7 Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? 8 Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? 9 Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? 10 Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
COMMENTO DI GIOVANNI
La Parola che oggi ascoltiamo è ricordata solo da Luca tra gli Evangelisti.
Essa tende ad interpretare la nostra vita cristiana come una grande “Liturgia”, e noi dunque come “servi” (tale è il significato proprio del termine “ministro”!).
Sono affascinato e commosso da questo annuncio evangelico che ci ricorda che sempre noi stiamo celebrando e vivendo il nostro ruolo di servizio al Signore.
L’espressione “chi di voi …” del ver.7 ci attribuisce questa “diaconìa”!
Ed è meraviglioso, quanto estremamente impegnativo, vivere tutta la nostra vita come un “servizio” reso al Signore!
Il significato profondo del testo non ha lo scopo di umiliarci, ma, al contrario, di mostrarci e ricordarci lo splendore di questa grande liturgia che è la nostra piccola vita.
In essa è evidentemente essenziale quella “sapienza dell’umiltà” che ci vuole proteggere dal rischio di impadronirci di quello che è del Signore e per il Signore, auto-glorificando la nostra persona e il nostro quotidiano volto dell’esistenza!
Attribuito e riferito a noi stessi, ben poco vale! Ma quanto vale se è per il Signore!
Per questo ci piace, e vogliamo in modo assoluto, iniziare con la preghiera ogni nostra giornata!
In tal modo, qualunque sia il nostro compito e la nostra situazione-condizione, tutto è liturgia del Signore.
Infatti, che cosa è “il peccato”? E’ l’impadronirci di quello che è suo, di Dio!
Invece è meraviglioso che questa Parola illumini quello che anche oggi ci aspetta e possiamo viverlo con tutta la “carità-umiltà” che ne rivela lo splendore e la preziosità!
L’ “auto-idolatria” non è solamente una falsità! E’ soprattutto un’aggressione alla nostra vita di figli di Dio!
Fare una passeggiata, essere a letto ammalati, correre per non tardare al lavoro, dare un bacio ai nostri bambini e a nostra moglie o a nostro marito, tutto è gesto prezioso.
E tanto più lo è, quanto vigilato dall’umiltà e dalla semplicità del cuore, non è mai un banale servizio di noi stessi, ma è servire la Persona e la Mensa di Gesù!
In tal modo viene illuminato anche l’ultimo versetto del nostro brano.
Quell’ “inutili” attribuito ai servi, e cioè a noi, significa alla lettera servi “di cui non c’è bisogno”, ma il Signore ugualmente ci assume e ci consente di vedere luminosa la giornata che ci aspetta, tutta dedicata al servizio di Lui e per Lui!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni
Famigliedellavisitazione
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don Giovanni Nicolini
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