L’INCREDIBILE TENEREZZA
Standard

Maria raccomanda che la S. Bibbia sia posta in casa in un posto prominente e che sia letta ogni giorno. "Cari figli! In questo tempo in modo particolare vi invito: pregate col cuore. Figlioli, voi parlate tanto ma pregate poco. Leggete, meditate la Sacra Scrittura e le parole scritte in essa siano per voi vita. Io vi esorto e vi amo perché in Dio troviate la vostra pace e la gioia di vivere. Grazie per aver risposto alla mia chiamata. Messaggio da Medjugorje a Marija del 25/02/12.
Due prigionieri, in due celle vicine,che comunicano con colpi battuti nel muro.Il muro è ciò che li separama anche quel che permette loro di comunicare.Così tra Dio e noi.Ogni separazione è un legame
Il cammino di Quaresima con le omelie di don Luigi Verdi: è una proposta che arriva dal Veneto, dal Centro missionario diocesano di Padova. Il centro diocesano ha raccolto gli interventi di don Gigi e li sta diffondendo alla sua rete di parrocchie, associazioni per compiere un percorso condiviso di avvicinamento ala Pasqua."Assetati di Fraternità" è il titolo di questo cammino. "Offriamo questo e altri sussidi - spiega don Gaetano Borgo - affinché ognuno sia sollecitato a raccogliere dalla Parola quotidiana, spunti e riflessioni che portino a rinnovarci nel cuore e a vivere sinceramente il Vangelo della carità con una spinta all’annuncio, proprio come la Samaritana".Anche noi, da Romena, entriamo volentieri nella rete intessuta dal centro missionario e aiutiamo a diffondere, settimana per settimana, questi contributi... (guarda video)
I^domenica di Quaresima
Don Gigi Verdi, fondatore della Fraternità di Romena, una pieve antica nel verde del Casentino, in Toscana, terra antica e sacra, mèta di pellegrinaggi e romitaggi a un tempo; ristrutturata e trasformata in un luogo di bellezza e accoglienza, vi accorrono in tanti, soprattutto giovani, per ascoltare le sue catechesi. Don Gigi sa ascoltare, ha trasformato una vita difficile e tormentata in orazione e contemplazione: sa il valore del silenzio, della natura, il valore di incontri che non giudicano, e per questo riescono commuovere e far rinascere.
Domenica don Gigi Verdi, fondatore della Fraternità di Romena, una pieve antica nel verde del Casentino, in Toscana, terra antica e sacra, mèta di pellegrinaggi e romitaggi a un tempo; ristrutturata e trasformata in un luogo di bellezza e accoglienza, vi accorrono in tanti, soprattutto giovani, per ascoltare le sue catechesi. Don Gigi sa ascoltare, ha trasformato una vita difficile e tormentata in orazione e contemplazione: sa il valore del silenzio, della natura, il valore di incontri che non giudicano, e per questo riescono commuovere e far rinascere.
Un corso meraviglioso, a detta dei tanti partecipanti, quello che Wolfang ha donato a Romena nel week end 9-11 febbraio scorso. Semplicemente vivere per liberarsi e liberare, per darsi da fare, in un sogno più grande che ha solo bisogno di piedi per terra e tanta gratitudine.Wolfgang ci ha donato inoltre la bellezza di una sapienza di vita condivisa nelle sorprendenti risposte alle tante domande sorte tra i partecipanti. Ecco ora a voi del nostro sito la registrazione di questo bellissimo corso.
Tv 2000 continua a camminare lungo la nostra via della Resurrezione. L'appuntamento mensile con il percorso proposta dalla Fraternità è giunto a scandire la quarta tappa, quella dedicata alla parola "Leggerezza". Dopo "Umiltà", "Fiducia", "Libertà", Gabriella Facondo, conduttrice della trasmissione pomeridiana "Siamo noi" ha intervistato il nostro don Luigi Verdi sui contenuti di questa parola e sul suo valore nel personale cammino di rinascita. Nel corso della trasmissione è stata presentata anche la pubblicazione delle Edizioni Romena sul tema leggerezza: una conversazione con Arturo Paoli, il grande
missionario, scomparso a 102 anni di età.
Un trasmissione sulla preghiera con due ampie 'finestre' di riflessione da Romena. "Bel tempo si spera", programma mattutino di Tv2000 ha proposto due servizi realizzati alla pieve.
Il primo con un'intervista a don Luigi Verdi che presenta la preghiera non come una tecnica, ma come un semplice "aprire il cuore" verso il Padre; il secondo con la testimonianza di un collaboratore di Romena, David Volpe, che racconta il suo cammino di ricerca di Dio e il suo approdo alla Fraternità.
![]() |
Aggiungi didascalia |
Romena, 17 novembre 2017. Il fondatore della Fraternità di Romena, don Luigi Verdi, conduce i presenti in un cammino negli spazi di Romena, in particolare nella Pieve, nella sala del mandorlo, nel punto della libertà sulla via della resurrezione. Spazi che il sacerdote ha saputo valorizzare e ricreare, per farne un luogo dove porsi le grandi domande della vita. A seguire l'incontro con l'economista Luigino Bruni nell'Auditorium di Romena per continuare a rispondere alla domanda del giorno "Quale sarà il mio posto nel mondo?.
Un pomeriggio molto intenso, con tanti giovani, organizzato dalla Fondazione Baracchi nell'ambito del ciclo "Le parole e il silenzio".
L’articolo del Presidente della Fraternità di CL su “Avvenire” del 22 dicembreJulián Carrón«La realtà è superiore all’idea» (Evangelii gaudium, 231). Non c’è niente che sfidi di più la ragione dell’uomo, la logica umana, che un fatto, un avvenimento reale. Pensiamo al popolo ebraico in esilio, di cui parla il profeta Isaia.L’ultima cosa che gli ebrei si sarebbero aspettati, quando tutto sembrava finito, mentre erano in mezzo al nulla, era qualcuno che sfidasse le sconfitte che avevano subito e la misura con cui giudicavano. Tanto è vero che avevano cominciato ad abituarsi alla situazione in cui si erano venuti a trovare. Eppure in mezzo al deserto risuona una voce: «Io sono il Signore» (Is 41,13ss), una voce che pronuncia parole che nessuno avrebbe il coraggio di dire, tanto sono lontane dalla logica umana: «Non temere».Possibile?! Come si può non temere quando si è sperduti in mezzo al nulla, nell’esilio?Si tratta della stessa reazione che abbiamo anche noi davanti alle sfide attuali: ci assale la paura, ci viene da innalzare muri per proteggerci; cerchiamo sicurezza in qualcosa di costruito da noi, ragionando secondo una logica puramente umana, esattamente quella che viene provocata costantemente da Dio: «Io sono il Signore, non temere!». Davanti ai nostri occhi appare tutta la Sua diversità. Infatti quel «non temere!» è la cosa meno creduta oggi, la meno credibile anche per noi; davanti a tutto quello che sta accadendo nel mondo, chi può dire di non avere paura?«Io sono il Signore, non temere». La nostra ragione e la nostra libertà sono provocate da questa promessa, come capitò al popolo in esilio. Anche noi siamo come un «vermiciattolo di Giacobbe, larva d’Israele», ci sentiamo così piccoli davanti all’enormità dei problemi. Siamo disponibili a dare credito all’annuncio della liberazione che risuona per noi oggi? «Non temere, io ti vengo in aiuto».Commentando queste parole, papa Francesco ha detto: «Il Natale ci aiuta a capire questo: in quella mangiatoia […] è Dio grande che ha la forza di tutto, ma si rimpicciolisce per farci vicino e lì ci aiuta, ci promette delle cose» (Omelia Santa Marta, 14 dicembre 2017). C’è qualcosa di più sconvolgente per le nostre misure?Sempre il Signore ci spiazza, perché ha uno sguardo diverso, vero, sul reale, capace di cogliere dati che noi non vediamo. Se accettiamo la sfida, noi che siamo così miseri potremo riconoscere la risposta al nostro grido: «Io, il Signore, risponderò loro, io, Dio d’Israele, non li abbandonerò». Chi confida in Lui, chi si abbandona al disegno di un Altro vede il compiersi della promessa: «Farò scaturire fiumi su brulle colline». Non è forse questo che ci stupisce di certi incontri? Mentre alcuni sono sempre più impauriti, sempre più ripiegati su se stessi, sempre più chiusi, sempre più scoraggiati, altri fioriscono e testimoniano un modo diverso, positivo, di vivere le cose solite.Come è possibile che taluni risplendano di vita e altri trovino in ogni circostanza solo una conferma del loro scetticismo? Perché tutto passa attraverso la sottile lama della libertà. «Cambierò il deserto in un lago d’acqua, la terra arida in zona di sorgenti»: se assecondiamo il richiamo del Signore, potremo vedere fiorire la vita in questa terra arida, in questa nostra situazione storica – non in un’altra, in questa. «Nel deserto pianterò cedri, acacie, mirti e ulivi; nella steppa porrò cipressi, olmi e abeti». Chi si affida a questa promessa comincerà a guadagnare la vita vivendo.Eppure spesso si insinua in noi la domanda: il Signore non potrebbe risparmiarci tante circostanze sfavorevoli con cui dobbiamo confrontarci? Non ci rendiamo conto che certe situazioni sono il frutto di un uso sbagliato della nostra libertà; Israele non si era fidato del Signore, non aveva creduto alla Sua parola e aveva preferito allearsi con le potenze dell’epoca, finendo in esilio. Chi invece si affida comincia a vedere i segni del Signore in azione: Dio opera nella storia «perché vedano e sappiano, considerino e comprendano […] che questo ha fatto la mano del Signore, lo ha creato il Santo d’Israele».Chi non si affida non vedrà, perché il mondo sarà sempre pieno di contraddizioni che spaventano, ma in chi accoglie Gesù la vita comincia a risplendere. Chi Lo riconosce comincia a vedere i germogli di una vita che fiorisce.Occorre essere semplici, come dice Gesù che viene nel Natale: «Fra i nati di donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui» (Mt 11,11).Da duemila anni l’annuncio della salvezza, tanto impensabile dall’uomo quanto reale, è per ciascuno. È alla portata di tutti, nessuno escluso.