Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

mercoledì 6 gennaio 2016

Intervista dell’aprile 2009 a Suor Mirella del Monastero di Santa Maria della Neve di Pratovecchio (Ar) per la trasmissione di RaiDue / Angelus Epifania 2016


Intervista a Suor Mirella del Monastero 
di Santa Maria della Neve di Pratovecchio (AR)


>>>  www.monasterodomenicane.org

Monastero DOMENICANO a Pratovecchio Stia (Arezzo)

Piazza Landino 25 - 52015 Pratovecchio Stia (Arezzo)

Il Monastero di “S. Maria della Neve e S. Domenico” è uno dei monasteri domenicani esistenti in Italia e ubicato in quell’angolo di Toscana così ricca di spiritualità e di santità che é il Casentino. Terra di bellezze naturali, antiche pievi, castelli e santuari.

La Comunità contemplativa condivide la Liturgia delle Ore e incontri di spiritualità a chi cerca Dio nella Parola. Offre ascolto e fraternità e dona la Sua gioia di vivere Cristo Risorto.
Entro 200 m. chiesa, fermata bus, bancomat, bar/ristorazione, supermercato, farmacia, zona abitata. Entro 1 km stazione treni. Tra 5 e 10 km ospedale. 

Vietato fumare in tutta la struttura, Animali non ammessi, Reception ad orari stabiliti.


 ANGELUS 
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Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Nel Vangelo di oggi, il racconto dei Magi, venuti dall’oriente a Betlemme per adorare il Messia, conferisce alla festa dell’Epifania un respiro di universalità. E questo è il respiro della Chiesa, la quale desidera che tutti i popoli della terra possano incontrare Gesù, fare esperienza del suo amore misericordioso. E’ questo il desiderio della Chiesa: che trovino la misericordia di Gesù, il suo amore.

Il Cristo è appena nato, non sa ancora parlare, e tutte le genti – rappresentate dai Magi – possono già incontrarlo, riconoscerlo, adorarlo. Dicono i Magi: «Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo» (Mt 2,2). Erode ha sentito questo appena i Magi sono giunti a Gerusalemme. Questi Magi erano uomini prestigiosi, di regioni lontane e culture diverse, e si erano incamminati verso la terra di Israele per adorare il re che era nato. La Chiesa da sempre ha visto in essi l’immagine dell’intera umanità, e con la celebrazione di oggi, della festa dell’Epifania vuole quasi indicare rispettosamente ad ogni uomo e ogni donna di questo mondo il Bambino che è nato per la salvezza di tutti.

Nella notte di Natale Gesù si è manifestato ai pastori, uomini umili e disprezzati - alcuni dicono dei briganti -; furono loro i primi a portare un po’ di calore in quella fredda grotta di Betlemme. Ora giungono i Magi da terre lontane, anch’essi attratti misteriosamente da quel Bambino. I pastori e i Magi sono molto diversi tra loro; una cosa però li accomuna: il cielo. I pastori di Betlemme accorsero subito a vedere Gesù non perché fossero particolarmente buoni, ma perché vegliavano di notte e, alzando gli occhi al cielo, videro un segno, ascoltarono il suo messaggio e lo seguirono. Così pure i Magi: scrutavano i cieli, videro una nuova stella, interpretarono il segno e si misero in cammino, da lontano. I pastori e i Magi ci insegnano che per incontrare Gesù è necessario saper alzare lo sguardo al cielo, non essere ripiegati su se stessi, sul proprio egoismo, ma avere il cuore e la mente aperti all’orizzonte di Dio, che sempre ci sorprende, saper accogliere i suoi messaggi, e rispondere con prontezza e generosità. 

I Magi, dice il Vangelo, «al vedere la stella, provarono una gioia grandissima» (Mt 2,10). Anche per noi c’è una grande consolazione nel vedere la stella, ossia nel sentirci guidati e non abbandonati al nostro destino. E la stella è il Vangelo, la Parola del Signore, come dice il salmo: «Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino» (119,105). Questa luce ci guida verso Cristo. Senza l’ascolto del Vangelo, non è possibile incontrarlo! I Magi, infatti, seguendo la stella giunsero fino al luogo dove si trovava Gesù. E qui «videro il Bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono» (Mt 2,11). L’esperienza dei Magi ci esorta a non accontentarci della mediocrità, a non “vivacchiare”, ma a cercare il senso delle cose, a scrutare con passione il grande mistero della vita. E ci insegna a non scandalizzarci della piccolezza e della povertà, ma a riconoscere la maestà nell’umiltà, e saperci inginocchiare di fronte ad essa.


La Vergine Maria, che accolse i Magi a Betlemme, ci aiuti ad alzare lo sguardo da noi stessi, a lasciarci guidare dalla stella del Vangelo per incontrare Gesù, e a saperci abbassare per adorarlo. Così potremo portare agli altri un raggio della sua luce, e condividere con loro la gioia del cammino.

Dopo l'Angelus:

Cari fratelli e sorelle,
oggi esprimiamo la nostra vicinanza spirituale ai fratelli e alle sorelle dell’Oriente cristiano, cattolici e ortodossi, molti dei quali celebrano domani il Natale del Signore. Ad essi giunga il nostro augurio di pace e di bene. E anche un bell’applauso come saluto!
Ricordiamo anche che l’Epifania è la Giornata Mondiale dell’Infanzia Missionaria. È la festa dei bambini che, con le loro preghiere e i loro sacrifici, aiutano i coetanei più bisognosi facendosi missionari e testimoni di fraternità e di condivisione.
Rivolgo il mio cordiale saluto a tutti voi, singoli pellegrini, famiglie, gruppi parrocchiali e associazioni, provenienti dall’Italia e da diversi Paesi. In particolare saluto i fedeli di Acerra, Modena e Terlizzi; la Scuola di arte sacra di Firenze; i giovani del Campo internazionale del Lions Club.
Un saluto speciale a quanti danno vita al corteo storico-folcloristico, dedicato quest’anno al territorio della Valle dell’Amaseno. Desidero ricordare anche il corteo dei Magi che si svolge in numerose città della Polonia con larga partecipazione di famiglie e associazioni; come pure il presepe vivente realizzato al Campidoglio dall’UNITALSI e dai Frati Minori coinvolgendo le persone con disabilità.
A tutti auguro una buona festa. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!
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 ANGELUS 


Angelus Epifania 2016


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