In grato ricordo di Monsignor Giacomo Biffi
"...Quando il mondo è più desolato e tutto sembra irrimediabilmente perduto, allora si manifesta la presenza di colui che era stato estromesso.
Percepire questa presenza è l’inizio della resurrezione, dal momento che il pericolo è proprio quello di naufragare nel vuoto delle creature provvisorie e relative. L’atto di fede è appunto atto dello spirito che si apre all’esistenza - consistente e perciò salvifica - del Dio vivo: è un rendersi conto di che cosa significhi veramente, tra la folla di larve garrule ed evanescenti, potersi aggrappare a uno che silenziosamente ed efficacemente esiste.
Perciò la redenzione è in primo luogo, disperse le mille nullità frastornanti, una manifestazione di esistenza: «Io sono», dice a Mosè la voce del roveto in fiamme (Es 3,14). «Se non credete che io sono, morirete nei vostri peccati», dice il Redentore ai Giudei (Gv 8,24). «Sono io», dice Gesù nell’ora delle tenebre alle potenze umane, che subito sono abbattute (Gv 18,6). «Sono io», dice Geppetto al burattino incosciente che sta per perire.
C’è chi pensa che la salvezza possa venire dalle idee; c’è chi pensa che la salvezza possa venire dalle azioni: tutte le rivoluzioni - che in definitiva lacerano i tessuti sociali e non cambiano molto - sono ispirate a questi principi, inadeguati senza essere totalmente erronei.
C’è chi pensa che la salvezza possa venire dalle idee; c’è chi pensa che la salvezza possa venire dalle azioni: tutte le rivoluzioni - che in definitiva lacerano i tessuti sociali e non cambiano molto - sono ispirate a questi principi, inadeguati senza essere totalmente erronei.
La sola vera rivoluzione, quella di Dio, è diversamente fondata: la salvezza si gioca sul piano dell’ essere.
Al risonare della voce di Geppetto, Pinocchiò si rende finalmente conto della propria miseria e insieme intravede la strada per uscirne, nella presenza di colui che lo può ricreare."
Al risonare della voce di Geppetto, Pinocchiò si rende finalmente conto della propria miseria e insieme intravede la strada per uscirne, nella presenza di colui che lo può ricreare."
Card. Giacomo Biffi,
da: "Contro maestro Ciliegia. Commento teologico alle avventure di Pinocchio"
“A ogni votazione ricevo sempre un solo voto. Se scopro chi è che si ostina a votarmi giuro che lo prendo a schiaffi”.
A sfogarsi così con un confratello durante il Conclave 2005 è stato il cardinale Giacomo Biffi, arcivescovo emerito di Bologna.
“Cosa Eminenza?”, gli domanda perplesso l’altro cardinale. “Sì, ha capito bene, Eminenza”, replica Biffi. “Giuro che lo prendo a schiaffi”.
Al che il porporato lo guarda perplesso e gli spiega: “Eminenza, ormai è chiaro chi stiamo eleggendo come nuovo Papa ed è anche abbastanza evidente che questo candidato abbia scelto di votare per lei. Quindi se vorrà ancora mantenere il suo proposito sarà costretto a prendere a schiaffi il Papa”.
Biffi rimase senza parole: Joseph Ratzinger aveva deciso di votare per lui.
- Conclave 2005 -
“Vorrei dirLe grazie anche perché ci ha donato diagnosi molto acute e precise della nostra situazione di oggi e soprattutto ci ha mostrato come dietro a tanti fenomeni del nostro tempo, apparentemente molto lontani dalla religione e dal Cristo, ci sia una domanda, un'attesa, un desiderio; e che la unica vera risposta a questo desiderio, onnipresente proprio nel nostro tempo, è Cristo.
Vorrei dirLe grazie per il suo realismo, per il suo umorismo e per la sua concretezza; fino alla teologia un po' audace di una sua domestica: non oserei sottoporre queste parole «il Signore forse ha i suoi difetti» al giudizio della Congregazione per la Dottrina della Fede. Ma in ogni caso abbiamo imparato ed i suoi pensieri, Signor Cardinale, ci accompagneranno non solo nelle prossime settimane”.
“Vorrei dirLe grazie anche perché ci ha donato diagnosi molto acute e precise della nostra situazione di oggi e soprattutto ci ha mostrato come dietro a tanti fenomeni del nostro tempo, apparentemente molto lontani dalla religione e dal Cristo, ci sia una domanda, un'attesa, un desiderio; e che la unica vera risposta a questo desiderio, onnipresente proprio nel nostro tempo, è Cristo.
Vorrei dirLe grazie per il suo realismo, per il suo umorismo e per la sua concretezza; fino alla teologia un po' audace di una sua domestica: non oserei sottoporre queste parole «il Signore forse ha i suoi difetti» al giudizio della Congregazione per la Dottrina della Fede. Ma in ogni caso abbiamo imparato ed i suoi pensieri, Signor Cardinale, ci accompagneranno non solo nelle prossime settimane”.
Ringraziamento di Papa Benedetto XVI al Cardinale Biffi per gli esercizi spirituali per la Curia Romana nella Quaresima 2007.
Mangiare i tortellini con la prospettiva della vita eterna, rende migliori anche i tortellini, più che mangiarli con la prospettiva di finire nel nulla.
- Card. Giacomo Biffi -
«Mi accusano di essere preconciliare, ma poi mi consolo, sapendo che lo era pure Gesù.»
- Card. Giacomo Biffi -
"[...] Possiamo aggiungere un’annotazione, che riguarda da vicino soprattutto il comportamento auspicabile dallo Stato e da tutte le autorità civili.
I criteri per ammettere gli immigrati non possono essere solamente economici e previdenziali (che pure hanno il loro peso).
Occorre che ci si preoccupi seriamente di salvare l’identità propria della nazione.
L’Italia non è una landa deserta o semidisabitata, senza storia, senza tradizioni vive e vitali, senza una inconfondibile fisionomia culturale e spirituale, da popolare indiscriminatamente, come se non ci fosse un patrimonio tipico di umanesimo e di civiltà che non deve andare perduto.
In vista di una pacifica e fruttuosa convivenza, se non di una possibile e auspicabile integrazione, le condizioni di partenza dei nuovi arrivati non sono ugualmente propizie. E le autorità civili non dovrebbero trascurare questo dato della questione.
In ogni caso, occorre che chi intende risiedere stabilmente da noi sia facilitato e concretamente sollecitato a conoscere al meglio le tradizioni e l’identità della peculiare umanità della quale egli chiede di far parte".
- Cardinale Giacomo Biffi -
nota pastorale "La città di San Petronio nel terzo millenio", Edizioni Dehoniane Bologna, Bologna 2000
«Io penso che l'Europa o ridiventerà cristiana o diventerà musulmana.
Ciò che mi pare senza avvenire è la “cultura del niente”, della libertà senza limiti e senza contenuti, dello scetticismo vantato come conquista intellettuale, che sembra essere l'atteggiamento dominante nei popoli europei, più o meno tutti ricchi di mezzi e poveri di verità.
Questa “cultura del niente” (sorretta dall'edonismo e dalla insaziabilità libertaria) non sarà in grado di reggere all'assalto ideologico dell'Islam che non mancherà: solo la riscoperta dell' “avvenimento cristiano” come unica salvezza per l'uomo - e quindi solo una decisa risurrezione dell'antica anima dell'Europa - potrà offrire un esito diverso».
- Cardinale Giacomo Biffi -
"Nessun uomo ormai può sfuggire al suo Creatore, che lo insegue, lo vuol raggiungere e legare a sé. Non possiamo sfuggirgli, perché il suo amore corre più veloce di noi."
- Card. Giacomo Biffi -
Buona giornata a tutti. :-)
Nessun commento:
Posta un commento