Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

venerdì 25 dicembre 2015

Il Natale è un sorriso dal cielo, è la gioia nel cuore, è scoprire che non solo a Dicembre il Natale brilla nei nostri cuori.

Il regalo di Babbo Natale...

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L’albero di Natale sei tu 

quando resisti vigoroso ai venti e alle difficoltà della vita…



Può sembrare un paradosso, ma non lo è. Anzi, è la foto più fedele di ciò che sta accadendo: a pochi giorni da Natale cominciamo ad agitarci, pronti a correre da una parte all’altra della città e a comprare regali che, in genere, valgono il tempo di un “grazie” e subito dopo finiscono nel dimenticatoio. Niente di male, per carità. Almeno fino a quando il regalo diventa la parte preminente, la preoccupazione principale della celebrazione, che, invece, il cardinale Carlo Maria Martini definisce mistero di impoverimento (“Cristo da ricco che era si fece povero per noi, per farsi simile a noi, per amore nostro e soprattutto per amore dei più poveri”). E che, ricorda ancora Martini, nasce da un contesto scuro: “Un viaggio faticoso da Nazaret aGerusalemme per soddisfare la vanità di un imperatore, le pesanti ripulse ricevute da Giuseppe che cerca un posto dove possa nascere il bambino, il freddo della notte, il disinteresse con cui il mondo accoglie il figlio di Dio che nasce. E su tutto questo grava una pesante cappa di grigiore, di incredulità, di superficialità e di scetticismo, evidenziata nelle gravissime ingiustizie presenti allora nel mondo. Non si può dire che il contesto del primo Natale fosse un contesto di luce e di serenità, ma piuttosto di oscurità, di dolore e anche di disperazione”.
Vi suona famigliare?


Ok, il paragone è un po’ forzato, ma, senza dubbio, stiamo vivendo sono anni bui e difficili, che non risparmiano nessuno, a partire dalle famiglie e le giovani generazioni, l’asse portante della società, il suo futuro. Facciamo fatica a fare la spesa, siamo costretti a vivere sospesi, in attesa di un lavoro più umano, o anche solo di un lavoro. Non riusciamo a guardare al di là dell’oggi, di ciò che è strettamente necessario.  Teniamo duro, stringiamo i denti. Ma quando chiudiamo il pugno non stringiamo niente. 
Per questo non ha senso augurare “beni grandiosi e risolutivi, auspicando che le feste che celebriamo portino pace, salute, giustizia, concordia.” Non serve, non funziona: superata l’euforia ci ritroveremo nella stessa identica condizione, forse ancora più frustrati. Quando celebriamo il Natale, invece, ricordiamo “il piccolo evento di Betlemme che, per chi crede, ha cambiato la storia del mondo e ci permette di guardare con fiducia anche ai momenti difficili della vita, in quanto illuminati e riscattati dal senso nuovo dato dalle vicende umane dalla presenza del figlio di Dio”. E non limitiamoci alla “commemorazione”: rinnoviamo la speranza e proclamiamo la fiducia nella venuta di Colui che “tergerà ogni lacrima” dai nostri occhi, perché "la salvezza di cui noi esseri umani abbiamo bisogno è di essere liberati dalle tenebre che ci avvolgono, che ci rendono inquieti, preoccupati, timorosi. Nella tenebra, simbolo del caos e della morte, sorge improvvisamente una luce. Questa luce è un bambino mandato da Dio".
 Da  Il senso del Natale 

www.sanpaolostore.it/


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Il tuo Natale - Mons. Fortunato Spertini

Il tuo Natale, Signore, è anche il mio.
Natale di gioia, di pace, di speranza.
Natale atteso da secoli, giorno di luce
per i profeti, i poveri, i semplici e i sofferenti.




Sei venuto, Signore, non hai deluso,
sei stato fedele, buono, ineffabile nel tuo amore.
All'umanità tutta hai guardato,
agli uomini di allora, di oggi, di sempre, e anche a me.


Non ti ha fermato nessuno, non ti ha fermato nulla:
non ti ha fermato la povertà, l'indifferenza,
l'esilio, il peccato degli uomini, neppure il mio peccato.
Tu sei buono, Signore, e grande è il tuo amore per noi.
Cantano "gloria" gli angeli, cantano "gloria" le genti,
canto anch'io il mio inno di lode, di gratitudine e di speranza.

E ti prego, Signore Gesù: dona a tutti noi,
tuoi figli, tuoi fratelli, tuoi amici, di saper capire,
di saper accogliere, di saper vivere
il tuo dono, il tuo amore, la tua luce,
la tua pace, l'unica vera pace.

Ai soli, Signore, e sono tanti,
a quanti soffrono l'ingiustizia,
la violenza, la paura, la disoccupazione,
un passato di delusioni, un futuro incerto, e sono tanti;
ai giovani senza ideali, amareggiati, arrabbiati,
finiti, senza amore, senza lavoro, senza amicizia,
senza accoglienza, e sono tanti;
alle famiglie povere in cui manca tutto,
alle famiglie ferite da divisioni, rapimenti, lutti,
alle famiglie che attendono chi non tornerà, e sono tante;
a tutti i ragazzi, a tutti i giovani,
a tutti gli uomini e le donne dona la pace,
dona un cuore che sappia amare, perdonare,
aiutare, soffrire con Te;
dona la forza di rispondere alla violenza, all'odio,
all'indifferenza con la tua parola, con la tua legge:
parola di pace, legge di amore.
Dona a quanti credono in Te, Signore,
che ti hanno atteso, che ti aprono la mente e la casa,
dona a tutti noi, Signore, il coraggio di farci
piccoli e semplici per servire come Te,
per amare come Te, per parlare di Te.
Donaci, o Signore, di vivere il Natale come Maria
tua Madre tutta santa.
Donaci di porgere nel tuo nome una mano a chi soffre,
il cuore a chi cerca, la vita a chi non sa che Tu sei qui,
tra noi e cammini con noi.
Questo Natale, o Signore,
sia per tutti come il tuo:
la vita che torna
e la speranza che fa camminare.


(Mons.Fortunato Spertini)



Il Natale è un sorriso dal cielo, è la gioia nel cuore, è scoprire che non solo a Dicembre il Natale brilla nei nostri cuori.

- Stephen Littleword -




"Sono un viandante sullo stretto marciapiede della terra, e non distolgo il pensiero dal Tuo volto che il mondo non mi svela."
(Beato Giovanni Paolo 2, dalla poesia Meditazioni sulla morte, IV, 3, 1975)



Il vero amore è saper amare qualcuno per ciò che è e non per ciò che vorremmo che fosse.




Possiamo immaginare con quale amore Maria sarà andata incontro alla sua ora, avrà preparato la nascita del suo Figlio. (…)
Il bimbo strettamente avvolto nelle fasce appare come un rimando anticipato all’ora della sua morte: Egli è fin dall’inizio l’Immolato (…) S. Agostino ha interpretato il significato della mangiatoia (…) come luogo in cui gli animali trovano il loro nutrimento.
Ora, però, giace nella mangiatoia Colui che ha indicato se stesso come il vero pane disceso dal cielo – come il vero nutrimento di cui l’uomo ha bisogno per il suo essere persona umana.
È il nutrimento che dona all’uomo la vita vera, quella eterna. In questo modo, la mangiatoia diventa un rimando alla mensa di Dio a cui l’uomo è invitato, per ricevere il pane di Dio.
Nella povertà della nascita di Gesù si delinea la grande realtà, in cui si attua in modo misterioso la redenzione degli uomini.

Joseph Ratzinger – Benedetto XV, L’infanzia di Gesù, LEV 2012, 82.




Viene Colui che illumina l’uomo,
la Via, la Verità, e la Vita.
In Lui, per Lui, con Lui
ha senso il nostro Natale e il nuovo Anno.
Auguri a tutti.

http://leggoerifletto.blogspot.it/

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