M. Semeraro “Chiamati a sognare in grande”
La neve a Rhêmes Notre-Dame, un paesino della Valle d’Aosta a 1.700 metri d’altitudine, copre ancora campi, strade e tetti delle case, a dispetto della primavera ormai iniziata. Dalle cime scende ancora aria gelida e gli animali del Gran Paradiso ? stambecchi, camosci, marmotte ? vagano nei pascoli più bassi alla ricerca di qualche raro sprazzo d’erba. Tra i pini ancora imbiancati svetta il pinnacolo aguzzo del campanile della chiesetta dedicata alla Visitazione.
Fratel MichaelDavide Semeraro ha scelto ormai dieci anni fa di vivere in questo piccolo villaggio tra le vette delle Alpi. «Monsignor Giuseppe Anfossi, allora vescovo di Aosta, desiderava una presenza monastica maschile in diocesi. Io ho iniziato a visitare alcune strutture che si sarebbero potute prestare allo scopo. Arrivato qui a Rhêmes», dice sorridendo, «mi sono fermato e non ho visto più nulla».
Pugliese d’origine, fratel MichaelDavide è tra i saggisti e autori di spiritualità più letti in Italia. Di recente sono usciti due suoi libri, uno per le Edizioni Terra Santa (L’armadio del cuore. Lo straordinario potere del riordino interiore), l’altro per la San Paolo (Preti senza battesimo?). Due testi molto diversi tra loro (il primo, con un taglio molto esperienziale, tocca i nodi esistenziali che ogni persona deve affrontare nella vita, dalla nascita alla morte; il secondo si occupa del delicato tema degli abusi sessuali nella Chiesa), ma che nascono entrambi dall’ascolto costante delle persone del nostro tempo. «Che è un tempo complesso che richiede più che mai l’intelligenza della fede».
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L’ESEMPIO DELLA NONNA
La Koinonia de La Visitation è una comunità che segue la regola benedettina (nella congregazione sublacense-cassinese), e che cerca di coniugare l’esperienza monastica con l’accoglienza, l’ascolto e il servizio alle fragilità che affliggono l’uomo.
«Ho imparato ad avere questo sguardo sulle sofferenze non solo materiali dalla mia bisnonna materna. La aiutavo nelle sue preghiere quotidiane, mi ha trasmesso la costante presenza di Dio, il gusto per la preghiera, l’attenzione ai poveri. Ricordo che al mio paese d’origine, in Puglia, c’era un uomo che tutti chiamavano Teresina. Ho capito crescendo la ragione del nomignolo… Ebbene, mia nonna aveva sempre una parola buona, un’attenzione per quest’uomo che era disprezzato da tutti. A volte, dato che ero piccolo e nessuno avrebbe pensato male, mi mandava a casa di una prostituta che viveva in fondo alla nostra strada, per portarle in dono una scodella di lenticchie. Mia nonna viveva in una piccola stanza e ogni mese, quando riceveva la pensione, divideva i soldi in tre parti: una per la Chiesa, una per i poveri e la terza per le sue necessità».
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LA PAROLA LO CHIAMA
Questa attenzione alle varie povertà morali e materiali induce il giovane MichaelDavide a decidere di donare la propria vita alla missione. «Ho fatto un periodo di formazione con i comboniani, ma poi mi sono reso conto che la dimensione dell’ascolto della Parola e la preghiera mi si addicevano di più». Così a 19 anni, leggendo Charles de Foucauld, s’innamora dell’ideale monastico: «Ero affascinato da una vita di preghiera intensa, profonda, e nello stesso tempo aperta all’incontro e all’accoglienza. Ho fatto un viaggio alla ricerca del luogo che potesse soddisfare questa mia ricerca interiore e sono capitato ad Agrano, sul Lago d’Orta, dove ho capito che la vita benedettina poteva rispondere alla mia struttura umana e alle mie aspirazioni spirituali».
L’ARRIVO IN VALLE D’AOSTA
L’arrivo in Valle d’Aosta, dopo gli anni trascorsi nei monasteri benedettini di Agrano prima e a Germagno poi, segnano per fratel MichaelDavide un nuovo inizio. «Insieme a un altro fratello ci siamo messi alla ricerca di una possibilità di vita monastica “di piccola taglia”. Oggi siamo in tre frati, oltre a un novizio… Amiamo la nostra vita qui, la bellezza di queste montagne». Il tema dell’ordine e della bellezza, appunto. Nel recentissimo L’armadio del cuore, come in un grande affresco, il religioso ripercorre le tappe della vita: tratta degli affetti, del riposo, del lavoro, della nascita e della morte. E ancora, la cura di sé, l’ambiente e la natura, il coraggio delle scelte, la sofferenza, la vecchiaia. Attingendo alla sapienza monastica e alla conoscenza dell’animo umano, fratel MichaelDavide cerca di proporre quello che può essere un sentiero da percorrere: solo una vita ordinata, ma orientata all’amore, può permettere a ciascuno di raggiungere la piena umanità. «La vita di ogni uomo e ogni donna è simile a un armadio… per ogni cosa c’è il suo posto. C’è un tempo per usare gli indumenti, un tempo per riporli», si legge nelle prime pagine del volume.
L’ARMADIO DEL CUORE
«Oggi il problema grave», spiega il monaco, «è quando apriamo l’armadio del nostro cuore, perché non sappiamo bene dove abbiamo riposto ciò che cerchiamo. La questione vera del nostro tempo è abitare la complessità e l’ambiguità. Per affrontare la vita nella sua interezza, come discepoli del Signore Gesù, abbiamo l’onere di confrontarci con la complessità; un onere che deve diventare l’onore della nostra generazione umana e cristiana. Papa Francesco, con grande realismo, ci sta insegnando proprio questo: di fronte alla complessità, il cristiano non deve essere depresso, ma sognatore. Per chi ha fede, aprire l’armadio della nostra vita significa rimettersi a camminare, senza farsi prendere dalla paura, armandosi di pazienza. Il verbo allora diventa “cercare”, senza lamentarsi delle difficoltà».
Una ricetta certo non facile, ma l’unica possibile, se è vero che per ritrovare il bandolo della matassa della propria esistenza, l’unica strada è quella di ricominciare ? con fede ? il percorso di ogni giorno».
AUTORE DI SPIRITUALITÀ FRA I PIÙ LETTI IN ITALIA
Nome: fratel MichaelDavide
Vocazione: monaco benedettino dal 1983
Residenza: Rhêmes Notre-Dame, Aosta
Formazione: dottorato in Teologia spirituale alla Gregoriana di Roma
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