Lectio Quotidiana
Leggiamo insieme la Scrittura giorno per giorno: il vincolo di unità e di pace per tutti noi!
39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
COMMENTO DI GIOVANNI
“Ed ecco, Elisabetta, tua parente…” ascoltavamo al ver.36 del testo precedente. Le meraviglie compiute da Dio nell’antica economia della salvezza della Prima Alleanza erano annunciate come preparazione e profezia della salvezza compiuta nella Nuova Alleanza. La Parola che oggi accogliamo dalla bontà del Signore si può considerare come l’incontro illuminante e la visita feconda dove il Vangelo di Gesù trova la sua conferma. “Visitazione” necessaria anche per noi che ogni giorno andiamo a raccogliere nella Parola antica la certezza che “nulla è impossibile a Dio”.
Ma il “saluto” di Maria ad Elisabetta, che è estensione a comunicazione del saluto che Maria ha ricevuto dall’Angelo a Nazaret, illumina la fecondità di Elisabetta con lo Spirito di Gesù! Elisabetta, e in lei l’antica storia della salvezza, “fu colmata di Spirito Santo”(ver.42), e la materna fecondità della Prima Alleanza, da Sara di Abramo ad Elisabetta, trova nella “madre di Gesù”, finalmente riconosciuta come “la madre del mio Signore”, la sua potenza profetica e salvifica. Così “il bambino” che “ha sussultato di gioia nel mio grembo”, come dice Elisabetta si rivela pienamente come l’ultimo profeta e il precursore del Figlio di Dio. Le due maternità si illuminano e si confermano reciprocamente. La stupenda domanda retorica “A che cosa devo che la madre del mio Signore venga a me?” riempie di luce di umiltà e verità la Parola che ha custodito e guidato nei secoli la fede di Israele.
Maria, da parte sua, raccoglie nella sua persona la duplice fisionomia della Figlia di Sion, e cioè dell’Israele fedele, generato e condotto dall’Alleanza del Sinai, e della Madre di Dio nell’Alleanza di Gesù, il Cristo del Signore. Maria è la “Beata”, la “piena di grazia” che l’Angelo salutava a Nazaret in Luca 1,28, “colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”. Quello che il Signore le ha detto nell’annuncio di Nazaret non è solamente lo stretto contenuto di quelle parole, ma è la sintesi e la pienezza di tutta la Parola che Dio ha donato al suo Popolo nei secoli della preparazione e della profezia. Proprio perché “ha creduto”, Maria è veramente, nella preghiera della devozione cristiana, l“arca della Nuova Alleanza”.
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