Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

martedì 28 ottobre 2014

“Il matrimonio: unicità e bellezza”,

Il matrimonio: vocazione per la vita

matrimonio_convegno_Trento

di Giulia Tanel
“Il matrimonio: unicità e bellezza”, questo il tema di grande attualità del quale si è parlato nel corso del terzo appuntamento della nuova edizione del Festival della Vita – Città di Trento, promosso dal Coordinamento Famiglie Trentine in collaborazione con ProVita Onlus.
A sviscerare questa importante tematica è intervenuto padre Gonzalo Miranda[1], sacerdote d’eccezione, che con un’oratoria chiara e coinvolgente ha guidato l’attento e partecipe pubblico alla scoperta del cosiddettoSacramentum Magnum.
Padre Miranda ha esordito raccontando un simpatico aneddoto. Una giovane coppia che si sta preparando al matrimonio legge la formula nuziale: “Vuoi tu accogliere N., promettendo di esserle fedele sempre nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarla e onorarla tutti i giorni della tua vita?”. Ebbene, il futuro sposo risponde: “Sì, no; sì, no; no”, ossia prende solo gli aspetti positivi del matrimonio: la gioia, la salute… “Mentre il matrimonio – ha chiarito fin dalle prime battute il relatore –è ‘Sì’ oppure ‘No’; ma se è ‘Sì’, lo dev’essere davvero. […] il matrimonio è un ‘Sì’ totale e totalizzante”.
“Il matrimonio – ha proseguito padre Miranda – è una vocazione al dono totale ed è perseverante”. Certamente questo dono s’impara a coltivarlo con il tempo, piano piano, tuttavia è necessario arrivare al matrimonio con la predisposizione giusta al dono di sé. Su questo punto bisognerebbe aiutare di più i giovani, creare in loro una consapevolezza più solida: oggi troppo spesso si vivono dei “fidanzamenti divorzisti”, non rivolti all’unione sponsale, ma basati sull’incertezza.
“L’amore vero, sponsale, è donazione della persona alla persona, in quanto persona. Non per le sue prestazioni e nemmeno solamente per le sue qualità fisiche, spirituali e psicologiche”.
In tal senso, come ha affermato papa Giovanni Paolo II, la famiglia è importantissima perché è il luogo fondamentale dove s’impara a guardare agli altri in quanto persone, e quindi a rispettare tutti – al di là dei naturali limiti e difetti –, ad aprirsi all’altro, a essere giusti e a dare a ognuno quanto gli spetta. E questa educazione si rispecchia nella società, che altrimenti porrebbe le proprie basi sulla legge del più forte.
“Il matrimonio – ha quindi proseguito padre Miranda – non è un qualsiasi tipo di rapporto interpersonale. È un rapporto tra persone del tutto specifiche, che dà vita a un focolare che per sua natura è ‘generativo’, nel senso che è al suo interno che la vita viene generata”, sia sotto il profilo fisico, sia soprattutto sotto il profilo umano e spirituale. Infatti, “la famiglia è molto di più di un gruppo di persone che condivide lo stesso tetto e lo stesso frigorifero”: è un nucleo fecondo.
I raggruppamenti umani – tra i quali sono annoverati anche il matrimonio e la famiglia – sono tanti e ognuno ha le proprie specificità e funzioni all’interno della società. Naturalmente ognuno di essi ha le proprie regole, che vanno accettate: se si decide di far parte di una squadra di calcio, non si può pretendere di giocare a pallacanestro. Lo stesso principio, assai banale, vale per il matrimonio: nel momento in cui si decide di convolare a nozze, se ne accettano tutte le conseguenze, piacevoli o meno.
La famiglia, tuttavia, in parte si differenzia dagli altri raggruppamenti sociali perché guarda alla persona in quanto essere unico e irripetibile: ogni membro è accolto, amato, rispettato e promosso perché è “lui” o perché è “lei”. Nessuno viene “assunto” e tenuto in base alle sue prestazioni, alle sue qualità, o per le sue condizioni; ed è questo il motivo per cui non è lecito “sostituire” la propria moglie con una più giovane oppure abortire un bambino in quanto portatore di una malattia: quel che conta è la persona, non tanto gli accidenti secondari che la connotano ma non la definiscono.
Un ultimo focus d’attenzione proposto da padre Miranda ha riguardato il matrimonio cristiano, inteso quale sacramento celebrato e vissuto in Dio e con Dio, capace di aggiungere una dimensione spirituale all’unione tra due persone di per sé piccole e limitate. Tramite il matrimonio Cristo assicura la sua Grazia, facendosi vicino alla coppia nella donazione totale, intima e feconda che si promettono reciprocamente. Perché il matrimonio, per dirla con Blondel, altro non è che “due persone che si fanno uno per diventare tre”… ed è così per sempre, in vita e per la vita eterna.
Al termine dell’incontro si è dato spazio alle domande. Un giovane padre ha posto un quesito disarmante nella sua semplicità, ma purtroppo oggigiorno non più scontato: “Il matrimonio è solo tra uomo e donna?”. La risposta, in piena coerenza con le riflessioni proposte, non ha potuto che essere pienamente affermativa, perché è questo l’unico matrimonio possibile.
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[1] Padre Gonzalo Miranda è ordinario di Bioetica e di Teologia Morale, delegato rappresentante della Santa Sede alle riunioni del Comitato Internazionale di Bioetica dell’UNESCO e membro del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân sulla Dottrina Sociale della Chiesa. Inoltre è fondatore e decano della Facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma.
Fonte: ProLife News -

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