Dobbiamo riscoprire la preghiera
Dobbiamo riscoprire la preghiera (Interventi 208)
L’uomo, la donna, che vive soltanto per soddisfare i propri desideri, non farà mai quello che interessa a Cristo Risorto, il quale vuole salvare gli uomini dalla esclusione dalla vita eterna. Colui che vive di fede sopporta con pazienza le traversie della vita, e attende con fiducia la promesse del Signore. Il suo cuore è saldo, non si sgomenta per alcuna tentazione, non perde mai la speranza. Egli non vede i suoi beni nelle riforme che i governanti non sono capaci di fare. Quest’uomo, questa donna, viene sorretto dalla fede, e spera di vedere i beni del Signore “nella terra dei viventi”. Dobbiamo sempre pregare affinché lo Spirito Santo ci dia un cuore saldo, che non si lascia turbare di fronte agli sconvolgimenti della crisi che sta distruggendo il mondo. Chi ha il cuore saldo non considera le beffe che fanno contro di lui coloro che credono di ricuperare il benessere, che sembra scomparso per sempre. Dobbiamo essere forti nella fede che un giorno vedremo quello che Dio ha preparato per coloro che lo amano. Saranno cose che “occhio non vide mai, né orecchio mai udì, né mai penetrarono nel cuore dell’uomo e della donna”. Noi vedremo dall’alto verso il basso i nemici di Cristo e della Chiesa. La povertà che Gesù raccomanda sempre è quella che ci fa usare le cose del mondo, soltanto per quello che basta per una vita semplice e modesta. La Provvidenza di Dio garantisce soltanto questo benessere: “ha sparso e distribuito i suoi beni ai poveri”. Il Profeta dice che “il peccatore vedrà e si adirerà”. Si pentirà di aver rifiutato la fede. Si arrabbierà contro se stesso. Vedrà che quello che dice il Papa e la Chiesa è completamente diverso da quello che dicono coloro che si adoperano per ricuperare il benessere, che non hanno saputo conservare. Cosa è giovata la superbia? Quale vantaggio porta l’arroganza con cui si rifiuta Cristo e il suo Vangelo? Molti, dopo aver goduto i piaceri della carne nella più assoluta libertà di trasgredire i comandamenti di Dio, precipiteranno laggiù “dove sarà pianto e stridore di denti”. Sant’Agostino dice: Il peccatore non sarà adorno di foglie verdeggianti come lo sarebbe se a tempo debito si fosse pentito; egli si pentirà quando il desiderio dei peccatori perirà, non essendoci sollievo che succeda alle pene. Il desiderio dei peccatori perirà quando ogni cosa sarà passata come ombra , e il fiore si chinerà a terra per l'inaridirsi dello stelo. La parola del Signore, che rimane in eterno , sì befferà allora della rovina di quei miseri, veri miseri, che nella loro vanità, credendosi stupidamente beati, l'avevano un tempo derisa. (dal Commento sui Salmi). Anziché continuare a rincorrere il miraggio del benessere che non tornerà più, impariamo a pregare per ritrovare nel Signore il coraggio di sperare nella bontà di Dio. La giornata ce la dà Dio, quella luminosa e quella oscura, il giorno e la notte. È un dono vivere e avere la luce. Il modo di vivere è un modo di santificazione. Occorre santificare i momenti del giorno intero per conservarsi in santità, tenere presente al cuore Dio e la sua bontà, e tenere lontano il demonio. Come gli uccelli, dobbiamo benedire la luce che è un dono di Dio e benedire Dio che è luce. Aver desiderio di Lui fino alla prima luce del mattino, è come mettere una nota di luce in tutto il giorno che viene, che sia tutto luminoso e santo. E unirsi a tutto il creato per osannare il Creatore. Col passare delle ore cresce la constatazione di quanto dolore e ignoranza vi è nel mondo, allora pregare perché il dolore sia sollevato e l’ignoranza cada, e Dio sia conosciuto e amato da tutti, se conoscessero Dio sarebbero consolati nel loro soffrire. Nell’ora di sesta pregare per la famiglia, per essere uniti con chi ci ama, e pregare che il cibo non si muti da utilità in peccato. Al tramonto pregare pensando al tramonto della vita che ci aspetta tutti. Pregare che questo tramonto sia compiuto con l’anima in grazia. Quando in casa si accende la luce, pregare per ringraziare del giorno finito, chiedere perdono e protezione senza paure di un giudizio improvviso o di assalti demoniaci. Pregare nella notte per riparare dai peccati della notte, allontanare satana dai deboli, perché i colpevoli si pentano e si convertano, e i buoni propositi diventino realtà al primo sole. Pregare durante la giornata e verso il tramonto perché in quell’ora Colui di cui hanno parlato i Profeti ha consumato il suo sacrificio, dopo aver mangiato il pane del tradimento e aver dato il Pane della vita. Il Sangue delle sue piaghe divenne il suo vestito di porpora, Egli è piombato nelle tenebre per dare la luce, nella morte per dare la vita. È morto all’ora nona quando il mondo è stato redento. Gesù è morto contento perché sapeva che tanti lo amano, l’amore dei buoni gli ha fatto compagnia nel sepolcro. Dopo non ha più sofferto, si è ricordato solo dell’amore per gli uomini. L’unione con Dio è averlo presente in ogni momento per lodarlo e invocarlo. Il Padre Celeste ha dato a Gesù Risorto “ogni potere”, li ha dati per distribuirli a noi. A noi ha dato in modo particolare il potere di vincere le tentazioni e di rinunziare a tutto quello che ci impedisce di amarlo. Per vincere bisogna lottare. La lotta è anzitutto interiore, sia a noi in persona che alla famiglia e alla società. La lotta dentro di noi: tra il corpo e lo spirito, tra la mente nostra e la verità, la nostra volontà e il bene, il nostro cuore e gli affetti, i nostri sensi e ciò che è santo. Questa lotta che noi dobbiamo affrontare ci faccia davvero cogliere l'occasione per dimostrare, testimoniare la convinzione nella vittoria. È un conflitto interiore che noi dobbiamo, indubbiamente tutti quanti, affrontare, vincere per arrivare a un traguardo. La vittoria consiste nella comunione intima con Cristo, di cui dobbiamo essere davvero convinti fin da essere una cosa sola con Lui. Come lo sposo e la sposa sono due in una sola carne, l’anima con Cristo sono uno in un solo Spirito, come dice S. Paolo. E poi, il terzo conflitto che dobbiamo superare e vincere è quello col mondo: una testimonianza davvero nuova; il nostro vestito deve essere Cristo: Cristo verità, Cristo bontà, Cristo vita semplice, Cristo fedeltà matrimoniale, Cristo sottomissione a Dio, all'autorità costituita. Dobbiamo davvero, con la vita, testimoniare di essere cristiani, che apparteniamo senz'altro a Dio e far capire a tutti che a noi basta soltanto Iddio, e che del mondo non abbiamo bisogno. Non abbiamo bisogno né dei mass media, quelli che allontanano da Dio, né della moda, mi riferisco ovviamente a quella che è contro Iddio, quella moda nella quale viene seminata dal Maligno la malizia che seduce, e che allontana da Dio. Affrontare il mondo con grande gioia, con grande entusiasmo, senza aver paura dell'odio che il mondo porta contro di noi. Non dimentichiamo che Gesù ha detto: «Io sono con voi sino alla fine del mondo». Egli ha mandato lo Spirito Santo, il quale cambierà ogni tristezza in gioia e, addirittura, ci sarà sempre nel cuore perché possa suggerirci il bene da fare, il male da evitare volta per volta, con quella discreta prudenza che è garanzia dell' amore a Dio e dell' amore al prossimo. Don Vincenzo
ilpensierocristiano.blogspot.it
Nessun commento:
Posta un commento