Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

mercoledì 24 ottobre 2012

Dal vangelo del giorno ...A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto.

Mercoledì della XXIX settimana del Tempo Ordinario



Dobbiamo lavarci i piedi anche nel senso
che sempre di nuovo perdoniamo gli uni agli altri.
Il debito che il Signore ci ha condonato
è sempre infinitamente più grande di tutti i debiti
che altri possono avere nei nostri confronti
Benedetto XVI

Dal Vangelo secondo Luca 12,39-48
Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.  
Il commento 
Il Signore “conosceva” la volontà del Padre, sapeva che era giunta la sua ora; nessun altro poteva entrarvi per curare le “piaghe che non si lasciano toccare che con mani trafitte da chiodi” (François Mauriac), per inginocchiarsi dinanzi ai piedi che non si lasciano lavare che dal suo sangue. I piedi di Pietro e degli apostoli, i nostri piedi, che hanno lasciato orme di dolore e peccati sino ad oggi, perdonati uno ad uno, sino a quest’ultimo testardamente commesso, perché Gesù ci ama sino “alla fine”. Si è donato senza riserve, carne crocifissa e sangue versato per trasformarci “in una nuova forma di essere, nell'apertura per Dio e nella comunione con Lui” (Benedetto XVI). Questo mistero si rinnova ogni giorno nella Chiesa dove il Signore parla “a noi” per salvare “tutti”. Ci chiede anche oggi se abbiamo “capito” che cosa Egli ha fatto nella nostra vita. Ne va della nostra “beatitudine”, del compimento della nostra vita in terra e in cielo.
“Sapendo” che la “volontà del Padrone” è “darci molto” di sé, e "affidarci Il molto" del suo amore, “saremo beati” se lo accoglieremo, per realizzare il “lavoro” con il quale essere “pronti” in attesa del suo ritorno. Ogni “ora” può essere quella di Cristo che viene a compiersi in noi. Forse tra un momento, forse nella persona più cara, non possiamo saperlo. Siamo infatti “amministratori” dei beni di Dio, non conduciamo noi la storia e nulla ci appartiene. “Fedeltà e saggezza” è amministrare con la giustizia della Croce seguendo le orme di Cristo; proprio per essersi offerto nell’umiliazione del Calvario, Gesù è stato “costituito” Signore e “capo” per “distribuire” a ogni uomo la “razione” d’amore di cui ha bisogno. Siamo chiamati a seguire il suo “esempio”, senza temere che “il ladro scassini” la casa della nostra vita, perché il Padre ne ha fatto cibo offerto gratuitamente a chi ci è “affidato”. Invece la croce ci spaventa e sembra “ritardare” l’avvento del Signore. Ma non è così, la sofferenza ci purifica e “sala” i beni per impedirci di vivere “infedelmente”, “percuotendo” con parole e ricatti chi ci è donato per saziare irragionevolmente i nostri istinti. Non siamo più grandi del Padrone che ci ama come amici, il suo cammino è il nostro; passa per dove non vorremmo andare, ma giunge alla beatitudine che desideriamo

Mercoledì della XXIX settimana del Tempo Ordinario

Dal Vangelo secondo Luca 12,39-48.
Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa.
Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo?
Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro.
In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi,
il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse;
quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.
Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo?
Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro.
In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi,
il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse;
quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.
IL COMMENTO
La fedeltà e la saggezza ci aprono alla beatitudine. Vi sono, nella Storia come nella vita di ciascuno di noi, momenti diversi, come ci insegna Qoelet. Chi è dunque il servo fedele e saggio? Quello al quale verrà assegnato il compito di sfamare il popolo al tempo opportuno? Giuseppe, il figlio di Giacobbe. E' lui la figura del Servo del Signore, che nella discesa -ingiusta- agli inferi del tradimento e della prigione, si è mantenuto FEDELE alla chiamata ben chiara sin da piccolo, SAGGIO nel discernere in ogni evento, anche i più tragici, l'opera di Dio. "Non voi mi avete venduto, dirà ai fratelli, ma IL SIGNORE mi ha inviato qui prima di voi per sfamarvi oggi". Giuseppe figura del Servo di Dio, Gesù, che nella morte di Croce è stato fedele e saggio nel discernere la "necessità" di quell'angusto cammino. La Sua vita gettata via sulla Croce OGGI -il tempo opportuno- sfama e colma la nostra vita. Beati noi se uniti al Signore entriamo fedelmente nel cammino buio e difficile della Croce, quella quotidiana, quella di un tempo o quella lunga tutta una vita, servi fedeli nel Servo fedele, saggiamente discernendo in esso la via alla pienezza della nostra chiamata. Il Signore viene, e porta a compimento ogni sua promessa, nelle famiglie, nell'evangelizzazione, in ogni nostra vita. Quando il Signore sembra tardare è perchè in quel momento sta preparando il banchetto d'eterna gioia, per noi e per ogni uomo al quale siamo inviati.




Evangelio según San Lucas 12,39-48.

Entiéndanlo bien: si el dueño de casa supiera a qué hora va llegar el ladrón, no dejaría perforar las paredes de su casa.
Ustedes también estén preparados, porque el Hijo del hombre llegará a la hora menos pensada".
Pedro preguntó entonces: "Señor, ¿esta parábola la dices para nosotros o para todos?".
El Señor le dijo: "¿Cuál es el administrador fiel y previsor, a quien el Señor pondrá al frente de su personal para distribuirle la ración de trigo en el momento oportuno?
¡Feliz aquel a quien su señor, al llegar, encuentre ocupado en este trabajo!
Les aseguro que lo hará administrador de todos sus bienes.
Pero si este servidor piensa: 'Mi señor tardará en llegar', y se dedica a golpear a los servidores y a las sirvientas, y se pone a comer, a beber y a emborracharse,
su señor llegará el día y la hora menos pensada, lo castigará y le hará correr la misma suerte que los infieles.
El servidor que, conociendo la voluntad de su señor, no tuvo las cosas preparadas y no obró conforme a lo que él había dispuesto, recibirá un castigo severo.
Pero aquel que sin saberlo, se hizo también culpable, será castigado menos severamente. Al que se le dio mucho, se le pedirá mucho; y al que se le confió mucho, se le reclamará mucho más.




COMENTARIOLa fidelidad y la sabiduría nos abren a la beatitud. Hay, en la historia como en la vida de cada uno de nosotros, momentos diferentes, como Qoelet nos enseña. Para los ojos sabios de la fe, todos los momentos son oportunos para que se cumpla la Voluntad de Dios. La Sabiduria es reconocerlos y no despreciarlos; la fidelidad es seguir siendo unidos al Senor y - con El, por El y en El - entrar en cada circustancia y en cada acontecimiento, obedeciendo a su Palabra.
¿Quién es pues el siervo fiel y sabio, aquel al que será asignada la tarea de distribuirle al pueblo la ración de trigo en el momento oportuno? Es Josè, el hijo de Jacob. Es él la figura del Siervo de Yahwè, que en la injusta bajada a los infiernos de la traición y de la prisión, se ha mantenido fiel a la llamada que experimentò ya desde pequeño; Josè fue sabio en discernir en todo evento, también los más trágicos, la obra de Dios. "No os me habéis vendido vosotros", les dirá a los hermanos, "el Senor mismo me ha mandado aquí antes de vosotros para saciaros hoy." Esta es la verdadera sabiduria que cimienta la fidelidad, el discernimiento que lee en cada evento el dedo santo de Dios.
Josè es imagen del Siervo de Dios, Jesús, que ha sido fiel y sabio en discernir la "necesidad" de aquel estrecho camino hacia la muerte de Cruz. Su vida perdida hoy sobre la Cruz - el kairos, el momento oportuno - como cómo semilla de trigo sembrado en la tierra de nuestra existencia, se hace trigo maduro y pan para saciar y llenar nuestra vida. Beatos nosotros si unidos a El, entramos fielmente en el camino oscuro y difícil de la Cruz, aquella cotidiana, de un tiempo o que se extiende a lo largo de toda una vida. Beatos cada un de nosotros elegidos a ser, en esta generacion, siervos fieles en el Siervo fiel, sabiamente discerniéndo en el camino de la cruz la via a la plenitud de nuestra llamada.
El Senor viene hoy tambien a nuestro encuentro, y lleva a cumplimiento cada una de sus promesas, en las familias, en la evangelización, en cada momento de nuestra vida, haciendo de ella un largo kairos, lugar privilegiado de la Gracia. Y no tememos derribándonos y disipando nuestro corazón cuando el Senor parece tardar y la Cruz se hace más pesada; tambien son momentos oportunos, porque en ellos el Senor está preparando el banquete de eterna alegría, por nosotros y para cada hombre al que somos enviados. Sì, nuestras vidas, lo sufrimientos, el trabajo, el estudio, la familia, todo de nosotros es el trigo que esperan los hombres hambrientos de esta generacion. Nuestra vida es la vida misma del Senor, transformada en cada momento a traves de los acontecimientos oportunos, en trigo preparado para que sea pan de la vida. Beatos nosotros entonces, llamados al banquete del Senor que nos transforma en un banquete de salvacion para todos los hombres.
¿Que vida es mas rica, plena y perfecta?

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