Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

venerdì 5 ottobre 2012

Da Il Vangelo del giorno di oggi "santa MARIA FAUSTINA KOWALSKA"

Venerdì della XXVI settimana del Tempo Ordinario


Che ho io perché la mia amicizia chiedi?
Che vantaggio ti viene, Gesù mio,
Che alla mia porta, asperso di rugiada,
Passi le notti dell’inverno oscure?

Quanto furono dure le mie viscere
A non aprirti! Che delirio insano,
Se il freddo gelo della mia apatia
Seccò le piaghe alle tue piante pure!

L’angelo, quante volte mi diceva:
“Anima, affacciati ora alla finestra,
Vedrai con quanto amore insiste e chiama!”.

E quante volte, altissima bellezza,
“Domani gli apriremo”, rispondevo,
Per rispondere lo stesso l’indomani!

Lope Feliz De Vega Carpio




Dal Vangelo secondo Luca 10,13-16
Guai a te, Corazin, guai a te, Betsàida! Perché se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli compiuti tra voi, gia da tempo si sarebbero convertiti vestendo il sacco e coprendosi di cenere. Perciò nel giudizio Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafarnao, sarai innalzata fino al cielo? Fino agli inferi sarai precipitata! 
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato». 


Il commento  

Dio è da sempre innamorato di noi, la sua opera più «bella». Eppure non ci basta. Soffocati dalla superbia come Lucifero, l'angelo «perfetto in bellezza» che ci ha ingannati, rifiutando il Figlio di Dio precipitiamo (1) anche noi lontano dall'amore di Dio. Così, nella storia di ogni giorno, il molto bello diventa il molto brutto. Corazin e Betsaida sono le nostre storie ricche di miracoli; Cafarnao è la nostra città, dove il Signore abita con noi in chi ci è accanto; rifiutando perversamente il Creatore, le nostre giornate e i nostri luoghi scendono nella morte. Il «disprezzo» della Grazia infatti, conduce sempre a cadere rovinosamente nei peccati. Abbiamo giudicato un fratello, nonostante la Parola e il soffio dello Spirito Santo ci abbiano suggerito di scusare e pensar bene? Siamo già precipitati negli inferi della lussuria. 

Sidone e Tiro, città pagane lontane da Dio, sono invece immagine di quanti, umiliati dai propri peccati, attendono con ansia un amore che li tratti «meno duramente» della giustizia del mondo. All'annuncio del Vangelo esse si convertirebbero senza indugio accogliendo la misericordia di Dio, perché il suo giudizio d'amore ha inizio proprio con la predicazione. E Dio non si arrende mai, con nessuno. Innamorato perdutamente, con i suoi «guai» profetici ci apre gli occhi sulla «cenere» in cui è ridotta la nostra vita, per suscitare in noi l'umile attesa del suo perdono. Anche ora Gesù è alla porta e bussa. Il Cielo si gioca sulla soglia del cuore. Basta pochissimo, una fessura non più grande della cruna di un ago (2)l'umiltà di chi ha già sofferto abbastanza, anche solo il desiderio di desiderarlo, e la nostra vita tornerà ad essere l'opera più bella di Dio, tanto bella da divenire la sua immagine somigliante, Gesù incarnato e annunciato in noi.

1) «Come mai sei caduto dal cielo? Come mai sei stato gettato a terra? Eppure tu pensavi nel tuo cuore: “Salirò in cielo, dimorerò nella dimora divina, mi farò uguale all’Altissimo”. E invece sei stato precipitato negli inferi!» (Is. 14, 12-17).
2) «La voce del mio amato mi chiama: Aprimi una fessura non più grande della cruna di un ago, e io ti aprirò le porte celesti» (Midrash Rabbà).


APPROFONDIMENTI


La superbia e la caduta di Lucifero

Isaia (14,11-21) e Ezechiele (28,11-19) dipingono il suo ritratto prima della sua ribellione. E' una creatura grandiosa, "un cherubino ad ali spiegate a difesa” incaricato da Dio a sorvegliare il Suo stesso trono. Le Bibbia ce lo descrive come un essere “pieno di sapienza, perfetto in bellezza” (Ez 28,12), “coperto di ogni pietra preziosa” (Ez 28, 13), “perfetto nella condotta” (Ez 28,15). Per San Tommaso d'Aquino e diversi Padri della Chiesa, in principio Dio avrebbe voluto provare l'umiltà degli angeli offrendogli di adorare la Seconda Persona della Trinità - Gesù Cristo, il figlio dell'Eterno Padre - che si sarebbe fatto uomo. La reazione di Lucifero - superiore agli uomini per natura - fu puro orgoglio e rifiutò anche solo l'idea di doversi umiliare dinanzi a un uomo, anche se Figlio di Dio. Conseguenza di ciò fu la sua caduta, che i Padri vedono descritta nella caduta della stella del mattino (in latino "Lucifer") che appare nel capitolo 14 del Libro del profeta Isaia: "Come mai sei caduto dal cielo, astro del mattino, figlio dell’aurora? Come mai sei stato gettato a terra, signore di popoli? Eppure tu pensavi nel tuo cuore: “Salirò in cielo, sopra le stelle di Dio innalzerò il mio trono, dimorerò sul monte dell’assemblea, nella vera dimora divina. Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all’Altissimo”. E invece sei stato precipitato negli inferi, nelle profondità dell’abisso!" (Is. 14, 12-17).


Giovanni Paolo II. La caduta

"Questa "caduta", che presenta il carattere del rifiuto di Dio con il conseguente stato di "dannazione", consiste nella libera scelta di quegli spiriti creati, che hanno radicalmente e irrevocabilmente rifiutato Dio e il suo regno, usurpando i suoi diritti sovrani e tentando di sovvertire l'economia della salvezza e lo stesso ordinamento dell'intero creato. Un riflesso di questo atteggiamento lo si ritrova nelle parole del tentatore ai progenitori: "diventerete come Dio" o "come dèi". Così lo spirito maligno tenta di trapiantare nell'uomo l'atteggiamento di rivalità, di insubordinazione e di opposizione a Dio... l'atteggiamento di antagonismo che satana vuole comunicare all'uomo per portarlo alla trasgressione... La Chiesa, nel Concilio Lateranense IV (1215), insegna che il diavolo (o satana) e gli altri demoni "sono stati creati buoni da Dio ma sono diventati cattivi per loro propria volontà". Infatti leggiamo nella Lettera di san Giuda: "...gli angeli che non conservarono la loro dignità ma lasciarono la loro dimora, il Signore li tiene in catene eterne, nelle tenebre, per il giudizio del gran giorno" (Gd 6). Similmente nella seconda Lettera di san Pietro si parla di "angeli che avevano peccato" e che Dio "non risparmiò, ma... precipitò negli abissi tenebrosi dell'inferno, serbandoli per il giudizio" (2 Pt 2, 4)... In questo senso scrive san Giovanni che "il diavolo è peccatore fin dal principio . . ." (1 Gv 3, 8). E "sin dal principio" egli è stato omicida e "non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui" (Gv 8, 4). Questi testi ci aiutano a capire la natura e la dimensione del peccato di satana, consistente nel rifiuto della verità su Dio, conosciuto alla luce dell'intelligenza e della rivelazione come Bene infinito, Amore e Santità sussistente... Respingendo la verità conosciuta su Dio con un atto della propria libera volontà, satana diventa "menzognero" cosmico e "padre della menzogna" (Gv 8, 4)... satana tenta di trasmettere ai primi rappresentanti del genere umano: Dio sarebbe geloso delle sue prerogative e imporrebbe perciò delle limitazioni all'uomo. Satana invita l'uomo a liberarsi dell'imposizione di questo giogo, rendendosi "come Dio". In questa condizione di menzogna esistenziale satana diventa - secondo san Giovanni - anche "omicida", cioè distruttore della vita soprannaturale che Dio sin dall'inizio aveva innestato in lui e nelle creature, fatte a "immagine di Dio": satana vuol distruggere la vita secondo la verità, la vita nella pienezza del bene, la soprannaturale vita di grazia e di amore" (Giovanni Paolo II, Catechesi del 13 agosto 1986)


Guai a te!

Guai a te, un sinistro presagio. I "guai" annunciati dai profeti nel corso della storia di Israele, costituiscono sempre annunci di calamità e catastrofi, frutto malato del rifiuto. Anche il Profeta di Nazaret rimprovera le città che non hanno accolto la predicazione, per annunciarne l'imminente rovina. Come Lucifero, anche Cafarnao, eletta da Gesù a sua seconda patria, città potente e ricca, luogo dove il suo amore creativo aveva mostrato più volte la sua bellezza, è attesa da una tragica caduta. In essa è apparsa la potenza di Gesù, il demonio è stato più volte sconfitto, eppure non è bastato. La superbia ha generato il rifiuto, e la sorte della città è segnata. Come Lucifero anche Cafarnao non ha piegato le ginocchia dinanzi al Dio fatto uomo: non poteva accettare che vi fosse qualcuno più grande di lei, un potere e un amore da accogliere umilmente. Cafarnao era sazia, impossibile aprire il cuore e ricevere qualcosa di cui non sentiva alcun bisogno. Per questo, sulla collina che la domina dall'alto, Gesù tuonò parole di fuoco verso tutte le Cafarnao che avvelenano il cuore dell'uomo: "Ma guai a voi, ricchi, sazi, che ora ridete... Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti". Guai a voi che non avete bisogno di nulla, che pensate di aver capito tutto. Guai a voi che vi illudete di esservi arrampicati sino al Cielo, orgogliosi della vostra torre di Babele, eretta per farvi un nome, un'identità, un peso nella storia. Guai a voi che vi illudete d'essere ormai diventati come Dio, autosufficienti e sazi, e non vi accorgete di essere più poveri e vuoti che mai. Guai a ciascuno di noi quando opponiamo un rifiuto all'amore che ci visita: ci aspetta una dolorosa caduta. Dietro ad ogni peccato vi è sempre la loro madre, la superbia. Essa è la "regina dei vizi, appena ha conquistato il cuore, subito lo consegna per la devastazione come a suoi dipendenti, ai sette vizi capitali, da cui deriva tutta la moltitudine dei vizi" (S. Gregorio Magno). Il rifiuto della Grazia che reca la visita del Signore - sia essa nella predicazione, nella Scrittura, nei Sacramenti, negli ammonimenti dei fratelli, nei suggerimenti intimi dello Spirito Santo - conduce sempre a cadere rovinosamente nei peccati. La lussuria ad esempio è, nella Tradizione della Chiesa, una manifestazione della superbia celata. Abbiamo giudicato un fratello, nonostante la Parola e il soffio dello Spirito Santo ci abbiano suggerito di scusare e pensar bene? Siamo già precipitati negli inferi della lussuria. Continuiamo a coltivare un rancore nonostante la predicazione ci abbia toccato il cuore? In breve tempo ci ritroveremo nel bel mezzo di un tradimento. Su questo non si scherza.


Annunciatori liberati
Il Signore invia i discepoli come poveri, gli ultimi della terra. Per facilitare l'accoglienza, per intercettare le povertà e i fallimenti, gli unici capaci di aprire il cuore allo stupore e a ricevere un amore tanto grande. Per questo Gesù è sceso, gettato sino agli inferi dal rifiuto, per raccogliere, in un estremo atto d'amore, le vite frantumate e corrotte di tutte le Cafarnao della storia, di ogni peccatore indurito nel suo rigetto. Ed è questa anche la nostra missione, inscritta in una storia d'amore che ci raggiunge, seduce e ci lancia nel mondo ad esserne i testimoni e gli annunciatori. La nostra salvezza e quella di tanti che Dio ha voluto legare a noi dipendono dalla nostra libertà. Accogliere l'annuncio del Vangelo significa divenirne automaticamente gli apostoli. Accogliere Cristo significa essere trasformati in Lui, ed essere inviati, poveri e ultimi, ad annunciare il suo amore; a prendere il rifiuto, a stendere le braccia e offrire la propria vita perchè, anche nell'anfratto più oscuro della terra, nel rifiuto più duro, possa esservi deposta la sua misericordia.

Oggi .... su Kairòs

Faustina Kowalska - Biografia, Testi della Messa e Omelia della Canonizzazione



Oggi 5 ottobre celebriamo la festa liturgica di
santa MARIA FAUSTINA KOWALSKA (1905-1938)
vergine, delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia (*)
 

Suor Maria Faustina, l'apostola della Divina Misericordia, appartiene oggi al gruppo dei santi della Chiesa più conosciuti. Attraverso di lei il Signore manda al mondo il grande messaggio della Misericordia Divina e mostra un esempio di perfezione cristiana basata sulla fiducia in Dio e sull'atteggiamento misericordioso verso il prossimo.
Suor Maria Faustina nacque il 25 agosto 1905, terza di dieci figli, da Marianna e Stanislao Kowalski, contadini del villaggio di Głogowiec. Al battesimo nella chiesa parrocchiale di  e Ostrówek, per mantenersi e per aiutare i genitori.Fin dal settimo anno di vita sentiva nella sua anima la vocazione religiosa, ma non avendo il consenso dei genitori per entrare in convento, cercava di sopprimerla. Sollecitata poi da una visione di Cristo sofferente, partì per Varsavia dove il 1 agosto del 1925 entrò nel convento delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia. Col nome di Suor Maria Faustina trascorse in convento tredici anni nelle diverse case della Congregazione, soprattutto a Cracovia, Vilno e Płock, lavorando come cuoca, giardiniera e portinaia.All'esterno nessun segno faceva sospettare la sua vita mistica straordinariamente ricca. Svolgeva con diligenza tutti i lavori, osservava fedelmente le regole religiose, era concentrata, silenziosa e nello stesso tempo piena di amore benevolo e disinteressato. La sua vita apparentemente ordinaria, monotona e grigia nascondeva in sé una profonda e straordinaria unione con Dio.
Alla base della sua spiritualità si trova il mistero della Misericordia Divina che essa meditava nella parola di Dio e contemplava nella quotidianità della sua vita. La conoscenza e la contemplazione del mistero della Misericordia di Dio sviluppavano in lei un atteggiamento di fiducia filiale in Dio e di misericordia verso il prossimo. Scriveva: O mio Gesù, ognuno dei Tuoi santi rispecchia in sé una delle Tue virtù; io desidero rispecchiare il Tuo Cuore compassionevole e pieno di misericordia, voglio glorificarlo. La Tua misericordia, o Gesù, sia impressa sul mio cuore e sulla mia anima come un sigillo e ciò sarà il mio segno distintivo in questa e nell'altra vita.(Q. IV, 7).
Suor Maria Faustina fu una figlia fedele della Chiesa, che essa amava come Madre e come Corpo Mistico di Cristo. Consapevole del suo ruolo nella Chiesa, collaborava con la Misericordia Divina nell'opera della salvezza delle anime perdute. Rispondendo al desiderio e all'esempio di Gesù offriva la sua vita in sacrificio. La sua vita spirituale si caratterizzava inoltre per l'amore all'Eucarestia e per una profonda devozione alla Madre di Dio della Misericordia.
Gli anni della sua vita religiosa abbondarono di grazie straordinarie: le rivelazioni, le visioni, le stigmate nascoste, la partecipazione alla passione del Signore, il dono dell'ubiquità, il dono di leggere nelle anime umane, il dono della profezia e il raro dono del fidanzamento e dello sposalizio mistico. Il contatto vivo con Dio, con la Madonna, con gli angeli, con i santi, con le anime del purgatorio, con tutto il mondo soprannaturale fu per lei non meno reale e concreto di quello che sperimentava con i sensi. Malgrado il dono di tante grazie straordinarie era consapevole che non sono esse a costituire l'essenza della santità. Scriveva nel «Diario»: Né le grazie, né le rivelazioni, né le estasi, né alcun altro dono ad essa elargitola rendono perfetta, ma l'unione intima della mia anima con Dio. I doni sono soltanto un ornamento dell'anima, ma non ne costituiscono la sostanza né la perfezione. La mia santità e perfezione consiste in una stretta unione della mia volontà con la volontà di Dio (Q. III, 28).
Il Signore scelse Suor Maria Faustina come segretaria e apostola della sua misericordia per trasmettere, mediante lei, un grande messaggio al mondo. Nell'Antico Testamento mandai al Mio popolo i profeti con i fulmini. Oggi mando te a tutta l'umanità con la Mia misericordia. Non voglio punire l'umanità sofferente, ma desidero guarirla e stringerla al Mio Cuore misericordioso (Q.V,155).
La missione di Suor Maria Faustina consisteva in tre compiti:
– Avvicinare e proclamare al mondo la verità rivelata nella Sacra Scrittura sulla Misericordia di Dio per ogni uomo.
– Implorare la Misericordia Divina per tutto il mondo, soprattutto per i peccatori, in particolar modo con le nuove forme di culto della Divina Misericordia indicate da Gesù: l'immagine di Cristo con la scritta: Gesù confido in Te, la festa della Divina Misericordia nella prima domenica dopo Pasqua, la coroncina della Divina Misericordia e la preghiera nell'ora della Divina Misericordia (ore 15). A queste forme di culto e anche alla diffusione dell'adorazione della Misericordia il Signore allegava grandi promesse a condizione dell'affidamento a Dio e della prassi dell'amore attivo per il prossimo.
– Ispirare un movimento apostolico della Divina Misericordia con il compito di proclamare e implorare la Misericordia Divina per il mondo e di aspirare alla perfezione cristiana sulla via indicata da Suor Maria Faustina. Si tratta della via che prescrive un atteggia-mento di fiducia filiale, l'adempimento della volontà di Dio e un atteggiamento di misericordia verso il prossimo.
Oggi questo movimento riunisce nella Chiesa milioni di persone di tutto il mondo: le congregazioni religiose, gli istituti secolari, i sacerdoti, le confraternite, le associazioni, le diverse comunità degli apostoli della Divina Misericordia e le persone singole che intraprendono i compiti che il Signore ha trasmesso a Suor Maria Faustina.
La missione di Suor Maria Faustina è stata descritta nel «Diario» che lei redigeva seguendo il desiderio di Gesù e i suggerimenti dei padri confessori, annotando fedelmente tutte le parole di Gesù e rivelando il contatto della sua anima con lui. Il Signore diceva a Faustina: Segretaria del Mio mistero più profondo, ... il tuo compito più profondo è di scrivere tutto ciò che ti faccio conoscere sulla Mia misericordia, per il bene delle anime che leggendo questi scritti proveranno un conforto interiore e saranno incoraggiate ad avvicinarsi a Me (Q. VI, 67). Quest'opera infatti avvicina in modo straordinario il mistero della Misericordia Divina; «Il Diario» affascina non soltanto la gente comune ma anche i ricercatori che scoprono in esso una fonte supplementare per le loro ricerche teologiche. «Il Diario» è stato tradotto in varie lingue, tra cui inglese, francese, italiano, tedesco, spagnolo, portoghese, russo, ceco, slovacco e arabo.
Suor Maria Faustina, distrutta dalla malattia e dalle varie sofferenze che sopportava volentieri come sacrificio per i peccatori, nella pienezza della maturità spirituale e misticamente unita a Dio, morì a Cracovia il 5 ottobre 1938 all'età di appena 33 anni. La fama della santità della sua vita crebbe insieme alla diffusione del culto alla Divina Misericordia sulla scia delle grazie ottenute tramite la sua intercessione. Negli anni 1965-67 si svolse a Cracovia il processo informativo relativo alla sua vita e alle sue virtù e nel 1968 iniziòa Roma il processo di beatificazione che si concluse nel dicembredel 1992. Fu beatificata da Giovanni Paolo II in piazza San Pietro a Roma, il 18 aprile 1993. Le reliquie di Suor Faustina si trovano nel santuario della Divina Misericordia a Cracovia-Łagiewniki.

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