È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.
Mi piace la definizione di oggi: Gesù, il mangione e beone! Davvero Gesù non si è perso una cena, un pranzo, un invito: un giorno mi metto a contare quante volte nei vangeli lo vediamo con le gambe sotto il tavolo!
Anche noi ieri sera a Bergamo abbiamo fatto l’incontro nel refettorio dei frati, per stare un po’ più al caldo, per ‘nutrire’ il cuore e la mente, per ricordare che Betlemme è ‘la casa del pane’. E’ stato bello sentire passare questa famigliarità tra noi e con Dio, e l’abbraccio finale ha colmato una serata nutriente.
L’altra definizione di Gesù mi piace ancor più: ‘amico dei peccatori’. Ecco forse la descrizione più preziosa di oggi e…di sempre. Mi piacerebbe che fuori dai confessionali ci mettessimo sta scritta sopra, ben in vista: “amico dei peccatori”!
Io, al mio amico, perdono tutto, seppur non condivida sempre le stesse idee, le stesse modalità, a volte anche i principi. Perdonare significa sospendere il giudizio, stimare la libertà reciproca sopra ogni altra cosa.
Martin Luther King ha una bellissima definizione:
“Perdonare non significa ignorare ciò che è stato fatto contro di noi. Significa piuttosto che quella cattiveria cessa di essere un ostacolo ai rapporti.”
In fondo, si perdona tanto quanto si ama.
Fra Giorgio B.
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