Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

giovedì 1 ottobre 2015

Agnelli in mezzo ai lupi...

Il Vangelo del giorno. 

Giovedì della XXVI settimana del Tempo Ordinario







αποφθεγμα Apoftegma


Dove ci invia Gesù? Non ci sono confini, non ci sono limiti: ci invia a tutti. 
Il Vangelo è per tutti e non per alcuni. 
Non è solo per quelli che ci sembrano più vicini, 
più ricettivi, più accoglienti. 
E’ per tutti. 
Non abbiate paura di andare e portare Cristo in ogni ambiente, 
fino alle periferie esistenziali, 
anche a chi sembra più lontano, più indifferente. 
Il Signore cerca tutti, 
vuole che tutti sentano il calore della sua misericordia e del suo amore.

Papa Francesco

   




L'ANNUNCIO
Dal Vangelo secondo Luca 10,1-12

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».


Agnelli in mezzo ai lupi



Ciascuno di noi, discepolo di Gesù, è inviato come agnello in mezzo a un branco di lupi; questo significa essere sbranati. Per questo, nella missione della Chiesa, la sconfitta è programmatica. Ogni cosiddetto "piano pastorale" nasconde una contraddizione in sé stesso: non se ne conoscono che pongano, come obiettivo, il fallimento e il martirio, essenziali, invece, per la missione e che non si possono programmare. Unico piano pastorale di Gesù è quello di consegnarsi, mite e indifeso, alla morte. Unico progetto, la croce. I discepoli sono i messaggeri del Signore inviati avanti a Lui ad annunciare il suo arrivo. Ambasciatori dell'agnello non possono che essere agnelliPer questo siamo inviati nudi, senza alcuna sicurezza, indifesi. Niente bastone, niente calzari, niente borsa, alla mercè di tutto e di tutti. Crocifissi. E dentro il fuoco ardente dello zelo per annunciare il Vangelo: il mondo giace nelle tenebre della schiavitù, non c'è tempo per salutare, per convenevoli e cedimenti affettivi. Ci si ferma in una sola casa, la comunità dove pregare, ascoltare la Parola e nutrirsi dei sacramenti, la comunione che approfondisce l'intimità con Colui che invia. 
Niente legami di casa in casa, niente ricerche di affetto e compiacenze, niente luoghi dove pianificare strategie. Il riposo arriverà dopo, quando ritorneranno dal Signore, per esultare con Lui nel vedere i propri nomi scritti in Cielo. Per questo, laddove sono accolti, i discepoli mangiano ciò che viene posto loro innanzi: come il Signore a casa di Matteo, dove assume su di sé il cibo della carne, si carica dei peccati per donare se stesso, il perdono che dà la vita nuova ed eterna. Ogni mattina siamo inviati avanti al Signore: il caffè con la moglie, la colazione con i figli, le strade intasate e le metro stracolme, la scuola, l'ufficio, ogni circostanza sino al momento di spegnere la luce e addormentarsi. Come pecore in mezzo ai lupi, in cerca dei figli della Pace cui riconsegnare la Pace perduta. Con Cristo possiamo vivere come agnelli: è questa la missione che ci ha raggiunto, annunciare a tutti "Pace a te!". E' il dono che non si può progettare, come la castità tra due fidanzati: ogni volta che escono insieme sono inviati come pecore in mezzo ai lupi pieni di concupiscenze, dell'egoismo che offre tutto a se stesso. Non si pianifica l'educazione: ogni giorno i genitori sono inviati come agnelli in mezzo a lupi ribelli e capricciosi, per donargli la Pace che ha salvato loro per primi. Essa genera l'educare, il lavorare, lo studiare; la pace nella malattia, nella tentazione, nel fallimento di ogni progetto, anche nel rifiuto della stessa pace offerta: ovunque a farsi mangiare e saziare di Cristo la fame di tutti, come, ogni giorno, il Signore sazia la nostra. 



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