Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

mercoledì 18 gennaio 2017

LECTIO Siracide 9

Mercoledì 18 gennaio 2017 - 
Sir 9,1-10
1 Non essere geloso della donna che riposa sul tuo seno, per non darle a tuo danno un cattivo insegnamento. 2 Non darti interamente a una donna, sì che essa s’imponga sulla tua forza. 3 Non dare appuntamento a una donna licenziosa, perché tu non abbia a cadere nei suoi lacci. 4 Non frequentare una cantante, per non essere preso dalle sue seduzioni. 5 Non fissare il tuo sguardo su una vergine, per non essere coinvolto nella sua punizione. 6 Non perderti dietro alle prostitute, per non dissipare il tuo patrimonio. 7 Non curiosare nelle vie della città, non aggirarti nei suoi luoghi solitari. 8 Distogli l’occhio da una donna avvenente, non fissare una bellezza che non ti appartiene. Per la bellezza di una donna molti si sono rovinati, l’amore per lei brucia come un fuoco. 9 Non sederti accanto a una donna sposata, e con lei non frequentare banchetti bevendo vino, perché il tuo cuore non corra dietro a lei e per la passione tu non vada in rovina. 10 Non abbandonare un vecchio amico, perché quello nuovo non è uguale a lui. Vino nuovo, amico nuovo: quando sarà invecchiato, lo berrai con piacere.

COMMENTO GIOVANNI

Se avete l’impressione che la Parola che oggi il Signore ci regala parli male della donna, vi chiedo di riascoltarla. In realtà dovremo renderci conto che, se mai, parla “male” dell’uomo! Ci troviamo davanti ad una Parola che suggerisce quello che giorni addietro vi ho consigliato, e cioè di ascoltare e riascoltare l’ultimo capitolo del Libro del Siracide, e in particolare gli ultimi versetti, dal 13 al 30. Questo ci confermerà che il significato fondamentale e la tensione finale del Siracide è il tema nuziale!

La Sapienza prende la figura della donna amata e cercata! L’esito finale è proprio la comunione nuziale con Lei! La figura della donna presente nel nostro testo è deteriore e negativa. Ma notate il perchè di questo! E vedrete che esso dipende non dalla donna in se stessa, quanto dalla ricerca violenta dell'uomo per lei. Violenza maschile che in realtà si rivela e si denuncia come fragilità e debolezza!

Possiamo per questo farci guidare particolarmente nel nostro brano dal ver.1! Possiamo pensare che la gelosia sie un evento di forza prepotente, ma in realtà è una debolezza, esposta per giunta a diventare "cattivo insegnamento" che l'uomo dà alla donna! E così tutto il nostro brano si rivela caratterizzato da questa fragilità-violenza dell’uomo nei confronti della donna, fragilità che infine si risolve sempre in una sconfitta dell’uomo! Ogni versetto del nostro brano è riconducibile a questo “schema”.

Confesso di non capire perché oggi si ascolta anche il ver.10. Ma so che anche oggi qualcuno di voi mi aiuterà a capire! La preziosità del nostro brano mi pare ci porti a cogliere ancora una volta come la realtà profonda e dunque la forza necessaria per ogni bene, non sia la conquista, ma il dono! Tutto il nostro brano è paradigma di ciò!

Ed è alternativa drammaticamente radicale alla “nuzialità” della fede ebraica e cristiana che, quando è custodita nella sua verità, è appunto esaltazione del dono di Dio alla nativa fragilità umana. Una fragiità che non si può e non si deve considerare un “difetto” o una “minorità”, perché è invece il principio della fede e della salvezza. Ed è il principio di quella suprema “nuzialità” tra Dio e la creatura a sua immagine che è appunto la creatura umana.

Se ne abbiamo il tempo, ritorniamo a Genesi 2,18-25, al racconto della creazione della donna, e magari diamo uno sguardo anche a Tobia 8,6 che in termini del tutto espliciti dice la fragilità dell’uomo e il suo bisogno, e il bene che è per lui il dono della donna. Della sposa! La figura femminile diventa allora il segno e la realtà preziosa dell’amore di Dio che “salva” l’uomo dalla debolezza e dalla tristezza della solitudine donandogli la sposa. E in questo rivela e dona il rapporto stesso e la comunione d'amore che unisce Dio all'umanità! Dono che per la fede cristiana ha la sua pienezza in Gesù!

Dunque, anche per le tradizionali “negatività” attribuite alla donna, il nostro testo è molto prezioso se appunto ne facciamo una lettura “disincantata” che ci presenta le figure femminili della donna licenziosa, della cantante, della vergine, della prostituta, della donna avvenente, della donna sposata, non come l’essere proprio del femminile, ma come il degrado o la fragilità che si generano in lei per la violenza della fragilità maschile. 

Se mai è Genesi 3, e dunque il rapporto contenzioso e delicato tra la donna e il maligno, a rivelare quella tensione che nella Madre di Dio, nella Donna del Magnificat (Luca 1,46-55) si rivelerà n tutta la sua drammatica e meravigliosa potenza. Il tema è assolutamente fondamentale. La nostra stessa fede cristiana è continuamente tentata di degradarsi presentandosi come conquista nostra piuttosto che come il dono di Dio!

Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.


www.famigliadellavisitazione.it

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