Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

mercoledì 7 ottobre 2015

Io sono la Madonna del santo Rosario. Continuate nella recita del Rosario per la salvezza delle anime e la pace del mondo

   13 ottobre 1917: 

«Io sono la Madonna del santo Rosario.
Continuate nella recita del Rosario 
per la salvezza delle anime e la pace del mondo».
La promessa
Suor Lucia, nelle memorie che scrive per ordine del Vescovo, ricorda che la Madonna il 13 luglio le dice: «Voglio che veniate qui il 13 del mese che viene. Che continuiate a recitare tutti i giorni il rosario in onore della Madonna del rosario, per ottenere la pace al mondo e la fine della guerra, perché solo Lei li potrà aiutare».
Lucia, con la solita sua confidenza, chiede «Vorrei chiedervi di dirci chi siete; e di fare un miracolo perché tutti credano che Voi ci apparite».
La Madonna, con materna bontà, promette «Continuate a venire qui tutti i mesi. In ottobre dirò chi sono, quello che voglio e farò un miracolo che tutti vedranno e potranno credere».
Il 13 di agosto i veggenti mancano all’appuntamento perché impediti dall’autorità civile, ma il giorno 15, rientrati dalla “prigionia” come la chiama Lucia, si trovano con il loro gregge nella località Valinhos, vicino al paese e la Madonna rinnova la sua promessa: «Continuate ad andare a Cova da Iria il giorno tredici; continuate a recitare il rosario tutti i giorni. L’ultimo mese farò un miracolo, perché tutti credano».
Nell’apparizione di settembre la Madonna annuncia ancora il miracolo per il mese di ottobre, anzi assicura che vi sarà anche San Giuseppe con il Bambino Gesù, ma maternamente proibisce ai tre fanciulli certe loro penitenze. «Dio è contento dei vostri sacrifici, ma non vuole che dormiate con la corda. Portatela solo durante il giorno».
L’apparizione di ottobre
La giornata del 13 ottobre si presenta piovosa, ma la pioggia torrenziale non impedisce alla gente di accorrere numerosa. Nemmeno il fango dei sentieri impedisce ai fedeli di inginocchiarsi in umile atteggiamento. “Arrivati a Cova da Iria, racconta Lucia, vicino all’elce, spinta da un movimento interiore, chiesi al popolo che chiudessero gli ombrelli per recitare il rosario. Poco dopo vedemmo il riflesso della luce e subito dopo la Madonna sull’elce”.
Lucia chiede con confidenza: “che cosa volete da me?” e la Madonna risponde: «Voglio dirti che facciano qui una cappella in mio onore; che io sono la Madonna del rosario; che continuiate a recitare il rosario tutti i giorni. La guerra terminerà e i militari torneranno tra breve alle loro case».
“Io avevo molte cose da chiedervi: se guarivate alcuni malati e la conversione di alcuni peccatori, ecc”. «Alcuni sì, altri no; è necessario che si correggano; che domandino perdono dei loro peccati»; – e assumendo un aspetto più triste – «che non offendano più Dio nostro Signore, che è già molto offeso».

“E, aprendo le mani le fece riflettere nel sole; e mentre si elevava, il riflesso della sua stessa luce continuava a proiettarsi contro il sole. Ecco, eccellenza reverendissima, il motivo per cui gridai che guardassero verso il sole. Il mio scopo non era quello di richiamare l’attenzione del popolo da quella parte, perché io non mi rendevo nemmeno conto della sua presenza. Lo feci solo perché trasportata da un movimento interiore che a ciò mi spinse”.
“Scomparsa la Madonna nell’immensa distanza del firmamento, vedemmo, vicino al sole, San Giuseppe col Bambino e la Madonna vestita di bianco con un manto azzurro. San Giuseppe e il Bambino parevano benedire il mondo, con dei gesti che facevano con la mano in forma di croce”.
“Poco dopo, svanita questa apparizione, vidi nostro Signore e la Madonna, che mi dava l’impressione d’essere la Madonna dei dolori. Nostro Signore pareva benedire il mondo, come aveva fatto San Giuseppe. Svanì questa apparizione e mi parve di vedere ancora la Madonna nelle vesti della Madonna del Carmine”.1
Il sole comincia a muoversi sobbalzando
Mentre Lucia, Francesco e Giacinta contemplano estatici i personaggi celesti, ha inizio il miracolo annunciato e tanto atteso; stupendo come nessuno avrebbe osato sperare. Lucia lo annuncia con il grido: “Guardate il sole!”.
Interessante la testimonianza del padre di Giacinta: “Noi guardavamo senza difficoltà il sole e non accecava. Pareva che si spegnesse e si accendesse un po’ in un modo, un po’ in un altro. Gettava raggi di luce da un lato e dall’altro e colorava ogni cosa di differenti colori, gli alberi e il popolo, la terra e l’aria. Ma la cosa più stupefacente è che il sole non faceva male alla vista.
Tutto era quieto e tranquillo. Tutti tenevano gli occhi rivolti verso il cielo, quando ad un certo punto il sole si fermò e poi cominciò a danzare e a saltare: si fermò un’altra volta e un’altra volta cominciò a danzare, fino al punto che sembrò staccarsi dal cielo e venire sopra di noi. Fu un momento terribile!...”.2



1 Lucia racconta Fatima. Memorie lettere e documenti (Brescia, Queriniana 1987).
2 Giovanni De Marchi, Era una Signora più splendente del sole (Torino, Missioni della Consolata, 1971).
                                                                                            
  Don Mario Morra sdb

7 OTTOBRE : Madonna del Rosario: 
     
IL ROSARIO: UNA BELLA E DOLCE 'ANTICAGLIA'


Il Rosario: una bella e dolce "anticaglia"L’episodio è noto. I personaggi pure. Da una parte Don Bosco, dall’altra il marchese Roberto D’Azeglio, senatore del Regno di Sardegna e amico del Re Carlo Alberto. Un uomo insomma che a Torino contava molto... in tutti i sensi. E in mezzo? Il Rosario.Il senatore aveva fatto una visita all’Oratorio di Valdocco. Gli onori di casa li fece lo stesso Don Bosco che gentilmente lo accompagnò nella visita. Il marchese vide i ragazzi che giocavano allegramente e li osservò anche mentre pregavano in chiesa. Espresse la sua viva compiacenza per quello che aveva visto, ma solo con una riserva. Definì tempo perduto quello occupato a recitare il Rosario. “Lasci, gli disse, di far recitare ai ragazzi quell’anticaglia di 50 Ave Maria infilzate una dopo l’altra”. 
Don Bosco lo guardò e gli rispose: “Ebbene, io ci tengo molto a tale pratica; e su questa potrei dire che è fondata la mia istituzione; sarei disposto a lasciare tante altre cose pure importanti, ma non 
questa”.
E poi con il suo abituale coraggio, soggiunse: “Anche, se fosse necessario, sarei disposto a rinunziare alla sua preziosa amicizia, ma mai alla recita del S. Rosario”.
L’amicizia si interruppe... ma la pratica del Rosario è continuata ... fino a oggi.Ma allora cos’è il Rosario, se per Don Bosco aveva molta più importanza dell’amicizia di un suo illustre benefattore? I papi ne hanno sempre ribadito l’importanza nella vita della Chiesa.Paolo VI ha scritto che lo scopo ultimo del culto alla beata Vergine Maria (quindi anche del Rosario) è di glorificare Dio e di impegnare i cristiani ad una vita del tutto conforme alla sua volontà. Pio XII lo ha definito “il compendio di tutto il Vangelo”.Quindi recitare questa preghiera mariana, proprio nella metodologia ripetitiva dell’Ave Maria, è “ritornare al Vangelo” e al suo centro, Gesù Cristo. È cioè riflettere e pregare, meditare e contemplare ciò che Lui ha fatto per noi. È richiamare alla nostra vita i misteri dell’incarnazione di Cristo per la nostra salvezza.In altre parole siamo portati, attraverso la preghiera, a pensare all’amore di Cristo per noi e a impostare, giorno dopo giorno, la nostra vita sul suo esempio. Questo lo facciamo chiedendo l’aiuto a Maria, Madre di Gesù e nostra. È quindi una preghiera mariana cristocentrica.Tutto valido anche oggi? La risposta è di Giovanni Paolo II: «Il Rosario della Vergine Maria... rimane, anche in questo Terzo Millennio... una preghiera di grande significato, destinata a portare frutti di santità. Non ha perso nulla della freschezza delle origini... per ridire, anzi “gridare” Cristo al mondo come Signore e Salvatore, come “la via, la verità e la vita”».
 
Tutte cose di cui anche noi, cristiani di oggi, moderni o post moderni, giovani o meno giovani, abbiamo bisogno, per continuare ad essere positivi e propositivi nel nostro mondo ricco di tecnologia e di benessere ma spesso povero di anima e di ideali.

                                                                                                         
Mario SCUDU sdb


Il Rosario? Sì, grazieIl Card. A. Ballestrero (1913-1998), da semplice carmelitano si chiamava Anastasio del Santo Rosario. La prima volta che fu ricevuto in udienza da Giovanni XXIII, questi gli disse: “Lei si chiama Anastasio del Santo Rosario. Ma lo dice il rosario?”. “Certo che lo dico”. “Quante poste dice?”. “Tutte e quindici”. “Tutti i giorni?”. “Sì”. “Bravo, anch’io faccio lo stesso, anche adesso che sono Papa e quando qualcuno mi chiede quando trovo il tempo, dico a tutti che basta volere e il tempo c’è sempre”.





PREGHIRA DI SAN BERNARDO

Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile ed alta più che creatura,
termine fisso d’eterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ’l suo Fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l’amore
per lo cui canto nell’eterna pace
così è germinato questo fiore.
Qui se’ a noi meridiana face
di caritate; e giuso, intra i mortali,
sè di speranza fontana vivace.
Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia ed a te non ricorre,
sua disianza vuol volar sanz’ali.
La tua benignità non pur soccorre
a chi dimanda, ma molte fiate
liberamente al dimandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura e’ di bontate.
                             Dante Alighieri, Paradiso canto XXXII


IMMAGINI:
 Nel Giudizio Universale della Cappella Sistina, Michelangelo ha un curioso particolare “mariano”. Accanto alla maestosa figura di Gesù, giudice giusto, c’è una dolce immagine di Maria, col capo rivolto in basso verso un angelo, che con una fune solleva verso l’alto due fedeli. Questa fune di salvezza è una corona del Santo Rosario. È una felice intuizione del grande artista sull’efficacia della mediazione di Maria, accanto a suo Figlio, nel salvare l’umanità dalla perdizione e nell’aprirla alla speranza. 

www.donbosco-torino.it/ita/Kairos/Esempi/10-12/06-Rosario-Preghiera-S-Bernardo

(memoria facoltativa)

Il 13 maggio del 1917 tre bambini pascolavano un piccolo gregge nella Cova da Iria, frazione di Fatima, comune di Villa Nova de Ourém, oggi Diocesi di Leiria-Fatima. Si chiamavano Lucia de Jesus, di 10 anni e i suoi cugini Francesco e Giacinta Marto, di 9 e 7 anni (beatificati dal Servo di Dio Pp Giovanni Paolo II il 13 maggio 2000).
Verso mezzogiorno, dopo aver recitato il rosario, come facevano abitualmente, si intrattennero a costruire una piccola casa con pietre raccolte sul luogo, dove oggi sorge la Basilica.All´improvviso videro una grande luce; pensando che si trattasse di un lampo decisero di andarsene, ma sopraggiunse un altro lampo che illuminò il luogo e videro sopra un piccolo elce (dove ora si trova la Cappellina delle Apparizioni) una “Signora più splendente del sole” dalle cui mani pendeva un rosario bianco.La Signora disse ai tre Pastorelli che era necessario pregare molto e li invitò a tornare alla Cova da Iria :«...Sono venuta a chiedervi di venire qui per sei mesi di seguito, il 13, a questa stessa ora. In seguito, vi dirò chi sono e che cosa voglio. Dopo ritornerò ancora qui una settima volta...Recitate il rosario tutti i giorni per ottenere la pace per il mondo e la fine della guerra..» I bambini così fecero nei giorni 13 giugno:«...Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere e amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore immacolato. A tutti coloro che aderiranno a questa devozione, io prometto la salvezza; le loro anime saranno gradite a Dio come fiori deposti da me sul Suo trono...»; 13 luglio :«... Se si darà ascolto alle mie richieste, la Russia si convertirà e si avrà la pace... Il santo Padre mi consacrerà la Russia che si convertirà, e verrà concesso al mondo un periodo di pace. Quando reciterete il Rosario, dopo ogni decina dite: “O Gesù mio! Perdonateci, liberateci dal fuoco dell'inferno, portate in Cielo tutte le anime, specialmente quelle che più ne hanno bisogno.”... »; 19 agosto (l´apparizione ebbe luogo nella località "dos Valinhos" a circa 500 metri da Aljustrel, perché il giorno 13 i bambini furono sequestrati dal sindaco e portati a Villa Nova de Ourém) :«... Voglio che continuiate ad andare alla Cova da Iria il 13, e che continuiate a recitare il rosario tutti i giorni... »; 13 settembre :«... Continuate a dire il rosario per ottenere la fine della guerra... ». Nell´ ultima apparizione, il 13 ottobre, alla presenza di circa 70.000 persone, la Signora disse «... Voglio dirti che si costruisca qui una cappella in mio onore. Io sono Nostra Signora del Rosario. Che si continui sempre a recitare il rosario tutti i giorni. La guerra sta per finire e i militari rientreranno presto a casa...»Dopo l´apparizione, tutti i presenti furono testimoni del miracolo promesso ai tre bambini nei mesi di luglio e di settembre: il sole, simile ad un disco d´argento, che poteva essere fissato senza difficoltà, girava su se stesso come una ruota di fuoco e sembrava che volesse precipitare sulla terra. La notizia dell’accadimento comparve in prima pagina sul quotidiano O Século, di Lisbona, il 15 ottobre 1917. Più tardi, quando Lucia era già Religiosa di S. Dorotea, la Madonna le apparve nuovamente, in Spagna (il 10 dicembre 1925 e il 15 febbraio 1926, nel Convento di Pontevedra e ancora nella notte tra il 13 e il 14 giugno del 1929 nel Convento di Tuy) chiedendo la devozione dei primi cinque sabati del mese (recitare il rosario meditandone i misteri, confessarsi e ricevere la S. Comunione, in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria) e la consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato. Questa richiesta la Madonna l’aveva già annunciata il 13 luglio 1917.Alcuni anni più tardi, Lucia rivelò ancora che, tra i mesi di aprile e di ottobre del 1916, apparve ai tre Veggenti un Angelo per tre volte: due volte alla "Loca do Cabeço" e una volta al pozzo nell´orto della casa di Lucia. In queste Apparizioni l´Angelo li aveva invitati alla preghiera e alla penitenza. Dal 1917 non hanno mai cessato di andare alla Cova da Iria migliaia e migliaia di pellegrini di tutto il mondo; inizialmente soprattutto nei giorni 13 di ogni mese, in seguito durante i periodi di ferie estivi e invernali e adesso sempre di più nei fine settimana e nei giorni feriali, per un totale annuale di circa quattro milioni di pellegrini. La Consacrazione del Mondo al Cuore Immacolato di Maria, ebbe luogo in Piazza S. Pietro, in Vaticano, il 25  Marzo 1984. Per quell’occasione, San Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005), chiese la presenza della statua della Madonna di Fatima, venerata nella Cappellina delle Apparizioni.Davanti alla statua, il Papa ripeté l’Atto di Affidamento e di Consacrazione che aveva fatto a Fatima il 13  Maggio del 1982 di cui le ultime parole, rivolte alla Madonna, furono : « Accogli, o Madre di Cristo, questo grido carico della sofferenza di tutti gli uomini! Carico della sofferenza di intere società! Aiutaci con la forza dello Spirito Santo a vincere tutti i peccati: il peccato dell’uomo e il “peccato del mondo”, infine il peccato in tutte le sue manifestazioni. Che si riveli, ancora una volta, nella storia del mondo l’infinita potenza salvifica della Redenzione: la forza infinita dell’Amore misericordioso! Che esso fermi il male! Che esso trasformi le coscienze! Che si manifesti per tutti, nel Tuo Cuore Immacolato, la luce della Speranza! » .

Per approfondimenti:



Fonti principali : santuario-fatima.pt; vativan.va (“RIV./gpm”).

Nessun commento:

Posta un commento