Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

giovedì 3 gennaio 2013

Giovedì 3 gennaio 2013 – Salmo 74 (73)


[lectio] Sal.73(74) da Giovanni Nicolini


1  Maskil. Di Asaf.

   O Dio, perché ci respingi per sempre,
   fumante di collera
   contro il gregge del tuo pascolo?

2  Ricòrdati della comunità
   che ti sei acquistata nei tempi antichi.

   Hai riscattato la tribù che è tua proprietà,
   il monte Sion, dove hai preso dimora.

3  Volgi i tuoi passi a queste rovine eterne:
   il nemico ha devastato tutto nel santuario.

4  Ruggirono i tuoi avversari nella tua assemblea,
   issarono le loro bandiere come insegna.

5  Come gente che s’apre un varco verso l’alto
   con la scure nel folto della selva,

6  con l’ascia e con le mazze
   frantumavano le sue porte.

7  Hanno dato alle fiamme il tuo santuario,
   hanno profanato e demolito la dimora del tuo nome;

8  pensavano: «Distruggiamoli tutti».
   Hanno incendiato nel paese tutte le dimore di Dio.

9  Non vediamo più le nostre bandiere,
   non ci sono più profeti
   e tra noi nessuno sa fino a quando.

10 Fino a quando, o Dio, insulterà l’avversario?
   Il nemico disprezzerà per sempre il tuo nome?

11 Perché ritiri la tua mano
   e trattieni in seno la tua destra?

12 Eppure Dio è nostro re dai tempi antichi,
   ha operato la salvezza nella nostra terra.

13 Tu con potenza hai diviso il mare,
   hai spezzato la testa dei draghi sulle acque.

14 Tu hai frantumato le teste di Leviatàn,
   lo hai dato in pasto a un branco di belve.

15 Tu hai fatto scaturire fonti e torrenti,
   tu hai inaridito fiumi perenni.

16 Tuo è il giorno e tua è la notte,
   tu hai fissato la luna e il sole;

17 tu hai stabilito i confini della terra,
   l’estate e l’inverno tu li hai plasmati.

18 Ricòrdati di questo:
   il nemico ha insultato il Signore,
   un popolo stolto ha disprezzato il tuo nome.

19 Non abbandonare ai rapaci la vita della tua tortora,
   non dimenticare per sempre la vita dei tuoi poveri.

20 Volgi lo sguardo alla tua alleanza;
   gli angoli della terra sono covi di violenza.

21 L’oppresso non ritorni confuso,
   il povero e il misero lodino il tuo nome.

22 Àlzati, o Dio, difendi la mia causa,
   ricorda che lo stolto ti insulta tutto il giorno.

23 Non dimenticare il clamore dei tuoi nemici;
   il tumulto dei tuoi avversari cresce senza fine.

COMMENTO DI GIOVANNI

La particolarità della storia di Israele, e dunque di ogni comunità credente come di ogni singolo credente, è che ogni relazione, o incontro, o scontro, o vicenda di ogni genere, coinvolge sempre Dio! Quindi anche in questo Salmo, c’è Israele, c’è il nemico che l’ha aggredito, e c’è Dio! Al punto che, come si coglie con evidenza nella Parola che oggi riceviamo dalla bontà del Signore, il tema-problema dominante non è solo e non è tanto il conflitto con il nemico assalitore, quanto la relazione tra Dio e il suo popolo!

In altre occasioni viene dato spazio, e talvolta molto spazio, alla confessione e alla consapevolezza che Israele ha delle sue mancanze e dei suoi peccati verso il suo Signore, in particolare il peccato più grave e drammatico, che è il peccato dell’idolatria. E per questa sua peccaminosità deve subire l’assalto e l’oltraggio dei nemici, ai quali in certo modo Dio lo consegna per punirlo e ravvederlo. In questo Salmo non c’è minima traccia di questo. L’argomento forte della preghiera è il ricordo, la memoria delle meraviglie che Dio ha operato sia nella creazione sia nella storia. Qui possiamo tener conto che se certamente creazione e storia non sono del solo Israele e solo per lui, in realtà a livelli profondi Israele coglie tutto come cuore e fonte dell’elezione e dell’alleanza che Dio ha stretto con lui. Possiamo per esempio ricordare il Salmo 135(136) dove ogni versetto che evoca la creazione e la storia è accompagnato dal “commento “ che dice ”…perché eterna è la sua misericordia”. Tutto, insomma  Dio ha fatto e operato in riferimento alla sua alleanza d’amore con Israele!

Dunque, l’assalto del nemico è, fin dal ver.1, un evento che viene da Dio stesso: “Dio, perché ci respingi per sempre, fumante di collera contro il gregge del tuo pascolo?”. Certo, il nemico ha la sua parte, e i vers.3-10 la descrivono con molta crudezza. Ma il ver.11 è già per interpellare Dio su tutto questo: “Perché ritiri la tua mano e trattieni in seno la tua destra?”. Tutta la storia d’Israele è segnata dalla piccolezza e dalla fragilità del popolo, che solo nel suo Signore ha la possibilità di non soccombere e addirittura di vincere. Ma non certo per la sua forza!

La memoria della storia (vers.12-14) e della creazione (vers.15-17) vuole ricordare a Dio la sua stessa opera e quindi la sua responsabilità nei confronti del piccolo Israele. Al punto che il nemico è in realtà nemico di Dio! Gli ebrei sono la vittima, aggredita per aggredire Dio stesso! Ricordo la tesi di Freud che attribuisce la violenza della persecuzione antiebraica alla vendetta germanica contro il Dio di Israele che l’ha privato delle sue antiche divinità della foresta esaltate dal mito della potenza divina della Germania. E ricordo la luminosa interpretazione di Maritain quando afferma che la furia distruttiva contro gli ebrei ha come suo scopo profondo l’’aggressione e l’eliminazione della fede di Gesù: assalgono gli ebrei per sterminare Gesù!

Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.

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