagiti di un Bimbo che bagnano di misericordia le nostre povere esistenze sperdute. La grotta di Betlemme è la caldaia dove vive rintanato il Padre Anatoli, bambino apparentemente capriccioso per la sciapa mentalità moralista e legalista degli intelligenti che credono d'aver compreso tutto. Un bambino che conduce i suoi fratelli come in un cammino di conversione, un catecumenato al fondo della verità su stessi e su Dio, all'acqua del battesimo. A poco a poco, come attraversando una sorta di scrutini, i monaci suoi compagni saranno introdotti nello splendore dell'umiltà, la verità che si unisce prodigiosamente alla Verità che è Dio stesso. Impareranno a riconoscere le trappole del demonio, a guardare in faccia i peccati veri che avvelenano il cuore, la terribile mancanza d'amore e come l'amore non è sforzo ma una Grazia che procede dal sentirsi perdonati da Dio. Impareranno anche il combattimento quotidiano contro le insidie e le tentazioni del demonio, armati della sola invocazione del dolcissimo e onnipotente Nome di Gesù. Così come chiunque cerchi i miracoli di Padre Anatoli incontrerà piuttosto parabole urticanti che smascherano false pietà e alienazioni spirituali. Come nella Scrittura il miracolo solleva lo sguardo all'incontro e all'intimità con Cristo. Se così non fosse a nulla varrebbero i segni. Così è per il Natale, Festa che può facilmente scivolare nello sciapo sentimentalismo. Betlemme annuncia Gerusalemme, la mangiatoia indica la Croce. Il Bimbo prelude al Crocifisso. Per questo il film trasuda Natale e Pasqua, perché vivida brilla la Croce Gloriosa di Cristo. La vita dello stareč Padre Anatoliè infatti segnata da un evento lancinante come un chiodo che lo crocifigge. Tutta la sua vita sarà legata a quell'evento, e lui stesso percorrerà un cammino di umiltà e semplicità che lo consegnerà alla lode del Dies Natalis, alla veste bianca del battesimo eterno. Con Anatoli possiamo guardare alla nostra vita, agli eventi passati o presenti che ci inchiodano alla Croce, spesso muta e lancinante presenza che intristisce e angoscia le nostre vite. Con lui possiamo scoprire come proprio nell'esatto momento in cui i chiodi han trafitto le nostre carni - quell'evento che oggi, potendo, cancelleremmo dalla nostra storia, credendo che eliminandolo, potremmo vivere meglio e sereni - quell'istante che ci ha crocifissi è lo scrigno misterioso che custodisce la Verità, il seme di Grazia che ci tiene avvinti a Dio e ci fa bramare la salvezza. Quell'istante che ci ha crocifisso, come ogni momento in cui qualcuno o qualcosa perfora le nostre vite, sono ben altro di quel che crediamo. E' lì, in quell'istante che ha inizio la vera vita, come nella grotta di Betlemme, Dio fatto carne preparava la nostra carne ad entrare nel Cielo. Buona visione, e che Dio ci conceda vedere la luce nelle nostre storie, la Verità del suo amore in ogni piega della nostra vita, prodigio dischiuso sull'eterno amore di Dio come il sepolcro di Gerusalemme, come la scena che chiude il film.
Antonello Iapicca Pbro
martedì 7 novembre 2017
"SAGGI O SCIOCCHI... è QUESTIONE DI OLIO"
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venerdì 3 novembre 2017
Cammino. ...
PIETRE VIVE:
ABITARE LE PAROLE / Cammino.
I sassi che ci fanno crescere di mons. Nunzio Galantino
Cammino.
I sassi che ci fanno crescere
di mons. Nunzio Galantino
segretario generale della
Conferenza Episcopale Italiana
Almeno tre significati si ritrovano alla voce “cammino”: il percorso che prevede uno spostamento, in genere a piedi, da un luogo all’altro; il progresso, lo sviluppo, l’avanzamento della scienza e anche della vita umana. Infine, il cammino è associato al comportamento, alla condotta morale: stare o proseguire sul “retto” cammino, si dice. Non si cammina solo fisicamente, ma anche con la mente, con i pensieri, con il cuore. Con le emozioni, con i sentimenti. Tutto in noi è un procedere, lungo una strada che è il cammino della vita («Nel mezzo del cammin di nostra vita», Dante, Inferno, I,1); compreso il cammino di chi, disperato, scappa dalla guerra e incontra, lungo la strada, solo filo spinato.
Nel cammino è importante la meta, ma anche la modalità e il tempo per conquistarla. Ma perché camminare e conquistare una meta? «Camminando si apprende la vita, camminando si conoscono le persone, camminando si sanano le ferite del giorno prima. Cammina, guardando una stella, ascoltando una voce, seguendo le orme di altri passi» (Ruben Blades). Non camminare – quindi stare fermi – significa non apprendere, non conoscere le persone e la vita, non conoscere se stessi, non rischiare, non guarire.
Quante persone, per paura o per incapacità, restano ferme. Se, come affermava Cartesio, «due cose contribuiscono ad avanzare: andare più rapidamente degli altri o andare per la buona strada», il camminare non è una decisione, è un obbligo. È vero, «c’è un momento in cui si compie un piccolo passo, si devia di un millimetro dalla solita via, a quel punto si è costretti a posare anche un secondo piede e d’un tratto si finisce su un percorso sconosciuto» (David Grossman). Ma, anche se il cammino è tortuoso, ventoso, solitario, pericoloso, sbagliato, certamente non è statico, offre ripetute possibilità di cambiamento, di scelte successive. È il camminare dell’ “interiorità”: condizione di apertura, di scoperta, di caduta e di solitudine; condizione che rende vivi e che trasforma. Atto che permette di lasciare la propria orma: «Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi» (Italo Calvino). Il cammino ha il carattere di infinito e di eterno, apre al Mistero.
Una storia narra di un sasso lungo una strada. La persona distratta inciampa sul sasso; quella violenta lo usa come arma contro altri. L’imprenditore lo usa per costruire, il contadino stanco lo usa coma sgabello. I bambini giocano con il sasso trasformandolo, con la fantasia, in pallone. Davide uccide Golia, ma Michelangelo usa il sasso per farne una delle sculture più belle. La morale è che il sasso non fa la differenza, non esiste sasso nel proprio cammino che non possa essere sfruttato per la propria crescita. Il cammino dà la possibilità di trovare tanti sassi. Sta a noi raccoglierli e trasformarli per riscattare la nostra vita dalla irrilevanza e renderla significativa
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