Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

giovedì 14 gennaio 2016

La lectio quotidiana Salmo di Davide 143 (142)


 Salmo 143 (142)
La lectio quotidiana

SALMO 143 (142)

Supplica umile e fiduciosa dell’oppresso
1 Salmo. Di Davide.
Signore, ascolta la mia preghiera!
Per la tua fedeltà, porgi l’orecchio alle mie suppliche
e per la tua giustizia rispondimi.
2 Non entrare in giudizio con il tuo servo:
davanti a te nessun vivente è giusto.
3 Il nemico mi perseguita,
calpesta a terra la mia vita;
mi ha fatto abitare in luoghi tenebrosi
come i morti da gran tempo.
4 In me viene meno il respiro,
dentro di me si raggela il mio cuore.
5 Ricordo i giorni passati,
ripenso a tutte le tue azioni,
medito sulle opere delle tue mani.
6 A te protendo le mie mani,
sono davanti a te come terra assetata.
7 Rispondimi presto, Signore:
mi viene a mancare il respiro.
Non nascondermi il tuo volto:
che io non sia come chi scende nella fossa.
8 Al mattino fammi sentire il tuo amore,
perché in te confido.
Fammi conoscere la strada da percorrere,
perché a te s’innalza l’anima mia.
9 Liberami dai miei nemici, Signore,
in te mi rifugio.
10 Insegnami a fare la tua volontà,
perché sei tu il mio Dio.
Il tuo spirito buono
mi guidi in una terra piana.
11 Per il tuo nome, Signore, fammi vivere;
per la tua giustizia, liberami dall’angoscia.
12 Per la tua fedeltà stermina i miei nemici,
distruggi quelli che opprimono la mia vita,
perché io sono tuo servo.
 
salmo-143-142
 
Giovanni sul Lago di Tiberiade 2006
Giovanni sul Lago di Tiberiade 2006


Giovanni Nicolini / 14 gennaio 2016
Il Salmo esordisce con una accorata supplica alla misericordia divina perché ascolti e porga l’orecchio. E’ un appello alla “fedeltà” di Dio, e mi sembra importante sottolineare che questo è il significato di un termine che alla lettera significa “verità”, come anche qui è confermato dalla versione greca e da quella latina. Ma è bello che nella lingua ebraica del Vecchio Testamento la “verità” di Dio sia la sua “fedeltà” all’Alleanza d’amore che ha stretto con il suo popolo! Non una verità razionale fuori dalla storia, ma la fedeltà divina nella nostra povera storia!
Il ver.2 mi ricordo che a scuola mi hanno insegnato che è stato un grande punto di partenza per la riforma di Lutero per questa sottolineatura che “davanti a te (a Dio!) nessun vivente è giusto”! La nostra comunione con il Signore non è frutto di una nostra “giustizia”, ma della sua misericordia!
Ritorna anche in questo Salmo la terribile figura del “nemico” (ver.3), che “mi perseguita, calpesta a terra la mima vita; mi ha fatto abitare in luoghi tenebrosi come i morti da gran tempo”, dove queste tenebre non sembrano essere luoghi “geografici”, ma forse appunto orizzonti di angoscia e di morte!
E questo mi sembra confermato al ver.4 da quel “raggelarsi del cuore” che è come un “venir meno il respiro”, e che è l’esperienza dell’angoscia come morte. Al ver.6, il testo dice letteralmente che io “a te protendo le mie mani, e la mia anima come terra assetata”, dove dunque io protendo verso Dio le mie mani, e la mia anima come terra arida! E al ver.7 conferma questa situazione di angoscia di morte, chiedendo al Signore che “io non sia come chi scende nella fossa”. Chi conosce l’angoscia, penso capisca bene di che cosa si parla!
Da qui, ecco la domanda positiva, come una richiesta di “risurrezione”, come un mattino di Pasqua: “Al mattino fammi sentire il tuo amore….fammi conoscere la strada da percorrere ….” E così ancora, fino al ver.11, dove più esplicitamente chiede: “Signore, fammi vivere, liberami dall’angoscia per la tua giustizia”.
E’ un “servo” rasserenato quello che al ver.12 chiede la distruzione di “quelli che opprimono la mia vita”. Penso si riconfermi con chiarezza che non sono nemici in carne e ossa, ma sono quelli che ogni giorno invadono la nostra povera anima.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
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