Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

mercoledì 12 dicembre 2012

Da IL VANGELO DEL GIORNO di oggi «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò ...».

Vergine Santa di Guadalupe, Regina della Pace!
Salva le nazioni e i popoli del Continente.
Fa' sì che tutti, governanti e cittadini, imparino a vivere nell'autentica libertà
agendo secondo le esigenze della giustizia e il rispetto dei diritti umani,
affinché la pace si consolidi definitivamente.
Giovanni Paolo II
Beata Vergine Maria di Guadalupe
 Vergine Immacolata di Guadalupe, 
Madre di Gesù e Madre nostra, 
vincitrice del peccato e nemica del Demonio, 
Tu ti manifestasti sul colle Tepeyac in Messico a
ll'umile e generoso contadino Giandiego. 
Sul suo mantello impri­mesti la Tua dolce Immagine 
come segno della Tua presenza in mezzo al popolo 
e come garanzia che avresti ascoltato le sue preghiere 
e addolcito le sue sofferenze. 
Maria, Madre amabilissima, 
noi oggi ci offriamo a te 
e con­sacriamo per sempre al tuo Cuore Immacolato 
tutto quanto ci resta di questa vita, 
il nostro corpo con le sue miserie, 
la nostra anima con le sue debolezze, 
il nostro cuore con i suoi affanni e desidèri, 
le preghiere, le sofferenze, l'agonia. 
O Madre dolcissima, 
ricòrdati sempre dei tuoi figli. 
Se noi, vinti dallo sconforto e dalla tristezza, 
dal turbamento e dall'angoscia, 
dovessimo qualche volta dimenticarci di te, 
allora, Madre pietosa, 
per l'amore che porti a Gesù, 
ti chiediamo di proteggerci come figli tuoi 
e di non abbandonarci 
fino a quando non saremo giunti al porto sicuro, 
per gioire con Te, con tutti i Santi, 
nella visione beatifica del Padre. 
Amen. 
Salve Regina

- Madonna di Guadalupe, prega per noi.
Anche da <> kairosterzomillennio



Mercoledì della II settimana di Avvento

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Mt 11, 28-30

In quel tempo, rispondendo Gesù disse: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».
IL COMMENTO
Andare al Signore, come un discepolo. Ai Suoi piedi imparare, apprendere, ascoltare. L'umiltà e la mitezza si "ascoltano" e si accolgono, come Parole di Dio che hanno il potere di realizzarsi. "Imparate da me" dice il Signore. Il termine adottato rimanda ad un rapporto, ad una relazione profonda, ben al di là d'una superficiale conoscenza. Quella tra Didaskalo e Discepolo, tra il Maestro e l'allievo. Imparare è la coniugazione di un'intimità. Imparare è conoscersi, secondo la pregnante etimologia biblica del termine, è donare e ricevere, è amare. Rimanete nel mio amore, ecco le Parole di Gesù per noi oggi. Imparare è restare ai Suoi piedi, come Maria, lasciandosi attirare dalla Parte Buona, l'unica eredità che dà la Vita. Imparare, riposare. Siamo stanchi dei nostri sforzi, dei tentativi, delle sfide. Oppressi da leggi e moralismi. Non ce la facciamo più. Schiavi di speranze infrante. La storia ci ha fatti piccoli, poveri, "tapini", ultimi, secondo l'accezione del termine "umile" che compare nel Vangelo di oggi. Il Signore s'è abbassato sino a noi, umiliato nella morte, mite come un agnellino condotto al macello. Lui s'è offerto volontariamente laddove noi dove noi dobbiamo andare senza nessuna voglia. Mite dove noi recalcitriamo. E Lui stesso, pur essendo Figlio, ha "imparato" l'obbedienza dalle cose che patì. Ci chiama. Ci ha scelto e ci chiama. Lui è esattamente dove siamo noi. Oggi. Affaticati e oppressi. E' Lui la salvezza. E' Lui la gioia. E' Lui l'unica Vita, l'unica Via, l'unica Verità. Imparare sulle Sue orme, laddove Lui ha imparato. In un'intimità che è essere con Lui crocifissi, oggi, nella storia concretissima che ci attende. Uniti al punto che sia Lui a vivere in noi. Il Suo GIOGO, abbassato al nostro collo. L'unico giogo che non pesa, l'unico carico leggero, l'UNICO ADATTO A NOI. Gesù Cristo, l'unico per noi. Carne, mondo, desideri, progetti, leggi, tutto è per noi troppo pesante, inadeguato. Tutto troppo terreno. Siamo fatti per Dio, siamo Suoi. Per questo non v'è altro giogo perfetto per noi se non il giogo di Cristo. La Croce, dove siamo figli nel Figlio, il giogo leggero e soave nel quale troviamo la nostra unica realizzazione. La volontà di Dio, l'unica pace, il vero riposo. Le nostre braccia distese con le Sue, per la moglie, il marito, i figli. Per ogni uomo. La mente cinta da una corona di spine, i criteri trafitti per essere consegnati alla mente di Dio. Rinunciare a noi stessi per fare la volontà del Padre. Il cuore trapassato, la vita donata e perduta per puro amore. Lo Shemà compiuto, l'amore che unisce mente, cuore e forze in un'unica oblazione. Con Cristo al Padre. Oggi, nella semplicità delle ore che ci accolgono, negli incontri, nelle cose da fare e ripetere mille volte, si compie una liturgia d'amore. La nostra vita è il dono del Figlio al Padre. Siamo il tesoro di Dio, il frutto dell'intimità divina. Crocifissi per imparare ad essere quello per cui siamo nati. Andare a Cristo per essere veramente noi stessi, laddove Lui è divenuto ciascuno di noi, per farci, in Lui, figli amatissimi. Istante dopo istante conformati alla Sua immagine, portando in noi il Suo mistero Pasquale, salvezza nostra e del mondo. Imparare, ascoltare, obbedire, essere. In Cristo, di Cristo, veramente ed eternamente felici.

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