Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

martedì 31 gennaio 2017

LECTIO : Siracide 14-15


           

1 Chi teme il Signore farà tutto questo, chi è saldo nella legge otterrà la sapienza. 2 Ella gli andrà incontro come una madre, lo accoglierà come una vergine sposa; 3 lo nutrirà con il pane dell’intelligenza e lo disseterà con l’acqua della sapienza. 4 Egli si appoggerà a lei e non vacillerà, a lei si affiderà e non resterà confuso. 5 Ella lo innalzerà sopra i suoi compagni e gli farà aprire bocca in mezzo all’assemblea. 6 Troverà gioia e una corona di esultanza e un nome eterno egli erediterà. 7 Gli stolti non raggiungeranno mai la sapienza e i peccatori non la contempleranno mai. 8 Ella sta lontana dagli arroganti, e i bugiardi non si ricorderanno di lei. 9 La lode non si addice in bocca al peccatore, perché non gli è stata concessa dal Signore. 10 La lode infatti va celebrata con sapienza ed è il Signore che la dirige. 11 Non dire: «A causa del Signore sono venuto meno», perché egli non fa quello che detesta. 12 Non dire: «Egli mi ha tratto in errore», perché non ha bisogno di un peccatore. 13 Il Signore odia ogni abominio: esso non è amato da quelli che lo temono. 14 Da principio Dio creò l’uomo e lo lasciò in balìa del suo proprio volere. 15 Se tu vuoi, puoi osservare i comandamenti; l’essere fedele dipende dalla tua buona volontà. 16 Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua: là dove vuoi tendi la tua mano. 17 Davanti agli uomini stanno la vita e la morte: a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. 18 Grande infatti è la sapienza del Signore; forte e potente, egli vede ogni cosa. 19 I suoi occhi sono su coloro che lo temono, egli conosce ogni opera degli uomini. 20 A nessuno ha comandato di essere empio e a nessuno ha dato il permesso di peccare. 


COMMENTO DI GIOVANNI 

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Fortemente collegato ai versetti precedenti di Sir.14,20-27, il nostro brano ci offre un linguaggio e contenuti in grande riferimento a Genesi 2 e al racconto della creazione della donna.

Soprattutto sembra illuminare profondamente quello che Genesi afferma dicendo che in tutta la creazione non si trova un “aiuto”, e un aiuto adeguato, che possa stare di fronte all’uomo, finchè Dio non crea la donna! 

Qui dunque la “sapienza”, grande ricerca dell’uomo per trovare la sua piena signoria e la sua piena comunione con Dio, ci viene donata con questa “figura” ricca di immagini nuziali! 

E una nuzialità che non descrive la sposa in termini di inferiorità, ma se mai al contrario! 

Ho trovato utile per questo riprendere il testo di Proverbi 31,10-31, che vi consiglio di osservare un momento, sempre se avete tempo!

Nel nostro brano è mirabile l’intreccio tra la dolce e potente “affettuosità” di questo incontro con la sapienza che dell’uomo è madre e sposa (ver.2), e che lo nutre con il suo pane e lo disseta con la sua acqua (ver.3)! 

Ma anche crea per lui una storia nuova e ricca come ascoltiamo ai vers.4-6! 

L’uomo la meriterà, se non sarà né stolto né arrogante né bugiardo, né peccatore! (vers.7-10)! 

Ed ella sarà per l’uomo condizione di gioia e di esultanza, e per questo “un nome eterno egli erediterà” (ver.6)! 

Proprio a partire da questo dono divino e dalla sua potenza, viene dato all’uomo il bene supremo della libertà! 

A me è parso prezioso quindi collegare strettamente la prima parte del nostro testo, a partire dal capitolo precedente (Sir.14,20-15,10) con la seconda parte del nostro brano, cioè i vers.11-20. 

La severità di queste parole mi sembra giustificata e generata dalla parte precedente. Il dono di Dio è anche questo supremo dono della libertà, dono del quale l’uomo diventa responsabile. 

Dunque, non una sua capacità, ma la condizione nuova e piena che Dio gli dona!

Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.

Siracide 14

1 Beato l’uomo che non ha peccato con la sua bocca e non è tormentato dal rimorso dei peccati. 2 Beato chi non ha nulla da rimproverarsi e chi non ha perduto la sua speranza. 3 A un uomo gretto non va bene la ricchezza, a che cosa servono gli averi a un uomo avaro? 4 Chi accumula a forza di privazioni, accumula per altri; con i suoi beni faranno festa gli estranei. 5 Chi è cattivo con se stesso con chi sarà buono? Certo non godrà delle sue ricchezze. 6 Nessuno è peggiore di chi danneggia se stesso, e questa è la ricompensa della sua malizia: 7 anche se fa il bene, lo fa per distrazione, e alla fine sarà manifesta la sua malizia. 8 È malvagio l’uomo dall’occhio invidioso, volge lo sguardo altrove e disprezza la vita altrui. 9 L’occhio dell’avaro non si accontenta della sua parte, una malvagia ingiustizia gli inaridisce l’anima. 10 Un occhio cattivo è invidioso anche del pane ed è proprio questo che manca sulla sua tavola. 11 Figlio, per quanto ti è possibile, tràttati bene e presenta al Signore le offerte dovute. 12 Ricòrdati che la morte non tarderà e il decreto degli inferi non ti è stato rivelato. 13 Prima di morire fa’ del bene all’amico, secondo le tue possibilità sii generoso con lui. 14 Non privarti di un giorno felice, non ti sfugga nulla di un legittimo desiderio. 15 Non lascerai forse a un altro i frutti del tuo lavoro, e le tue fatiche per essere divise fra gli eredi? 16 Regala e accetta regali, e divèrtiti, perché negli inferi non si ricerca l’allegria. 17 Ogni corpo invecchia come un abito, è una legge da sempre: «Devi morire!». 18 Come foglie verdi su un albero frondoso, alcune cadono e altre germogliano, così sono le generazioni umane: una muore e un’altra nasce. 19 Ogni opera corruttibile scompare e chi la compie se ne andrà con essa. 20 Beato l’uomo che si dedica alla sapienza e riflette con la sua intelligenza, 21 che medita nel cuore le sue vie e con la mente ne penetra i segreti. 22 La insegue come un cacciatore, si apposta sui suoi sentieri. 23 Egli spia alle sue finestre e sta ad ascoltare alla sua porta. 24 Sosta vicino alla sua casa e fissa il picchetto nelle sue pareti, 25 alza la propria tenda presso di lei e si ripara in un rifugio di benessere, 26 mette i propri figli sotto la sua protezione e sotto i suoi rami soggiorna; 27 da lei è protetto contro il caldo, e nella sua gloria egli abita.

COmmento DI GIOVANNI.


Avverto in questo brano  il contrasto severo tra una esistenza chiusa  ed avida e una  vita ricca di  relazione  e comunione.
L'uomo gretto e avaro é infine  cattivo  con  se stesso  (vers.3-7),  e il suo occhio invidioso  e  cattivo  é causa della  sua miseria (vers.8-10).
Per chi vive in  relazione  e comunione persino  l'inevitabile  prospettiva  della  morte  diventa  orizzonte e via per un'esistenza  buona  e felice.
  I vers. 20-27  ritornano al dono prezioso della sapienza  come il bene supremo  da ricercare, addirittura con l'appassionata  abilità  del  cacciatore  e l'attenzione quasi aggressiva  dell'amante.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.


Da: Giovanni Nicolini
Inviato: 30/01/2017 05:20
A: Francesco Scimè

Famiglie della visitazione 

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