Santa Maria,

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martedì 19 maggio 2015

“Siamo pronti a dire: addio?”. Omelia di Papa Francesco del 19 maggio 2015 celebrata a Casa Santa Marta.

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Nell’omelia della Messa celebrata oggi, 19 maggio 2015 a Casa Santa Marta, Papa Francesco ha preso spunto dalle Letture (At 20, 17-27; Gv 17, 1-11) per soffermarsi sul nostro personale congedo da questo mondo. Ci farà bene pensare, ha detto il Santo Padre, a quel momento, nel quale rimetteremo tutto a Dio, affideremo noi stessi al Signore, la nostra vita, le nostre azioni, i nostri cari. Siamo preparati per questo? Siamo pronti a imparare a dire con tutta la forza quell’ultima parola: addio?
Papa Francesco

Nell’omelia della Messa celebrata oggi, 19 maggio 2015 a Casa Santa Marta, 
Papa Francesco ha preso spunto dalle Letture (At 20, 17-27; Gv 17, 1-11)
 http://cosarestadelgiorno.wordpress.com


“Pensiamo oggi a quei poveri Rohingya del Myanmar. Al momento di lasciare la loro terra per fuggire dalle persecuzioni non sapevano cosa sarebbe accaduto loro. E da mesi sono in barca, lì… Arrivano in una città, dove danno loro acqua, cibo, e dicono: ‘andatevene via’. E’ un congedo. Tra l’altro, oggi accade questo congedo esistenziale grande. Pensate al congedo dei cristiani e degli yazidi, che pensano di non tornare più nella loro terra, perché cacciati via dalle loro case. Oggi”.
“Me ne viene una in mente, quella degli alpini, quando quel capitano si congeda dai suoi soldati: il testamento del capitano. Penso io al grande congedo, al mio grande congedo, non quando devo dire ‘a dopo’, ‘a più tardi’, ‘arrivederci’, ma ‘addio’? Questi due testi dicono la parola ‘addio’. Paolo affida a Dio i suoi e Gesù affida al Padre i suoi discepoli, che rimangono nel mondo. ‘Non sono del mondo, ma custodisci loro’. Affidare al Padre, affidare a Dio: questa è l’origine della parola ‘addio’. Noi diciamo ‘addio’ soltanto nei grandi congedi, siano quelli della vita, sia l’ultimo”.
“Cosa lascio? Sia Paolo che Gesù, tutti e due, in questi brani fanno una sorta di esame di coscienza: ‘Io ho fatto questo, questo, questo…’ Io cosa ho fatto? Ci fa bene immaginarmi in quel momento. Quando sarà? Non si sa, ma ci sarà il momento nel quale ‘a dopo’, ‘a presto’, ‘a domani’, ‘arrivederci’ diventerà ‘addio’. Io sono preparato per affidare a Dio tutti i miei? Per affidare me stesso a Dio? Per dire quella parola che è la parola dell’affidamento del figlio al Padre?”.

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