Santa Maria,

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domenica 7 settembre 2014

Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione.

aggancio.it

  III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi - Roma, ottobre 2014
La famiglia di fronte al Vangelo, alle difficoltà ed alla trasmissione della vita e della fede: sono i tre ambiti in cui si sviluppa l’Instrumentum Laboris, il documento di lavoro del Sinodo straordinario sulla famiglia, in programma a Roma dal 5 al 19 ottobre prossimi. Il documento sintetizza le risposte giunte dalla chiese locali, sollecitate a rispondere ad un ampio questionario predisposto dalla segreteria generale del Sinodo dei Vescovi.
Accompagneremo con la preghiera questo grande sforzo di ascolto dello Spirito che i nostri Pastori si accingono a compiere, e abbiamo scelto, nella vastità di un materiale tutto di primario interesse, di riportare alcuni passidell’Instrumentum Laboris relativi alla terza parte di esso, dedicata alla “apertura alla vita e la responsabilità educativa”.
134 L’educazione cristiana in famiglia si realizza, anzitutto, attraverso la testimonianza di vita dei genitori nei confronti dei figli… il metodo di trasmissione della fede non muta nel tempo, pur adattandosi alle circostanze: cammino di santificazione della coppia, preghiera personale e familiare, ascolto della Paola di Dio e testimonianza della carità…
135 Oggi, anche forse sotto il condizionamento di (alcune) esperienze, i genitori appaiono molto cauti nello spingere i figli alla pratica religiosa. Proprio in questo campo si cerca di evitare conflitti, piuttosto che di affrontarli. Inoltre, sui temi religiosi, gli stessi genitori si sentono spesso insicuri, cosicché proprio nel trasmettere la fede essi restano spesso senza parole e delegano questo compito, anche se lo ritengono importante, ad istituzioni religiose. Questo sembra attestare una fragilità degli adulti e soprattutto dei giovani genitori a trasmettere con gioia e convinzione il dono della fede.
142. La principale e più diffusa richiesta, che i genitori in queste situazioni di vita rivolgono alle Chiese particolari, è quella dell’amministrazione dei sacramenti ai figli, specialmente il battesimo e la prima comunione, con una difficoltà netta, però, a riservare la debita importanza e il giusto valore alla formazione religiosa e alla partecipazione alla vita parrocchiale. Molti sanno che la catechesi è un prerequisito per ricevere i sacramenti, ma più che un’opportunità la ritengono un obbligo, una formalità o un compromesso da accettare perché il figlio possa ricevere ciò che è stato chiesto. Le risposte fanno notare che di frequente si riscontrano reticenza e disinteresse da parte dei genitori nei confronti del percorso di preparazione cristiana proposto dalle comunità. L’esito è che sovente i genitori, se possono, evitano di partecipare ai cammini previsti per i figli e per loro, giustificandosi con ragioni di tempo e di lavoro, mentre spesso si tratta di noncuranza e di ricerca di soluzioni più comode o rapide. Talvolta essi manifestano anche atteggiamenti negativi di fronte alle richieste dei catechisti. In altri casi, è palese la loro indifferenza, perché permangono sempre passivi nei confronti di qualsiasi iniziativa, e non si coinvolgono nell’educazione religiosa del figlio.
143. Ciò che emerge dall’analisi dei dati è che moltissimi di questi genitori, come del resto una buona porzione di genitori cattolici regolarmente sposati, chiedono per i figli l’iniziazione ai sacramenti per non venire meno ad un’abitudine, a un costume tipico della società. Il sacramento rappresenta ancora per molti una festa tradizionale, che essi chiedono più per conformazione ad una consuetudine familiare e sociale, che per convinzione. Tuttavia vi sono genitori che desiderano sinceramente trasmettere la fede ai figli, e per questo si affidano agli itinerari di formazione che la parrocchia propone in vista dell’amministrazione dei sacramenti. Talvolta essi stessi chiedono di essere aiutati ad uscire dalle situazioni che li rendono fragili, sono disposti a iniziare un autentico cammino di spiritualità e desiderano partecipare attivamente alla vita della Chiesa, lasciandosi coinvolgere nel percorso catechetico-sacramentale dei figli. Non sono rari i casi in  cui i genitori riscoprono la fede in modo più genuino, qualche volta arrivando fino a chiedere il matrimonio dopo anni di convivenza.
146. Le Chiese particolari si sono impegnate per accompagnare le famiglie e, con loro, anche le situazioni irregolari. Quando i genitori, di solito dopo un allontanamento dalla Chiesa, vi si avvicinano e chiedono alla comunità ecclesiale la preparazione sacramentale per i loro figli, l’approccio più proficuo registrato nelle risposte è quello dell’accoglienza senza pregiudizi. Ciò significa che il rispetto, l’apertura benevola e l’ascolto dei bisogni umani e spirituali si dimostrano attitudini fondamentali per creare un ambiente favorevole e adatto alla comunicazione del messaggio evangelico. Tra le esperienze ecclesiali efficaci e significative, finalizzate a sostenere il percorso di questi genitori, sono state evidenziate: le catechesi comunitarie e familiari; i movimenti di sostegno alla pastorale coniugale; le messe domenicali; le visite alle famiglie; i gruppi di preghiera; le missioni popolari; la vita delle comunità ecclesiali di base; i gruppi di studio biblico; le attività e la pastorale dei movimenti ecclesiali; la formazione cristiana offerta ai genitori dei bambini e dei ragazzi… molte volte sono i figli ad evangelizzare i genitori.
155. Ci si chiede, da parte delle Conferenze Episcopali, se non sia possibile avviare in ogni comunità cristiana coppie di sposi che possano seguire e sostenere il percorso di crescita delle persone interessate in maniera autentica, come madrine e padrini idonei. Nelle zone in cui i catechisti svolgono un ruolo importante e delicato, si suggerisce che vengano formati con più impegno e che siano scelti con maggior discernimento, giacché destano divisioni e perplessità i casi di catechisti che vivono in situazioni di irregolarità matrimoniale. Si rileva che la Chiesa dovrebbe prendere in considerazione maggiormente la qualità dell’offerta catechistica, e si chiede una formazione migliore ai catechisti, perché siano testimoni dalla vita credibile. Si fa notare la necessità di una più profonda necessità della preparazione ai sacramenti mediante l’evangelizzazione delle persone: occorrerebbe lavorare di più per una iniziazione alla fede e alla vita. Si chiede che sia garantita una pastorale appropriata ai genitori compresi nella fascia che va dal battesimo alla prima comunione del figlio. Si propone di organizzare, a livello di decanati-vicariati, degli incontri per chi vive o si trova ad affrontare problematiche familiari, ed insieme è chiamato ad educare alla fede i figli.

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