Venerdì della VII settimana del Tempo di Pasqua
αποφθεγμα Apoftegma
«Simone, mi ami tu?».
Non hai detto: «Non peccare, non tradire, non essere incoerente».
Non hai toccato nulla di questo.
Hai detto: «Simone, mi ami tu?».
Questa è la voce che echeggia dalla capanna di Betlemme:
«Mi ami tu?».
Ognuno di noi non riesce a sfuggire completamente
al fatto che Cristo è amabile da noi esattamente così come siamo,
più di qualsiasi altro essere di cui ci si innamori.
Anzi, splendore diventa la preferenza
solo se investita dallo sguardo che uno porta a Cristo:
Cristo coincide con la preferenza più grande che possiamo avere nella vita.
«O quam amabilis, dulcis Jesu».
Non hai detto: «Non peccare, non tradire, non essere incoerente».
Non hai toccato nulla di questo.
Hai detto: «Simone, mi ami tu?».
Questa è la voce che echeggia dalla capanna di Betlemme:
«Mi ami tu?».
Ognuno di noi non riesce a sfuggire completamente
al fatto che Cristo è amabile da noi esattamente così come siamo,
più di qualsiasi altro essere di cui ci si innamori.
Anzi, splendore diventa la preferenza
solo se investita dallo sguardo che uno porta a Cristo:
Cristo coincide con la preferenza più grande che possiamo avere nella vita.
«O quam amabilis, dulcis Jesu».
Don Giussani
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L'ANNUNCIO |
Dal Vangelo secondo Giovanni 21,15-19.
Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi». Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi».
Con il brano che chiude il Vangelo di Giovanni la Chiesa ci accompagna alle soglie del Cenacolo, dove scenderà di nuovo su di noi lo Spirito Santo. Anche sulle rive del lago di Tiberiade, infatti, Gesù aveva preparato un banchetto per gli apostoli. In quell’alba che sapeva di risurrezione, dopo una notte in cui “non presero nulla”, avevano pescato di nuovo una grande quantità di pesci, come quel giorno in cui, non a caso, proprio in quel luogo aveva moltiplicato i pani e i pesci. La Parola di Gesù aveva di nuovo reso feconda la loro incapacità. Scendendo dalla barca avevano visto “un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane”, e Gesù che, dopo averli invitati di nuovo “a mangiare” alla sua mensa, si “avvicinava” e “prendeva il pane per darglielo, e così pure il pesce”. Ora tutto appariva chiaro, e “nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore”. Tra la notte del Cenacolo e quell’alba in Galilea tutto si era infatti compiuto. Davvero il pane ricevuto nel Cenacolo era il corpo di Gesù consegnato alla morte per loro; realmente il vino che avevano bevuto era il suo sangue versato per loro e per tutti in remissione dei peccati, il sigillo delle nuova ed eterna Alleanza. Quel cibo donato da Gesù sulla riva del lago dove un giorno li aveva chiamati, era la sua stessa vita tratta dal mare della morte; ma ora gli Apostoli sapevano che non era solo la sua ma anche la loro morte, quella che avevano appena sperimentato inoltrandosi nella notte senza pescare nulla. Per questo quel pesce ardeva sul fuoco della misericordia che cancellava i loro tradimenti e i loro peccati. Non a caso Giovanni registra che “questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti”. La “terza volta”, come le “tre volte” che Pietro ha tradito Gesù, come i “tre giorni” passati da Gesù nel sepolcro. Come “tre volte” Gesù chiede a Pietro se lo “ama più” degli altri. Pietro lo aveva riconosciuto come “il Signore” vittorioso sulla morte, il Kyrios della vita. Aveva “mangiato”, cioè sperimentato, l’amore “sino alla fine” del suo Maestro. Ora poteva inoltrarsi con Lui nella verità. E’ sempre così: mentre nel mondo si cercano i traditori per fucilarli, Gesù prende per mano Pietro che lo aveva tradito, per accompagnarlo sino al fondo dei propri peccati per consegnargli, invece della condanna, il perdono.
QUI IL COMMENTO COMPLETO E GLI APPROFONDIMENTI
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