leggoerifletto.blogspot.it/2017/01/la-paura- Eva Picková
Di nuovo l’orrore ha colpito il ghetto,
un male crudele che ne scaccia ogni altro.
La morte, demone folle, brandisce una gelida falce
che decapita intorno le sue vittime.
I cuori dei padri battono oggi di paura
e le madri nascondono il viso nel grembo.
La vipera del tifo strangola i bambini
e preleva le sue decime dal branco.
La morte, demone folle, brandisce una gelida falce
che decapita intorno le sue vittime.
I cuori dei padri battono oggi di paura
e le madri nascondono il viso nel grembo.
La vipera del tifo strangola i bambini
e preleva le sue decime dal branco.
Oggi il mio sangue pulsa ancora,
ma i miei compagni mi muoiono accanto.
Piuttosto di vederli morire
vorrei io stesso trovare la morte.
Ma no, mio Dio, noi vogliamo vivere!
Non vogliamo vuoti nelle nostre file.
Il mondo è nostro e noi lo vogliamo migliore.
Vogliamo fare qualcosa. E’ vietato morire!
ma i miei compagni mi muoiono accanto.
Piuttosto di vederli morire
vorrei io stesso trovare la morte.
Ma no, mio Dio, noi vogliamo vivere!
Non vogliamo vuoti nelle nostre file.
Il mondo è nostro e noi lo vogliamo migliore.
Vogliamo fare qualcosa. E’ vietato morire!
- Eva Picková -
E’ stato un appuntamento fisso per qualche anno, portare i miei ragazzi dell’oratorio in pellegrinaggio nei campi di sterminio.Mostrare ai ragazzi di cosa siamo capaci se al posto di ponti costruiamo muri!Condivido con te una pagina che scrissi 10 anni fa.“La vera Auschwitz quest’anno l’abbiamo trovata sotto una chiesa: dopo 50 anni di silenzio, un ex deportato polacco si mette a disegnare e immortalare (mai parola fu così indovinata) i suoi ricordi, o forse è meglio chiamarli incubi, fantasmi del passato. Migliaia di volti senza capelli, smagriti e con occhi grandi sono appesi in questa cripta sotto la chiesa delle suore missionarie di S. Massimiliano Kolbe a Hermeze, un paesino a pochi chilometri da Auschwitz. Questi volti ti guardano e continuano a guardarti in ogni metro di questo “labirinto della mente” di Marian Kolodzej che “racchiude le sue parole nei disegni”.E’ molto più indescrivibile quello che c’è nella mente di un uomo di tutto quello che può succedere al di fuori: quegli occhi, vi assicuro, parlano di più delle baracche vuote, o dei forni crematori, o degli stanzoni pieni dei capelli dei deportati, o delle loro scarpe o spazzolini o valigie o occhiali o protesi....In diversi suoi disegni si vede Gesù che si stacca dalla croce per abbracciare un povero cristo internato nel campo...e Gesù ha le stesse sembianze corporali di un deportato e col suo immenso amore avvolge tra le braccia suo fratello.Questa immagine mi richiama alla mente il Cristo che stacca un braccio dalla croce per avvolgere S. Francesco anche lui col corpo segnato da tante penitenze, con le stigmate, quasi cieco, che ha solo bisogno di un abbraccio per essere portato in Paradiso.”La luce stamane stenta, sembra quasi rallentare tormentata dalle nuvole all’orizzonte. Forse anche lei fa memoria.fra Giorgio Bonati
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