Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

giovedì 21 giugno 2012

[lectio quotidiana] Luca 1,67-80

21 giugno 2012 – Giovanni Nicolini

 67 Zaccaria, suo padre, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:
68«Benedetto il Signore, Dio d’Israele,perché ha visitato e redento il suo popolo,69e ha suscitato per noi un Salvatore potentenella casa di Davide, suo servo,70come aveva dettoper bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:71salvezza dai nostri nemici,e dalle mani di quanti ci odiano.72Così egli ha concesso misericordia ai nostri padrie si è ricordato della sua santa alleanza,73del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,di concederci, 74liberati dalle mani dei nemici,di servirlo senza timore, 75in santità e giustiziaal suo cospetto, per tutti i nostri giorni.76E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimoperché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,77per dare al suo popolo la conoscenza della salvezzanella remissione dei suoi peccati.78Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto,79per risplendere su quelli che stanno nelle tenebree nell’ombra di morte,e dirigere i nostri passisulla via della pace».80Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

 COMMENTO DI GIOVANNI

Si tratta di una profezia “liturgica” legata all’appartenenza di Zaccaria e della sua famiglia alla stirpe sacerdotale. La liturgia deve essere intesa in senso ampio, non cultuale: una “liturgia” della vita che coinvolge ogni persona e anche il popolo nel suo insieme. La prima espressione della preghiera di Zaccaria esprime bene questa caratteristica della sua profezia. Dice infatti “Benedetto il Signore, Dio di Israele…”. Tutta la prima parte del nostro testo, i vers.68-75, è spiegazione e illuminazione di quel “benedetto”! Il Signore Dio di Israele è benedetto, e tutti i motivi di tale benedizione di Lui da parte del suo Popolo sono esposti di seguito, con una continuità-uniformità anche grammaticale che il traduttore italiano ha pensato di alleggerire, spezzano la continuità del testo. Dunque Dio è benedetto, perché “ha visitato e redento (ver.68)…ha suscitato (ver.69)…ha concesso misericordia.. e si è ricordato(ver.72)…”. Compiendo tutto ciò, il Signore ha concesso al suo Popolo quello che ascoltiamo ai vers.74-75, e cioè di poterlo servire: questo verbo “servire” è proprio della liturgia. E’ un servizio liturgico! Per tutto quello che Egli ha fatto, ora è possibile fare della vita di ciascuno e di tutti una grande liturgia, celebrata “senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni”(ver.75). in questo modo vengono ricordate le meraviglie che Dio ha compiuto per il suo popolo. Tutto è ormai illuminato dalla Persona di Gesù – che peraltro non è esplicitamente nominato! – ed è Lui infatti il “Salvatore potente” annunciato al ver.69, quello che Dio “ha suscitato”( e il verbo sembra voler alludere alla risurrezione di Gesù). Dunque, non è nominato, ma è già pienamente presente. E’ Lui infatti la pienezza di quella “misericordia”(ver.72) che profeticamente i padri hanno conosciuto. E Zaccaria annuncia il mistero e la missione del bambino che Elisabetta ha generato. “E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo, perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade”(ver.76). Confesso che questa affermazione mi torna sempre alla mente quando mi trovo davanti a un bambino appena nato. Mi sembra un augurio molto profondo per la vita e il compito di ogni figlio di Dio. Voglio sottolineare la potenza dell’espressione resa in italiano, al ver.78, con le parole “grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio”, che alla lettera è “grazie alle viscere di misericordia del nostro Dio”. Qualche volta mi domando se non rischiamo di far pensare che Dio voglia solo che tutto e tutti funzioniamo bene. Ma noi non siamo capaci di funzionare bene! Forse qualche volta funzioniamo meno peggio, per l’impeto dell’amore misericordioso del Signore che ci investe e ci invade. Senza questo impeto d’amore, senza l’annuncio forte di tale amore, è difficile pensare di poter ottenere un buon funzionamento di noi e della nostra vita. Oggi non sempre mi sembra sia chiaro alla gente, e a noi per primi, che il Signore prima di tutto ci  vuole questo gran bene.

 Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.

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