Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

sabato 20 ottobre 2012

da il Vangelo del giorno ...lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire»


Sabato della XXVIII settimana del Tempo Ordinario



Occorre tornare ad annunciare con vigore e gioia
l’evento della morte e risurrezione di Cristo,
cuore del Cristianesimo,
fulcro portante della nostra fede,
leva potente delle nostre certezze,
vento impetuoso che spazza ogni paura e indecisione,
ogni dubbio e calcolo umano.

Benedetto XVI, Omelia a Verona, 1985



Lc 12,8-12

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».

IL COMMENTO

La preoccupazione non si addice a un testimone di Cristo. Non era preoccupato il Signore, sapeva bene che a Gerusalemme le «autorità» si sarebbero «radunate contro il Messia» per condannarlo unanimi alla Croce. Ma «proprio per questo» si avviava alla «sua ora», doveva farsi peccato per «riconoscere» come suoi fratelli davanti al Padre tutti noi peccatori che abbiamo «parlato contro» di Lui. Lo stesso destino attende anche noi, «riconoscere» il Signore e il suo amore dinanzi alle «sinagoghe» e ai «magistrati» che ogni giorno processano e condannano Dio scandalizzati dal male e dalla sofferenza. Preoccuparsi è pericoloso. Induce a cercare in noi o in altri la «colpa» per trovarci dinanzi a un tribunale. Perché non mi accettano? Ho fatto qualcosa di male o, come dicono tutti, il cristianesimo vissuto così radicalmente è solo un’intollerante fondamentalismo? E il dolore innocente? La Croce, la risurrezione, non sarà tutto un inganno? Preoccupandosi si finisce con il credere alla menzogna del demonio, la vita con Cristo diventa insopportabile sino a doverlo «rinnegare» e, con una «bestemmia» contro lo Spirito Santo, cancellare la sua opera. Muore così la fede e si chiude inesorabilmente la porta al perdono, perché Dio nulla può contro la libertà.

È vero, ci attendono catene, processi e condanne. Davanti al ginecologo dopo essere rimaste incinta del quinto figlio, ai compagni di scuola che ci invitano all’ennesimo spinello, al ragazzo che vorrebbe allungare la mano, a colleghi, amici e parenti. Sulla carne sentiamo i graffi del loro disprezzo, ci ferisce il loro rifiuto; ma proprio attraverso quanti ci perseguitano è lo Spirito Santo che «ci porta», cesellando in noi l’immagine del Signore perché sia «riconosciuta». Se ci rifiutano e perseguitano è segno che l’opera sta riuscendo bene; lo Spirito ci ha strappato alla paura e, mentre nel cuore «ci attesta che siamo figli di Dio», scioglie sulle nostre labbra davanti a tutti lo stesso abbandono obbediente del Figlio: «Abbà! Padre!», le parole che ci hanno salvato e che lo Spirito ci «insegna» facendo di ogni «momento» una buona notizia per il mondo.
Sabato  XXVIII° settimana del T.O., con un commento.


Per questo occorre tornare ad annunciare con vigore e gioia 
l’evento della morte e risurrezione di Cristo, 
cuore del Cristianesimo, 
fulcro portante della nostra fede, 
leva potente delle nostre certezze, 
vento impetuoso che spazza ogni paura e indecisione, 
ogni dubbio e calcolo umano.

Benedetto XVI, Omelia a Verona, 1985



Lc 12,8-12


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».


IL COMMENTO
La parresia antidoto all'ipocrisia
La parresia è un frutto dello Spirito Santo. E' la forma di esistere di chi è rinato in Cristo. Non può non riconoscere Cristo davanti agli uomini perchè Cristo è vivo in lui. Rinnegarlo significherebbe rinnegare la sua opera in lui, la menzogna più grande, l'apostasia, la bestemmia contro lo Spirito Santo. Essa è imperdonabile perchè chi rinnega Cristo si pone liberamente al di fuori del perimetro, infinitamente grande della sua misericordia. Eppure, ed è il mistero della libertà, resta pur sempre un perimetro. Se così non fosse, la vita, a maggior ragione quella degli apostoli, sarebbe un grigio teatro, una finzione insopportabile. La bestemmia contro lo Spirito Santo nasce sempre dal lievito dei farisei che è l'ipocrisia. Molto prima delle parole si rinnega il Signore nel cuore, indurendolo di fronte al suo amore, alle innumerevoli prove della sua fedeltà. SI rinnega Cristo bestemmiando la propria storia, l'elezione, la primogenitura, questa vita che abbiamo oggi tra le mani. Ipocrisia, rinnegamenti e bestemmie contro lo Spirito Santo sono parenti strettissimi, griffe inconfondibili del demonio. Vivere ipocritamente è rinnegare Cristo, maledire l'opera del Padre, chiudere la porta allo Spirito Santo.

E' interessante notare che le dure parole di Gesù sui farisei e i dottori della Legge sono pronunciate durante il suo viaggio a Gerusalemme, nel contesto della missione della Chiesa. Gesù venuto per dare testimonianza alla Verità. Tutta la sua vita è stata immersa nella parresia, la libertà di chi non difende nulla perchè doveva annunciare l'unica Verità capace di salvare l'uomo. Altro che compromessi, strategie, trucchi e comitati; altro che pre-occupazioni snervanti su come e che cosa dire o fare. In Lui era lo Spirito a parlare, ad annunciare ai poveri la liberazione, ai ciechi e agli zoppi la guarigione. Non aveva tempo, era come il vento, libero, senza vincoli affettivi. Niente ipocrisie, solo la pura Verità: sì sì, no, no, perchè il di più viene dal maligno. Sapeva che lo aspettavano i tribunali, i giudizi, le torture e la Croce. Sapeva e per questo era giunto sino all'ora di dare la sua vita, sino alla fine. Era davanti al Sommo Sacerdote che doveva arrivare, e lì, con parresia, giocarsi la vita perchè il mondo avesse la vita.

Tutti noi siamo chiamati a vivere la stessa vita, immersa nel soffio ardente dello Spirito, la vita di Cristo. Ci attendono sinagoghe, magistrati e autorità: a scuola, al lavoro, al supermercato, perchè ovunque il mondo aspetta di sapere se davvero in noi vive il Figlio di Dio, se Cristo è risorto. E' questa l'unica notizia per cui vale la pena vivere, rinnegare ogni cosa, perdere onore e reputazione, denaro e amici, restare soli come Lui, crocifissi con Lui perchè questa generazione lo incontri e sia salva nel suo Nome. Tutto, ma proprio tutto il resto, è aria fritta, parole vuote, ipocrisia satanica a chiudere le porte al Vangelo.

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