Mangiare e dar da mangiare:
di Stefano Bittasi SJ
Redazione di Aggiornamenti Sociali
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Stefano Bittasi SJ |
Questo mese la rubrica «Bibbia aperta» si sposta tra le Mappe, per darespazio a una riflessione più ampia e articolata su una azione che riguarda ciascun essere vivente ma che si arricchisce di significati simbolici nel caso dell'essere umano: nutrirsi e nutrire. Partendo dalle diverse descrizioni bibliche del mangiare, l'A. spiega come questa dinamica, attraverso le fasi del mangiare per se stessi, del mangiare insieme, del dar da mangiare e infine dell'offrire se stessi come cibo per la vita degli altri possa illuminare anche le relazioni umane nel loro vissuto più esplicitamente sociale
Bibbia è un termine plurale, derivato dal greco ta biblia, che significa "i libri". Il contenuto di questo imponente volume infatti è il frutto della raccolta di 73 libri (almeno per la Chiesa cattolica) composti in tempi molto diversi, dall'XI secolo a.C. al II d.C., lungo un arco temporale di circa mille anni. Negli ultimi trent'anni si è andata sviluppando una corrente di pensiero che afferma la possibilità di una lettura continua di questi libretti considerandoli quasi come "capitoli" del più grande libro. Secondo questa visione, si può cominciare con il primo versetto del libro di Genesi per terminare con l'ultimo del libro dell'Apocalisse scorgendovi un disegno coerente, uno svolgersi organico e articolato della grande avventura dell'umanità nella sua relazione con Dio o, per meglio dire, della storia del rapporto che Dio ha voluto intrattenere da sempre con la sua creazione e, nello specifico, con il genere umano. Certamente ci sono molti limiti a un tale impianto di lettura del "Grande codice"1, eppure esso consente di scoprire dimensioni affascinanti del testo biblico. Una di queste è che il racconto del percorso plurimillenario che va dalla creazione del mondo al suo compimento escatologico viene incorniciato da un'unica azione: quella del mangiare.
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