Il Vangelo di Luca 2,1-7
Cap.2
1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 4Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. 6Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
COMMENTO DI GIOVANNI
da www.famigliedellavisitazione.it
Il confronto con la memoria della nascita di Giovanni Battista che abbiamo ascoltato in Lc.1,57-66 ci aiuta a cogliere alcuni preziosi elementi del nostro testo. Il Battista nasce nella casa dei suoi genitori, in un ambiente tutto segnato dalla sua ebraicità, e in particolare dalla sua tradizione profetica ora riconosciuta da tutti in un clima di gioia e di attesa di ulteriori adempimenti della Parola di Dio. La Parola che oggi riceviamo dalla bontà di Dio ci porta nel clima del tutto “laico” del potere universale dell’Impero romano. Dunque la sottolineatura del legame tra questa nascita e un universo che va ben oltre i confini del Popolo di Dio della Prima Alleanza e riguarda “tutta la terra”. Così tende a sottolineare il decreto imperiale che censiva appunto “tutta la terra”. La “Terra” donata da Dio al suo popolo non è che una piccola provincia dell’Impero romano che domina in quel tempo su tutta la terra. Non è secondario neppure il particolare che parla di questo censimento come “primo censimento”: come se tutto il mondo si preparasse all’evento di questa nascita! L‘adempimento di questo decreto imperiale, che porta ciascuno a farsi censire nella propria città di origine famigliare, porta Giuseppe a “salire” dalla città di Nazaret in Galilea alla “città di Davide chiamata Betlemme”, in Giudea (ver.4). Il decreto imperiale apre la strada alla disposizione profetica della nascita del Messia nella città di Davide. A questo proposito si può dare un’occhiata a Giovanni 7,40-44. Nel “resoconto ordinato” steso da Luca (Lc.1,1-4) si sottolinea dunque il carattere universale dell’evento, e quindi la portata universale della profezia custodita dalla fede di Israele! L’appartenenza di Giuseppe, padre “putativo” di questo Bambino, alla “famiglia di Davide”, è il sigillo di appartenenza del Messia alla stirpe davidica. Al ver.5 appare la persona di Maria, “sua sposa, che era incinta”. Il termine “sposa” è quello che in Luca 1,27 era reso in italiano con “promessa sposa”. “Era incinta”, e in modi, circostanze e ambiti ben diversi da quelli della nascita del Battista,, si compie per lei, come era stato per Elisabetta(Luca 1,57), il tempo del parto, “ i giorni del parto”(ver.6). Il figlio che nasce è “il figlio primogenito”(ver.7). Non troveremo tracce di altri figli, ma ci incontreremo in questo stesso capitolo con l’importanza del “primogenito” nella tradizione di Israele e quindi nell’adempimento che questa avrà nel Bambino che è nato. Ora di questo Bambino – non ne dico il nome, perché neppure il testo lo ha fatto! – si dice l’estrema povertà della sua nascita. La Mamma “lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio”. Troverete notizie su questo posto nelle note delle Bibbie. Noi qui ricordiamo solo che la povertà della condizione porta la tradizione cristiana a chiamare questa “scena” con il termine “presepio” che appunto indica la “mangiatoia” nella lingua greca del testo evangelico.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Maria raccomanda che la S. Bibbia sia posta in casa in un posto prominente e che sia letta ogni giorno. "Cari figli! In questo tempo in modo particolare vi invito: pregate col cuore. Figlioli, voi parlate tanto ma pregate poco. Leggete, meditate la Sacra Scrittura e le parole scritte in essa siano per voi vita. Io vi esorto e vi amo perché in Dio troviate la vostra pace e la gioia di vivere. Grazie per aver risposto alla mia chiamata. Messaggio da Medjugorje a Marija del 25/02/12.
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