Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

lunedì 22 settembre 2014

A noi non resta che pregare...... Preghiamo per papa Francesco

Pregare per il Santo Padre

Pregare per il Santo Padre è sempre doveroso per noi cattolici, nonché un atto di filiale devozione verso colui che il Signore ha voluto alla guida della Santa Chiesa. Da quando Papa Francesco è salito al Soglio Pontificio (ne ho già parlato altre volte) è come se un ciclone avesse investito il mondo cattolico e non solo, si è scatenata una sorta di guerra dove ideologie e morale stanno al centro delle contese. Questo Papa, lungi dall'essere ritenuto da tutti un conservatore, è stato osannato dalla stampa laicista ed anche filo-massonica e proclamato come colui che avrebbe 'cambiato' la Chiesa per proiettarla in un futuro non tanto lontano, dove essa esisterebbe come entità non dogmatica, né confessionale, né divina,  ma aperta, amica e dialogante col mondo, una chiesa tra le tante con un capo tra tanti. Ognuno ha fatto dire al Papa ciò che ha voluto che dicesse, ne sono prova le interviste rilasciate al quotidiano di Scalfari; ognuno si è ritagliato un Papa, come vorrebbe che fosse, secondo il proprio uso e consumo! Questo modo di approcciarsi al Santo Padre rivela la difficoltà a voler considerare la Chiesa Cattolica una struttura divina, istituita da Gesù Cristo stesso, ed il Papa il legittimo successore di Pietro, 'dolce Cristo in terra' come soleva definirlo santa Caterina da Siena.
Papa Francesco è stato molte volte strumentalizzato ma nello stesso tempo credo che i suoi discorsi, i suoi atteggiamenti e le sue scelte abbiano incoraggiato molto tutti coloro che, in cattiva o in male fede, lo hanno fatto. Per questi suoi stessi discorsi, scelte ed atteggiamenti è stato anche ampiamente criticato da tanti cattolici che vengono reputati 'tradizionalisti'. La cosa mi lascia amareggiata e perplessa. Con questo Papa si è creato un divario, una sorta di inimicizia tra cattolici stessi, tra coloro che, ligi alla Dottrina vorrebbero che il Santo Padre fosse più battagliero nel promuoverla e difenderla e quelli che invece vorrebbero la modificasse per andare incontro alle tante situazioni di irregolarità che esistono all'interno della comunità ecclesiale, cioè di fedeli laici cattolici che si reputano tali ma che, per vari motivi, non vivono seguendo le leggi di Cristo.  Questo stesso clima lo si ritrova tra i consacrati: sacerdoti, religiosi ed alti prelati. 
La diversità di vedute e la difformità dal Magistero della Chiesa, del quale essi invece dovrebbero fermamente difenderne la peculiarità e promuoverne la diffusione, suscita perplessità, sconcerto e divisioni tra i fedeli laici. Il clima rovente di casa in Vaticano, che sta precedendo l'apertura del Sinodo per la famiglia, voluto dal Papa, è l'emblema di questo malcostume che serpeggia tra i cattolici di ogni ordine e grado. Vescovi contro vescovi, cardinali contro cardinali. Cardinali promossi e cardinali puniti a torto, a causa delle loro idee troppo conservatrici. Io non voglio giudicare il Papa, ma devo confessare che mi assilla una certa preoccupazione. Non mi fa piacere vedere come, strumentalizzando la Dottrina cattolica, si stia mietendo odio e separazioni tra fratelli della stessa fede; non mi fa piacere sapere che ci sono  Pastori che non la promuovono e la difendono, anzi che la vogliono cambiare per compiacere il peccato e la sregolatezza di vita di tanti cattolici; e non mi fa piacere vedere il Santo Padre tanto lontano da tali diatribe. Avrà una sua strategia? Un suo modo di affrontare i problemi? Sicuramente....ma intanto i demolitori della Dottrina e della Chiesa Cattolica avanzano........
A noi non resta che pregare...... 

Papa ai rappresentanti delle religioni: Libertà religiosa un baluardo contro tutti i totalitarismi www.asianews.it/

Papa Francesco:

 le religioni insieme per la libertà

Dal discorso di papa Francesco ai leader di altre religioni e denominazioni cristiane. Tirana, 20 settembre 2014.
"Come affermò san Giovanni Paolo II nella sua storica visita del 1993, in Albania, «la libertà religiosa […] non è solo un prezioso dono del Signore per quanti hanno la grazia della fede: è un dono per tutti, perché è garanzia basilare di ogni altra espressione di libertà […] Niente come la fede ci ricorda che, se abbiamo un unico creatore, siamo anche tutti fratelli! La libertà religiosa è un baluardo contro tutti i totalitarismi e un contributo decisivo all’umana fraternità» (Messaggio alla nazione albanese, 25 aprile 1993).
Ma subito bisogna aggiungere: «La vera libertà religiosa rifugge dalle tentazioni dell’intolleranza e del settarismo, e promuove atteggiamenti di rispettoso e costruttivo dialogo» (ibid.). Non possiamo non riconoscere come l’intolleranza verso chi ha convinzioni religiose diverse dalle proprie sia un nemico molto insidioso, che oggi purtroppo si va manifestando in diverse regioni del mondo. Come credenti, dobbiamo essere particolarmente vigilanti affinché la religiosità e l’etica che viviamo con convinzione e che testimoniamo con passione si esprimano sempre in atteggiamenti degni di quel mistero che intendono onorare, rifiutando con decisione come non vere, perché non degne né di Dio né dell’uomo, tutte quelle forme che rappresentano un uso distorto della religione. La religione autentica è fonte di pace e non di violenza! Nessuno può usare il nome di Dio per commettere violenza! Uccidere in nome di Dio è un grande sacrilegio! Discriminare in nome di Dio è inumano.
Da questo punto di vista, la libertà religiosa non è un diritto che possa essere garantito unicamente dal sistema legislativo vigente, che pure è necessario: essa è uno spazio comune - come questo! - un ambiente di rispetto e collaborazione che va costruito con la partecipazione di tutti, anche di coloro che non hanno alcuna convinzione religiosa. Mi permetto di indicare due atteggiamenti che possono essere di particolare utilità nella promozione di questa libertà fondamentale.
Il primo è quello di vedere in ogni uomo e donna, anche in quanti non appartengono alla propria tradizione religiosa, non dei rivali, meno ancora dei nemici, bensì dei fratelli e delle sorelle. Chi è sicuro delle proprie convinzioni non ha bisogno di imporsi, di esercitare pressioni sull’altro: sa che la verità ha una propria forza di irradiazione. Tutti siamo, in fondo, pellegrini su questa terra, e in questo nostro viaggio, mentre aneliamo alla verità e all’eternità, non viviamo come entità autonome ed autosufficienti, né come singoli né come gruppi nazionali, culturali o religiosi, ma dipendiamo gli uni dagli altri, siamo affidati gli uni alle cure degli altri. Ogni tradizione religiosa, dal proprio interno, deve riuscire a dare conto dell’esistenza dell’altro.
Un secondo atteggiamento è l’impegno in favore del bene comune: proprio l’impegno in favore del bene comune. Ogni volta che l’adesione alla propria tradizione religiosa fa germogliare un servizio più convinto, più generoso, più disinteressato all’intera società, vi è autentico esercizio e sviluppo della libertà religiosa. Questa appare allora non solo come uno spazio di autonomia legittimamente rivendicato, ma come una potenzialità che arricchisce la famiglia umana con il suo progressivo esercizio. Più si è a servizio degli altri e più si è liberi!
Guardiamoci attorno: quanti sono i bisogni dei poveri, quanto le nostre società devono ancora trovare cammini verso una giustizia sociale più diffusa, verso uno sviluppo economico inclusivo! Quanto l’animo umano ha bisogno di non perdere di vista il senso profondo delle esperienze della vita e di recuperare speranza! In questi campi di azione, uomini e donne ispirati dai valori delle proprie tradizioni religiose possono offrire un contributo importante, anzi insostituibile. È questo un terreno particolarmente fecondo anche per il dialogo interreligioso”.
A braccio il Papa ha aggiunto: “E poi, una cosa che è sempre questo fantasma … ‘ma è tutto relativo’, il relativismo … Un principio chiaro: non si può dialogare se non si parte dalla propria identità. Senza identità non può esistere dialogo. Sarebbe un dialogo fantasma, un dialogo sull’aria: non serve. Ognuno di noi ha la propria identità religiosa, è fedele a quella. Ma il Signore sa come guida la storia. Andiamo dalla propria identità, non facendo finta di averne un’altra: quello non serve. Non aiuta. Quello è relativismo. Quello che ci accomuna è la strada della vita, è la buona volontà – dalla propria identità – di fare il bene ai fratelli e alle sorelle. Fare del bene … E così, come fratelli, andiamo insieme. E ognuno di noi offre la testimonianza della propria identità all’altro, e dialoga con l’altro. Poi, il dialogo può andare più avanti su questioni teologiche: ma, quello è bello! Ma quello che è più importante è camminare insieme senza tradire la propria identità, senza mascherarla, senza ipocrisia … a me fa bene pensare questo”.
Quindi ha concluso: “Cari amici, vi esorto a mantenere e sviluppare la tradizione di buoni rapporti tra le comunità religiose esistenti in Albania, e a sentirvi uniti nel servizio alla vostra cara patria. Con un po’ di senso dell’umorismo si può dire che questa sembra una squadra di calcio, no? I cattolici contro tutti gli altri … (tutti ridono). Tutti insieme, per il bene della Patria e dell’umanità! Continuate ad essere segno, per il vostro Paese e non solo, della possibilità di relazioni cordiali e di feconda collaborazione tra uomini di religioni diverse. E vi chiedo un favore: di pregare per me. Anche io ho bisogno, tanto bisogno. Grazie”.

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